Ibson Barreto da Silva (Niteroi, 1983) dal Flamengo (via Porto) allo Spartak Mosca.
Costo del cartellino: 5 milioni di euro.
Nella primavera del 2004 ero alla Gavea, a Rio, nell'ufficio di Leo Junior, ex gloria di Torino e Pescara da noi, all'epoca direttore del Flamengo sezione futebol. Parlando dei giocatori brasiliani già pronti per l'Europa, il grande Leo mi ha subito fatto il nome di Ibson, giocatore che mi aveva davvero colpito, avendolo visto anche dal vivo: un centrocampista capace di fare tutto, recupero palla, inserimento, conclusione, leadership. Figlio di un allenatore delle giovanili del Mengao, Laís, Ibson è cresciuto col rubro-negro addosso.
Tra le diverse squadre che contattarono la più amata ( e odiata) del Brasile la spuntò il Porto, segnale di qualità del giocatore. Al Porto difficilmente prendono abbagli. Eppure Ibson all'Europa non si è proprio adattato: ha giocato buone partite ma non ha certo mostrato tutte le sue enormi potenzialità. Pinto da Costa, presidentissimo dei dragoni, ha scelto di rianimarlo rimandandolo a casa, al Flamengo. E infatti l'aria del Maracana lo ha risvegliato: Ibson sarebbe volentieri rimasto lì, ma il Porto necessitava di pezzi in verde che a Rio non potevano permettersi: è intervenuto lo Spartak e l'affare si è chiuso. A Mosca raggiungerà altri colleghi brasiliani: Alex, ex Inter, e Rafael Carioca (Gremio), in primis.
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