30 dicembre 2009

Rumo ao CAN 2010 - Verso la Coppa d'Africa in Angola




Il 10 gennaio 2010 inizia la Coppa d'Africa (partita inaugurale: il Malawi contro i padroni di casa dell'Angola). Proviamo a seguire come ci arriveranno le contendenti, giorno dopo giorno. Un cammino in vista della prossima CAN, che si svolgerà in Angola.

Vediamo i gironi:

Gruppo A: ANGOLA, MALI, MALAWI, ALGERIA

Gruppo B: COSTA D'AVORIO, BURKINA FASO, GHANA, TOGO

Gruppo C: EGITTO, NIGERIA, MOZAMBICO, BENIN

Gruppo D: CAMERUN, GABON, ZAMBIA, TUNISIA.



AMICHEVOLE DI IERI:
L'Egitto campione in carica ha pareggiato 1-1 col Malawi: QUI i gol del match.

RASSEGNA STAMPA:
* Poca tranquillità tra le fila della Costa d'Avorio. Il tecnico Vahid Halilhodzic molto nervoso.

* Il capitano dell'Angola, André Makanga, dà forfait per infortunio

* Ancora violente polemiche sull'interista Sulley Muntari, lasciato a casa dal Ghana.

* Egitto: Aboutrika non ci sarà

22 dicembre 2009

Benfica - Porto 1-0. Jorge Jesus promosso all'esame Jesualdo. Risorge Saviola

Lo scontro tra le big di Portogallo evidenzia un buon livello di gioco anche se non tantissime occasioni da rete. Entrambe sono squadre in contruzione, il Benfica dopo l'arrivo a Lisbona di Jorge Jesus, il Porto dopo le pesanti cessioni di Lucho Gonzalez e Lisandro Lopez. Le Aquile in questo match meritano e cercano maggiormente la vittoria. Il Benfica è privo, oltre che di Aimar e di Fabio Coentrao, di un uomo chiave come Angel Di Maria, eppure Jorge Jesus surroga l'argentino con Urretavizcaya (finalmente una chance per il giovane uruguagio!) mantenendo il 4132 e lo stile che ha cercato di mutuare qui a Lisbona dalla precedenza esperienza a Braga. E funziona: il pressing alto dà molto fastidio al Porto che non riesce mai a entrare coi tempi giusti nelle giocate, l'inizio dell'azione è sempre rallentato e le ripartenze biancorosse sono fulminanti, specie nella prima parte del match, quando il Benfica costruisce la vittoria. Perfetta anche la linea dietro nell'accompagnare centrocampo e attacco (buonissima partita, l'ennesima, di David Luiz da centrale, e aveva pure la febbre). Favolosa la prova del "Conejo" Saviola che con Jorge Jesus ha trovato una seconda giovinezza, anzi come rendimento generale e contributo alla squadra (attivissimo anche in fase di non possesso) è forse il miglior Saviola di sempre. Il Porto non riesce a trovare i ritmi giusti della gara e in mezzo al campo soffe terribilmente: Raul Meireles e Guarin non riescono a fare gioco, il pressing e la qualità di passaggio non eccelsa dei due contribuisce a rendere poco fluida la manovra (che migliora con l'ingresso di Varela nel secondo tempo). Cristian Rodriguez si accende a intermittenza nel secondo tempo e crea problemi alla difesa benfiquista, ma appena le Aquile recuperano le giuste distane in mezzo al campo il Porto ritorna inefficace. Male Hulk, giocatore che ha potenzialità enormi ma difetta di continuità di concentrazione, e quando si fa prendere da troppo istinto, va fuori giri.



BENFICA: Quim; Maxi Pereira, Luisão, David Luiz e César Peixoto; Javi Rodriguez, Ramires (72' Filipe Meneses), Carlos Martins (66' Luís Filipe) e Urretavizcaya (66' Weldon); Saviola e Cardozo.
Não utilizados: Júlio César, Roderick, Nuno Gomes e Miguel Vítor
Treinador: Jorge Jesus

PORTO: Helton; Fucile, Rolando, Bruno Alves e Alvaro Pereira; Fernando, Guarín (46' Varela) e Raul Meireles (79' Belluschi); Hulk (77' Farías) , Falcao e Rodriguez
Não utilizados: Beto, Mariano, Nuno André Coelho e Sapunaru
Treinador: Jesualdo Ferreira

Gol: Saviola (21')
Estádio da Luz, Lisbona.

21 dicembre 2009

[San Siro] Inter - Lazio 1-0 - Spunti

Freddo, freddo, freddo. Difficile proporre calcio di alto livello a certe temperature, il match è stato senz'altro condizionato. Tuttavia la differenza di condizione psicologica è apparsa evidente, soprattutto col passare del tempo la Lazio si è quasi arresa, lasciando sostanzialmente trascorre il tempo nell'ultima mezz'ora, invece di aggredire la partita: non un bel segnale anche se la qualità della rosa dovrebbe tenerla fuori dalla lotta per la retrocessione in cui, per ora (la classifica parla chiaro), è impegnata.

INTER. La squadra di Mourinho ripropone il rombo con Stankovic vice Sneijder e la felice intuizione di Muntari terzino sinistro. Se non impegnato in compiti difensivi intensi ( e ieri Lichsteiner si è visto poco, specie nella prima parte) il ghanese ha corsa, calcio e intensità per giocare da quella parte: anzi, è molto più funzionale alla squadra di un esterno difensivo, fa gioco, accompagna la manovra, può essere una risorsa importante specie in questo genere di partite. Dopo 25 minuti è però out ed è surrogato da Zanetti che va a sinistra con l'ingresso di Vieira. L'Inter ha già segnato grazie a una bella transizione offensiva condotta da Stankovic e conclusa da Samuel Eto'o. Da quel momento l'imperativo della squadra diretta dall'allenatore portoghese è il controllo del ritmo della gara, cosa che riesce perfettamente. Accelerazioni e decelerazioni del ritmo gara vengono gestite da un centrocampo formato da elementi "posizionali" e con buon senso tattico: Cambiasso, Vieira e Thiago Motta (quest'ultimo elogiato a chiare lettere da Mourinho a fine partita proprio per la sua funzione di metronomo). Un po' di pressing alto contribuisce a recuperi in fase offensiva, non sempre seguiti da verticalizzazioni immediate per le punte, un po' perchè manca il principe di tale situazione, Sneijder, e un po' proprio perché non si voleva alzare il ritmo di un partita totalmente controllata (parate di routine di Julio Cesar, concentrate nella fase centrale della partita: chiusura prima frazione-inizio secondo tempo). Il ritmo non elevato limita il potenziale dei due attaccanti, sempre costretti a uno contro uno (con raddoppio) che partono in situazione da fermo e senza grande appoggi esterni, se non sporadicamente con Maicon, che però preferisce la palla al piede che la sovrapposizione (almeno ieri gli girava così...). Milito è pescato alcune volte in area ma non gli riescono le giocate e conclude poco e male verso la porta. Forse nella prima parte del secondo tempo l'Inter si abbassa troppo ma la densità difensiva non offre alla Lazio sbocchi interessanti e i nerazzurri non rischiano praticamente nulla. Mourinho sceglie di chiudere con tre centrali (ultimi minuti dentro Materazzi al fianco di Cordoba e Lucio, ieri perfetto e voglioso) per evitare di subire le palle buttate alte in area.

LAZIO. Ballardini ripropone Kolarov interno al fianco di Baronio e Del Nero esterno sinistro nel 3421. La squadra palleggia molto basso e cerca lo sbocco sulle due mezzepunte (più attivo Meghni di Mauri, inconcludente per 90 minuti) che appoggiano il primo passaggio in verticale dell'azione. Pochi i lanci diretti verso l'unica punta Rocchi, eppure in quelle poche occasioni (concentrate nel finale del primo tempo) la difesa interista va leggermente in apprensione. Preso il gol nel primo quarto d'ora (ingenuità di Del nero che prova a giocare il pallone, invece di concludere l'azione, con la squadra mal schierata) la Lazio fa un'immensa fatica negli ultimi 16 metri dell'Inter, complice anche l'assenza di un uomo chiave come Zarate, squalificato. Non concede molto lo schieramento con tre centrali (Radu, il migliore, insieme a Stendardo, centrale, e Siviglia) però la manovra, a cui questi difensori proprio non partecipano, ha pochi sbocchi laterali e non trova "uscite" credibili e pericolose. Poi, con il passare del tempo, nonostante i cambi (male Julio Cruz, poco incisivi Firmani e Makinwa) perde anche di convinzione, lasciando inoperoso Julio Cesar. Ballardini resta comunque vincolato al 3421 per tutta la gara, cambia le pedine ma non riesce a dare una sterzata alla gara. Kolarov ha corsa e piede per giocare in mezzo anche se deve ancora crescere in sicurezza in posizione di centrale di centrocampo (che in linea teorica gli dà anche più possibilità di arrivare al tiro, arma fenomenale del serbo), riportato sulla fascia con l'ingresso di Firmani, appoggia male a centro l'ultima mezza occasione biancoceleste.

P.S.: Interessante dichiarazione post partita di Ballardini, uomo che quando parla di calcio, se opportunamente solleticato, è spesso originale: "l'unica squadra che sta a livello fisico e tecnico dell'Inter, in questo campionato, è la Roma".




INTER: Julio Cesar, Maicon, Lucio, Cordoba, J.Zanetti, Thiago Motta, Cambiasso, Muntari (26' Vieira), Stankovic, Eto'o (86' Balotelli), Milito (88' Materazzi). A disp.: Toldo, Donati, Khrin, Suazo. All.: Mourinho.
LAZIO: Muslera, Siviglia, Stendardo, Radu, Lichtsteiner, Baronio, Kolarov, Del Nero (80' Makinwa), Meghni (58' Cruz), Mauri, Rocchi (80' Firmani). A disp.: Berni, Diakite, Cribari, Scaloni. All.: Ballardini

Gol: 14' Eto'o

20 dicembre 2009

Camerun: Paul Le Guen estende fino ai Mondiali



Era nell'aria, ma ora c'è anche l'ufficialità: Paul Le Guen ha prolungato il suo contratto con la federazione calcistica del Camerun e rimarrà sull panchina dei Leoni Indomabili almeno fino ai prossimi Mondiali sudafricani. Il tecnico francese, che dopo l'esperienza lionese non ha mai trovato un contesto adeguato e ha parecchio deluso, ha invece impresso la svolta giusta alla nazionale africana, che dopo il suo arrivo ha cominciato a macinare vittorie dopo un inizio stentato. Si dice che sia stato proprio il leader del team, Samuel Eto'o, a volere questa estensione. Primo banco di prova per il tecnico, la prossima Coppa d'Africa che inizia il prossimo 10 gennaio, in Angola: nel girone i Leoni Indomabili affrontano Gabon, Zambia e Tunisia.

18 dicembre 2009

Monterrey campione del Messico

Dopo l'incredibile rimonta dell'andata il Monterrey vince anche la finale di ritorno e si aggiudica il Campionato Apertura 2009. Protagonista anche di questo secondo incontro Humberto "Chupete" Suazo, autore del gol che ha dato la vittoria ai Rayados. Il giocatore cileno ha già segnalato la volontà di provare l'esperienza europea: Inghilterra e Spagna le mete più gradite, e i contatti già ci sono.

Cruz Azul - Monterrey 1-2


Cruz Azul.- José de Jesús Corona, Melvin Brown, Julio César Domínguez (Emilio Hernández, 58), Fausto Pinto, Rogelio Chávez, Gerardo Torrado, Cristian Riveros, Jaime Lozano, César Villaluz (Alejandro Castro, 65), Mario Ortiz (Javier Orozco, 56) e Emanuel Villa. DT Enrique Meza.

Monterrey.- Jonathan Orozco, José María Basanta, Duilio Davino, Severo Meza, William Paredes, Gerardo Galindo (Felipe Baloy, 83), Luis Ernesto Pérez, Walter Ayoví, Sergio Santana (Osvaldo Martínez, 59), Aldo de Nigris (Jesús Zavala, 85) e Humberto Suazo. DT Víctor Manuel Vucetich.

Gol: 54' Aldo de Nigris (M), 77' Alejandro Castro (CA), 90' Humberto Suazo (M)

17 dicembre 2009

Barcellona - Atlante 3-1



Atlante: Vilar; Miguel Martínez, Fernando Navarro, Guillermo Rojas, Luis Velásquez (Pereyra, min.63); Daniel Arreola, José González, José Guerrero, Christian Bermúdez; Santiago Solari (Carevic, min.56) e Rafael Márquez.

Barça: Valdés; Alves, Puyol, Rafa Márquez (Gerard Piqué, min.54), Abidal; Xavi, Touré (Messi, min.53), Sergio Busquets; Pedro, Ibrahimovic e Iniesta (Bojan, min.76).

Gol: 0-1, min.5: Guillermo Rojas. 1-1, min.35: Busquets. 1-2, min.55: Messi. 1-3, min.67: Pedro.

Zayed Sports City, Abu Dhabi

16 dicembre 2009

Semifinali Mondiale per Club: Barcellona - Atlante

Oggi si gioca la seconda semifinale del Mondiale per Club: entra in campo il favoritissimo Barça, contro l'Atlante.

ATLANTE: L'Atlante giunge a questa prestigiosa competizione dopo aver vinto la Champions della Concacaf, manifestazione dove squadre messicane (soprattutto) e statunitensi evidentemente dominano. L'Atlante batte in finale i più noti connazionali del Cruz Azul e corona il progetto del tecnico José Guadalupe Cruz, che guida il club dal 2007 (nel frattempo il club ha trasferito la propria casa da Città del Messico alla turistica Cancun, affaciata sul Caribe). Ha ceduto l'idolo e giocatore leader della difesa Javier Muñoz Mustafá al Pachuca in cambio dell'attaccante Rafael Márquez Lugo, affiancandolo al piccolo e scattante Christian Bermúdez (classe 1987). L'esperienza è assicurata dagli argentini Santiago Solari, ex Inter, e Federico Vilar, portiere carismatico e con più di 250 partite in questo club.

BARCELLONA: Leo Messi dovrebbe partire dalla panchina, Keita fuori per infortunio, il resto pare tutto confermato con Sergio Busquets davanti alla difesa e Pedrito sulla linea d'attacco in sostituzione del neo pallone d'oro.

Estudiantes - Pohang Steelers 2-1



Pohang Steelers: Hwa Yong; Hyo Jing, Hyunng Il, Jae Won, Jung Kyum; Hyung Min, Tae Su (Kazunari, m.58); Denilson, Jae Sung, Buyng Jun (Heel Chul, m.54); Do (Meung Chung, m.46)

Estudiantes de La Plata: Albil; Rodríguez, Re, Desabato (Cellay, m.68), Díaz; Pérez, Braña, Verón, Benítez (Salgueiro, m.83); Núñez e Boselli.

Gol: 0-1, m.45+2: Benítez. 0-2, m.53: Benítez. 1-2, m.71: Denilson

15 dicembre 2009

Semifinali Mondiale per Club: Estudiantes - Pohang Steelers

Entra nel vivo il Mondiale per Club: oggi si gioca la prima semifinale, Estudiantes - Pohang Steelers (che hanno sconfitto nei "quarti" i congolesi del TP Mazembe).

ESTUDIANTES: Dopo Papà Juan Ramon, ora Juan Sebastian. I Veron diventano un abitudine dell'Intercontinentale, oggi Mondiale per Club. Il vero miracolo, però, è del figlio, tornato in patria dopo un'ottima carriera europea è riuscito nell'impresa di vincere un campionato e addirittura di raggiungere il sogno della Libertadores, sconfiggendo in finale, al Minerao, il Cruzeiro. Merito di Veron, di diversi giocatori troppo sottovalutati (Boselli, Braña, Enzo Perez, Leandro Benitez), e del tecnico Alejandro Sabella, che ha preso una squadra ai minimi termini, quasi fuori dalla competizione continentale e l'ha portata al titolo, con sprazzi di calcio giocato che non è certo nel DNA del Pincha, più abituato a vivere con "garra" che con tecnica il proprio futbol. Il TAS ha vietato la partecipazione al Mondiale di José Sosa, figliol prodigo appena arrivato in prestito dal Bayern dopo gli anni non proprio sfolgoranti a Monaco.

POHANG STEELERS. Mente e braccia brasiliane per questo club sudcoreano: a dirigere le operazioni dalla panchina Sergio Farias, da cinque anni agli Steleers (la proprietà è del gruppo metallurgico Pohang Iron and Steel), idolo del club anche per il calcio piacevole proposto in K League con un 4123 efficace e esteticamente godibile. Il braccio, come anche dimostrato nel match contro il TP Mazembe, è il 33enne Denilson, lui pure brasileiro (qualche passaggio in Europa con pochi successi: Feyenoord e PSG senza lasciare traccia). Il macedone Ristikj Stevica (Ristic) e l'indigeno No Byung Jun, sono i nomi degli altri attaccanti da seguire. Anima del club il difensore e capitano Hwang Jae-won.

14 dicembre 2009

Banfield campione d'Argentina




Nonostante la sconfitta alla Bombonera il Banfield di Julio Falcioni è per la prima volta campione d'Argentina. La mia analisi su Gazzetta.it

11 dicembre 2009

Finale Andata campionato messicano: Monterrey - Cruz Azul 4-3

Incredibile rimonta dei Rayados dall'1-3 al 4-3. Grande il Chupete Suazo. Finale di ritorno, domenica 13 dicembre.



Monterrey (442): Jonathan Emmanuel Orozco; Felipe Baloy (Severo Meza, 46’), Duilio Davino, José María Basanta y William Paredes; Diego Martínez (Sergio Santana, 46’), Luis Ernesto Pérez, Walter Ayoví y Jesús Arellano (Osvaldo Martínez, 60’); Aldo Jesús de Nigris e Humberto Suazo. DT: Víctor Manuel Vucetich.

Cruz Azul (442): José de Jesús Corona; Rogelio Chávez (Gerardo Lugo, 76’), Julio César Domínguez, Melvin Brown y Fausto Pinto; César Villaluz (Alejandro Castro, 65’), Gerardo Torrado, Cristian Riveros y Jaime Lozano; Mario Ortiz (Javier Orozco, 60’) y Emanuel Villa. DT: Enrique Meza

Gol: 1-0 Emanuel Villa (autogol, 3’), 1-1 Riveros (6’) 1-2 Riveros (17’), 1-3 Emanuel Villa (34’), 2-3 Humberto Suazo (47’) 3-3 Sergio Santana (71’) 4-3 Humberto Suazo(88’)

Nacional campione di Uruguay - Apertura 2009

La vittoria a Fenix del Nacional celebra in anticipo di una giornata il titolo per il Bolso al termine di un semestre trionfale: 31 gol segnati e solo 9 subiti e ieri ha raggiunto la settima vittoria consecutiva (aggiungere anche una semifinale di Libertadores). Il tutto conseguito col lancio di tanti giovani interessanti tra cui spiccano Nicolas Lodeiro (classe 1989) e Sebastian Coates (1990), potenziali crack che difficilmente potranno rimanere ancora a lungo in Sudamerica.


10 dicembre 2009

Sconfitta la Universidad Catolica: Colo Colo campione del Cile 2009

La larga vittoria (4-2) nella finale di ritorno contro l'Universidad Catolica incorona il Colo Colo di Hugo Tocalli campione del Cile nel Clausura 2009. Los Cruzados, guidati da Marco Antonio Figueroa, hanno certo espresso il futbol più convincente, più efficace durante quest'ultimo semestre, ma la finale è stata dominata dal Colo Colo, al 29esimo titolo della storia.


09 dicembre 2009

Inizia il Mondiale per Club

Con lo spareggio tra i neozelandesi dell'Auckland City e l'Al Ahly degli Emirati Arabi, comincia oggi il Mondiale per Club, competizione che quest'anno ha come naturale favorita il Barcellona, che gioca la sua prima partita il 16 dicembre.
Altre partecipanti della competizione che sostituisce la Coppa Intercontinentale: Estudiantes (Sudamerica), Atlante (Concacaf- Nord e Centro America), Pohang Steelers (Asia), TP Mazembe (Africa).

AUCKLAND CITY: Giusto per certificare che esistono: i neozelandesi saranno negli Emirati Arabi a disputare questo Mondiale con poche speranze: addirittura siederà in panchina un allenatore ad interim, Paul Posa, segno forse che non è questo l'obiettivo della stagione... O almeno così pare. Qualche curiosità per vedere questa squadra c'è, a cominciare dalla presenza di Ivan Vicelich, che ha speso una bella fetta di carriera in Olanda (al Roda, soprattutto) ed è tornato in patria per concluderla, con l'insperata sorpresa di contribuire alla qualificazione della sua nazionale al prossimo Mondiale (tra l'altro la Nuova Zelanda è nel girone dell'Italia). Altro? L'attaccante sudafricano Keryn Jordan (capocannoniere della Champions' dell'Oceania con 8 gol), il suo compagno di reparto Paul Urlovic e il centrocampista Chad Coombes, entrambi presenti con l'Auckland City al Mondiale per Club del 2006.

AL AHLY: Il club rappresenta il paese ospitante della manifestazione, gli Emirati Arabi, di cui è campione nazionale (battuto l'Al Jazira, club nel quale milita Ricardo Oliveira, quel Ricardo ex Milan...). La squadra è formata quasi interamente da giocatori indigeni (interessante Ahmed Khalil, visto al recente Mondiale under 20 dove la nazionale EAU ha fatto molto bene), con l'eccezione del brasiliano Baré (ex Gamba Osaka) e dell'egiziano Hosny Abd Rabo, centrocampista di categoria superiore ma che per una serie di motivi non è mai riuscito a trovare spazio in palcoscenici importanti (toccata e fuga in Europa, in Francia, con lo Strasburgo,poi ritorno in Egitto: un vero peccato).

06 dicembre 2009

Il Flamengo è campione del Brasile



Il Flamengo, battendo nell'ultima giornata due a uno il Gremio, vince per la sesta volta il campionato brasiliano. Adriano grande protagonista del torneo con 19 gol. Il mio resoconto su Gazzetta.it

Daniel Passarella presidente del River Plate





Lo scarto è minimo: 6 voti. Venisse confermato, Daniel Passarella, ex di Fiorentina e Inter, sarà il nuovo presidente del River Plate grazie ai suoi 5298 voti, rispetto ai 5292 del rivale più accreditato, Rodolfo D'Onofrio. Le elezioni di ieri erano sentitissime, e giungono in un momento molto particolare del club di Nunez, in crisi perenne sotto la seconda gestione di Jose María Aguilar. D'Onofrio ha chiesto il ricalcolo delle schede e sarà accontentato solo dopo il match di oggi contro il Velez, ormai senza più molto significato per questo Apertura 2009.

05 dicembre 2009

Mondiali 2010 - Sorteggio - Paraguay

Organizzata, con un ottimo tecnico (il "Tata" Martino) e buoni giocatori il Paraguay ha dimostrato nelle Qualificazioni ai Mondiali di essere una squadra temibile. Ha però sempre fallito nelle fase finale dei tornei intercontinentali a cui ha preso parte. Vedremo in Sudafrica, dove almeno il secondo posto nel girone che comprende l'Italia pare alla portata.


Qui nella vittoria contro l'Argentina

Link: Clasificacion Mundial 2010: Paraguay  - Argentina



Giocatori da tenere d'occhio in questi mesi:

Oscar Cardozo (Benfica). (Un mio pezzo di approfondimento pubblicato mesi prima del suo approdo in Europa: QUI)



Nelson Haedo Valdez (Borussia Dortmund)


Salvador Cabañas (America)


Justo Villar (Valladolid) (Idolo del Newell's e uno dei miglior portieri del Sudamerica per molto tempo)


Enrique Vera (LDU) (uno degli eroi della Libertadores vinta dagli ecuadoriani nel 2008, brutta esperienza in Messico, con l'America, e ora tornato in Ecuador, per vincere anche la Copa Sudamericana)


Edgar Barreto (Atalanta)

03 dicembre 2009

Copa Sudamericana: Liga Campione

Non riesce la rimonta al Fluminense, la LDU di Quito (dopo la Libertadores del 2008) vince la Copa Sudamericana:

Fluminense - LDU 3-0



Andata: LDU - Fluminense 5-1

01 dicembre 2009

Svizzera Campione del Mondo under 17 - Analisi

Tutto vero. La Svizzera ha vinto il Mondiale under 17, a cui partecipava per la prima volta in assoluto. Non ci credevano in tanti, manco al di là della Frontiera di Brogeda: il giornale più popolare del Paese, il Blick, relegava tra le brevi le prime, ottime prestazioni dei ragazzi elvetici in Nigeria. Poi il boxino che diventa la mezza pagina e esplode nello speciale a tre facciate confezionato per celebrare la vittoria. La Svizzera, per la prima volta, campione del Mondo in una competizione calcistica, non era forse l'obiettivo o la speranza del progetto costruito più di una dozzina di anni fa da Hansruedi Hasler, chiamato dalla Federazione Svizzera a risollevare il cupo incedere del calcio d'oltralpe. Eppure tutto è cominciato da lì, le giocate di Ben Khalifa, eletto secondo miglior giocatore del Mondiale (ma ci stava, eccome, pure il Pallone d'oro), i gol di Haris Seferovic, autore pure dell'unica rete della vittoriosa finale contro i padroni di casa nigeriani, le parate di Benjamin Siegrist, promessa dell'Aston Villa probabilmente non ci sarebbero state, almeno a questo livello, se tanti anni fa la Federazione non avesse intrapreso la strada della riorganizzazione del settore giovanile tramite un processo coerente e sistematico. All'inizio della sua avventura Hasler riferiva come “nel confronto internazionale, i nostri juniores migliori risentono di una formazione carente a livello tecnico, tattico e atletico”. Per vincere con Messico, Giappone e Brasile e superare la fase a gironi partendo da outsider, mettere sotto due favorite alla vittoria finale come Germania e Italia, disintegrare la Colombia in semifinale (4-0!) e prevalere nell'ultimo match si è partiti da lontano, alimentando un processo che ha visto nella creazione di tre Accademie di calcio sorte a Tenero (Ticino), Payerne (Romandia) e Emmen (Svizzera tedesca), elementi chiave alla funzionalità del sistema generale. In questi centri di formazione, per usare ancora le parole di Hasler, “si promuove l'eccellenza dei giovanissimi calciatori”, con allenamenti di elevata qualità dal punto di vista metodologico e cura del ragazzo anche fuori dal campo. Sono poi sempre più proficue le collaborazioni con le società e, negli ultimi anni, si è spinto per la costituzione di settori giovanili a base cantonale: non più, per fare un esempio, il Locarno o il Bellinzona che si organizzano per conto proprio, ma la creazione di “Team Ticino”, che raggruppa l'élite del calcio attorno al Monte Ceneri, e che ha infatti portato il proprio contributo alla vittoria di questo Mondiale con tre elementi: l'ottimo difensore Bruno Martignoni, e i meno utilizzati Matteo Tosetti e Igor Mijatovic. Mijatovic, non Rezzonico: già perché al di là delle strutture messe in piedi dalla Federazione, la Svizzera ha beneficiato anche dal fatto di essere diventato un Paese multietnico. I ragazzi che hanno alzato al cielo la Coppa del Mondo tra i mortaretti che esplodevano nella notte di Abuja sono anche i figli degli albanesi, dei tunisini, dei bosniaci, dei congolesi, dei portoghesi, dei cileni, dei croati, dei ghanesi, dei serbi (citando le nazionale rappresentate in questa squadra) che hanno scelto nella Svizzera la propria patria e che ora, insieme agli elvetici figli solo del cioccolato e degli orologi, hanno prodotto un melange che è diventato un iride Mondiale. Per assemblare ragazzi figli di tante culture differenti era necessario un pedagogo, oltre che un ottimo allenatore: professioni-qualità tutte contenute nel CT Dany Ryser, 52enne con alle spalle una carriera modesta come calciatore e, soprattutto, una cultura di formatore-educatore presso l'Associazione Svizzera di Calcio che gli è valsa la promozione a tecnico di questa under 17. Disegnata tatticamente con un 442 lineare dove certo eccellono i due fenomenali attaccanti Ben Khalifa (che ha già esordito nella SuperLeague svizzera col Grasshoppers: 10 presenze due gol, un predestinato) e Seferovic, la Svizzera di Ryser è un monolite compatto e aggressivo in mezzo al campo (molto “futuribili” Pajtim Kasami, tesserato per la Lazio, e Granit Xhaka), con una difesa attenta e sempre concentrata condotta da elementi di spicco come il portiere Siegrist e i due centrali Veseli (Manchester City) e Chappuis (Grasshoppers). Organizzazione e multiculturalità per avere ragione di potenze notevoli come Nigeria e Spagna, che ha chiuso al terzo posto. Gli africani, campioni in carica uscenti, hanno evidenziato una serie notevole di talenti, a cominciare dal Pallone d'Oro del torneo, l'attaccante Sani Emmanuel e dal terzo miglior giocatore, secondo la giuria della FIFA, l'ottimo centrocampista Ramon Azeez, senza dimenticare l'altra punta Stanley Okoro, già messosi in luce con i suoi Heartland nella Champions League africana: velocità, controllo e tiro (e con entrambi piedi) che hanno addirittura scomodato paragoni con Messi. La mancanza di una punta di peso e una certa frenesia malcontrollata dal CT John Obuh in diverse fasi chiave dei match, specie in finale, hanno prodotto solo un secondo posto per la Nigeria. Ma la squadra ha enorme potenziale. Così come la Spagna, come futuribilità forse addirittura una delle migliori Furie Rosse di sempre, con talenti come il centrale del Barça Muniesa, il basco Iker Munian (il più giovane giocatore ad avere segnato nella Liga, con l'Athletic), la strombazzata promessa del Real Madrid Pablo Sarabia e l'ottimo Isco (Valencia).

CARLO PIZZIGONI
(Ha collaborato Paolo Galli)


Fonte: Guerin Sportivo n.47/09

[Argentina] Racing corsaro a Banfield, Newell's capolista

Continua il buon lavoro di Claudio Vivas all'Academia. Il Racing va a vincere in casa della capolista Banfield e regala la testa al Newell's di Nestor Sensini, ex Udinese e Parma, e alla prima buona stagione in panchina dopo gli sfortunati passaggi a Udine (toccata e fuga in situazione d'emergenza) e all'Estudiantes. La Lepra (per la gioia di Leo Messi, oggi neo Pallone d'Oro e grande tifoso dei lebbrosi di Rosario) ha battuto, a Santa Fe, il Colon, terzo pretendente al titolo di questo Apertura non esattamente memorabile: decide il gol del giovane uruguagio Joaquín Boghossian (Montevideo, 1987), messosi in luce proprio quest'anno. Ora il Newell's conduce con un punto di vantaggio sul Banfield di Juan Falcioni e cinque sul Colon a tre giornate dal termine.