27 gennaio 2013

Confermare o cedere Coutinho: la difficile scelta

E' giusto sacrificare Coutinho per arrivare a un giocatore pronto subito? All'Inter si interrogano, noi con loro:

CONFERMARLO: INVESTIMENTO

Philippe è stata una delle grandi intuizioni di Branca che ha mandato il talent scout Casiraghi a Rio, e facendo valere un accordo con il presidente uscente del Vasco ha anticipato il Real Madrid pronto ad offrire il doppio.


CEDERLO: NECESSITA'

Il futuro è adesso: reinvestare i soldi della cessione su un titolare, magari Paulinho, significa risistemare la squadra e puntare dritto a una qualificazione in Champions League


CEDERLO: RENDIMENTO NON CONVINCENTE

Coutinho ha regalato giocate geniali ma poca continuità e diverse partite incolori: potrà davvero essere decisivo in un campionato complicato come il nostro?


CONFERMARLO: TALENTO

Classe 1992 ha sempre condiviso con Neymar e Lucas, suoi coetanei, i galloni nelle diverse nazionali giovanili del Brasile. Condiviso: dall'alto della stessa classe. Lo sviluppo fisico è stato ritardato, pure quello tecnico, con l'esordio nella B brasiliana mentre i suoi compagni giocavano la Libertadores.

CONFERMARLO O CEDERLO: IDENTITA' DI SQUADRA

Quale identità Stramaccioni vuole nella sua prossima Inter è una delle domande che i dirigenti devono considerare. Prevede la titolarità per un giocatore delle qualità di Coutinho?

CARLO PIZZIGONI
Fonte: Sky Speciale Calciomercato

24 gennaio 2013

Coppa d'Africa 2013 - ogni giorno su Gazzetta.it

Ogni giorno i miei resoconti sulla Coppa d'Africa nello speciale su Gazzetta.it


SUDAFRICA - ANGOLA 2-0

Riscatto Sudafrica. Dopo il pareggio molto deludente della prima uscita contro Capo Verde terminata con uno scialbo 0-0, i Bafana Bafana battono l’Angola 2-0 allo stadi di Durban, segnando i loro primi gol della manifestazione.
Il Sudafrica inizia la gara meglio, il CT Igesund  cambia ben cinque elementi rispetto alla  gara inaugurale. I Bafana Bafana sono più pericolosi davanti, fanno girare la palla con una maggiore velocità rispetto alla prima gara: Masilea e Parker lavorano bene nella catena di sinistra, in mezzo buon lavoro di Furman e Mahlangu (gioca nell’Helsingborgs). E’ dunque meritato il vantaggio, che giunge alla mezz’ora: l’azione parte da sinistra e viene chiusa a sinistra dal difensore degli Orlando Pirates Sangweni. Da quel momento l’Angola si scuote, e poco dopo il vantaggio sudafricano, sfiora immediatamente il pareggio con il leader della squadra Manucho: gran parata di Khune. All’inizio del secondo tempo prosegue la pressione delle Palancas Negras: l’occasione migliore capita verso l’ora di gioco a Mateus, ottimo elemento del Nacional di Madeira, la prima squadra di Cristiano Ronaldo. Il Sudafrica fa densità difensiva e riparte quando riesce in contropiede. Al 62’, proprio con una azione del genere, raddoppia. lancio da dietro di Letsholonyane per Majoro: bella giocata sulla linea di fondo dell’attaccante dei Kaizer Chiefs che mette la palla sotto le gambe e quindi alle spalle del portiere Lamà. Trovatosi sul 2-0 al Sudafrica è sufficiente la gestione, l’Angola subisce il colpo senza reagire, e si spegne. I Bafana Bafana tornano a vincere una partita in Coppa d’Africa, e ora aspettano buone notizie dalla gara della sera tra Marocco e Capo Verde: se vincessero i Leoni dell’Atlante, basterebbe un pareggio nell’ultimo turno per passare la fase a gironi ed entrare nei quarti di finale.
COSTA D'AVORIO - TOGO 2-1
 I favoriti di solito partono lentamente. La Costa d'Avorio, per l'ennesima volta, accreditata della vittoria della Coppa d'Africa che però non arriva dal 1992, rispetta l'assunto. La vittoria contro il Togo arriva solo nel finale, dopo una gara non esaltante. Il CT, l'ex giocatore di Parma e Inter, Sabri Lamouchi disegna un 4141, con Zokora davanti alla difesa, Ya Konan e Yaya Touré interni e pronti ad inserirsi e Gervinho e Gradel sulle fasce ad assistere Drogba. Il primo pericolo della gara lo regala Kolo Touré che buca malamente uno scarico al portiere ma ancora più sciagurato di lui è Emmanuel Adebayor che si divora il gol, facendosi anticipare da Barry. Una fiammata basta però agli Elefanti per ribaltare l'inerzia della gara: accelerazione sulla destra di Gervinho, dal lato corto dell'area palla dietro e rete di Yaya Touré. Gli Elefanti sanno gestire la gara e ancora con il centrocampista del City potrebbero allargare il vantaggio, il palo gli nega la soddisfazione. Il Togo di Didier sceglie la marcatura a uomo su Drogba: Bossou lo segue ovunque aggiungendosi alla linea di 4 dietro. Il Togo fatica a far ripartire l'azione, però davanti Adebayor si batte bene, Gakpé col suo movimento gli procura spazio, ne approfitta anche Aiyté. Proprio lui, riporta in parità la gara grazie a una rete nel recupero, su calcio d'angolo. La Costa d'Avorio si butta avanti, il ritmo di gioco rimane troppo basso, l'attacco a difesa schierata rimane troppo modesto per una squadra comunque con un livello qualitativo elevato. Lamouchi ne prova tante, inserisce Tioté e Kalou, addirittura surroga Drogba inserendo Bony. Il portiere Agassa salva prima su Yaya Touré, ma sbaglia l'uscita all'85' e ne approfitta Gervinho che mette dentro a porta vuota con un elegante tocco di esterno destro.Nel recupero finale il portiere Barry salva con una gran parata: sudando, ma gli Elefanti iniziano con tre punti.

CARLO PIZZIGONI
Fonte: Gazzetta.it

23 gennaio 2013

Chi è José "Pachito" Cevallos, talento ecuadoriano




Papà José “Pacho” Cevallos senior è stata una delle figure più importanti della storia sportiva dell'Ecuador, José “Pachito” Cevallos junior ha iniziato da poco ma già gli si pronostica un futuro luminoso.

Papà Pacho ha vinto una storica Libertadores con la Liga di Quito (parando di tutto in finale col Fluminense, compresi tre rigori dopo il 120'), ha partecipato al primo Mondiale dell'Ecuador, nel 2002, ed è oggi Ministro dello Sport e uomo di fiducia del Presidente-padrone Rafael Correa, impegnato nella campagna elettorale che probabilmente gli consegnerà la rielezione.

Pachito, classe 1995, centrocampista creativo, ha iniziato subito a fare girare la testa agli scout, per la confidenza che possiede palla al piede, in cui ricorda il brasiliano Ganso, e per la velocità di pensiero nella giocate nelle zone pericolose del campo.Bravo nello smarcamento, ha visione di gioco e capacità e fisico per giocare schiena alla porta.



Papà Pacho lo chiamavano Manos de Ecuador. Ora il Paese andino è calcisticamente ai piedi di Pachito, che sta disputando un buonissimo Sudamericano under 20. Pronto a celebrare un nuovo, vincente e decisivo Cevallos.

CARLO PIZZIGONI
Fonte: Sky - Speciale CalcioMercato

22 gennaio 2013

Pro e Contro dell'operazione Paulinho

Fuori Sneijder, riappare Paulinho?




All’Inter ci stanno pensando seriamente, valutiamo anche noi i pro e i contro dell’operazione.

PRO

ventiquattro anni, da poco entrato nel giro della Seleçao, Paulinho è un giocatore che ha le caratteristiche tecniche di un idolo degli interisti, Diego Simeone: ottimo incursore e molto buono nella fase di recupero palla. E come il Cholo ha grande fiuto del gol.

CONTRO

Paulinho nel Corinthians gioca nella mediana di un 4231 molto organizzato: il sistema di Tite esalta le sue qualità e copre le sue lacune, ad esempio non è quel regista che molti invocano all’interno del centrocampo dell’Inter.

PRO
L’Inter lo segue da tempo, lo ha già incontrato, E’ un brasiliano di sostanza, adattissimo a un sistema di gioco europeo: niente ghirigori, Paulinho è uno che punta dritto la porta e ha dimostrato di essere decisivo ad alto livello: ha vinto Libertadores e Mondiale per Club.


CONTRO

In gioventù è già passato in Europa, nei campionati di Polonia e Lituania non si è trovato ed è dovuto tornare in Brasile per affermarsi. Oggi però è un ragazzo maturo, che ha trovato un equilibrio familiare e ha riallacciato anche i rapporti con il padre, che non sentiva da diversi anni.

Oggi Paulinho è gestito da un nuovo agente, Giuliano Bertolucci che ha appena portato Oscar al Chelsea, dopo averlo sottratto alle giovanili del San Paolo per farlo crescere all’Internacional, insomma un tipo che sembra predisposto a trasferire i suoi protetti.

CARLO PIZZIGONI
Fonte: Sky - Speciale Calciomercato

21 gennaio 2013

Primavera: Inter e Chievo, pareggio sotto la neve

Una abbondante nevicata, una partita con diverse giocate interessanti e un gol a pochi secondi dal recupero che ha chiuso il match sul 2-2. Inter e Chievo, prime inseguitrici della capolista Atalanta, nel Girone B del campionato Primavera, hanno offerto davvero un bello spettacolo.
A Interello la gara è stata condotta per almeno un'ora dai padroni di casa. Bernazzani ha riproposto la difesa a 3, facendo esordire il figlio d'arte Paramatti al fianco di Donkor e Mbaye, con Pasa spostato in mezzo al campo a costruire gioco insieme a Olsen; tre attaccanti con Colombi riferimento centrale più Belloni e Garritano. Proprio il ragazzo calabrese, ritornato in una buona condizione di forma, ha sbloccato il risultato al 20' con un bel destro da fuori. L'Inter non trova con facilità la porta avversaria ma gestisce la gara senza problemi. Un contropiede del Chievo, con una transizione gestita male dai nerazzurri, cambia il risultato: merito soprattutto di una bella giocata di Ekuban, che anticipa in pallonetto l'uscita di Di Gennaro. Dieci minuti dopo altra brutta gestione degli spazi difensivi interisti, con Franchini determinato a trovare la rete del 2-1: brutta soprattutto la chiusura di Ibrahima Mbaye. Il ragazzo voluto all'Inter da Mourinho ha iniziato la stagione come seria alternativa ai titolari della Prima Squadra: qualche prestazione sotto tono l'ha condizionato mentalmente, e anche un impiego a singhiozzo in Primavera (è sempre al seguito di Stramaccioni), gli ha fatto perdere il ritmo gara. Ma Ibrahima, ragazzo con la testa sulle spalle, cui recentemente l'Inter ha rinnovato il contratto, è un talento vero. Lo ha dimostrato anche sotto la neve di Interello, andando a segnare la rete del 2-2 finale, ovviamente di testa (specialità della casa), su assist di Zaro, entrato da pochi minuti proprio per l'assalto finale provato più volte con la palla per aria. Si è riscattato alla grande il giovane senegalese, al centro in questi giorni di diversi affari di mercato ( si è parlato proprio di un prestito al Chievo): un episodio che aiuterà l'autostima di Ibra, uno su cui l'Inter punta tantissimo.

CARLO PIZZIGONI

Fonte: Gazzetta dello Sport - Edizione Milano e Lombardia

INTER-CHIEVO 2-2
Marcatori: 21' Garritano, 60' Ekuban, 71' Franchini, 89' Mbaye


INTER (3-4-3): Di Gennaro; Donkor (78' Zaro), Mbaye, Paramatti; Bandini, Pasa, Olsen, Ferrara (61' Bangoura); Belloni, Colombi (70' Pedrabissi), Garritano. Allenatore: Daniele Bernazzani

CHIEVO (3-5-2): Errico; Fochesato, Maccarone, Magri; Franchini, Djiby, Burato, Da Silva, Montresor (59' Messetti); Ekuban (88' Marchionni), Cisotti (46' Paruzza). Allenatore: Lorenzo D'Anna.

18 gennaio 2013

Il nuovo Bayern di Pep Guardiola

 Sto collaborando a Speciale Calciomercato la trasmissione di Sky di Alessandro Bonan e Gianluca Di Marzio. Ogni giorno preparo un pezzo, questo lo scritto dell'ultimo, sul nuovo Bayern di Guardiola.

Pep Guardiola non potrà replicare il Barça in Baviera, ma certo non rinuncerà alla sua idea di calcio.

Difficile perciò non cercherà difensori centrali che inizio l'azione: Hummels è più di un possibile arrivo e Javi Martinez ha già fatto questo ruolo all'Athletic Bilbao con Bielsa, uno dei tecnici più ammirati da Guardiola.

Neuer certezza in porta, assicurata la profondità sulla fasce con Lahm e Alaba, in mezzo al campo oggi ci sono giocatori che possono essere introdotti nell'idea di calcio guardioliana: un centrocampista di buone letture come Luiz Gustavo, Schweinsteiger perno dell'uscita di palla e fulcro della manovra, le giocate disequilibranti  e verticali di Kroos. Occhio però ai primi rinforzi sembra richiesta dal catalano: Cheik Tiotè dal Newcastle come centrocampista posizionale  e lo juventino Vidal come incursore: difficile sfilare il cileno ai bianconeri, ma Agnelli cresciuto alla scuola di Giraudo e Moggi, sa che se il prezzo è adeguato anche un big può essere ceduto, per poi reinvestire.

Gli esterni per aprire il campo il Bayern li ha: Robben e Ribery, più Muller e l'astro nascente Shaqiri. A Monaco si vedrà se il progetto di nove classico che Guardiola ha più volte elogiato nelle sue cronache sul Pais ( Crouch feticcio) e provato con Ibrahimovic, potrà diventare realtà in un club che non può servirsi di Messi.

Ecco: vincere senza Messi, questa forse è la sfida più grande per il nuovo Pep di Baviera.

CARLO PIZZIGONI
Fonte: Speciale Calciomercato - Sky