31 gennaio 2008

Coppa d'Africa - Day 11

Fonte: Gazzetta.it

CAMERUN-SUDAN 3-0 - Il c.t. del Camerun Pfister ripresenta il centrocampo a rombo con il piccolo Song davanti alla difesa per supportare un creatore di gioco dietro le punte come Emana e Mbami e Epalle ai lati. Emana non è una mezzapunta classica, si sta adattando a giocare in questo ruolo ma i risultati sono sorprendenti: quando la palla giunge nei suoi paraggi, qualcosa succede, e per il deserto tattico offerto fino dal Camerun è già un passo avanti. Il Sudan ci mette buona volontà, ma tatticamente e tecnicamente la formazione dell'est africano è ancora molto indietro. Il Camerun impiega quasi mezz’ora a tirare in porta e a procurasi un mezzo rigore a cui l'arbitro aggiunge l'altra metà: segna Eto’o dal dischetto e sblocca una partita in cui la manovra lenta e i continui uno contro uno fanno da leit motiv dei Leoni. Eto'o ha il marchio dei fuoriclasse, ma non ancora le prestazioni in questa Can, eppure riesce a segnare un'altra rete in chiusura di match e a "intimorire" la difesa sudanese che riesce a confezionarsi un meraviglioso e grottesco autogol su rimpallo, di nuca, chiudendo sostanzialmente la partita già nella prima frazione.

IL MIGLIORE - E' ancora Emana l’interruttore dello spento gioco del Camerun. La sua presenza in campo e la conformazione della linea mediana costringe Pfister a “sedere” in panchina il metronomo del Lille Jean Makoun, aggiungendo il fiato e il tackle del piccolo Song, Di M’bami e Epalle: ma sono equilibri molto fievoli, anche se finora hanno prodotto tre punti pur se con formazioni notevolmente inferiori al Camerun. Bella sorpresa il nipote del capitano Rigobert, classe 1987 che l’Arsenal ha pescato in Corsica per crescerlo nel proprio settore giovanile(quest’anno la prima esperienza al Charlton, in prestito). Debuttante con la maglia dei Leoni Indomabili in questa Can ha mostrato subito presenza, sangue freddo e buon riconoscimento dei tempi di gioco.

EGITTO-ZAMBIA 1-1 - Basta un punto all’Egitto per conquistare il primo posto nel girone e sperare in un quarto più abbordabile. Continua il lento recupero per Aboutrika,che anche in questo match parte dalla panchina per poi disputare mezz’ora, e probabilmente sarà, proprio con questa formula, un’arma importante nella mani del CT Shehata nelle prossime partite. Zambia che conferma il solito gioco sbarazzino e qualche buona individualità come l’attaccante del Brondby Chris Katongo, anche oggi in rete per fissare l'1-1 finale.

Carlo Pizzigoni
Dal sito della Gazzetta

Tabellini:

Camerun: Kameni, Geremi, Song, Bikey, Atouba (Tchato 46), M'Bami,Epalle (Essola 76), Song Billong, Emana (Tomou 57), Eto'o, Job.

Sudan: Elmuiz Abdalla, Bakhit (Tahir Osman 54), El Tayeb, Ali Elkhidir, Yousif Hado, Kuku, Lado, Karar, El Bashir, Kamal Tambal (Hassan 77), Agab Sido (Babiker 62).

Goals: Eto'o 28 pen, Ali Elkhidir 34 og, Eto'o 90.

***

Egitto: El Hadari, Mohamed, Hany Said, Moawad, Gomaa, Fathi, Abd Rabou, Shawky, Hassan (Aboutrika 60), Moteab (Ibrahim Said 77), Zaki (Zidan 60).

Zambia: Mweene, Musonda, Himonde, Mwanza (Kampamba 30), Hachilensa, Chansa (Kalaba 77), Bakala, Felix Katongo, Christopher Katongo, Jacob Mulenga (Phiri 65), Chamanga.

Goals: Zaki 15. Christopher Katongo 88.

30 gennaio 2008

Coppa d'Africa - Day 10

Fonte: Gazzetta.it

COSTA D'AVORIO-MALI 3-0 - Il rullo compressore della Costa d’Avorio impressiona e prosegue la sua inesorabile corsa,non si impietosisce e non lascia nemmeno un golletto che avrebbe preservato nel torneo il Mali, che invece deve abbandonarlo a causa della differenza reti, in favore della fortunata Nigeria. Senza lo squalificato Diarra e con Sissoko e Kanouté a mezzo servizio, il Mali cerca con la forza della disperazione un sogno che si ferma sulla traversa colpita di Dramane Traorè al 67. minuto. Tutto finisce lì. Il CT delle Aquile Jodar aveva provato la difesa a tre e un folto centrocampo a cinque che permetteva a Seydou Keita, unico maliano sui suoi abituali standard, di sganciarsi e di andare al tiro, soluzione classica e di norma foriera di buoni risultati. Per il resto, ritmo troppo basso e poco sbocco sulle fasce anche per il 442 aggressivo degli ivoriani che pur giocando con qualche rincalzo hanno mostrato l’annunciata profondità della propria panchina. Drogba davanti con Arouna Kone, all’esordio in questa CAN, come Romaric, “Chico “Tiene (vice Boka a sinistra) e Emerson Fae largo a destra e 15 minuti del bomber del Werder Sanogo (che segna il gol del 3-0): tutti autori di un’ottima prova.
Il MIGLIORE - Lo sperimentale asse centrale della difesa ivoriana con Zoro e Zokora ha chiuso ogni varco, ha dato il proprio contributo in fase di costruzione (ottimi gli impulsi del centrocampista del Tottenham) e di realizzazione (rete dell’ex difensore del Messina). Zoro, che non ha mai giocato in patria, con Sonetti e Zeman ha giocato al centro della retroguardia (ottimo il suo affiatamento con Luca Fusco) prima di essere spostato sul lato destro nel prosieguo della sua carriera. Zokora nasce proprio difensore centrale e nell’Academie, la scuola di calcio dove si sono formati la maggior parte dei nazionali ivoriani, giocava in coppia con Kolo Touré proprio al centro della retroguardia. Ogni giocatore dell’Academie , per volontà del creatore della stessa, Jean Marc Guillou, adotta, “alla brasiliana”, un nomignolo: per Zokora fu Maestro da subito, per le sue capacità di lettura del gioco, anche oggi confermate.

NIGERIA-BENIN 2-0 - Si salva, con poco merito, la Nigeria che in un partita combattuta riesce ad avere ragione per due a zero del Benin già eliminato e si qualifica per i quarti dove sfiderà il Ghana. Berti Vogts rimescola nuovamente la squadra e dal “sorteggio” tra gli attaccanti stavolta la spuntano Utaka (poi sostituito da Obinna), Uche, Odemwingie e Yakubu. Proprio il gol del centravanti dell’Everton fa tirare un sospiro di sollievo al tecnico tedesco fissando, all’84’, il risultato sul 2-0, dopo il gol sblocca-risultato di Obi Mikel a inizio secondo tempo.

Carlo Pizzigoni
Dal sito della Gazzetta

Tabellini:
Costa d'Avorio: Barry, Eboue, Zokora, Zoro, Tiene, Fae, Romaric,Toure Yaya, Keita (Bakari Kone 59), Arouna Kone, Drogba (Sanogo 75).

Mali: Mahamadou Sidibe, Adama Coulibaly (Diallo 47), Kante, Tamboura, Sammy Traore, Drissa Diakite, Keita, Djibril Sidibe, Toure (Dissa 60), Kanoute (Mohamed Sissoko 46), Dramane Traore.

Goals: Drogba 10, Zoro 54, Sanogo 86

***

Nigeria: Ejide, Yobo, Nwaneri, Shittu, Taiwo, Etuhu (Eromoigbe 74), Uche, Obi Mikel, Utaka (Obinna 52), Odemwingie (Afolabi 90), Yakubu.

Benin: Amoussou, Gaspoz, Adenon, Chrysostome, Adjamossi (Ogunbiyi 46), Boco, Ahoueya, Oketola, Sessegnon (Maiga 84), Omotoyossi, Oumar Tchomogo.

Goals: Obi Mikel 53, Yakubu 86.

29 gennaio 2008

Coppa d'Africa - Day 9

Fonte: Gazzetta.it


GHANA-MAROCCO 2-0
La conferma del Ghana mette fuori dai giochi il Marocco, eliminato insieme alla Namibia dalla Coppa. Vincono due a zero i padroni di casa, meritatamente, ma hanno anche la fortuna di segnare al primo credibile tiro in porta, grazie a un’invenzione della coppia Muntari-Essien, con colpo sotto e assist dell’ex Udinese (autore pure del gol del 2-0 definitivo) e rete del centrocampista del Chelsea. Senza lo squalificato Kingston, il c.t. Leroy sposta Quincy a destra, Muntari a sinistra e Annan a coprire le scorribande di Essien, incursore principe e autore di una magnifica prova a tutto campo. L’allenatore del Ghana disegna una linea a 4 in mezzo perché teme il 4-3-3 marocchino con le sovrapposizioni del laterale destro Chretien e Hadji e Aboucherouane pronti a rinculare dall’attacco per rinfoltire la zona mediana e a ripartire velocemente per dare manforte a Chamakh. Da loro (oltre che dal panchinaro Sektioui) dovevano arrivare le maggiori soddisfazioni del Marocco, le giocate che elevavano i Leoni dell’Atlante al rango di pericolosa outsider, ma, fatta eccezione per il primo match in cui Alloudi ha messo dentro tre gol prima di infortunarsi e non tornare più, hanno profondamente deluso, mostrando sì tecnica, ma poca voglia di vincere. E non basta un gol annullato sull’1-0, forse buono, per raccontare del tracollo della squadra di Henri Michel.
IL MIGLIORE - Spaventosa la partita di Essien: libero di sganciarsi, palla al piede o senza, taglia a fette la difesa marocchina che non lesina pure le cattive maniere pur di fermarlo. Si inventa bomber per supplire alla solita inconsistenza in fase di finalizzazione degli attaccanti ed è il primo a consolare Asamoah, dopo le conclusioni del centravanti dell’Udinese finite sempre nel modo sbagliato. La fascia di capitano è sul braccio del difensore Mensah, ma l’anima della squadra è piuttosto riconoscibile.

GUINEA-NAMIBIA 1-1
Senza il proprio faro, Pascal Feindouno, espulso nel match precedente e out anche nella prossima partita, fa un enorme fatica la Guinea che non riesce nemmeno a mettere sotto la Namibia (1-1 il finale), che così guadagna il primo punto della manifestazione e una soddisfazione che accompagnerà il ritorno a casa. Buon per i guineani che hanno sostanzialmente archiviato la pratica vincendo col Marocco nella partita precedente. Gol di Youla dopo più di un’ora di gioco e pareggio nel finale di Brian Brendell, al suo secondo gol in questa Coppa.

Carlo Pizzigoni
Dal sito della Gazzetta

Ghana: Kingson, Sarpei, Addo, Pantsil, Mensah, Gyan (Baffour 88), Annan, Essien, Muntari, Quincy (Draman 89), Agogo (Ayew 83).

Marocco: Lamyaghri, Chretien, El Kaddouri, Ouaddou, Erbate, Kharja (Sektioui 46), Safri, Kabous (Kissi 90), Hadji, Aboucherouane (Zerka 55), Chamakh.

Goals: Essien 26, Muntari 46.

***

Guinea: Kemoko Camara, Ibrahima Sory Camara, Bobo Balde, Kalabane, Jabi, Mansare (Correa 85), Bangoura, Sacko, Bah, Soumah (Sylla 69), Youla (Karamoko Cisse 75).

Goals:

Namibia: Mbaha, Toromba, Gariseb, Piennar, Benjamin, Risser, Ngatjizeko, Brendell, Swartbooi (Kambonde 74), Katupose (Bester 46), Kaimbi (Pineas 64).


Goals: Youla (G) 62. Brendell (N) 81.

28 gennaio 2008

Coppa d'Africa - Day 8

Fonte: Gazzetta.it


ANGOLA-SENEGAL 3-1
La voglia, la costanza dell’Angola alla fine viene premiata, e adesso il Senegal è nei guai e potrebbe anche non bastare una vittoria nell’ultimo match del girone con il Sud Africa. Angola che ha meno talento individuale dei senegalesi ma molta più applicazione: mentalmente non lasciano mai la partita, sono sempre equilibrati in campo, sanno cosa fare: non è un caso il loro approdo al Mondiale tedesco in luogo di altri squadroni africani. In più, quest’anno è esploso Manucho (doppietta per lui oggi) e il problema della siccità offensiva d’un tempo è risolto. Senegal che invece va a strappi: inizia cercando direttamente le punte che devono aprire il gioco, va in vantaggio a seguito di un calcio piazzato, le combinazioni palla a terra aumentano, ed è un bel vedere scambiare uomini come Niang, Diouf e Diomansy Camara: ma non azzannano la partita, e i cali di concentrazione risultano fatali nella seconda parte dove incassa tre gol e non riesce più a scuotersi.
IL MIGLIORE - E’ ancora Manucho a riaggiustare la rotta delle Antilopi: prima con un bel colpo di testa dopo un ottimo movimento, poi d’opportunismo in mischia. In più lotta, dà la carica ai compagni e si muove con raziocinio e spirito di sacrificio. Capisce che i compagni si aspettano da lui la scossa, e gliela regala. Bella presa del Manchester United che non ha avuto paura di rischiare e potrebbe fare scuola per tante altre big d’Europa.
LA CURIOSITA' - Dopo un’ottima partita esce sconfitto stasera ma ha sicuramente un bel avvenire pieno di rivincite Moustapha Bayal Sall, nome nuovo del calcio senegalese e prospetto molto interessante. Intenditore, fisicamente più che prestante (195 cm per 90 chili), ottimo senso della posizione e buone letture in fase difensiva. "Fregato" da un procuratore norvegese che gli sottopose un contratto capestro da cui si è potuto liberare solo pagando con una squalifica che gli impedisce di giocare per il Saint Etienne, la squadra che più ha creduto in lui dopo un provino al Marsiglia, impressionata dal giocatore ma poco pronta a firmarlo.


TUNISIA-SUDAFRICA 3-1

Troppo solida questa Tunisia per il Sud Africa, che qui in Ghana ci è venuto soprattutto con l’obiettivo di costruire una squadra importante per i prossimi mondiali casalinghi del 2010. Partita chiusa nel primo tempo con tre reti, la Tunisia è sempre la stessa: tutti dietro la palla e ripartenze veloci, coperture adeguate e pochi rischi in fase di contenimento. Il gioco troppo "prudente" criticato da alcuni appassionati tunisini, è ormai un marchio di fabbrica che continua a portare risultati, all’ombra di Cartagine. L’opera di ringiovanimento di Lemerre aggiunge però qualità davanti e in mezzo al campo con le scorribande di Chikhaoui, stasera in netta crescita rispetto alla prima uscita. Stasera ottimo anche Ben Saada, autore di una segnatura. Sudafrica ingenuo ma volenteroso: Parreira vuole iniziare dalle fondamenta il suo lavoro e oppone al gioco speculativo dei rivali, palla a terra, velocità, inserimenti: tutto ancora da perfezionare, nella speranza che gli interpreti crescano un po’, però qualcosa si vede ed è meritato il gol del definitivo tre a uno segnato da Pienaar a fine match. I Bafana Bafana sono ancora un cantiere ma hanno una direzione di lavoro, non poco: vedremo dove li porterà, qui in Ghana hanno sperimentato, domani non basterà la presenza.
IL MIGLIORE - Due gol e un palo per Dos Santos (oltre a un incredibile errore sotto porta), ma la forza della Tunisia targata Lemerre è la compattezza. Dietro rischiano sempre pochissimo e il simbolo di questa solidità è il capitano e centrale del Birmingham, Radhi Jaidi.
LA CURIOSITA’ - Francileudo Silva dos Santos non è il vostro tipico nome tunisino. Infatti, il bomber tutto sostanza della Tunisia, gracile, non troppo tecnico ma con un sensibilissimo fiuto per il gol, in riva al Mediterraneo ci è arrivato nel 1998, dopo che lo Standard Liegi l’aveva scoperto nel Sampaio Correa, squadra di riferimento del Maranhao, stato del Nordest brasiliano non esattamente fucina di talenti della Seleçao. Ultimamente, però, da questa terra, centro del reggae made in Brazil e della Capoeira, è spuntato il talento di Guillherme, classe 1988, super prospetto del Cruzeiro, già in odore di Europa.

Carlo Pizzigoni
Dal sito della Gazzetta

Tabellini:
Senegal: Sylva, Guirane (Sougou 84), Beye, Diawara, Abdoulaye Faye, Sall, Mendy (Gueye 63), Diop, Diouf, Niang, D.Camara (H.Camara 70).

Angola: Lama, Airosa, Marques, Kali, Yamba Asha, Gilberto (Mateus 83), Macanga, Ze Kalanga, Manucho (Loco 88), Maurito (Dede 72), Flavio.

Goals: Abdoulaye Faye (S) 20.Manucho 50, 67, Flavio 78.

***

Tunisia: Kasraoui, Haggui, Mikari, Ben Fredj, Jaidi, Ben Saada, Nafti, Mnari (Zouaghi 75), Traoui, Chikhaoui (Jemaa 80), Santos (Ben Dhifallah 66).


Sudafrica: Josephs, Masilela (Evans 62), Mokoena, Morris, Mhlongo, Moon, Modise, Pienaar, Chabangu (Van Heerden 46), Zuma, Fanteni (Mphela 60).

Goals: Santos 8, Ben Saada 32, Santos 34. Pienaar (S) 87.

27 gennaio 2008

Coppa d'Africa - Day 7

Fonte: Gazzetta.it

CAMERUN-ZAMBIA 5-1
LA PARTITA - Risorge il Camerun, rifila cinque gol allo Zambia dopo la brutta batosta contro l’Egitto, ma non è tutto oro quello che luccica. Nella prima fase della partita, infatti, i Leoni Indomabili pressano alto (buona l’intenzione di Pfister di inserire Emana dietro le punte Eto’o e Job), ma lo Zambia riesce lo stesso a ripartire, anche se finalizza poco. Un calcio di punizione di Geremi, finito in rete per l’errore di posizionamento del portiere zambiano, porta in vantaggio il Camerun e inaugura una serie incredibile di regali della difesa dei Chipolopolo, che si ritrovano sotto di tre gol senza aver subito azioni strutturate dei rivali. Un mani in area allunga il tabellino dei Leoni indomabili (Eto’o su rigore) e un’altra follia difensiva lascia a Job il gol, ma la seconda frazione è tutta per lo Zambia (gol di Chris Katongo: meritatissimo), con il Camerun sceso in campo solo per far presenza. La vittoria larga spegne tuttavia qualche polemica e regala la tranquillità necessaria prima del match col Sudan.
IL MIGLIORE - Schierato stavolta dal primo minuto, Achille Emana, passione di Pantaleo Corvino, è l'uomo chiave della partita. Pressa e regala assist al bacio per i compagni proprio giocando dietro le punte, come faceva ai tempi del Valencia: società nella quale è cresciuto. Venticinque anni, centrocampista del Tolosa da diversi anni, come ha mostrato oggi può senza problemi bene evoluire nei sedici metri decisivi. Pensare che può giocare anche da difensore centrale. Polivalente. E pronto per una grande squadra.
LA CURIOSITA' - Messo sotto dall’Egitto, il c.t. Otto Pfister e Ngweha Ikouam, suo assistente, hanno pensato a come ristrutturare il centrocampo, oggetto principale degli allenamenti di questi giorni. Numerose le prove, che hanno coinvolto tutti i giocatori del ruolo, provati in diverse posizioni e con le più varie strutturazioni. Fatto fuori Makoun già prima della fine del primo tempo coi Faraoni, Pfister ha scelto il piccolo Song davanti alla difesa e riscoperto Emana trequartista, rilanciando M’bami.

EGITTO-SUDAN 3-0

LA PARTITA - Vittoria larga ma maglietta sudata a fine match per gli egiziani conto i “cugini” del Sudan. Shehata sceglie la stessa formazione del primo match, rinunciando così al rientrante Ahmed Hassan (era squalificato, subentrerà nella ripresa), capitano e miglior giocatore della scorsa edizione della Coppa, vinta proprio dagli egiziani. Il 3-4-3 dei Faraoni, però, va più a intermittenza rispetto a quello ammirato nella prima uscita: c’è una maggior ricerca del lancio lungo per non scoprirsi dietro e un recupero della palla troppo basso. Zidan e Emad, i due attaccanti più di movimento, solo a tratti riescono a segnare la partita coi loro scambi a terra, e c’è meno appoggio dalle fasce, specie di Sayed Mohawwad, ottimo contro il Camerun. Il Sudan ci mette voglia e buona volontà, tatticamente è ancora acerbo ma ha grande corsa e fisicità in ogni zona del campo, riesce anche ad andare al tiro alcune volte senza però creare granché. Apre Honsi Abd Rabou su rigore, nel secondo tempo chiude il match una doppietta di AbouTrika, sempre più sulla via della miglior condizione: potrà venire comodo più avanti nel torneo, dove l’Egitto pone la propria candidatura autorevole al bis consecutivo.
IL MIGLIORE - Partono ancora da Honsi le migliori giocate dell’Egitto. Centrocampista di sostanza, ex grande promessa, vede gioco, sa inserirsi e si mette al servizio della squadra in copertura quando serve. Al secondo rigore consecutivo segnato (il primo, nel match scorso con il Camerun), e anche stavolta con la ripetizione dell’esercizio. Giocatore che sta attirando le attenzioni di molti osservatori.
LA STORIA - Nel 1959 si scontravano in finale (anche se l’Egitto aveva il nome di Repubblica Araba Unita per la “fusione” con la Siria per il sogno panarabo di Nasser), oggi si ritrovano dopo tanti anni e con storie calcistiche opposte. L’Egitto è campione d’Africa in carica mentre il Sudan sta cercando di ricostruire il movimento calcistico (oltre al Paese). Proprio il c.t. egiziano dei Faraoni, Shehata, prima dell’inizio del torneo esaltava il balzo in avanti dei Falconi del Deserto: “Negli ultimi anni il calcio sudanese ha fatto enormi passi avanti, e sono ancora in crescita, vedrete tra qualche anno.”

Carlo Pizzigoni
Dal sito della Gazzetta

Tabellini:

Camerun: Kameni, Binya (Nkong 63), Song, Atouba, Bikey, M'Bami (Makoun 67), Geremi, Emana (Idrissou 77), Song Billong, Eto'o, Job.

Zambia: Mweene, Nketani (Himonde 38), Musonda, Mwanza, Hachilensa, Chansa, Bakala (Njovu 83), Felix Katongo, Jacob Mulenga, Christopher Katongo, Chamanga (Sunzu 64).

Goals: Geremi 28, Job 32, 82, Emana 44, Eto'o 66 (pen)Christopher Katongo (Z) 90.

***

Egitto: El Hadari, Fathallah (Hassan 56), Hany Said, Fathi, Moawad, Gomaa, Abd Rabou, Shawky, Zidan (Aboutrika 56), Moteab, Zaki (El Mohamady 80).

Sudan: Elmuiz Abdalla, El Tayeb, Ali Elkhidir, Eldin Ahmed Gibril (Ali Idris Farah 47), Kuku, Yousif Hado, Lado, Karar, Bader Eldin Abdalla, Kamal Tambal (Hameed Amari 60), Babiker (Agab Sido 81).

Goals: Abd Rabou 29 pen, Aboutriaka 78, 83.

26 gennaio 2008

Coppa d'Africa - Day 6

Fonte: Gazzetta.it

COSTA D'AVORIO-BENIN 4-1
Nemmeno la supponenza d’inizio partita frena la Costa d’Avorio, poco concentrata e consapevole della propria superiorità. Se lo può permettere, dato che rifila quattro gol (Drogba, Yaya Touré, Keita e Aruna Dindane) a un volenteroso Benin che poco può (qualche ripartenza e un gol al novantesimo dell’ottimo attaccante Omotoyossi). Gerard Gili, c.t. degli Elefanti, per una partita contro una squadra che mira essenzialmente a difendersi abbandona la linea a tre dietro, proposta contro la Nigeria, e schiera un 4-2-3-1 molto offensivo, con i quattro giocatori d’attacco (Drogba, Kalou, Aruna Dindane e il Keita del Lione) in grado di fare la differenza anche con le loro giocate individuali. Non rinuncia a pressare alto, e proprio un recupero di Yaya Touré oltre la metà campo dà il là al primo gol di Drogba e alla goleada. Un solo neo, ma bello grande: l’infortunio di Kolo Touré, fosse serio ci sarebbe di che preoccuparsi.
IL MIGLIORE - Tutti bene tra gli Elefanti. Aruna Dindane, riesce però a sommare un gol e due pali, oltre che una partita convincente. Gioiello della prima sfornata dell’Academie, che comprendeva anche Kolo Touré e Zokora, è sempre stato il giocatore più amato in patria e per lungo tempo ad Abidjan lo preferivano (e una larga fetta di appassionati lo preferisce ancora) a Drogba. Buone stagioni all’Anderlecht, poi offerte sfumate in Inghilterra per le esose richieste dei bianco-malva, che lo hanno ceduto anni dopo in Francia al Lens in un momento di grande frizione tra il club di Bruxelles e l’attaccante.
LA CURIOSITA’ - Kolo fornisce l’assist del secondo gol al fratello Yaya. Originari della zona nord della Costa d’Avorio sono cresciuti non assieme nella celeberrima Academie (il creatore della struttura, Jean Marc Guillou consigliò direttamente a Wenger il difensore) che ha sede ad Abidjan la città più importante del Paese, all’estremo sud. I due potevano riunirsi anche all’Arsenal dove Kolo gioca da anni: due le opportunità per Yaya , la prima volta non convinse Wenger per l’atteggiamento un po’ troppo presuntuoso (il contrario della morigeratezza di Kolo) che esibì al provino, poi, quando giocava in Grecia, l’offerta dei londinesi non convinse l’Olympiacos, che lo spedì al Monaco. Poi arrivò il Barça prima del’Inter.

NIGERIA-MALI 0-0
Basterà un pareggio nel prossimo match con la Costa d’Avorio per qualificare il Mali ai quarti di finale, escludendo così la Nigeria dalle prime otto del torneo. Non facile ma possibile, e anche meritato, dopo il pareggio a reti bianche di stasera. Ennesima sconcertante prestazione della Nigeria di Vogts, che si limita a far girare gli attaccanti a disposizione della sua rosa, tra l’altro scontentandoli tutti, e a indicare il lancio lungo per le punte. Rare sovrapposizioni, limitate combinazioni a terra in fase di costruzione del gioco: tutti limiti già visti e mai corretti. Mali bene a centrocampo, piuttosto sicuro anche dietro e 4-1-3-2 che, se non elimina i problemi di finalizzazione, evidenzia una squadra più compatta, con grande ordine e buona spaziatura tra i reparti. Ultimi venti minuti con più frenesia e opportunità per entrambe le squadre di schiodare lo 0-0: poca mira e un punto a testa.
IL MIGLIORE - Il centrocampo del Mali è di altissima qualità. La leadership e le doti di recuperatore di palla di Diarra coprono le scorribande di Keita, sempre pericoloso con inserimenti e tiro da fuori, e la freschezza nelle ripartenze di Momo Sissoko e Amadou Sidibe. Il quasi centrocampista della Juve ha facilità di corsa ottimo controllo di palla e sa stare in campo, Jodar ha ridisegnato la squadra per comprenderlo nell’11 titolare. A 23 anni folle liberarsi di questo giocatore, buon per la squadra di Ranieri.
LA CURIOSITA’ - Ha preso un incrociatore e non ha ancor dimostrato si saperlo condurre. Dopo l’imbarcata con la Scozia, Berti Vogts rischia di fare una figura pessima anche sotto l’Equatore. Partite sempre poco convincenti, mai un progetto tattico definito, continui cambi che più che regalare opportunità a tutti minano la stabilità e le certezze del gruppo. In tutto ciò, il tedesco è riuscito solo a lamentarsi del fatto che “in questa federazione c’è poca organizzazione.” Molti ad Abuja sostengono che, se fosse migliore, Vogts sarebbe su un’altra panchina… Ha ancora una partita per convincerli del contrario.

Carlo Pizzigoni
Dal sito della Gazzetta

Tabellini:
Costa d'Avorio: Boubacar Barry, Emmanuel Eboue, Abdoulaye Meite, Kolo Toure (Lahore Gohouri, 45),Arthur Boka, Yaya Toure, Didier Zokora, Aruna Dindane, Didier Drogba (Boubacar Sanogo, 66), Salomon Kalou, Abdul Keita (Kouassi Yao, 75).

Benin: Rachad Chitou, Khaled Adenon, Damien Chrysostome (Noel Seika, 66), Stephane Sessegnon, Alain Gaspoz (Mouritala Ogounbiyi, 50), Romuald Boco, Razack Omotoyossi, Oumar Tchomogo, Anicet Adjamossi, Seidah Tchomogo (Abou Maiga, 58), Jocelin Ahoueya (Wassiou Oladikpikpo, 82).

Goals: Drogba 40, Toure (Yaya) 44, Keita 52, Dindane, Omatoyossi (B) 90

***

Nigeria: Ejide, Yobo, Taiwo, Nwaneri, Shittu, Obi, Olofinjana, Odemwingie (Uche 58), Obinna (Makinwa 84), Yakubu, Martins (Utaka 46).

Mali: Mahamadou Sidibe,Diamoutene,Kante, Adama Coulibaly,Tamboura, Amadou Sidibe (Dembele 86), Diarra, Keita, Mohamed Sissoko (Drissa Diakite 82), Kanoute, Dramane Traore (Diallo 74).

25 gennaio 2008

Coppa d'Africa - Day 5

Fonte: Gazzetta.it

GHANA-NAMIBIA 1-0
Non rischia praticamente nulla il Ghana nel match contro la poco competitiva Namibia, ma è poco bene augurante che la vittoria sia arrivata, nonostante la grande mole di gioco, solo per uno striminzito gol (Junior Agogo al 41’). Il Ghana è perfetto fino alla conclusione, varia le combinazioni palla a terra, con buona sincronia di movimenti, alla ricerca diretta delle punte (Agogo ancora obiettivo delle aperture di centrocampo e difesa), ha giocatori con ottime doti di inserimento e "sparo" (Essien, Muntari), sa usare le fasce anche se l’ex olandese Quincy dovrebbe essere più concreto, però fa una fatica tremenda a finalizzare, e questo non è mai un buon segno. Certo, le Black Stars potranno anche arrivare fino in fondo (e la solidità del gruppo spinge in tale direzione), ma quando gli avversari avranno nomi e potenziali differenti da quelli di stasera, lo sforzo da profondere per ottenere il massimo risultato sarà notevole.
IL MIGLIORE - Claude Leroy ha inventato Manuel Agogo punto di sbocco della squadra: le caratteristiche, fisiche soprattutto di "Junior" (180 cm e magliette xl) erano adatte per "aprire" il gioco di una squadra che doveva avere più varietà rispetto a quella tutta (e solo) corsa dei mondiali tedeschi. Quindi, Agogo: cresciuto in Inghilterra, nello Sheffield Wednesday , ha girato parecchio sottobosco britannico prima di fare un salto negli USA, journey-man pure laggiù, con tre squadre in due anni e poi ritorno ad Albione. Diverse annate nelle periferie con tre anni al Bristol Rovers e dal 2006 al Nottingham Forest (precipitato dalle Coppe Campioni di Brian Clough – fine Settanta- all’attuale League One, la C inglese).
LA CURIOSITA’ - È In condizioni migliori l’erba del campo Ohene Djan di Accra. Claude Leroy era imbufalito dopo il match inaugurale, avendo trovato un prato indecente: "Con tutti gli sforzi che si sono fatti in questi tempi e i soldi spesi per quest'impianto, trovare uno scempio del genere è difficile da digerire" aveva detto. "Abbiamo giocato il torneo delle “4 Nazioni” e l’erba era perfetta, l’abbiamo poi ritrovata in questo stato, con il pallone che non rotola. Speriamo che di qui alla fine vada meglio. Però è un vero peccato, soprattutto per questa gente, che ha lavorato tanto e bene in questi anni e deve essere mortificato dalla leggerezza di pochi irresponsabili".

GUINEA-MAROCCO 3-2
Risorge la Guinea, mette sotto per 3-2 il Marocco e guadagna molte chance di qualificazione, dato che nell’ultimo match incontrerà la non irresistibile Namibia. La partita è molto godibile fin da subito e non ha un padrone certo almeno fino a secondo tempo inoltrato, quando il vantaggio dei guineani va oltre il gol. La velocità d’esecuzione del tridente marocchino è meno efficace rispetto alla prima uscita, anche perché manca Alloudi, autore di una tripletta nel match inaugurale e uscito ammaccato per qualche durezza di troppo dei namibani, e il suo sostituto Zerka ci mette molta volontà ma poco costrutto. La forza della Guinea risiede nella guida del suo leader Pascal Feindouno, che beffa il portiere marocchino e indirizza la partita nel primo tempo, grazie a un calcio di punizione dal lato corto dell’area che la mezzapunta del Saint Etienne indirizza sul primo palo invece che verso i compagni.
Modificato il tabellino, l’esplosività di Fodé Mansare largo a sinistra viene comoda per le ripartenze dei guineani e soprattutto il Marocco denuncia poca fisicità in mezzo al campo, e il muro del Syli National non va più giù. Sektioui sbaglia partita, Hadji e Chamakh non riescono a incidere: d’un tratto ci si accorge dell’assenza di un bomber vero, che Michel non trova nemmeno coi cambi. Feindouno si fa cacciare per un fallo di reazione e lascia il fortino guineano agli assedi marocchini per venticinque minuti: c’è solo il tempo per accorciare le distanze con il difensore Ouaddou, ma la vittoria rimane della Guinea.
IL MIGLIORE - Il carisma di Feindouno è indubbio, le sue giocate decidono il match, dato che dopo il primo gol piazza il rigore del terzo gol. Peccato per l’espulsione, meritata e poco intelligente: non da lui.
LA CURIOSITÀ - Mansare ha distrutto fisicamente la retroguardia marocchina, e finalmente dà segni di vita Bangoura, giocatore della Dinamo Kiev dal talento cristallino, ma dalla poca applicazione: scompare un po’ troppo frequentemente dalla partita, stavolta invece firma il secondo, decisivo gol della sua nazionale. Entrambi sono cresciuti da giovanissimi nel settore giovanile del piccolo Gazelec di Ajaccio, oggi sparito dalle mappe del calcio francese d’élite.

Carlo Pizzigoni
Dal sito della Gazzetta

24 gennaio 2008

Coppa d'Africa - Day 4

Fonte: Gazzetta.it

TUNISIA-SENEGAL 2-2

Primo tempo che premia la razionalità e l’ordine dei tunisini che vanno in vantaggio grazie a un bel diagonale di Jemaa e poi gestiscono un Senegal che fa fatica a rimettersi in carreggiata. Piano piano però, il Senegal riesce a scovare il ritmo giusto, non perde la testa (anche se certi atteggiamenti polemici di Diouf innervosiscono i compagni) e soprattutto trova con il giovane Baya Sall un gol nel recupero che cambia la direzione del match.
La perfetta Tunisia dei primi 45 minuti mostra tutti i suoi limiti quando è costretta a fare la partita e non solo a giocare negli spazi. In più, il nuovo assetto dei
Leoni della Teranga, che prevede il tridente con l’ingresso di Henri Camara che affianca Diouf e Niang, dà molto più fastidio all’ottima linea a 4 delle Aquile di Cartagine diretta da Jaidi. La maggior generosità dei senegalesi è premiata da un gol in mischia dell’ex Modena Diomansy Camara: la Tunisia, che soffre il centrocampo molto fisico e potente degli avversari, riesce a trovare il pareggio grazie a una sventola da fuori di Traoui che coglie dormiente il portiere del Lille, Silva.
IL MIGLIORE - Recupera palloni, cerca di impostare senza forzare la giocata, mantiene la calma , trova il gol del pareggio: il ventunenne Baya Sall mostra le sue qualità. D’accordo, il fisico non si insegna (195 cm, spalle larghe e coordinazione sono un bel dono dall’Altissimo) epperò le doti di maturità che tanti gli attribuiscono e che hanno spinto il Saint Etienne a “rubarlo” ai norvegesi dell’IK Start cominciano a fare bella mostra. Da seguire.
LA CURIOSITÀ - Ottime giocate anche quelle del terzino sinistro Wissem El Bekri, bravo a pescare Jemaa nell’azione del primo gol e continuamente pronto ad accompagnare l’azione della Tunisia. Bekri gioca nell’Esperance di Tunisi ma è nato e cresciuto in Francia da genitori maghrebini. Si è distinto nel suo paese natale per essersi imposto nel piccolo club del Chateauroux, con cui arrivò, nel 2004, pur militando nella serie B francese (Ligue 2), fino alla finale di Coppa di Francia, persa poi in finale col PSG. L’anno dopo attraversò il Mediterraneo.

SUDAFRICA-ANGOLA 1-1
Più che l’organizzazione, poté la voglia. Se l’inizio educato del Sudafrica, con giocate palla a terra e movimenti sincronici, aveva prodotto poco e si era sgonfiato presto sotto i colpi dei contropiedi angolani, un secondo tempo disordinato, a tratti disarmante (sembrava essere tornati a l’era pre Parreira della confusione assoluta), porta in dote al Sudafrica, grazie a un gran tiro da fuori di van Heerden, un punticino prezioso e l’entusiasmo di proseguire il progetto che il CT brasiliano sta costruendo giorno dopo giorno. L’Angola sorniona doveva approfittare maggiormente degli spazi lasciati dai Bafana Bafana, ma l’atteggiamento oltremodo contenitivo, fatto di contropiedi con pochissimi “rimorchi” attivi, quindi esclusivamente di solo soluzioni primarie o gestione del pallone senza affondare, non ha pagato come altre volte.
IL MIGLIORE - Flavio, attaccante dell’Al Ahly è davvero un bel giocatore, una specie di Rocchi minore: bravo anche a controllare palla, bene al tiro e grande uomo assist: stupendo il controllo e l’assist per il gol angolano di Manucho. Con un fisico più importante l’Egitto non l’avrebbe nemmeno visto, anche se sotto le piramidi, grazie alla sua QI calcistico, si è tolto più di una soddisfazione.
LA CURIOSITA’ - Primo gol della manifestazione per Manucho, appena acquistato dal Manchester United. Classe ’83, alto, longilineo, dinoccolato, ha grande forza fisica, segna (oggi grande colpo di testa in anticipo con perfetta coordinazione) e sa giocare spalle alla porta. Scommessa di Ferguson che su consiglio del lusofono suo secondo Carlos Queiroz l’ha pescato direttamente dall’Africa portoghese.

Carlo Pizzigoni
Dal sito della Gazzetta

Tabellini:

Tunisia: Kasraoui, Haggui, El Bekri, Jaidi, Felhi, Mnari, Zouaghi (Ben Dhifallah 80), Traoui, Santos (Zaiem 63), Jemaa (Mikari 86), Chikhaoui.
Senegal: Sylva, Diawara, Abdoulaye Faye, Beye, Guirane, N'Doye (Diop 63), Sall, Mendy (Camara 61), Kamara, Niang (Gueye 88), Diouf.

Goals T: Jemaa 9, Traoui 82.
Goals S: Sall 45, Kamara 66.

***

Sudafrica: Josephs, Masilela, Morris, Moon, Mokoena, Tshabalala (Chabangu 46), Pienaar (Van Heerden 71), Modise, Mhlongo, Moriri (Fanteni 46), Zuma.
Angola: Joao Lama, Airosa (Loco 89), Yamba Asha, Kali, Marques, Figueiredo (Ze Kalanga 64), Macanga, Gilberto, Mendonca (Edson 73), Flavio, Manucho.

Goals: Manucho 29, van Heerden 87

23 gennaio 2008

Coppa d'Africa - Day 3

ZAMBIA-SUDAN 3-0
Fonte: Gazzetta.it
Lo Zambia si impone sul Sudan, il risultato (3-0) mente un po’ però nelle proporzioni. Zambia che parte forte e arriva subito al gol con una bella combinazione Mulanga-Chamango che fa secco il poco reattivo portiere sudanese. Poi scontro tra due stili di gioco differenti con lo Zambia impegnato a tenere altissimo il ritmo, anche a costo di più di un errore di precisione, e Sudan che predilige giocare a ritmi bassi con appoggi frequenti e corti prima della verticalizzazione. I sudanesi spaventano più volte la difesa zambiana, ma sono poco precisi. Secondo tempo spezzato in due dalle reti dello Zambia (in gol Mulanga e Katongo), fiducia dei sudanesi sotto i tacchi e risultato che si gonfia a dismisura e oltre i meriti dei Chipolopolo.
IL MIGLIORE - Felix Katongo esce alla distanza, ma nel primo tempo l’azione del capitano Clive Hachilensa è determinante per abbattere muro e certezze difensive dei Falconi del Deserto. Hachilensa è una lama che fende la fascia destra sudanese, ha buona tecnica e bel tempo di inserimento . Ha giocato nel freddissimo, specie per lui, campionato finlandese dove non ha impiegato molto a divenire idolo del club di Mariehamn, nelle isole Aland.
LA CURIOSITÀ - La musica e le danze accompagnano ogni partita della CAN. In questa occasione non sono mancate le fanfare: distinzione delle squadre che hanno avuto, come lo Zambia, una colonizzazione inglese (celebre è la truppa di fiati che segue la Nigeria). Le nazioni francofone lasciano invece più spazio agli strumenti a percussione. Insomma, il ritmo, anche sulle tribune, non manca mai.
EGITTO-CAMERUN 4-2
Brutto tonfo del Camerun nell’esordio in coppa d'Africa: viene asfaltato sotto 4 gol dell’Egitto. Il risultato (4-2) rispecchia l’andamento della partita, sostanzialmente già chiusa nel primo tempo con gli egiziani in vantaggio di tre gol.
Linea a tre dietro, Shawky e Hosni a dirigere pressing e operazioni in mezzo, buona spinta sulle fasce in fase di accompagnamento della transizione e contropiede - quando possibile - perfetto con grande movimento delle tre punte Zidan, Zaki e Emad anche a difesa schierata: l’Egitto non sbaglia nulla e umilia un Camerun lento e prevedibile, che gioca senza idee.I Leoni Indomabili si limitano a lanciare lungo e ad aspettarsi qualcosa di Eto’o che pecca in personalità, ma a cui francamente non si può chiedere di partire da fermo a trenta metri dalla porta e di decidere la partita… Il Camerun fa sempre meno paura, si intestardisce ad attaccare a testa bassa individualmente. Il c.t. Pfister prova già nel primo tempo con le sostituzioni, escludendo Makoun, ma è l’organizzazione generale che manca e le responsabilità sono anche sue: non è accettabile che i "nomi" (anche giovani e interessanti: nella seconda parte ha esordito il Song "giovane", Alex, un ’87 di proprietà dell’Arsenal) che mette in campo il Camerun rendano così male. Le critiche che monteranno da stasera non lo aiuteranno certo.Mohamed Zidan sbaglia un gol nella prima azione del match, ma ha la gamba giusta e la tecnica necessaria per affondare nella difesa ballerina del Camerun. Testa matta, litigò con Tardelli rifiutando la nazionale e sperimentando la possibilità di giocare per la Danimarca, dove allora evoluiva (nel Midtjylland), prima di arrivare in Germania (ora è all’Amburgo). Nemmeno con l’attuale c.t. Shehata le pubbliche relazioni sono inizialmente andate benissimo, poi, per fortuna dell’Egitto, tutto è andato a posto.
LA STORIA - Vedere giocare certe ottime partite a Hosni continua a far pensare alla sua gioventù (anche se ora ha solo 24 anni), quando tutti gli pronosticavano un futuro da grandissimo. Emissari europei avevano bussato alla porta dell’Ismaily subito dopo il Mondiale under 20 del 2003 negli Emirati: pare ci provarono anche club italiani, tra cui la Juve. Non se ne fece nulla e, addirittura, alla prima esperienza in Francia deluse enormemente, e tornò in Egitto senza rimpianti. Pronto per il viaggio di ritorno?

Carlo Pizzigoni
Dal sito della Gazzetta

Tabellini:
Sudan: Elmuiz Abdalla, Bakhit, Ali Elkhidir, Eldin Ahmed Gibril, Lado, Karar, El Bashir (Ali Idris Farah 80), Bader Eldin Abdalla, Ahmed (Yousif Hado 24), Kamal Tambal, Agab Sido (Babiker 57).
Zambia: Mweene, Nketani, Musonda, Mwanza, Hachilensa, Bakala, Kalaba, Felix Katongo, Jacob Mulenga, Phiri (Mayuka 70), Chamanga (Clifford Mulenga 83).
Goals: Chamanga 2, Jacob Mulenga 51, Felix Katongo 60.


Egitto: El Hadari, Fathallah, Moawad (Mohamed 90), Gomaa, Hany Said, Fathi, Hosni Abd Rabou, Shawky, Zidan (El Mohamady 68), Moteab, Zaki (Aboutriaka 60).
Camerun: Kameni, Geremi, Song, Bikey, Atouba, Makoun (Binya 38), N'Guemo (Emana 46), Epalle, Mbia (Song Billong 46), Idrissou, Eto'o.
Goals E: Hosni Abd Rabou 14 pen, Zidan 16, 45, HosniAbd Rabou 82.
Goals C: Eto'o 51, 90 pen.

22 gennaio 2008

Coppa d'Africa - Day 2

Fonte: Gazzetta.it

MAROCCO – NAMIBIA 5-1
Passeggia alla prima uscita, il Marocco. Mette sotto 5-1 la Namibia, cenerentola del girone e forse del torneo, senza sudare granché, anche perché dopo la prima verticalizzazione è già avanti uno a zero. Le marcature si susseguono, c’è il tempo anche di far gioire qualche decina di tifosi giunti in Ghana dalla Namibia per il gol del 2-1, ma la partita rimane sotto controllo anche se qualche smagliatura il 4-2-3-1costruito da Henri Michel ce l’ha. E proprio il tecnico francese la intravede, consumando le poche parole che regala ai suoi solo incitando alla ricostituzione della linea di centrocampo dopo ogni attacco. Trio delle meraviglie (Sektioui–Hadji -Alloudi) dietro Chamakh che funziona, ma a illuminarlo è il nome meno noto: Alloudi. Namibia che fa il suo, non si difende con ordine e attacca con volontà, ma la generosità porta in dono il primo gol del torneo, che sarà un’esperienza breve ma intensa per un calcio che sta tentando di costruirsi.
Il migliore - Soufiane Alloudi, 24 anni, segna tre gol che chiudono subito la partita, prima di venire azzoppato da un paio di interventi duri e pilota molti osservatori sulle sue tracce: gioca negli Emirati agli ordini dell’ex c.t. del Camerun, Schaefer.
La curiosità - Bella prova in mezzo al campo di Kabous, l’altro giocatore che proviene dal campionato del Golfo. Recupera palloni, regala equilibrio al centrocampo, non tira indietro al gamba quando c’è da “far legna”. Anche sotto i pozzi di petrolio ci sono calciatori all’altezza.
COSTA D’AVORIO – NIGERIA 1-0
La Costa d’Avorio si aggiudica meritatamente il primo scontro tra titani di questa Coppa d’Africa. Il c.t. degli Elefanti, Gili, vuole un 3-4-3 che offre la possibilità di pressare a Zokora e Yaya Touré e di spingere ai due terzini Eboué e Boka, senza lasciare la difesa condotta da Kolo Touré in parità numerica con gli avversari. Risultati egregi, almeno finché gli ivoriani tengono alto il ritmo della gara. La Nigeria è attendista oltre misura e quando aspetta raramente è pericolosa, eccezion fatta per i missili da fuori area di Taiwo, che preoccupano non poco l’incerto Copa. Martins a sinistra, Yakubu al centro e Utaka a destra, con dietro Kanu, servono a poco se sono continuamente costretti a rientrare o a giocare spalle alla porta. Mikel può far poco. L’equilibrio è poi rotto nel secondo tempo da una giocata di Salomon Kalou, più incisivo del leader carismatico del team e suo compagno nel Chelsea, Didier Drogba, ancora un po’ indietro di condizione dopo l’infortunio.
Il migliore - Zokora si ritrova magicamente nella sua Costa d’Avorio dopo le magre londinesi di questi mesi. Gioca con personalità, pressa, propone, incita, dà suggerimenti: il Tottenham è proprio lontano.
La curiosità - Salomon Kalou questa partita non doveva nemmeno giocarla se le autorità olandesi un paio d’anni fa gli avessero sottoscritto il passaporto olandese come voleva Marco Van Basten, c.t. degli Orange, e grande estimatore del giocatore portato al Feyenoord dal fratello Bonaventure. Non superò l’esame di lingua e "restò" ivoriano. In patria molti non lo volevano più tra gli Elefanti: il talento ha poi messo d’accordo tutti.
MALI-BENIN 1-0
Esordio vincente per il Mali, ma quanta fatica! Nonostante la presenza di Kanouté, la formula offensiva del Mali non funziona. Keita e Diarra in mezzo al campo non riescono a velocizzare l’azione, hanno l’appoggio sull’esterno esclusivamente del sorprendente Amadou Sidibe ( ragazzo dell’86 molto interessante, gioca ancora in Mali) e il gioco stagna al centro. Si arriva anche ai sedici metri, ma si conclude spesso da fuori area, unica soluzione credibile al momento. Urge fantasia. Il Benin si difende facendo densità dietro, non riesce ad innescare Omotoyossi in contropiede, ma fisicamente tiene botta e nei minuti finali dice la sua e rischia di pareggiare.
Il migliore - Frederic Kanoute ha il merito di cercare il tiro da fuori non trattenuto dal portiere avversario che dà il la al rigore, nonché della trasformazione dello stesso. Non è al meglio ma cerca almeno di razionalizzare le giocate, senza grandi risultati soprattutto per la scarsa assistenza altrui.
La curiosità - Alain Gaspoz, svizzero con sangue del Benin nelle vene, ha registrato la sua migliore stagione nel 1997 sotto Albertino Bigon al Sion. Ne è passato di tempo. Aveva già detto addio al calcio ma è stato richiamato perché la sua esperienza faceva comodo: peccato sia stato proprio lui, e pure con ingenuità non degna della sua carta d’identità (che scrive 1970), ad atterrare Dramane Traoré nell’azione del rigore. Meglio, molto meglio Damien Chrysostome che, anche se con un po’ di ruvidezza, ha tenuto a bada i mostri sacri del Mali: i tifosi e gli amici di Casale, dove gioca, nella nostra serie D, saranno contenti.
Carlo Pizzigoni

Dal sito della Gazzetta

17 gennaio 2008

Coppa d'Africa 2008

E' in linea la presentazione delle 16 squadre che disputeranno la Coppa d'Africa che ho redatto per La Gazzetta.

Lo trovate QUI, sul sito on line www.gazzetta.it

15 gennaio 2008

FINALE INTERLIGA - AMERICA vs CRUZ AZUL




Che partita: America in Libertadores

En penales gana América su pase a Libertadores al vencer a
Cruz Azul.

América mantiene el dominio sobre Cruz Azul al derrotarlo 5-3 en
penales, tras empatar 3-3, y así consiguió el pase a la Copa
Libertadores, en un drámatico partido que cerró el Torneo
Interliga 2008, que se disputó en el estadio Home Depot Center.

Por América marcaron el paraguayo Salvador Cabañas, en dos
ocasiones, al minuto nueve y al 44, éste último por la vía penal, y
el uruguayo Rodrigo López, al 117. César Villaluz (3), Jaime
Lozano (70), desde los "once pasos", y Gerardo Lugo (103)
marcaron por Cruz Azul.

Desde el manchón penal, América fue más certero que Cruz Azul
que quedó fuera tras la falla del paraguayo Cristian Riveros y así
decretar una decepción más de su equipo ante América, que
sumó 12 partidos consecutivos sin perder ante los celestes.

El cuadro de Coapa quedó ubicado en el Grupo 5 de la justa
continental y enfrentará a River Plate de Argentina, Universidad
Católica de Chile y San Martín de Perú.

La pesada loza de 11 partidos sin poder derrotar al América y el
pase la Copa Libertadores fue la principal motivación que tuvo un
cuadro celeste que inició con el motor revolucionado en busca de
finiquitar las acciones desde muy temprano.

Y parecía que por fin cambiarían la historia, pues apenas al
minuto tres la velocidad del uruguayo Nicolás Vigneri hizo
estragos en una desordenada zaga americanista.

An una acción por derecha en la que por velocidad se llevó a
Ismael Rodríguez, el "charrúa" mandó un centro a la llegada de
César Villauz, quien con un toque suave batió al portero Guillermo
Ochoa.

El medio campo de Cruz Azul, la dinámica y la intensidad que
pusieron sus jugadores les valió para tener una mayor posesión
de balón y no prestárselo a los de Coapa, que no se encontraban
dentro de la cancha, esto debido en gran parte a la ausencia de
Alejandro Argüello.

El buen trabajo que realizaron los pupilos del uruguayo Sergio
Markarián se fueron al traste en un tiro de esquina por derecha de
Richard Núñez, en el que el paraguayo Denis Caniza perdió la
marca de su compatriota Salvador Cabañas, quien de frente
conectó un remate cruzado para batir a Oscar Pérez, al minuto
nueve.

Luego de este intenso inicio, ambos equipos le bajaron a su
ritmo, con un Cruz Azul mejor sobre la cancha, pero sin ser capaz
de reflejarlo en el marcador.

Una muestra clara de esta situación se dio al minuto 38, en un
tiro de esquina por derecha que Vigneri peinó a segundo poste a
la ubicación del paraguayo Carlos Bonet, quien sin marca alguna
y a escaso un metro de la portería, de manera increíble estrelló
su remate en el poste, al minuto 38.

Esta acción pesó en demasía, ya que sólo cuatro minutos
después, Juan Carlos Mosqueda hizo una gran jugada individual
en la que se quitó a tres rivales para ser derribado dentro del área
por el paraguayo Cristian Riveros, para que se decretara la pena
máxima.

El encargado de ejecutar desde los "once pasos" fue Cabañas,
quien lo tiró muy mal, pero la potencia le ayudó para batir al
"Conejo" Pérez, quien pese a que alcanzó a tocar el esférico no
pudo detener su camino al fondo de las redes, al 44.

Los celestes no tenían otra opción más que ir al frente y así lo
hicieron para la parte complementaria, pero sin la profundidad de
la primera parte, motivado principalmente porque Villaluz y Vigneri
no tuvieron la misma conexión.

Caundo no se veía por dónde la "Máquina" podría conseguir la
igualada, apareció el silbante estadounidense Kevin Stott para
señalar como penal un "clavado" del tamaño del estadio de
Jaime Lozano, en una barrida de Mosqueda.

El propio "Jimmy" tomó la responsabilidad de la pena máxima y lo
hizo muy bien al engañar a Ochoa con un toque suave cargado a
la derecha del guardameta, para poner los cartones 2-2, al
minuto 70.

Cruz Azul se fue con todo en pos de darle vuelta y bien pudo
hacerlo, pero una vez más el silbante influyó en el marcador al no
señalar un claro penal de José Antonio Castro sobre Andrade, al
80.

La falta de contundencia de Cruz Azul, que fue mejor sobre la
cancha, obligó a que el partido se fuera a tiempo extra, donde el
cuadro del argentino Daniel Alberto Brailovsky mejoró con el
ingreso de Jesús Mosqueda, en la recuperación del esférico.

Cuando América había logrado sortear el vendabal de más de 90
minuto que impuso Cruz Azul, una grave desatención le abrió las
puertas a su rival para darle la vuelta a través de Gerardo Lugo,
quien dentro del área se encontró con un balón para definir con
un "punterazo", al 103.

América no tuvo de otra más que ir al frente, y cuando todo
parecía perdido el "More" Mosqueda hizo una excepcional jugada
por derecha donde se llevó a Rogelio Chávez, llegó a línea de
fondo para mandar una diagonal reatrasada que el uruguayo
Hernán López, de "tacón", resolvió al 117, para mandar a penales.

El arbitraje estuvo a cargo del estadounidense Kevin Stott, quien
estuvo a su nivel, con una pésima actuación.

Amonestó a Gerardo Torrado (2) y al paraguayo Cristian Riveros
(42) por Cruz Azul. Ismael Rodríguez (6) Oscar Rojas (37),
Enrique Esqueda (40), Germán Villa (54) y el uruguayo Richard
Núñez (71) vieron cartón preventivo por América.

Alineaciones:

América.- Guillermo Ochoa, José Antonio Castro, Rodrigo Iñigo,
Ismael Rodríguez, Oscar Rojas, Germán Villa, Juan Carlos Silva,
Juan Carlos Mosqueda, Richard Núñez (Jesús Mosqueda, 84),
Enrique Esqueda (Rodrigo López, 79) y Salvador Cabañas. DT
Daniel Brailovsky (ARG).

Cruz Azul.- Oscar Pérez, Jaime Lozano (Rogelio Chávez, 98), Julio
César Domínguez, Denis Caniza (Joel Huiqui, 85), Joaquín
Beltrán (Gerardo Lugo, 65), Carlos Bonet, Gerardo Torrado, Edgar
Andrade, Cristian Riveros, César Villaluz y Nicolás Vigneri. DT
Sergio Markarián (URU).

Errores arbitrales nos robaron el partido contra América: Cruz
Azul


Con diversos matices, jugadores y cuerpo técnico del Cruz Azul
se dijeron "robados" por decisiones arbitrales en el partido en
que perdieron ante el América, con lo que perdieron la posibilidad
de asistir a la Copa Libertadores 2008.

"Tengo coraje y tristeza porque luego de dominar ampliamente al
América no puede ser que te ganen de esa forma, así que me río
de impotencia pero también porque estoy muy enojado de que
sacrifiqué vacaciones y el año nuevo para que te vean la cara así
por un árbitro como éste", dijo Gerardo Torrado.

07 gennaio 2008

INTERLIGA Day 3

CRUZ AZUL - MONTERREY 1-0




(Fonte: El Universal)
Cruz Azul consiguió hoy un importante triunfo de 1-0 sobre Monterrey, que lo mantiene con esperanzas de alcanzar un boleto a la Copa Libertadores de América, en juego correspondiente a la segunda fecha del Grupo B del Torneo Interliga.

La única anotación del encuentro, que se disputó en el estadio Robertson, fue obra de Edgar Andrade, al minuto 18. Con este resultado, la "Máquina" llegó a tres puntos y se metió en la pelea por un boleto, mientras que los regiomontanos se quedaron en cero fuera de toda posibilidad.

Los celestes buscarán su pase a semifinales el próximo martes cuando se mida con Pumas de la UNAM en el estadio Home Depot Center de Carson, California. Mientras que en el mismo escenario Monterrey intentará cerrar con un triunfo ante San Luis.

Cruz Azul entendió el momento que vivía, una derrota o empate los dejaría prácticamente fuera de toda posibilidad, por ello saltó a la cancha no sólo con la convicción de salir con los tres puntos, sino hacerlo mostrando una mejoría en su accionar.

El rival le ayudó mucho a los capitalinos, Monterrey mantuvo ese pobre funcionamiento, pese a las modificaciones de Isacc Mizrahi de dejar en la banca a Jared Borgetti y meter al chileno Humberto Suazo, en busca de que se entendiera con el brasileño Robert de Pinho.

Desde el silbatazo inicial los pupilos del uruguayo Sergio Markarián se apoderaron de la posesión del balón, el paraguayo Cristian Riveros y Gerardo Torrado le dieron solidez al medio campo donde ganaron la batalla al argentino Walter Ervitti y a Luis Pérez.

La velocidad de la delantera celeste hizo mucho daño para la zaga regiomontana que pecó de lenta y fue sorprendido en varias ocasiones por los "latigazos" cementeros.

La nueva generación de Cruz Azul y en la cual están puestas sus esperanzas en un futuro muy corto se combinó para abrir el marcador en una excelente combinación en la que César Villaluz con la cabeza habilitó a Edgar Andrade, quien por velocidad le ganó a la zaga de Monterrey para batir a Christian Martínez, al minuto 18.

Obligado por las circunstancias Monterrey salió con una actitud y un funcionamiento diferente al de los primeros 45 minutos, pero sin ser lo suficientemente bueno para hacerse del partido y generar acciones de peligro sobre la meta de Oscar Pérez.

Por ganas de Suazo y de Pinho no faltó, de lo que carecen es de entendimiento entre ellos y de apoyo de su medio campo, porque tenían que bajar a tres cuartos de cancha en busca de balones ante la ineficiencia de Luis Pérez para generar peligro.

Cruz Azul perdió un poco el control que presumió en el primer tiempo, el medio campo no lució tan fuerte y por momentos se vio superado en la posesión del esférico, y pese a esto tuvo una gran oportunidad de ampliar su ventaja y definir las acciones.

La velocidad nuevamente fue el arma cruzazulina en un excelente contragolpe que el uruguayo Nicolás Vigneri llevó hasta a la entrada del área donde sirvió un balón exacto a Andrade, quien de frente con todo para definir reventó el esférico por encima del travesaño, al minuto 59.

Sin otra opción, Mizrahi ordenó los ingresos de Carlos Ochoa y Jared Borgetti en busca de darle mayor poder ofensivo ante un Cruz Azul que el último cuarto de hora se dedicó a sobrellevar las acciones e inclusive se dio el lujo de debutar a Martín Galván, de 14 años de edad.

Monterrey buscó el empate de manera desesperada, pero los de la capital del país se mantuvieron firmes y cerraron su defensa para mantener intacta su meta y revivir sus esperanzas de regresar a la justa continental.

Alineaciones

Cruz Azul.- Oscar Pérez, Rogelio Chávez, Joaquín Beltrán, Julio César Domínguez, Joel Huiqui, Jaime Lozano, Christian Riveros, Gerardo Torrado, Edgar Andrade (Pablo Torres, 71), César Villaluz (José Luis López, 68) y Nicolás Vigneri (Martín Galván, 85). DT. Sergio Markarián (URU).

Monterrey.- Cristian Martínez, Jesús Arellano (Carlos Ochoa, 64), Pierre Ibarra (Elliot Huitrón, 46), Felipe Baloy, Diego Ordaz, William Paredes, Joel González, Walter Ervitti, Luis Pérez, Robert de Pinho y Humberto Suazo (Jared Borgetti, 76) DT. Isaac Mizrahi.


SAN LUIS - PUMAS UNAM 2-0

San Luis dio un paso hacia las finales del torneo Interliga de futbol, al vencer 2-0 a Pumas de la UNAM en partido disputado en el Estadio Robertson de esta ciudad y dejó a los universitarios con el problema de obtener su pase hasta la última jornada.

Las anotaciones que tienen al cuadro "Tunero" cerca del boleto a la Copa Libertadores fueron del colombiano Malher Tressor Moreno, a los ocho minutos de acción, y del argentino Alfredo Moreno, a los 35, para poner cifras definitivas.

Con este resultado, el conjunto que dirige Raúl Arias quedó en solitario en la cima del Grupo B del eliminatorio, con seis puntos, en tanto Pumas se estancó en tres, mismos que tiene Cruz Azul, su rival en la última fecha, y Monterrey se ubica en el fondo (0), ya eliminado.

Aunque los pupilos del brasileño Ricardo Ferretti empezaron con entusiasmo el encuentro y pusieron en apuros la meta defendida por Adrián Martínez, el cuadro sanluisino se sobrepuso y tomó el control del partido para abrir el marcador al minuto ocho.

Humberto González intentó salir jugando pero perdió la pelota con el argentino Eduardo Coudet, quien la dejó en los pies de Tressor Moreno y éste enfiló a la meta de Alejandro Palacios, al que venció con tiro por abajo, pegado al poste izquierdo para el 1-0.

Dueño de las acciones, San Luis generó mucha llegada sobre la meta universitaria, cuya zaga apenas atinaba a despejar y Alfredo Moreno estuvo cerca del 2-0, pero una buena salida del arquero Palacios evitó la anotación.

Sin embargo, nada pudo hacer en el 2-0 del "pampero", quien con el pie derecho terminó una buena jugada de pared que Tressor Moreno llevó con Mario Pérez, quien había entrado por izquierda para centrar a la llegada del campeón de goleo del futbol mexicano, al minuto 35.

Para la segunda parte, Pumas salió con la misma ambición, pero se topó con un rival que impuso su experiencia y estilo para manejar el encuentro a su antojo y jugarle al contragolpe al cuadro auriazul, al que le costó trabajo llegar con peligro a la meta de Martínez.

Más con entusiasmo y entrega que con buen futbol, el cuadro de la UNAM hilvanó algunas llegadas de peligro sobre el marco rival, pero la figura de Martínez se agrandó y detuvo todo lo que le mandó la delantera universitaria, que se fue en blanco.

Alineaciones

San Luis.- Adrián Martínez, Oscar Mascorro, Adrián García Arias, Omar Monjaraz, Mario Pérez, Israel Martínez (Braulio Luna, 61), Eduardo Coudet, Luis Ignacio González, Octavio Valdez (Ignacio Torres 80), Alfredo Moreno y Malher Tressor Moreno (Víctor Piriz, 71). DT Raúl Arias.

UNAM.- Alejandro Palacios, Luis Rosas, Sinuhé Jaramillo, Humberto González, Marco Antonio Palacios, David Cabrera, Alex Diego, Jehú Chiapas (Fernando Morales, 67), Pablo Bonells (Oscar Rojas, 56), Gastón Caprari (Gerardo Espinoza 80) e Ismael Iñiguez. DT Ricardo Ferretti (BRA).

05 gennaio 2008

INTERLIGA - Day 2

Morelia 0-1 América



Fonte: Minelli Atayde • "La Aficion"

Parece que en todos los partidos que se le complican al América, la historia resulta la misma. Con un gol y la participación oportuna de Guillermo Ochoa, las Águilas resuelven sus problemas.

Ayer ante Morelia esa fue la constante. El rival los apretó, pero gracias al gol tempranero de Alejandro Argüello (un tiro desde afuera del área) y a que Memo sacó cuanto balón le llegó, sumaron sus primero tres puntos en este torneo.

Pero, la realidad es que no le fue nada bien al cuadro de Daniel Brailovsky. Se notaron faltos de ritmo y de conjunción. Hasta Juan Carlos Silva, que ya tiene acostumbrada a la afición a buenos partidos, tuvo un par de errores.

La incorporaciones de América prometen y seguramente conforme vayan transcurriendo los partidos se irán acoplando. Lamentablemente ayer, en su debut, no se notaron mucho. Sobre todo el defensor Sebastián Domínguez, quien por momento se descontrolaba y no se entendía con sus compañeros.

No cabe duda que América se descontroló con la salida de Duillo Davino y de Ricardo Rojas, lugares que tomaron Domínguez y Rodríguez, pues aunque intentaron hacer bien las cosas, en varias ocasiones tuvieron distracciones, para su buena fortuna, Morelia no estuvo fino en el último toque, además que como siempre, Ochoa sacó las de peligro.

Por cierto, el arquero del América sigue cosechando admiradores, pues con el penal que le paró a Mauricio Romero, la afición en Houston lo ovacionó a más no poder.

Pero ni aún viendo el peligro, las Águilas reaccionaron. Leao Ramírez llegó por la banda derecha cuantas veces quiso, evidenciando al Gringo Castro, quien tuvo muy pocas oportunidades de ir al ataque.

Y por lo mismo, Enrique Esqueda no tuvo muchas opciones y las que le llegaron, no las aprovechó. Es por eso que, en el segundo tiempo, el técnico Daniel Brailovsky tuvo que utilizar a su mejor arma: Salvador Cabañas. El paraguayo no arrancó porque traía una molestia muscular, pero ante la debilidad en el ataque, no hubo más opción que utilizarlo.

El que tampoco brilló fue Richard Núñez. Pese a que se le notaban las ganas de hacer más, el uruguayo no tuvo la pelota, por momentos se le vio defendiendo y tratando de conseguir el balón, situación propiciada por el rival. Así que Richard tendrá que meterse más, si es que no quiere que le ocurra lo mismo que en Cruz Azul, donde terminó el torneo en la banca, así como ocurrió anoche, que fue sustituido por Federico Insúa.

En cambio, Morelia se mostró con mayor determinación y con un cuadro que buscó por todos los medios el empate. Eso sí, tampoco fue un cuadro voraz, porque por momentos se estancaba en los tres cuartos de la cancha y las jugadas que lograban prosperar, como un tiro de Ricardo Martínez, no tuvieron un final feliz.

Adrián Aldrete es el que ha sorprendido a más de uno, ya que cada vez se ve mejor, al igual que Luis Orozco (uno de os refuerzos), quien aunque no tuvo mucha oportunidades de gol, jaló muy bien la marca y acompañó a sus compañeros cuando lo requirieron.

Si bien el América ganó el encuentro, el Ruso Brailosvsky tendrá que ajustar bien al equipo y sobre todo tratar de hacer que se entienda lo antes posible, porque lo que mostraron ayer, no les servirá de mucho en el resto del Interliga y en el torneo local. En tanto, el Morelia no lo hizo mal.

(Federico Insua, uscito per infortunio, dovrà rimanere fermo parecchi mesi: rottura del crociato. auguri Pocho.)

Gol: 0-1 Argüello (11’)

Morelia
DT: David Patiño.
23 Muñoz, 26 Romero, 25 Cervantes, 27 Trujillo, 16 Aldrete, 5 Mathias, 13 J.A. Hernández, 21 Martínez, (14 Guzmán, 70’), 10 Ramírez, 18 Orozco, 9 Landín, (77 E. Hernández, 46’). Amonestados: Martínez (21’)

América
D.T
D. Brailovski.
1 Ochoa, 5 Domínguez, 2 Rodríguez, 3 Castro, 4 Rojas, 18 Villa, 20 Argüello, 7 Núñez, (8 Insúa, 65’), 26 Silva, 21 Esqueda, (9 Cabañas, 61’), 17 López, Amonestados: Argüello (36’), Cabañas (91’).

Árbitro: Arkadiusz Prus (USA)
Estadio: Robertson Stadium (34 mil)
Asistencia: 10 mil (29%).


***

Toluca 0-0 Atlas


La falta de ritmo, el espantoso frío, lo mojado de la cancha o el poco interés que muchos equipos le ponen al torneo Interliga fueron quizás las atenuantes que hicieron del encuentro entre Toluca y Atlas una tortura.

Bastaba ver las caras de los jugadores cuando se cantaba el himno nacional para saber que el frío que se sentía en la cancha no motivaba a nadie a dar el mejor encuentro. Aunque lo intentaron, ni rojinegros ni escarlatas pudieron hacer vibrar a la empobrecida tribuna.

Los pupilos de José Pekerman mandaban balones a un solitario Christian Giménez, que muy poco podía hacer al frente. Aunque poco a poco unos crecidos Vicente Sánchez y Antonio Naelson intentaron contribuir al frente, los zagueros del Atlas estuvieron bien colocados y no permitieron las jugadas de fantasía que suelen hacer este par.

El técnico de los Diablos mandó lo mejor que tiene. Tanto fue así que pensando en lo que será el torneo local, arrancó con dos de los elementos que apenas llegan, como es el caso de Mario Méndez e Israel López, con la finalidad de observar su adaptación y llegar lo mejor posible al Clausura 2008. Incluso, Santiago Fernández, quien entró de cambio, tuvo una buena oportunidad, pero el arquero y el poste impidieron que fuera gol.

Mario Méndez inició como central por derecha, aunque realmente no se pudo apreciar su labor, pues los tapatíos sólo llegaron con peligro un par de ocasiones en las que Bruno Marioni por poco y los sorprende. El argentino fue el elemento que puso mayor empeño, se botaba del centro para conseguir el balón, porque ni el refuerzo Jorge Achucarro, que tenía que dar el máximo, le surtió de balones.

Jorge Hernández y Christian Valdez trataron de retener el esférico, pero poco pudieron hacer. Ahora habrá que esperar la incorporación de Emmanuel Centurión, quien se integrará los próximos días al equipo, para ver que tanto le puede cambiar la cara a un Atlas que no tuvo mucho para mostrar.

Aunque al final Atlas trató de sorprender, el resultado fue el mismo: cuerpos congelados y aficionados aburridos, el abucheó de la tribuna, el 0-0 en el marcador y un análisis poco positivo en el debut de estos dos cuadros, que tendrán que cambiar para los siguientes duelos, si es que pretenden pasar a la Copa Libertadores.



Toluca
DT. José Pekerman. 1 Cristante, 2 Méndez, 3 Da Silva, 14 Dueñas, 18. Morales, (6 De la Torre 22’), 15 López, 5 Rosada, 16 Ponce, 10 Sinha, (28 González 79’), 11 Sánchez, 13 Giménez, (7 Fernández 67’). Amonestados: González (92’).

Atlas
DT.
Miguel Brindisi. 1 Rodríguez, 2 Flores, 16 Ayala, 3 Colotto, 4 Robles, 23 Rergis, 26 Valdez, 27 Hernández, 8 Medina, 7 Achucarro, 9 Marioni, (20 Mendivil 86’) Amonestados: Achucarro (14’) Medina (51’).

Árbitro: Terry Vaughn (USA)
Estadio: Robertson Stadium (34 mil)
Asistencia: 6 mil (17 %).

03 gennaio 2008

TORNEO INTERLIGA

E' iniziato il torneo Interliga. E' un mini torneo che si disputa negli USA tra le squadre messicane che vogliono guadagnarsi gli ultimi due posti disponibili per la Copa Libertadores.

QUI tutte le sintesi delle partite.

Chi partecipa? Ecco l'estratto del regolamento:

INTERLIGA AND COPA LIBERTADORES QUALIFICATION

Determined by the Federacion Mexicana de Futbol (FMF), the eight teams participating in InterLiga 2008 earned berths based on their combined record in the 2006 Apertura and 2007 Clausura seasons of the Mexican domestic league.

InterLiga 2008 will determine two Mexican club berths for Copa Libertadores, known as "Mexico 2" and "Mexico 3." CD Guadalajara (Chivas) will participate as "Mexico 1," as determined by the regulations set forth by the FMF for being the 2006 Apertura champions. Mexican First Division 2007 Clausura champion, Pachuca, and 2007 Apertura champion, Atlante, are required to participate in the 2008 CONCACAF Champions Cup and therefore cannot participate in either the 2008 InterLiga or 2008 Copa Libertadores.

The champion of InterLiga 2008, known as "Mexico 2", will play in Group 5 with River Plate (Argentina), "Chile 2" and Universidad de San Martin (Peru). "Mexico 3", the InterLiga runner-up, will first face "Bolivia 3" in a home and away play in series. The winner will compete in Group 3 with Boca Juniors (Argentina), Colo Colo (Chile) and Union Atletico Maracaibo (Venezuela).

RECAP dei Match (fonte: Mediotempo.com)

DAY 1

Cruz Azul - San Luis 0-1


Alberto Ramos | MEDIOTIEMPO
Pizza Hut Park, 2 de Enero de 2008 ante una aceptable entrada

  • A pesar de todo, el gol de San Luis fue gracias a un penal de obsequio

En un duelo que tuvo bien ritmo, San Luis derrotó 0-1 a un Cruz Azul que justo cuando mejor funcionaba, fue traicionado por Miguel Sabah que se hizo expulsar, secundado por Gabino Velasco que lo dejó con 9 hombres.

A pesar de que los potosinos mostraron mejores hechuras, más paciencia y oficio, no deja de angustiar el hecho de que el único gol del duelo fuera gracias a un penal inventado por el siempre errático Baldomero Toledo.

San Luis demuestra firmeza y por momentos futbol convincente, aunque desencanta un poco el hecho de que con dos hombres menos no pudo evitar algunas llegadas celestes ni sentenciar el duelo con un segundo tanto. Sin embargo, los potosinos dan un paso importantísimo para la clasificación al quedar como líderes del Grupo 2 con los mismos 3 puntos y +1 de diferencia que Pumas alcanzó al derrotar a Monterrey en el primer juego del día.

En tanto, Cruz Azul preocupa por lo fácil que se desesperó y porque teniendo tan pocos delanteros, Miguel Sabah se hiciera expulsar de forma absurda. Sin embargo, hay que destacar que los celestes encontraron buenos momentos en el segundo tiempo cuando Lozano y Vigneri auxiliaron al siempre destacable Villaluz para generar juego ofensivo.

EL PARTIDO

El juego arrancó bien, con buen ritmo y ambos equipos buscando el área de enfrente. Para el minuto 10’ San Luis ya había exigido al hoy portero titular Yosgart Gutiérrez y La Máquina intentaba armar juego por la derecha con Villaluz muy activo.

En eso estaba el juego cuando el juez Baldomero Toledo salió con una de sus típicas gracias y regaló un penal a San Luis al comerse el engaño de Alfredo Moreno se tiró al sentir cerca a Huiqui. El propio "Chango" cobró perfecto el obsequio para el 0-1 en el marcador.

La Máquina poco a poco se fue haciendo del control de las acciones pero siempre con la complacencia de los potosinos, que se replegaron muy bien y no dejaban ir ninguna oportunidad de recordarle a Cruz Azul que su contragolpe era letal. Los celestes por momentos tenían buen ritmo en el medio campo, pero al buscar a los delanteros, Sabah siempre acababa muy solo y bien marcado.

Para el minuto 35, San Luis le volvió a meter ritmo al uuego y sin atacar con muchos hombres, ponía en seria evidencia a los defensores celestes a base de toques rápidos a ras de pasto y jugadas de habilidad del escurridizo Alfredo Moreno.

El segundo tiempo arrancó con la misma tónica, Cruz Azul luchando y San Luis manejando el juego con paciencia y experiencia. Un intento de bombear a Yosgart por parte de Alfredo Moreno que acabó por encima del travesaño, reactivó las jugadas de peligro al 55’, pero Cruz Azul respondió de inmediato cuando el portero potosino soltó un balón en el área dejándoselo a Christian Riveros, pero este mandó la pelota por un lado ante el desguarnecido arco.

Markarián metió entonces a Vigneri y Jaime Lozano en lugar de Huiqui y Edgar Andrade, y de inmediato se notó el cambio al frente, ya que hasta el momento sólo cuando Villaluz se hacía de la pelota, había sensación de peligro del lado azul. La Máquina comenzaba a usar mejor las bandas, jugaba más rápido y parecía que no cedería hasta lograr el empate.

El partido se puso bueno, pues San Luis no se dejaba abrumar y se mantenía rápido y alegre en el contragolpe, gustando con sus toques aunque aún fallón en la última jugada. La Máquina vivía sus mejores momentos del partido, pero la acción de peligro la hizo Alfredo Moreno que tras un jugadón por la banda izquierda, dejó solo a Octavo Valdez que en la derecha del área, estrelló la pelota en la salida de Yosgart Gutiérrez al 66’.

En ese momento, cuando mejor jugaba Cruz Azul, Miguel Sabah cometió un grave error, fue al medio campo a cometer una falta que justamente merecía la amonestación y no conforme con esto, al ver la amarilla reclamó feo y Baldomero lo echó del campo con la doble amonestación y la inevitable roja al 67’.

La situación se complicaba, pero más o menos La Máquina mantenía la fuerza y por momentos no se notaba el hombre menos, sin embargo, Gabino Velasco se barrió de forma imprudente, puso los tacos en la espinillera del rival y fue expulsado al 77’, dejando a su equipo con dos hombres menos.

Parecía todo perdido (y lo estaba), pero hay que reconocer que Cruz Azul mantuvo la ambición y obligó a San Luis a preocuparse en el cierre con algunas llegadas. Claro está, cuando los potosinos contragolpeaban lo hacían con peligro, aunque sin poder definir el juego con una segunda anotación.

Al 84’ Vigneri tuvo el empate celeste cuando le cayó un rebote en el área para intentar una volea franca, aunque el balón venía con un efecto difícil. El refuerzo rebanó la pelota y la mandó desviada. En tanto, la más cercana de los potosinos fue al 85’ con un tiro del "Gonzo" a gran pase de Tressor que se fue apenas desviado.


Monterrey -Pumas 0-1



Alberto Ramos | MEDIOTIEMPO
Pizza Hut Park, Frisco, Texas. 2 de Enero de 2008 ante una mala entrada

  • El gol fue de Pablo Bonells en el segundo tiempo

El torneo Interliga arrancó este miércoles con una meritoria victoria de los jóvenes de Pumas ante los titulares de Monterrey por la mínima diferencia en un duelo que fue parejo e intenso. El gol de la victoria fue de Pablo Bonells al minuto 68 al cerrar la pinza en un centro de Capriari.

El resultado fue sorpresivo pues el equipo de la Universidad presentó un equipo plagado de jóvenes y hombres que comúnmente no son titulares. En las filas auriazules iniciaron Carlos Humberto González, Ismael Íñiguez, Alex Diego y Jehu Chiapas como pilares, al tiempo que también salieron como titulares Fernando Morales y Marco Antonio Palacios que regresaron a los Pumas tras sendos préstamos con Necaxa y Veracruz. El resto eran hombres de poca o nula experiencia en el máximo circuito. Para colmo, el equipo universitario sufrió la baja de Odín Patiño quien salió por lesión iniciando el segundo tiempo por lo que acabo parando Miguel Alejandro Palacios, gemelo del "Pikolín" defensa central.

Monterrey en tanto, presentó un cuadro que será muy cercano a su titular, aunque no estuvo Felipe Baloy por lesión. Iniciaron por Rayados los de jerarquía, como Diego Ordaz, "Chícharo" González, Luis Pérez, Erviti, "Cabrito", y los refuerzos De Pinho y Borguetti.

Así, Pumas toma la cima del Grupo 2 del Interliga, esperando lo que suceda en el segundo partido con Cruz Azul y San Luis.

EL PARTIDO

El juego arrancó tenso, con los jóvenes Pumas bien plantados en el campo y buscando presionar el medio terreno para evitar la comodidad regiomontana. Aunque los Rayados buscaban dominar la pelota, la primera opción fue para los auriazules cuando al minuto 10 Íñiguez en un contragolpe disparó desde la esquina derecha del área a las manos de Orozco.

Pumas controlaba todo bastante bien, aunque a partir del minuto 25 los regios comenzaron a controlar mejor el balón y a dominar ligeramente el juego. Tuvieron una sola oleada de jugadas de peligro durante el juego y esta se dio en el minuto 28, cuando un gran disparo del "Cabrito" de tres dedos desde fuera del área fue bien rechazado por Odín Patiño y luego, en el corner de esa jugada, Borgetti se anticipó a primer poste y sacó un cabezazo que la defensa rechazó sobre la línea de gol.

Los Pumas mantuvieron el orden y supieron aguantar ese lapso de dominio rayado, tanto que incluso acabaron el primer tiempo presionando y cerca de gol. Al 42’, Fernando Morales bajó la pelota en el corazón del área tras centro de Íñiguez y se dio la media vuelta para sacar un disparo que en la barrida, alcanzó a tapar de forma providencial Severo Meza.

La segunda mitad no arrancó bien para los felinos, pues al minuto 49, su portero Odín Patiño tuvo que salir lesionado para el ingreso de Miguel Alejandro Palacios. Sin embargo, el gemelo "Pikolín" mostró firmeza y no tuvo jugadas que lo exigieran, por lo que esa lesión no afectó para nada a los universitarios que mantuvieron el nivel y el orden defensivo ante la poca chispa regiomontana.

Al minuto 53, Capriari de gran desgaste y excelente actuación como "9" puma, centró desde la esquina derecha del área para que Jehu Chiapas cerrara la pinza del otro lado y ya sin mucho ángulo, disparara apenas arribita del travesaño. La respuesta regia llegó tibia al 59’ con un disparo de Robert De Pinho desde la esquina derecha del área grande a las manos de Alejandro Palacios.

El técnico rayado intentó mover sus piezas, sacó a Borgetti y al "Cabrito" para meter a Ochoa y Suazo, pero las cosas no cambiaron.

Los felinos seguían haciendo un buen partido a pesar de que la pelota la tenía un poco más el Monterrey y encontraron premio en una buena jugada. Capriari desbordó por la izquierda y sacó un buen centro raso para que ya en el área, el "Cachas" Íñiguez hiciera una formidable finta dejando solo a Pablo Bonells que remató solo ante el arco en el área chica para el 0-1.

No es que Monterrey no intentara reaccionar, pero poco pudo lograr pues carecía de idea y chispa con la pelota. La media cancha no lograba enlazar con los delanteros y mucho menos, armar jugadas individuales para ser ellos los que se acercaran al área. El equipo de Mizrahi se veía muy duro e impreciso.

Al 79’, Luis Pérez estuvo cerca cuando intentó un disparo en el área que acabo bien rechazado pero no había claridad para Monterrey y el juego se le iba de las manos. Los regios comenzaron a meter la pierna y Solano no se fue expulsado de milagro, pues hizo los méritos suficientes; primero le dio un codazo a Capriari que el árbitro vio pero juzgó solo de amarilla y para colmo, segundos después derribó de nueva cuenta al mismo jugador puma en el borde del área sin que apareciera la segunda amonestación.

En el cobro de la segunda falta de Solano por poco cae el segundo gol puma al 83’, con un balazo de Caprari en un tiro libre que Orozco rechazó peligrosamente al centro y casi de forma milagrosa la zaga alcanzó a evitar el contrarremate.