18 dicembre 2006

[media] Calcio e dittatura

Después de un período de silencio, coincidente con resultados poco favorables de la entidad que gobierna desde fines del 2001, Aguilar recuperó presencia en los medios. Dueño de una comicidad con la que bien podría haberse desarrollado como humorista, el Doctor dijo que "Sosa y Pavone ya son socios honorarios de la institución". Aguilar sabe de qué habla: ese título —el de socios honorarios del CARP [Club Atletico River Plate, ndr]— tuvieron Jorge Rafael Videla, Emilio Eduardo Massera y Orlando Ramón Agosti, más otra media docena de jefes militares, durante casi dos décadas. Aguilar, entonces vocal oficialista, redactó en abril 97 un proyecto para quitarles dicha condición. Lógico: en los 90, gracias a la democracia y a la biología, los integrantes de la 1 junta militar influían menos que en los 70. El que conservó su calidad de socio honorario, hasta su muerte en el 2004, fue Carlos Alberto Lacoste, quien llegó a la FIFA después de su rol organizativo en el Mundial 78. En función de aquellos antecedentes, ¿deberíamos decir que River ha sido una entidad represora y genocida? No, no lo merecen los hinchas del club que soportaron, como millones de argentinos, la dictadura. Vincular a una asociación civil con ideas y gustos de sus miembros famosos o gravitantes es un disparate, a diestra y siniestra. Si fuera válida la relación, a Boca se lo podría considerar refugio del castrismo por la amistad de Diego con Fidel. Y Curupaytí, donde Luis Zamora jugó al rugby, estaría identificado como un club trotskista.

Marcelo Guerrero. Olè, 18/12/2006

17 dicembre 2006

[recap] Internacional - Barça 1-0

Dedicato a chi pensa che in Brasile la tattica e la strategia non conta nulla. Umiliato il Barça, umiliato Laporta e i suoi proclami ormai degni di Florentino, umiliato Rijkaard, che non trova nessuna contromisura alle mosse di Abel Braga e perde la testa riuscendo in un cambio negli ultimi minuti Ezquerro - Gudjohnsen che fotografa la situazione. Al fianco degli ideali applausi per le dichiarazioni del tecnico olandese, che fuori dal campo riesce a risollevare l'immagine del club, ormai avviato, sotto la guida dell'avvocato taglia teste, a esibizioni di arroganza, dovrebbe emergere una standing ovation per Abel Braga e il suo capolavoro tattico. Dopo la più che sofferta partita con gli africani dell'Al Ahly (ben guidati da Manuel José) Abel si concentra sul Barça. Allenamenti specifici, riferiscono infiltrati, che mirano soprattutto a "far giungere quadrata la palla a Deco", cioè disturbare il normale flusso dei passaggi chiavi della mediana blaugrana che è sempre interno: l'unico modo (e il più efficace) per limitare l'armata miliardaria di Laporta. Disturbare i tempi di gioco, far cadere le sincronie della giocate dei campioni del Barça. Braga ci riesce fino alla fine, tanto che il Barça è raramente pericoloso, non ha un gioco di appoggio sulle fasce credibile e perde fiducia in una partita che credeva una passeggiata o poco più. Perfetta la coppia del centrocampo colorado Edinho - Welington, benissimo anche Fernandao nella posizione ormai disegnata per lui di punto riferimento defilato (già voluta da Braga per Felipe nel Flamengo, anche se esaudiva a dinamiche diverse) che viene premiata grazie al movimento di un giocatore decisamente sottovalutato, dal cervello calcistico elevatissimo: Iarley, orgoglio del Paysandù di Belem e apprezzatissimo dal Virrey Bianchi nel Boca. Buone giocate anche di Alexandre Pato, e ad un ragazzo che ha esordito in prima squadra poche settimane fa non si poteva chiedere di più, forse. Molto attenta anche la coppia centrale: Indio, miglior centrale dell'ultimo Brasilerao, e Fabiano Eller, pallino da tempo di Braga che se l'è trovato al Flamengo e se l'è portato prima al Flu e poi all'Inter, e incredibilmente mai preso in considerazione in questi anni per il ruolo di centrale della nazionale brasiliana dove non sono passati esattamente dei fenomeni. Ronaldinho non affonda su Cearà, ma la collaborazione del resto della squadra senza palla è limitata anche per la grande attenzione dell'avversario. "Al calcio non si vince solo con i nomi"dice Iarley, chi, come noi, ha nel cuore il Papão e pure questo bel gioco, sottoscrive.


Internacional: Clemer; Ceara, Indio, Fabiano Eller, Ruben Cardoso; Edinho, Welington Monteiro, Alex (Vargas, 45'), Fernandao (Adriano, 75'), Iarley y Alexandre Pato (Luiz Adriano, 61').

FC Barcelona: Valdés; Zambrotta (Belletti, 45'), Puyol, Márquez, Gio; Iniesta, Motta (Xavi, 58'), Deco; Giuly, Gudjohnsen (Ezquerro, 87') y Ronaldinho.

Gol:
1-0, Adriano (81')

[reading] Lettera di Giacomo

Questa settimana si legge la Lettera di Giacomo dalle Epistole Cattoliche del Nuovo Testamento, uno dei testi più belli e meno conosciuti (e poco letti) del Canone della Bibbia.


(...) sia ognuno pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all'ira. Perché l'ira dell'uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio. Perciò, deposta ogni impurità e ogni resto di malizia, accogliete con docilità la parola che è stata seminata in voi e che può salvare le vostre anime. Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi. Perché se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la parola, somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: appena s'è osservato, se ne va, e subito dimentica com'era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla. Se qualcuno pensa di essere religioso, ma non frena la lingua e inganna così il suo cuore, la sua religione è vana. Una religione pura e senza macchia davanti a Dio nostro Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri da questo mondo.
Cap.I vv. 19 -27

Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: "Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi", ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa.
Cap.II vv. 14-17

E ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che vi sovrastano! Le vostre ricchezze sono imputridite, le vostre vesti sono state divorate dalle tarme; il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si leverà a testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni! Ecco, il salario da voi defraudato ai lavoratori che hanno mietuto le vostre terre grida; e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore degli eserciti. Avete gozzovigliato sulla terra e vi siete saziati di piaceri, vi siete ingrassati per il giorno della strage. Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non può opporre resistenza.
Cap.V vv. 1-6

16 dicembre 2006

[ipse dixit] José M. Aguilar

(...) porque Boca ya no es un club de fútbol sino el buque insignia de la derecha argentina, que sueña con instalar a un presidente de la República.

José María Aguilar, presidente del River Plate.
Pagina 12, 16/12/2006

04 dicembre 2006

[recap] Guadalajara - América 2-0 (and more...)

Grande partita del Guadalajara, che si mette mezza finale del campionato messicano in tasca, e con pieno merito. Las Chivas affronta gli eterni rivali dell'América nella semi più equlibrata e di maggior fascino. Toluca e Pachuca si incontrano per l'altro posto al sole in un Messico politicamente e socialmente sempre più diviso dopo le elezioni politiche e la rivolta di Oaxaca. Allo stadio Jalisco la voglia di calcio è tanta, come da tradizione nella "Perla dell'Occidente". I biancorossi, la squadra formata esclusivamente da messicani (per scelta), ritrova gli antichi equilibri col 3412, col genio del Bofo Bautista dietro le due punte di movimento Omar Bravo e Medina, fondamentali anche nella fase di non possesso. Il costante movimento di tutta la squadra del Chepo De la Torre ricorda i bei tempi de las Chivas e, dopo i primi minuti in cui alcune escursioni delle Aquile di Città del Messico fanno correre qualche brivido alla linea a tre difensiva retta dal centrale Reynoso e in cui fa un figurone el Maza Rodrìguez, la partita la prende in mano il Rebaño Sagrado. Guadagna campo, così che non si deve ricercare l'apertura immediatamente sulle punte o sull'enganche Bautista, che invece entra nel vivo molto più spesso faccia alla porta. Fondamentali gli esterni, con il sempre utilissimo Moncho Morales e il suo favoloso sinistro che aprirà le marcature a seguito di un rigore nel secondo tempo. Il Guadalajara merita però già nella prima frazione: diverse le occasioni, una clamorosa di Omar Bravo che se aggiustasse anche la mira sarebbe nell'élite del calcio mondiale. Il 442 spurio dell'América, con Blanco che parte dall'estrema sinistra, si spegne lentamente e vive di qualche sprazzo di Cabañas e della costante sovrapposizione sulla destra del Gringo Castro: è necessario cambiare. Al debutto della ripresa il Piojo Lopez è immediatamente gettato nella mischia in luogo di uno spento Vuoso:i gialli si ricostruiscono con un 4321, con Cuauhtémoc Blanco e l'ex Lazio e Valencia dietro al centravanti paraguayo, ma la di linearità di gioco è definitivamente persa e si attendono giocate singole che non arrivano. Un errore sulla linea laterale di Villa lancia erroneamente il Bofo in area che viene stesoda Castro: rigore, con qualche dubbio sul primo movimento di Bautista che pare ai limiti del fallo nei confronti del difensore dell'América. 1-0. Passano pochi minuti, Tena, allenatore degli ospiti, richiama in panca Blanco (polemiche in arrivo...) per inserire Cuevas e cercare di impostare un 343: arriva la seconda mazzata: un centro del Bofo pesca Bravo che anticipa bene la difesa statica dei gialli e mette dentro di testa. Delirio allo Jalisco ma l'América finalmente si scuote e sale in cattedra Oswaldo, portiere davvero troppo poco noto (in Europa) in relazione alle sue capacità: prima neutralizza alla grande un diagonale di Cabañas poi ottiene la qualifica di "figura del partido" quando para in bello stile un rigore, ancora più dubbio di quello concesso ai padroni di casa, sempre calciato dall'attaccante del Paraguay che trova il portiere della nazionale messicana anche sulla ribattuta. Nel frattempo Bautista era uscito tra gli applausi del pubblico vomitando di tutto verso il suo tecnico, con più di un massaggiatore che cercava di riportarlo alla calma: se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo: al di là del bene e del male, il Bofo.
CARLO PIZZIGONI

GUADALAJARA 2 - AMERICA 0
1-0 Morales 53' su rigore
2-0 Omar Bravo 60'

Guadalajara: Oswaldo Sanchez; Magallon, Reynoso, Rodriguez; Martinez (Santana dal 79'), Araujo, Pineda, Morales (Patlan dal 72'); Bautista (Esparza dall'84'); Omar Bravo e Medina.

América: Ochoa; Castro, Davino, Ricardo Rojas, Oscar Rojas; Mosqueda (dal 79' Torres), Arguello, Villa, Blanco (dal 58' Cuevas) ; Vuoso (dal 46' Lopez), Cabanas.

Estadio "Jalisco", Guadalajara. 30 novembre 2006

Nel ritorno della semifinale finisce 0-0 all'Azteca e il Guadalajara si qualifica per la finale dove troverà il Toluca (1-1 e 1-0 col Pachuca)