31 ottobre 2009

Mondiale under 20 - Analisi tecnica del torneo




La prima volta. Almeno una volta nella vita, tutti, con più o meno convinzione, l'abbiamo detto: il futuro del calcio è in Africa. Salvo pentirci, rilanciare di nuovo, esprimere sani dubbi e via così. Oggi, sgombrati vaticini e analisi teoriche, abbiamo un primissimo effetto pratico: il Ghana ha vinto il Mondiale under 20, mai una squadra africana aveva raggiunto tale traguardo. Prodromi per realizzare l'ultimo, definitivo passo nella storia del calcio, finalmente? Forse. Rimanendo al dato oggettivo possiamo con certezza affermare che la generazione del Ghana sarà assolutamente competitiva, specie fondendosi con l'attuale che malissimo non è, da Michael Essien in giù. Interessante anche valutare che non solo i giovani africani hanno battuto il Brasile in finale (ai rigori), ma anche il come: giocando con la testa e con la voglia di vincere incanalata esclusivamente verso energia positiva. Niente mattane, niente giocate sconsiderate nella partita decisiva, e nei momenti decisivi della stessa. Meglio che negli ottavi dove il team guidato da Sellas Tetteh aveva faticato col Sudafrica, meglio che nei quarti dove aveva concesso troppo ai sudcoreani, meglio che in semifinale dove ha fatto rientrare maldestramente in partita l'Ungheria, dopo aver letteralmente dominato per 45 minuti. Giocare con i superfavoriti del torneo, per di più con un uomo in meno per più di un'ora, concedendo pochissimo a una batteria di fuoco come quella verde-ora significa prima di tutto essere cresciuti sotto il profilo della mentalità e dell'attenzione. E poi ci vuole il talento. La copertina se la prende Dominic Adiyiah, centravanti capocannoniere (otto gol senza rigori) e eletto miglior giocatore del torneo: gioca in una squadra di retrovia norvegese (Fredrickstad), ancora per poco. Bello ricordare come il suo compagno di banco, all'Anglican High School di Kumasi, sia il ragazzo che in questo Mondiale gli ha fornito assist decisivi e movimenti importanti: Ransford Osei, forse più atteso di Adiyiah ma autore, lui pure, di un torneo davvero notevole. Complimenti anche al professore di ginnastica della scuola cristiana di Kumasi che per primo ha intuito il valore della coppia. Dietro loro ha agito Andre Ayew, cognome importante (è il figlio di un idolo nazionale, Abedì Pelé, visto anche noi anni fa) e una voglia di emergere e di vincere che, siamo sicuri, lo porterà a una carriera superiore anche a quella del celebre babbo, che aveva il triplo del talento ma non lo stesso atteggiamento in campo. In mezzo, due autentiche rivelazioni del torneo, Mohammed Rabiu, pescato già dalla Sampdoria, un Vieira in costruzione, e Emmanuel Agyemang-Badu che come punto di riferimento ha invece il connazionale Essien, poco sopra l'uno e settanta, mastino, grandi letture, possibilità di giocare in più ruoli (in finale si è adattato difensore centrale con ottimi risultati) anche se il meglio lo dà a centrocampo con pressing, ripartenze e leadership: gli spagnoli del Recreativo Huelva lo hanno avuto per le mani ma lo hanno rispedito in Ghana, ora stanno facendo carte false per riaverlo, ma sarà dura. Bene, molto bene anche dietro con il generale della difesa Jonathan Mensah a dirigere le operazioni e due terzini di spinta davvro interessanti, il già conosciuto Samuel Inkoom, quest'anno a Basilea, e il laterale sinistro David Addy, fisico, corsa e piede da tenere d'occhio: le loro ottime prestazioni hanno forzatamente relegato in panchina un super talento come Daniel Opare, stella del Mondiale under 17 in Corea del Sud, nel 2007, e attualmente al Real Madrid. Non male nel torneo e decisivo in finale il portiere Daniel Agyei. Non meno talento poteva proporre il Brasile, anzi. E' mancata in parte la gestione tecnica (Rogerio CT da rivedere) e in generale un manovra con più profondità: troppo possesso palla effimero ai venticique metri e poche conclusioni pericolose: ai quarti si è salvata all'88' con la Germania, meglio messa in campo e più quadrata, ma non sempre un colpo del singolo può girarti il match. E tra i singoli quello che maggiormente ha brillato è stato certamente Giuliano, tecnica, fisico, creatività e buon guizzo ai sedici metri, con possibilità di giocare anche in mediana per il tackle che possiede: fatto e finito per i palcoscenici europei, anche i più prestigiosi. A sprazzi bene il genio di Alex Teixeira, attaccante esterno del Vasco dal grande calcio e dall'elevata pericolosità dai sedici metri in giù, e qualche lampo di Douglas Costa, un prospetto favoloso che fatica a imporsi come giocatore a tutto tondo. Alan Kardec ha fatto discretamente bene, mostrando una sicura crescita rispetto all'anno scorso ma nel momento decisivo, in finale, non l'ha mai vista e le poche opportunità che gli sono capitate le ha fallite miseramente. Molto meglio in fase difensiva i giovani brasuca: il centrale difensivo Rafael Toloi non ha sbagliato quasi nulla, ben spalleggiato da Dalton, bravo il portiere Rafael. Douglas a destra e Diogo sull'altra fascia hanno assicurato spinta continua, in mezzo al campo Souza ha disputato un grande campionato, proteggendo la difesa e offrendo anche inserimenti offensivi. Il Mondiale ha anche offerto la resurrezione dell'Ungheria, che ha chiuso al terzo posto, tornando alla vita calcistica dopo diversi lustri. Una dorsale che prevede il portiere Gulacsi, il centrocampista Vladimir Koman (proprietà Samp, in prestito al Bari) e il centravanti Nemeth, già rapito da Benitez e spedito a farsi le ossa in Grecia, all'AEK, propone un oroscopo decisamente positivo per questa generazione. Bene come al solito la Germania, zeppa di defezioni, ottime prove dell'Uruguay (anche qui il futuro pare davvero interessante: Coates e Lodeiro su tutti) e grande Mondiale per l'Italia di Rocca (ne parliamo a parte), hanno deluso notevolemente Spagna e Nigeria. Gli iberici ormai sono all'ennesimo fallimento nei tornei giovanili, dove tempo fa dominavano. La squadre, come quella impegnata in questo Mondiale, sono piene di talento (Dani Parejo, Fran Merida, Aron), ma raramente mostrano un calcio convincente e redditizio, specie nei momenti delicati: dopo un buon girone eliminatorio le piccole Furie Rosse sono state messe sotto dall'agonismo degli azzurrini di Rocca.
CARLO PIZZIGONI



L'ITALIA

Bisognerebbe guardare un po' meglio in casa propria. E avere fiducia. L'ottimo lavoro di mister Francesco Rocca ci dimostra come anche in Italia si può scovare buoni giocatori, basta avere attenzione e pazienza. Partiti per l'Egitto senza i big della generazione del Novanta e dintorni (bloccato alla fine anche Poli, uno dei cardini della squadra che all'Europeo under 19 aveva fatto bene e si era qualificata per questi Mondiali), si è faticato a ingranare ma alla fine la bontà delle intuizioni di Rocca è apparsa evidente: un match capolavoro contro la Spagna, tra le favorite del torneo, e uno quasi perfetto con l'Ungheria, dove solo qualche ingenuità ci ha accompagnato all'uscita del torneo. Tra i singoli, da evidenziare le accelerazioni e le giocate di Mattia Mustacchio (la Fifa l'ha inserito tra i top ten del Mondiale), il senso tattico e la grinta di Marco Calderoni e le buone prove di Andrea Mazzarani e Giacomo Bonaventura, oltre alle “certezze” Vincenzo Fiorillo e Silvano Raggio. Non è stata una nazionale di potenziali fuoriclasse, questo è certo, ma la voglia di non mollare, l'energia e il coraggio di questi ragazzi dimostrano che la tecnica non è la sola cosa che fa la differenza in questo sport. Ultima nota: perdere un tecnico valido come Francesco Rocca sarebbe per la Federazione davvero un delitto e, visto che ci siamo, vediamo anche di ritoccargli l'ingaggio: 38.000 euro annui per il lavoro che ha compiuto in questi anni (finalista all'Europeo, non dimentichiamolo) è davvero una miseria, viste le cifre che girano...
CARLO PIZZIGONI

Fonte: GUERIN SPORTIVO , N.43/09

30 ottobre 2009

[San Siro] Inter - Palermo 5-3 - Spunti

1- GENERALE Una partita che chiude il primo tempo sul 4-0 e ritorna ad essere viva nel secondo è più di una partita. Errori, trascuratezza, rilassatezza mescolate a grandi giocate. Una gara che ha proceduto a strappi.

2- Funziona ancora la transizione dell'Inter, favolosa quella difensiva, buona quella offensiva, grazie anche a un giocatore criticatissimo a San Siro, Sulley Muntari, che ha buona capacità di corsa e sacrificio e un calcio naturale col suo sinistro di elevata qualità, specie sul lungo. L'Inter allunga un pressing medio-alto a inizio azione, non sempre perfetto ma comunque efficace e la palla del Palermo, inizialmente schierato con un ibrido 3412, non esce quasi mai pulita, e soprattutto è lenta.

3- Mario Balotelli produce un numero considerevole di giocate di qualità, nel primo tempo è protagonista nelle azioni di tutte le reti: rigore procurato, gol, gol, assist. L'atteggiamento è però quello di sempre: la pantomima sul rigore è paradigmatica, si affianca polemicamente a Eto'o perché desidera calciare il penalty, va ad abbracciare il camerunense per ultimo con un colpo di teatro. La concentrazione va e viene, meglio: forse il suo modo di intendere la partita è questo, sui generis, ci entra e ci esce quando lo sente, e va accettato: Mourinho è in modalità carota.

4- Zenga ne ha viste tante. Merita più di tanti altri la panchina di serie A. E' creativo, e molto flessibile. Il suo Palermo manca molto di intensità in mezzo, dove schiera Bresciano e Fabio Simplicio, opta per la qualità ma viene sopraffatto. Molto meglio nel secondo tempo, quando toglie Melinte, inserisce la vivacità di Abel Hernandez davanti e allarga Migliaccio a sinistra costruendo una linea a 4 dietro. Non molla la partita, e ha ragione. Zenga è un allenatore che cerca di esaltare la lettura del singolo giocatore: meno metodicità e più pensiero libero dell'atleta, che deve riconoscere la situazione, il tutto in una struttura di squadra, chiaro: è un allenatore moderno e da palcoscenici d'élite. Riuscendo a ottenere la disponibilità di Miccoli, Cavani e Pastore, tutti più o meno atipici, è riuscito a costruire una macchina che funziona e che può arrivare alla conclusione con continuità e qualità.

5- Sul 4-2 l'Inter prende paura. In una transizone difensiva dopo un calcio d'angolo, Zanetti e Cordoba rimangono sui propri uomini, non scambiano la posizione (invertita: il capitano è centrale, perché è delegato alla copertura sui corner e il veloce ribaltamento del Palermo gli ha imposto la marcatura del rosanero più pericoloso, cioè quello davanti all'area). L'azione si prolunga e, con Maicon che rientra lentamente (ha calciato il corner), rimane Cordoba laterale. Assurdo: nel senso che non c'è la tranquillità per cambiare l'uomo, anche se l'azione non è così veloce e pericolosa. Incredibile, la paura, per una squadra che ha governato, dominato la partita per un tempo. E' qui, forse, il vero problema dell'Inter anche in Champions, il momento di difficoltà non gestito con personalità. Nel momento critico, col Palermo, esce la voglia di vincere, la "raça" di Maicon, che devasta la difesa del Palermo e riequilibra la partita con una serie di discese che inibiscono la tranquillità dei rosanero. Così l'Inter riacciuffa la partita, e il quinto gol non ha caso viene da una giocata del terzino del Brasile che coglie al centro dell'area Milito che stavolta non può sbagliare, dopo una partita (uno spezzone: ha sostituito Balotelli all'inizio del secondo tempo) molto sottotono, zeppa di appoggi errati, tuttavia comprensibile: era al primo match dopo il rientro.



Inter(4312): Julio Cesar; Maicon, Cordoba, Samuel, Chivu (46' Santon); Zanetti, Cambiasso, Muntari; Stankovic; Eto’o (74' Motta), Balotelli (48' Milito). All. Mourinho
Palermo (3412): Sirigu; Kjaer, Goian, Migliaccio; Cassani, Simplicio (40’ Nocerino), Bresciano, Melinte (46' Hernandez); Pastore (38’ Bertolo); Cavani, Miccoli. All. Zenga
Reti: Eto’o (I) su rigore al 7’, Balotelli (I) al 33’ e al 42’, Eto’o (I) al 43 p.t.; Miccoli (P) al 3’, Hernandez (P) al 16’, Miccoli al 22’, Milito (I) al 38’ s.t.

29 ottobre 2009

[Mondiale u17] Italia - Corea del Sud 2-1

Seconda vittoria in due partite per l'Italia under 17. Ennesima grande prova di volontà, dove brillano le diverse qualità individuali dei nostri insieme, però, a diverse lacune nella conduzione delle giocate: nel 4312 riproposto dal CT di Pasquale Salerno è mediocre il fraseggio, poco accompagnamento sulle fasce, mai continuo e di squadra il pressing. Due cambi a inizio partita, fuori i meno convincenti nel match con l'Algeria, Stephan El Shaarawy e Simone dell'Agnello, dentro l'autore del gol decisivo nella partita contro i nordafricani, Federico Carraro, e il suo compagno di club (Fiorentina) Pietro Iemmello, attaccante.
Subito grande fatica. La Corea del Sud domina il primo tempo, il 4141 costruito dal CT Lee è decisamente efficace e produttivo: pressa molto bene medio-alto e ribalta ottimamente l'azione con ripartenze appoggiate sui lati e arriva facile alla conclusione. La traversa, due volte, e il portiere Perin, molto attento, salvano gli azzurrini soprattutto nel primo quarto d'ora. Ma la manovra della squadra di Salerno, proprio non decolla, non c'è proprio ritmo nelle giocate, gli attaccanti si muovono poco e male, le verticalizzazioni dei centrocampisti sono spesso forzate e fuori tempo, si moltiplicano gli uno contro uno improduttivi, non c'è pressing organizzato. Un'ingenuità di Camilleri (allarga il braccio e la palla gli sbatte appena sotto la spalla) regala il rigore ai coreani che trovano il meritato vantaggio con Jin Su.
Nel secondo tempo rimangono negli spogliatoi proprio Camilleri e Devitis, surrogati da Mannini e Scialpi. La partita cambia a seguito di un calcio d'angolo: testa di Camporese e rete del pari, non meritatissimo in quanto a gioco prodotto. MA non finisce qui: una straordinaria giocata di tacco di Carraro, nettamente il più positivo e propositivo degli azzurrini, pure nel primo tempo, libera Iemmello che è pronto a trovare la battuta e il fondo della rete. L'entusiasmo coreano si affievolisce, com'è naturale, anche se diverse imprecisioni, specie nelle transizioni difensive dell'Italia, regalano l'opportunità di chiudere col segno X il match. Invece, sempre Perin e la non elevata qualità tecnica individuale degli asiatici, ci salvano: Italia che bissa la vittoria con l'Algeria ed è già qualificata per gli ottavi.

[Champions Asia] Fuori i Nagoya Grampus: finale Al Ittihad - Pohang Steelers



Questo gol capolavoro di Kenyu Sugimoto serve solo per l'onore: i suoi Nagoya Grampus, la squadra allenata dal mitico Dragan "Pixie" Stojkovic, perdono anche il ritorno (2-1, ancora in gol l'interessante tunisino Amine Chermiti, in prestito dall'Herta) della semifinale di Champions asiatica contro i sauditi dell'Al Ittihad, già vincitore per 6-2 all'andata (3 gol negli ultimi 10 minuti di gioco, ma gara dominata dai giallo-neri).

La finale della massima competizione per club dell'Asia sarà quindi tra i sauditi e i Pohang Steelers, sudcoreani (che hanno eliminato in semifinale l'Umm Salal del Qatar). Gara unica il 7 novembre.

28 ottobre 2009

Christian Vieri al Botafogo di Ribeirão Preto?





Nessun ritiro. Mancherebbero solamente le visite mediche per chiudere definitivamente la trattativa. Per l'agente Frank Assunção non ci dovrebbero essere però problemi: Bobo Vieri diventerà un giocatore del Botafogo. Non della squadra di Garrincha e Nilton Santos, naturalmente, ma del Botafogo di una ridente cittadina dell'Interior Paulista, Ribeirão Preto (città che ha dato i natali allo juventino Diego, tra l'altro). Gioca le competizioni della federazione Paulista e se tutto verrà confermato Vieri sarà pronto per il prossimo torneo 2010.

Il mio pezzo completo su Gazzetta.it

27 ottobre 2009

[Mondiale u17] Argentina - Germania 1-2



Ancora un passaggio a vuoto della Germania. Dopo la rimonta clamorosa subita dalla Nigeria nel primo match del girone, i ragazzi di Pezzaiuoli, andati in vantaggio quasi subito col celebrato Mario Goetze, subiscono l'uno-due nel secondo tempo da parte dell'Argentina. Vero che il rigore del pari può essere considerato dubbio (Mustafi pare toccare prima la palla) e il gol che la vedrà alla fine soccombere è una disattenzione di Basala, la Germania comincia a soffrire l'Albiceleste anche nel primo tempo. Ribatte con alcune combinazioni centrali, ha qualche occasione (disgraziato nel posizionamento e nelle uscite, oggi, il portiere biancoazzurro Martinez) ma subisce troppo l'iniziativa degli avversari. Ispirato Araujo, nella seconda parte sale di colpi anche l'altro talento offensivo dei giocatori del "Tata" Brown, Villalva: continui i pericoli per il non sempre sicuro Ter Stegen. Match molto vivace, come spesso si è visto in questo inizio di mondiale, con nessuna dele due squadre che riescono con continuità a governarne il ritmo. Vince però la squadra che ha mostrato maggiore intraprendenza.
Girandola di emozioni anche nell'altra partita del pomeriggio con la Svizzera che infila la seconda vittoria consecutiva, mettendo stavolta sotto l'ottimo Giappone (4-3 il finale): doppietta di Seferovic, che sbaglia però un rigore. Due gol, inutili, anche per il nipponico di maggior talento, Takumi Miyayoshi.
Partite della sera:
Messico - Brasile 1-0 (70' Basulto)
Nigeria - Honduras 1-0 (55' Abdul AJAGUN)

26 ottobre 2009

Matthaeus nuovo allenatore del Racing? No, arriva Claudio Vivas





La voce girava da giorni sarà Lothar Matthaeus a sostituire Ricardo Caruso Lombardi sulla panchina dell'Academia? Rodolfo Molina, il presidente del Racing, cercava uno shock, l'ha ottenuto. Ora però vedremo come funzionerà dal punto di vista tecnico. Juan Barbas rimarrà al fianco dell'ex centrocampista dell'Inter. Molina ha promesso anche quattro acquisti di peso per il prossimo Clausura. Sempre più sconcertante la situazione per questo inarrivabile club. Nonostante tutto: Vamo Acade.
UPDATE: Lothar pare si sia rimangiato la parola. Dopo l'abbandono dell'avventura col tecnico tedesco, finalmente un progetto serio: sarà Claudio Vivas, già assistente di Marcelo Bielsa, a guidare l'Academia. Il progetto di Vivas comprende diversi piani con il potenziamento delle strutture giovanili, vera (e unica) forza del club di Avellaneda. Vivas cerca il rilancio dopo il poco felice esordio sulla panchina dell'Argentinos Juniors nell'ultimo torneo Clausura, chiuso con l'abbandono della Paternal dopo quindici giornate.

24 ottobre 2009

Inizia il Mondiale under 17 in Nigeria

Comincia oggi in Nigeria il Mondiale under 17, dove sarà impegnata anche l'Italia.
Match di oggi:

Brasile - Giappone
BRASILE: Se il CT Lucho Nizzo trovo subito l'equilibrio di questa squadra sarà difficile trovare una seria candidata a batterla. Tanto che al già ottimo gruppo del Sudamericano under 17 si è aggiunto il super talento di Neymar. La linea a 4 dietro, retta dal capitano, l'ottimo Gerson, è l'unica cosa certa. Soprattutto davanti c'è l'imbarazzo della scelta, con l'opzione dell'interista Coutinho, più Felipinho, Willen o Wellington Silva.

GIAPPONE: Dovrebbe essere un'ottima generazione, questa, per i nipponici. Ragazzi Takumi Miyayoshi, Kenyu Sugimoto e Takashi Usami sono il futuro ad alto livello del calcio giapponese. Miyayoshi può giocare come centravanti o da seconda punta e vede benissimo la porta. Takashi Usami è invece il vero leader e cervello della squadra.

Svizzera - Messico
SVIZZERA: inseriti in un girone di ferro i rossocrociati dovrebbero essere la Cenerentola del gruppo, anche se qualche arma possono metterla in campo. La linea difensiva del 442 è retta da Frédéric Veseli, dell'Academy del Manchester City, ma il meglio i biancorossi lo offrono davanti con la coppia Bem Khalifa e Seferovic. Nassim Bem Khalifa è la vera promessa del calcio svizzero, quasi 190 centimentri, vede bene la porta e si muove con naturalezza in tutto il fronte d'attacco.

MESSICO: quattro anni fa scuotevano il calcio giovanile mondiale portando alla ribalta talenti come Vela, Giovani Dos Santos, Héctor Moreno e César Villaluz e superando il Brasile in finale. L'obiettivo è ripetersi, anche se sarà dura. Mancherà il miglior talento di questa generazione, Martín Galván, sospeso per indisciplina... Toccherà a Victor Mañon, che ha esordito nella massima serie messicana a 15 anni, non farlo rimpiangere. César Ibáñez, probabilmente il giocatore di miglior prospettiva di questa nazionale, può giocare diversi ruoli della difesa e del centrocampo e sarà uomo chiave del 4312 del CT José Luis Gonzalez China.

Nigeria - Germania
Organizzazione tedesca, ormai la miglior scuola giovanile del Vecchio Continente, contro entusiasmo nigeriano. Occhi puntati su: Stanley Okoro, stella dell'Heartland, squadra approdata alla finale della Champions Africana, e, ne abbiamo già parlato nel pezzo sull'Europeo di categoria: Reinhold Yabo, Bienvenue Basala-Mazana, Lennart Thy e Mario Götze.

Argentina - Honduras

22 ottobre 2009

Mondiale under 20 - Due letture

L'Egitto di oggi è una camminata sul confine della modernità. Fuori e dentro il Cairo International Stadium, teatro delle ultime sfide del Mondiale di calcio under 20, ci sono poche certezze come se la cappa di calore, inquinamento, rumore che copre la capitale egiziana rendesse tutto meno limpido, meno decifrabile. Tutto. Il futuro di un Paese dove il padre padrone, Hosni Mubarak, sta lentamente spegnendosi senza trovare una nuova guida forte che sappia accompagnare un Paese gonfio di inquietudini e dubbi (civili, religiosi, politici); e il futuro di uno sport, il football, che potrebbe oggi avere preso una sterzata decisa verso un nuovo padrone, l'Africa. Il Ghana alza per la prima volta nella storia la coppa del Mondo giovanile, battendo, dopo supplementari e rigori, nientemeno che un Brasile zeppo di talento, e per di più giocando per più di un'ora in dieci uomini contro undici. Favola africana, realtà. Il Ghana vince con la forza di volontà e la testa, perché la tecnica fine a se stessa non conta più nel calcio d'oggidì. Miglior giocatore e miglior marcatore due anni fa, alla stessa competizione, fu tale Sergio Agüero, oggi nell'élite del calcio europeo. Quest'anno è toccato a Dominic Adiyiah, centravanti agile, scattante e con elevatissimo fiuto del gol (otto in totale nella manifestazione mondiale) del Fredrikstad (prima divisione norvegese), anche se i suoi giorni a rimirare i fiordi termineranno tra poco. Diversi anni fa, Adiyiah e Ransford Osei, oggi al Twente, erano la coppia d'attacco che incamerava coppette e targhe ricordo per la Anglican Senior High School di Kumasi, oggi i loro uno-due li riservano al mondo, che si chiede ancora se stavolta sarà la volta buona per l'Africa. Il tecnico ghanese, Sellas Tetteh, commosso fino alle lacrime,celebra l'avvenimento ammonendo che stavolta sarà diverso e al Mondiale sudafricano, il primo del Continente Nero, chi vorrà vincere dovrà prestare attenzione anche alle big d'Africa. “Siamo in un periodo di transizione, come sempre”, scriveva sarcastico Ennio Flaiano tempo fa contro i permanenti profeti del cambiamento in arrivo. Eppure stavolta sentiamo di essere vicino al confine. Interessante è capire in che senso e con quali modalità interverrà il cambiamento, e fine a quale profondità attecchirà, per durare. Il Ghana venuto ai Mondiali almeno nel lotto dei favoriti, aveva appiccicata l'etichetta del “vediamo cosa combinano per farsi eliminare” e invece si sono dimostrati forti mentalmente, soprattutto nei momenti più delicati, nella finalissima, e in special modo nelle situazioni di estrema difficoltà hanno letto nel modo migliore la partita, dimostrando di credere fino in fondo in se stessi. Finalmente. Il sacrificio e la voglia di vincere di Andre Ayew, che con la metà del talento paterno (geni del genio Abedì Pelé) farà certamente una carriera migliore del predecessore, la grande intelligenza calcistica di ragazzi come Emmanuel Agyemang-Badu (flash del giovane Essien), Jonathan Mensah e Mohamed Rabiu (già bloccato dalla Sampdoria) testimoniano delle certezze del futuro ghaneano ad alti livelli. Quando? E' sapere leggere il segno dei tempi la sfida decisiva della modernità, anche quando si ciarla di football. L'esempio del Ghana ci sottopone l'ennesimo processo. Finirà come le altre volte? Noi crediamo di no.

CARLO PIZZIGONI

“O Brasil dominou !” mi grida rabbioso un giornalista del Paese del Carnevale, e del Futebol. Epperò, se dominare significa tenere la palla senza trovare sbocchi credibili, girarla lentamente, concludere poco, e soprattutto male, verso i tre legni dell'ottimo portiere ghanese Daniel Agyei, allora è tempo di riscrivere il vocabolario del calcio. Il Brasile con un uomo in più viene sconfitto meritatamente in finale, però mostra che la fucina di talenti, il serbatoio inesauribile di materiale calcistico ruota ancora attorno a Rio de Janeiro, oramai sotto i riflettori per l'incredibile assegnazione delle Olimpiadi del 2016, le prime nella storia del Sudamerica. Ad esaltarci, sotto il cielo perennemente torbido del Cairo la solita qualità verde-oro, a cominciare dal prossimo crack, Giuliano, centrocampista offensivo dell'Internacional, che deve il suo nome alla passione del babbo per gli spaghetti western dell'attore italiano Giuliano Gemma. Serio, timorato di Dio, fisicamente “piazzato” e coi piedi da brasiliano, Giuliano ha tutto per sfondare ad altissimo livello tra qualche anno. Ottimi anche il difensore centrale Rafael Toloi, il portiere Rafael, il terzino sinistro Diogo, il mediano Souza, la mezzapunta Alex Teixeira. Il Brasile non ha dominato, ma finché un pallone rotolerà su un prato verde, c'è e ci sarà sempre, a tutti i livelli. La storia può deviare, cambiare, ma non si può riscrivere, e la storia di questo gioco porta la maglia giallina.

CARLO PIZZIGONI

FONTE: CORRIERE DEL TICINO del 20 ottobre 2009

21 ottobre 2009

Mondiale under 20 - 15 nomi per la difesa

REDUCE DALLA TRASFERTA D'EGITTO ELEGGO LA MIA ROSA "ALLARGATA". COMINCIO CON LA DIFESA.

PORTIERI:

Peter GULACSI ('90 - Ungheria): ha trascinato i suoi compagni fino al terzo posto. Sicuro tra i pali e nel comadno della difesa ha aggiunto la freddezza durante il doppio giro di rigori che i magiari hanno dovuto superare contro Repubblica Ceca e Costarica. Già di proprietà del Liverpool, si sta facendo le ossa per il dopo Reina.

Daniel AGYEI ('89 - Ghana): Decisivo in finale, nell'uno contro uno su Maicon rimane in piedi e evita il gol che avrebbe portato il Brasile alla vittoria, poi è bravo anche sui rigori. Stilisticamente non perfetto ha grandi doti di concentrazione, fisiche e di istinto.

RAFAEL ('89 - Brasile): In Patria non ha ancora assaggaito la prima squadra col Cruzeiro ma è portiere di sicuro avvenire: buca clamorosamente una partita, contro l'Australia, ma si riprende subito contro Germania, Costarica e Ghana. Molto serio anche fuori dal campo deve solo migliorare nelle uscite alte.

Esteban ALVARADO ('89 - Costarica): Eletto miglior portiere del torneo. Una bella vetrina per lui che spera in un ingaggio europeo. Grande fisico, buoni istinti, specie tra i pali, un po' grezzo tecnicamente ma protagonista di interventi spettacolari e prodigiosi, l'eroe del Costarica, anche più di Urena e Martinez.

TERZINI:


Samuel INKOOM ('89 - Ghana): Terzino Destro. Esterno di grande spinta, un po' svagato dietro ma un giocatore che ti dà continuo appoggio offensivo di qualità, crossa bene, può concludere in porta. Il tirocinio al Basilea gli aprirà le porte a una élite più ristretta di club europei. Ha distrutto il concorrente Daniel Opare, del Real Madrid.

DIOGO ('89 - Brasile): Terzino Sinistro. Grande tecnica, capace di partire anche palla al piede, nonostante un fisico un po' cicciottello ha primi passi veloci e la sfera appiccicata al piede. Gli piace giocare anche più dentro il campo che sulla linea laterale. Bel tiro, può migliorare posizionalmente dietro. Carattere estroverso. Grande prospettiva.

DOUGLAS ('90 - Brasile): Terzino Destro. Bel giocatore di spinta, sfiduciato in parte dalle inqualificabili paturnie del CT brasuca Rogerio. Il suo club, il Goias, gioca il 352 e ha evidenti compiti più offensivi, quando è in campo.

Bjorn KOPPLIN ('90 - Germania): Terzino Sinistro. Sorpresa della prima fase del torneo, ha bucato clamorosamente il quarto di finale col Brasile, firmando il pasticcio dell'errore sul gol decisivo del brasiliano Maicon (mancata chiusura sul lato debole). Ambidestro, ha buonissima corsa e senso dell'inserimento, il Bayern potrebbe aver trovato un ottimo vice Lahm.

Antonio MAZZOTTA ('89 - Italia) Terzino Sinistro. Spinta continua sulla fascia. Personalità e molta generosità. Meglio in appoggio che in fase difensiva anche perché nasce centrocampista nelle giovanili del Palermo. Bravo il Lecce a pescarlo e a ottenerne la compartecipazione, buonissimo prospetto.

David ADDY ('90 - Ghana): Terzino Sinistro. Grande capacità di calcio, ottima corsa, deve migliorare la gestione della fase difensiva ma può venire fuori un ottimo giocatore.

CENTRALI:

Sebastian COATES ('90 - Uruguay): Perfetto nelle chiusure, insuperabile di testa, un centrale di cui si sono innamorati tanti osservatori in questo Mondiale, dove ha fatto ulteriore esperienza dopo gli esordi in Libertadores.

RAFAEL TOLOI ('90 - Brasile): Grande fisico, grande anticipo, grande capacità di lettura delle situazioni. Sicuro prossimo crack, ma l'aveva già dimostrato nel Goias, dove è titolare fisso in una squadra che si sta giocando il titolo in Brasile. Malconcio, gioca i supplementari con una gamba sola (intervento killer di Andre Ayew su di lui), evidenziando grande forza di volontà. tra i top three del torneo. Presto in Europa.

Hamdan AL KAMALI ('89 - Emirati Arabi): Buonissima capacità di calcio, sa impostare ed è buon difensore. Peccato solo che un suo errore condanni gli Emirati, di cui è stato capitano, all'uscita dal torneo: errato disimpegno di testa verso il suo portiere. Sarebbe interessante vederlo crescere in Europa, che è il sogno di questo ragazzo.

Jonathan MENSAH ('90 - Ghana): Fisico da colosso e buone letture. Non lo sposti e di testa ne prende davvero tante. Sa anche sganciarsi in avanti. Gioca ancora in Africa.

DALTON ('90 - Brasile). Asseconda il compagno Rafael Toloi in tutto e per tutto. Non ha la sua esplosività ma è lui pure molto bravo nelle letture. Anche suo il merito per la difesa meno battuta del torneo. Interessante anche la riserva della giovane coppia brasiliana, Fabricio del Flamengo, che dei tre è anche quello che lancia meglio, grazie al suo bel sinistro.

CARLO PIZZIGONI

19 ottobre 2009

Licenziato Joel Santana!


Joel Santana non è più ill CT del Sudafrica: dopo otto sconfitte in nove partite il destino del tecnico brasiliano pare segnato. Avevamo raccolto tali voci da un giornalista sudafricano al Cairo, che ci confermava come il continuo affiancamento di assistenti al tecnico brasuca pareva un brutto segno. Oggi la decisione. Potrebbe tornare Parreira? La federcalcio sudafricana farà certamente un tentativo.

17 ottobre 2009

Mondiali under 20: Ghana campione!

La prima volta dell'Africa. Il Ghana e' campione: battuto il Brasile ai rigori, dopo essersela giocata alla pari, ma con più testa, dei giovani brasuca. Domani l'analisi. Oggi soli l'MVP: Agyemang-Badu, oggi piccolo Essien. Favoloso

13 ottobre 2009

[Mon. U20] Sara` Brasile - Ghana la finale, fuori Ungheria e Costarica

Non senza soffrire piu` del dovuto, molto piu` del dovuto, Ghana e Brasile raggiungono la finale del Mondiale under 20.
Entrambe nettamente superiori alle proprie avversarie, il Ghana all`Ungheria (anche decimata dalle squalifiche a seguito della battaglia contro l`Italia nei quarti) e il Brasile al Costarica, entrambe con tantissimi problemi per portare a casa la partita. Il Ghana va presto in vantaggio, domina il primo tempo ma gioca il secondo in modo assolutamente folle, regalando parita` numerica nelle ripartenze agli ungheresi, che a loro volta capiscono tardi come la ricerca diretta di una punta forte fisicamente metta in estrema difficolta` la difesa ghanese mai supportata dall`appoggio dei terzini, sempre troppo lontani e mal coordinati. La differenza di qualita` alla fine premia gli africani ma la gestione del tecnico mi ha persuaso il giusto...
Idem il Brasile: per metterlo in difficolta` e` sufficiente giocare un partita difensiva attenta, ed e` quello che esattamente propone il Costarica. Densita` dietro e piu` di un contropiede che esalta le doti del portiere Rafael, oggi decisivo per i verde-oro. Trovato il gol in una situazione estemporanea con Alan Kardec, rischia ancora ma porta a casa l`1-0. Sara`, come da pronostico, Brasile - Ghana.

12 ottobre 2009

Mondiale under 20, prime nomination

Un inglese con forte accento arabo disturba la quiete del Media Centre al Cairo International Stadium. E' un giornalista di Abu Dhabi Sport, baffuto, gentile, che chiede a me e a un collega brasiliano la top 11 del torneo, cosi', su due piedi. Interrompo il mio pranzo, un pessimo panino zeppo di quegli aromi tipici di qui, e butto giu' undici nomi. Diciamo che li prevedo come prima forma di top 11, eventualmente da modificare, dopo che si saranno giocate le semifinali (Ghana-Ungheria e Brasile-Costarica), cioe' domani. Sempre difficile il giochino e lasciare fuori qualche nome e' antipatico (Mustacchio ad esempio ha fatto un ottimo Mondiale), ma tant'e', di giochino, appunto si tratta.
A Carlo Genta di radio24 avevo detto qualche giorno fa, durante la puntata di 'A tmpo di sport" del sabato che non c'e', qui, una stella acclamata, quello cioe' che nelle due passate edizioni erano state Messi e Aguero. Qui pero' mi trovo davanti la camera della tivu degli Emirati e un nome devo tirarlo fuori: scelgo Giuliano del Brasile, una specie di Diego che pero' puo anche giocare venti metri indietro, naturalmente senza l'eccellenza dell'ex Santos nei sedici metri. Ma, il ragazzo si fara'...
La mia top 11, letta ad Abu Dhabi Sport:
4213

Peter GULACSI (Ungheria)

Samuel INKOOM (Ghana)
Rafael TOLOI (Brasile)
Sebastian COATES (Uruguay)
DIOGO (Brasile)

Mohamed RABIU (Ghana)
Luca CALDERONI (Italia)

GIULIANO (Brasile)

ALEX TEIXEIRA (Brasile)
Krisztian NEMETH (Ungheria)
Dominic ADIYIAH (Ghana)

All. Francesco ROCCA (Italia)

11 ottobre 2009

[Mon. U20] Brasile si salva nel finale e elimina la Germania

Molti la hanno definita la reale finale, in anticipo, di questo torneo. Per come si e sviluppato il match tra Brasile e Germania, bloccato, pieno di paure, potrebbe starci tale spesso abusata definizione. E le emozioni non sono mancate. L ottimo CT Hrubesch prepara un 4141 con il centravanti Richard Sukuta Pasu a raccogliere i lanci diretti di centrocampisti e difensori tedeschi: la prima transizione offensiva poggia su Lewis Holtby e Semih Aydilek, che accompagnano la punta sugli esterni, i centrocampisti centrali Sven Bender e Mario Vrancic mantengono equilibrio soprattutto quando la seconda fase della transizione prevede la salita dei terzini, specie a sinistra con Bjorn Kopplin. Bravi i tedeschi nel rientrare una volta persa palla e a non rimanere mai in sottonumero nemmeno sui lati. Il Brasile di Rogerio prevede il solito 4231 ma per le assenze di Maylson e Souza in mezzo al campo il CT verdeoro sceglie Boquita, talento del Corinthians abituato a giocare piu avanti. Confermato il trio di mezzepunte dietro il centravanti Alan Kardec (ufficiale il suo passaggio in prestito all Internacional), Alex Teixeira, Giuliano (grande match anche ieri) e Paulo Henrique (pessimo e sostituito dopo un ora di gioco). La palla arriva troppo lenta alla linea offensiva e il portatore non ha la possibilita nemmeno di allargare sui terzini di spinta (specie Diogo a sinistra) perche sistematicamente raddoppiato. Dietro manca l ottimo Rafael Toloi ma Dalton e Fabricio giocano un buon match, e il numero 1 Rafael compie ottima parate. In vantaggio al 71esimo grazie a una buona ripartenza (rete di Holtby), la Germania sembra tenere ma capitola a due minuti dalla fine: segna l appena entrato Maicon, attaccante del Fluminense che brucia sul primo palo il non sempre preciso portiere tedesco Zieler. La traversa di Douglas Costa al 90, sostituto di Paulo Henrique, e solo il preludio al gol, che giunge nel primo minuto dei Supplementari: grande apertura di Fabricio, Kopplin non chiude la diagonale e si fa beffare dall uomo alle spalle, ancora Maicon, che infila per la seconda volta il portiere tedesco. La Germania non ha piu la forza per ripartire, Hrubesch inserisce attaccanti di peso che pero non escono vincitori da nessuna mischia cercata (grande il contributo del mediano difensivo brasiliano Renan): finisce qui l avventura.



In conferenza stampa Hrubesch loda la sua squadra e gli avversari, Rogerio tira un sospiro di sollievo, lo stuzzichiamo sulle sostituzioni e ci risponde, restando sul vago, che aveva necessita di maggiore velocita, lamentandosi del fatto che la Germania giocava con tanti uomini dietro la palla nonostante il talento (sta cosa mi e parsa pazzesca, ma certi brasiliani proprio non riescono a comprendere altre mentalita: mi verbbe da aggiungere che tatticamente la Germania e stata ampiamente superiore...)

Al Brasile tocchera in semifinale il Costarica, vincitore degli Emirati Arabi con un gol nel terzo minuto di recupero del supplementare di Marcos Urena (errore del migliore in campo, il centrale arabo Hamdan Al Kamali), dopo le reti nei 90 minuti regolamentari di Ahmed Ali e di Josue Martinez.

10 ottobre 2009

L`Italia esce tra gli applausi del pubblico: grazie lo stesso

Reduci dalla incredibile trasferta di Suez, dove l`Italia di Rocca gioca una super partita per intensita`, voglia e determinazione, anche con contenuti tecnici pregevoli (grande partita di Calderoni in mezzo al campo, molto buono Bonaventura, favoloso il suo 2-2, prima della doccia fredda del 3-2 finale), ma soccombe per qualche ingenuita di troppo. A fine partita, chiacchierando con un deluso Rocca, e` venuto fuori proprio questo concetto, quello dell`esperienza giustificato, almeno in parte, dal fatto che sono giocatori che hanno assaggiato poco e con poca fiducia i campi e le partite che contano. Una mancanza di fiducia dei nostri club solo in parte comprensibile, visto il lavoro di Rocca che ha tirato fuori tanto da questi ragazzi e che, ribadendo le parole che alla fine ha tenuto a sottolineare di piu` il mister, deve solo ringraziare per il grande impegno e, aggiungiamo noi, la forza morale che li ha spinti fin qui (da non dimenticare anche la splendida partita contro la favoritissima Spagna). Insomma, adesso un po` di fiducia dei nostri club in questi ragazzi non guasterebbe, ma non crediamo che la mentalita` cambiera`...
Due parole anche sull`Ungheria, che trova finalmente una ribalta importante dopo parecchi lustri. Non impeccabile con la Repubblica Ceca, molto passiva con l`Italia (gli azzurri finiscono con otto giocatori, sono per larghi tratti in inferiorita` numerica e chiudono con il 61% di possesso palla, detto tutto). Si ritrova in vantaggio dopo pochi secondi (errore e rigore di Gentili, realizza il penalty Koman, scuola Samp ora al Bari) e offre al pubblico solo un blocco difensivo basso senza lo straccio di una manovra decente. Subisce l`Italia anche in superiorita numerica ed e` salvata nel supplementare da Nemeth, favoloso centravanti dalla grande tecnica e eleganza (gia` rapito dal Liverpool e in prestito in Grecia) che sigla due gol decisivi nel supplementare, facendo esplodere non solo i pochi tifosi magiari presenti in tribuna ma anche i giornalisti ungheresi in tribuna stampa: sceneggiate davvero deplorevoli, un collega di American Soccer e` rimasto lui pure desolatamente sconfortato: grida e applausi alle espulsioni dei nostri, merolate in occasione dei gol, anche in direzione della tribuna dove erano sistemati i tifosi italiani. Non sempre abbiamo da imparare dagli altri, insomma. Chiusura sul pubblico, inizialmente neutrale e poi, trascinato dal coraggio dei ragazzi di Rocca, praticamente tutto per gli azzurrini. Ce ne andiamo dalla tribuna stampa accompagnati dal coro ItaliaItaliaItalia che il pubblico di Suez innalza ai giocatori questa sera in bianco. Un gesto che dice tanto di questo match.



P.s. Come Rocca in conferenza stampa, meglio soprassedere sulla conduzione dell`incontro dell`arbitro colombiano Ruiz, non e` il gol, il rigore o le espusioni che si vuole contestare o discutere, e` proprio la gestione tutta a non convincere. Meglio, ripetiamo, soprassedere.

Nell`altro quarto di finale, il Ghana si impone sulla SudCorea per 3-2

08 ottobre 2009

Passano Brasile e Germania

Dopo due partite emozionanti Brasile e Germania si qualificano per il quarto di finale più interessante del torneo. Il Brasile gioca trenta minuti favolosi, segna 3 gol (doppietta di Alex Teixeira e gol di Alan Kardec) e organizza poi un blocco difensivo che regge, anche se a fatica. L'Uruguay gioca una partita di grande cuore, segna il 3-1, sfiora più volte il 3-2 (anche un rigore sbagliato dal "palermitano" Abel Hernandez) ma la generosità non basta e lo svantaggio non è più rimontato. Buona comunque l'attitudine, la squadra Charrua esce a testa alta dal torneo, con la sola sfortuna di aver giocato un ottimo girone di qualificazione e di essersi beccato il Brasile subito.


Nell'altro ottavo di finale la Nigeria getta via la partita nel secondo tempo non gestendo il vantaggio sul tabellone e negli uomini (espulsione per fallo molto pericoloso di Kempke). Segna al 93'il celebratissimo Kopplin: un contropiede partito da un calcio d'angolo nigeriano e in cui l'arbitro Larrionda non ravvisa un fallo netto su Haruna proprio del talento del Bayern. Comunque, al netto di tutto, la gestione pessima di una squadra piena di prospetti come la Nigeria è sotto gli occhi di tutti. Si conferma l'assoluta anarchia che la federazione sta sopportando da tempo senza intervenire, un'anarchia che rischia addirittura di escludere la nazionale maggiore dai primi mondiali africani. Un vero scandalo.



Clamoroso suicidio anche del Venezuela, che soccombe con gli Emirati Arabi e getta alle ortiche forse la più grande possibilità della storia della Vinotinto di fare benissimo in un torneo importante. Per le prossime partite ci si sente dall'Egitto.

07 ottobre 2009

Il Ghana avanza, fuori con onore il Sudafrica



Splendida partita del Sudafrica al Mondiale under 20. Di fronte a una delle favorite per la vittoria finale i Bafana Bafana giocano un calcio aggressivo e intenso, specie nel primo tempo. Il Ghana resta in piedi soprattutto per merito del portiere, Daniel Agyei, fa enorme fatica a costruire e aggancia il pareggio che gli danno diritto ai supplementari grazie a un colpo di testa di Andre Ayew (Seclin, 1989), figlio dell'ex Toro Abedì Pelé. Figura del partido, Kermit Erasmus (Port Elizabeth, 1990), piccolo funambolo di proprietà del Feyenoord, in prestito all'Excelsior: buonissimo nell'uno contro uno, ieri ha fatto impazzire la linea difensiva del Ghana, gli è forse mancata un po' di lucidità davanti alla porta. Il prolungamento è stato tutto del Ghana, Dominic Adiyiah (Accra, 1989) ha firmato il gol vittoria, esce però a testa altissima, ed è davvero una piacevole sorpresa, il Sudafrica.

Equilibrio regna sovrano: l'Ungheria passa ai rigori sulla Repubblica Ceca e l'Egitto padrone di casa si arrende al Costarica.

06 ottobre 2009

L'Italia Under 20 di Rocca fa fuori la Spagna

Si diceva che l'Italia Under 20 aveva poca qualità, però grinta e determinazione da vendere. E ancora una volta ha avuto ragione Francesco Rocca, che già aveva compiuto un miracolo a portare questa squadra alla finale dell'Under 19 continentale. Con questo gruppo l'ex giocatore della Roma sta ottenendo il massimo, anzi di più. E ieri tatticamente ha presentato anche mosse interessanti: Mazzarani, ad esempio, in mezzo tra i due centrocampisti di costruzione, Dani Parejo e Fran Merida (attesissimo e all'ennesima delusione della sua carriera da predestinato: la qualità tecnica non è tutto in questo sport). Milla ha sì giocato un'ora in dieci (l'espulsione di Botia è però sacrosanta) ma oltre a qualche accelerazione di Aaron non ha cavato situazioni pericolose nemmeno in undici contro undici (nei primi venti minuti, specialmente a destra, non ci hanno capito nulla) e, se non ci fosse stata qualche ingenuità di troppo (clamoroso l'errore di Albertazzi sul primo rigore), probabilmente non sarebbe nemmeno rientrato in partita. Va avanti l'Italia, che ora attende Ungheria o Rep. Ceca, assolutamente da non sottovalutare, anzi: specialmente gli ungheresi tecnicamente hanno qualcosa più di noi. La Spagna? Siamo all'ennesima delusione delle squadre giovanili: dopo la vittoria nell'Europeo dei Grandi, le Furie Rosse sono precipitate in tutti i tornei under, caso o elemento determinante, c'è da farsi qualche domande, tutto questo talento non può certo essere offeso in questo modo. L'Europeo Under 17, i due Europei Under 19 (2008 e 2009, quest'ultimo con lo stesso Milla in panca), l'Europeo Under 21, tutti fallimenti, e tutti con l'unico denominatore comune di Fernando Hierro come responsabile del settore giovanile delle squadre giovanili.
Nell'altro ottavo di finale, la Corea schianta il Paraguay, a proposito di squadre che promettono ma che non arrivano mai dove vorrebbero/dovrebbero.

05 ottobre 2009

Tre gol del week end

1- Ancora l'Imperatore: Adriano decide il Fla-Flu con due gol.

2- Il Real Madrid cade per la prima volta, a Siviglia.

3- Il Palmeiras non si ferma più. 3-1 a Vila Belmiro, con cuore e carattere: Santos ko.

Citazione per... Martin Palermo, il vecchio Loco decide la gara col Velez, da metacampo... di testa!

Citazione per... Iker Muniain (Pamplona, 19 dicembre 1992). Già segnalato su queste pagine, il "basco" segna al Valladolid e diventa il più giovane marcatore della storia della Liga.

02 ottobre 2009

Champions' Leagua Africana - Le semifinali

Inizieranno domenica con le due partite d'andata le semifinali di questa strana e sorprendente edizione della Champions Africana.
Nella prima semifinale i sudanesi dell'Al Hilal (guidati dal brasiliano Paulo Campos) incontrano i favoriti congolesi del TP Mazembe, che stanno attraversando un buon momento anche nel campionato locale. La stella della squadra è Trésor Mputu Mabi, attaccante classe 1985, già lodato da Wenger e pronto al salto in Europa.
Nell'altra sfida, derby nigeriano tra Heartland e Kano Pillars. I primi che giocano a Owerri, nel sud della Nigeria, hanno maggiore tradizione ma grandi problemi finanziari e hanno appena ceduto uno dei pezzi grossi della squadra, l'attaccante Emeka Nwanna, finito in Israele,: puntano molto su Stanley Oporo e Ike Thankgod. I secondi, il Kano Pillars, con sede nell'estremo nord del Paese, hanno esordito quest'anno nella maggiore manifestazione africana riservata ai club, e sono giunti fin qui, con scalpi eccellenti (Al Ahly, per tutti): sono un po' il modello da seguire in Nigeria, paese calcisticamente zeppo di talento ma in piena crisi organizzativa e tecnica (rischia pure di stare fuori dai mondiali...). Le partite di ritorno si giocheranno il 17 e 18 ottobre.

Immagini video del girone che ha scelto le quattro elette:
Prima e seconda giornata
Terza giornata
Quarta giornata

01 ottobre 2009

C'era una volta Luis Fabiano

Ripropongo un mio vecchio pezzo su Luis Fabiano. Era il 2004 e io ero giù in Brasile. L'articolo fu pubblicato su Indiscreto.it di Stefano Olivari


San Paolo, lunedì 17 maggio 2004

Un figlio, per cambiare una vita. La bionda Juliana è pronta per dare alla luce Giovana, prima erede di quello che per noi è il più completo centravanti
del mondo. Niente condizionali, né giri di parole: Luís Fabiano Clemente, attaccante del São Paulo leader del campionato brasiliano, è un fuoriclasse.

Longilineo (182 cm di altezza e 79 chili sulla bilancia), calcia indifferentemente con ogni parte di entrambi i piedi e, grazie a una non indifferente forza fisica, con precisione e vigore anche da fermo, dentro e nei pressi dell'area. Elegante, possiede un ottimo controllo del proprio corpo nella copertura della palla e, senza essere Ronaldinho, che appartiene a un'altra galassia per tutti, è esemplare nella lettura delle situazioni anche spalle alla porta. Ha tutto, ma aspetta ancora il vagito della primogenita per maturare definitivamente. Almeno così sostengono molti, qui in Brasile, abituati per anni a subire le mattane di questo genio, un professionista nell'arte di farsi cacciare prima della fine della partita, un fine prosatore dell'insulto.
Al fatto che stia cambiando noi crediamo poco. E abbiamo il nostro testimone, Serginho, difensore del São Caetano: ''Luís Fabiano è il giocatore più scorretto del Brasile; voi della stampa non potete nemmeno immaginare quello che fa dentro al campo. E' violento per tutta la partita e continua a tirare gomitate'', ha detto dopo un incontro dell'ultimo campionato paulista. La stampa tutta del Brasile, però, dopo averlo insultato senza pietà alcuna, ha cambiato idea, anche perché per trovare uno così ci vorranno anni. Lui, in questo mondo dominato da marketing & apparenza (come sa bene il suo manager, José Fuentes), ci ha messo del suo: ''E' vero, in passato ho commesso degli errori. Adesso, però, vado da un psicologa per migliorare il mio auto-controllo e i risultati si vedono''. La psicologa in questione, cui, stranamente, senza problemi riusciamo a carpire il nome, Regina Brandao, non ci risparmia la sua morale, immaginiamo profondamente e scrupolosamente meditata: ''Nel calcio, i commentatori valorizzano spesso giocatori aggressivi, creando dei personaggi. E se non sei aggressivo non sei un buon giocatore. E' importante che Luís Fabiano non si lasci coinvolgere da questa etichetta e si concentri sul gioco. Ora è in un momento importante della sua vita, sta diventando padre, ha un ottimo procuratore (sic, sottolineatura maligna, mia), sta giocando bene e vuole cambiare'' , e il pubblico del Parioli cadde in deliquio....Durante tutte queste sessioni di terapia, iniziate ( e annunciate ai quattro venti) nel novembre del 2003, il nostro centravanti pare aver trovato la chiave di tutto: ''La psicologa mi ha spiegato che il lato destro del cervello è quello della calma, quello sinistro quello del nervosismo. Tempo fa il mio lato sinistro era enorme, adesso è più tranquillo''. Mitico.

Gli apostoli sono in aumento, le giocate in amarelinha contro l'Ungheria di poche settimane fa, fanno gridare al miracolo, tanto che qualcuno si è spinto fino all'eresia: e se la numero nove la consegnassimo a lui? Gli eretici, però, spesso hanno solo il difetto di anticipare i tempi...Ma, un attimo, la fama di play-boy, i macchinoni ( l'ultima è una BMW), i profumi e i vestiti costosi, i pomeriggi al tennis club ( e fra un po' sarà il golf), sono ancora qui eppure non ispirano più sordidi e riprovevoli reportage della stampa... Prima della benedetta Redenzione, Luís Fabiano ha visto la polvere, ma non è una novela brasiliana: tutto maledettamente vero. Gli sforzi e i sacrifici di mamma Sandra Helena Clemente e del nonno Benedito tirano su il ragazzo a Campinas, grande città (un milione di abitanti!) alla periferia di São Paulo: ''se non ci fosse stato 'O meu Dito' (come l'attaccante chiama chi gli ha fatto da padre) oggi sarei in qualche prigione''. Capito l'ambiente? Del papà, tanto per aumentare le già non poche tribolazioni, poche notizie: Paulo César, questo dovrebbe essere il nome, rifiuta immediatamente la paternità e scompare prima ancora della nascita, tornando solamente, ma per pochi giorni e prima della definitiva fuga, quando il futuro campione ha sette anni. Dicono che adesso abiti a São Josè do Rio Preto, ma a Luís interessa poco. Il nonno lo prende per mano e, ancora piccolo, lo porta al campetto del Proença, un quartiere di Campinas. Guarani e Ponte Preta, i maggiori club della città, se lo contendono: la spuntano i secondi, titolari della prestigiosa coccarda di club più antico del Brasile.

Quando ha diciannove anni il Rennes decide di investire su alcuni giovani brasiliani, per valorizzare il già notevole vivaio: Luís Fabiano si imbarca per la Francia dopo aver fatto conoscenza con numeri che hanno diversi zeri in coda. Il nonno è ancora il pilota di tutto, la mamma assiste felice alla realizzazione di un sogno ma non si scompone, esattamente come quando, molti anni dopo, alcuni malviventi tentano di rapirla per chiedere il riscatto al figlio. Molta paura per Luís che prega la mamma di cambiare bairro : ''Io andare via dalla mia casa (un modesto appartamento in un condominio,ndr) per quattro disgraziati? non se ne parla'',la risposta della donna, che nella vita qualche ostacoluccio l'ha superato,una cosa normale se nasci, e vuoi sopravvivere, nella periferia della più grande città del Sudamerica. L'Atlantico, intanto, non porta fortuna a Luís e lo stantio refrain brasiliano è sempre d'ordinanza: ''L'allenatore voleva un calcio difensivo e fisico,e io non mi riuscivo ad abituare''. La dirigenza del Rennes è però sicura del giocatore e lo asseconda nella sua volontà di tornare in Patria solo con la formula del prestito. A São Paulo, Luís Fabiano rinasce, ed esplode. Adesso il Rennes non può più trattenerlo e, tornato nella capitale paulista,in coppia con Ricardinho l'attaccante di Campinas segna a raffica, anche se difficilmente finisce le partite, e non perché viene sostituito. ''Adesso però è un altro Luís Fabiano'', assicurano in molti, compresi Pizza Hut e Penalty (azienda di materiale sportivo), che ne hanno fatto il proprio uomo immagine. Al São Paulo, intanto, non si trova l'eletto che assecondi i desiderata del campione e divida la camera con lui: l'ultimo, Marquinhos, ''parlava troppo poco. Adesso provo con Rodrigo''. Luís Fabiano è così. Prendere o lasciare.Noi? Prendiamo, prendiamo...

CARLO PIZZIGONI

Alan Dzagoev

Ennesima perla ieri, in Champions col Besiktas, di Alan Dzagoev (classe 1990), super talento del Cska Mosca: cominciamo davvero ad esagerare...