Fonte: Gazzetta.it
GHANA-NAMIBIA 1-0
Non rischia praticamente nulla il Ghana nel match contro la poco competitiva Namibia, ma è poco bene augurante che la vittoria sia arrivata, nonostante la grande mole di gioco, solo per uno striminzito gol (Junior Agogo al 41’). Il Ghana è perfetto fino alla conclusione, varia le combinazioni palla a terra, con buona sincronia di movimenti, alla ricerca diretta delle punte (Agogo ancora obiettivo delle aperture di centrocampo e difesa), ha giocatori con ottime doti di inserimento e "sparo" (Essien, Muntari), sa usare le fasce anche se l’ex olandese Quincy dovrebbe essere più concreto, però fa una fatica tremenda a finalizzare, e questo non è mai un buon segno. Certo, le Black Stars potranno anche arrivare fino in fondo (e la solidità del gruppo spinge in tale direzione), ma quando gli avversari avranno nomi e potenziali differenti da quelli di stasera, lo sforzo da profondere per ottenere il massimo risultato sarà notevole.
IL MIGLIORE - Claude Leroy ha inventato Manuel Agogo punto di sbocco della squadra: le caratteristiche, fisiche soprattutto di "Junior" (180 cm e magliette xl) erano adatte per "aprire" il gioco di una squadra che doveva avere più varietà rispetto a quella tutta (e solo) corsa dei mondiali tedeschi. Quindi, Agogo: cresciuto in Inghilterra, nello Sheffield Wednesday , ha girato parecchio sottobosco britannico prima di fare un salto negli USA, journey-man pure laggiù, con tre squadre in due anni e poi ritorno ad Albione. Diverse annate nelle periferie con tre anni al Bristol Rovers e dal 2006 al Nottingham Forest (precipitato dalle Coppe Campioni di Brian Clough – fine Settanta- all’attuale League One, la C inglese).
LA CURIOSITA’ - È In condizioni migliori l’erba del campo Ohene Djan di Accra. Claude Leroy era imbufalito dopo il match inaugurale, avendo trovato un prato indecente: "Con tutti gli sforzi che si sono fatti in questi tempi e i soldi spesi per quest'impianto, trovare uno scempio del genere è difficile da digerire" aveva detto. "Abbiamo giocato il torneo delle “4 Nazioni” e l’erba era perfetta, l’abbiamo poi ritrovata in questo stato, con il pallone che non rotola. Speriamo che di qui alla fine vada meglio. Però è un vero peccato, soprattutto per questa gente, che ha lavorato tanto e bene in questi anni e deve essere mortificato dalla leggerezza di pochi irresponsabili".
GUINEA-MAROCCO 3-2
Risorge la Guinea, mette sotto per 3-2 il Marocco e guadagna molte chance di qualificazione, dato che nell’ultimo match incontrerà la non irresistibile Namibia. La partita è molto godibile fin da subito e non ha un padrone certo almeno fino a secondo tempo inoltrato, quando il vantaggio dei guineani va oltre il gol. La velocità d’esecuzione del tridente marocchino è meno efficace rispetto alla prima uscita, anche perché manca Alloudi, autore di una tripletta nel match inaugurale e uscito ammaccato per qualche durezza di troppo dei namibani, e il suo sostituto Zerka ci mette molta volontà ma poco costrutto. La forza della Guinea risiede nella guida del suo leader Pascal Feindouno, che beffa il portiere marocchino e indirizza la partita nel primo tempo, grazie a un calcio di punizione dal lato corto dell’area che la mezzapunta del Saint Etienne indirizza sul primo palo invece che verso i compagni.
Modificato il tabellino, l’esplosività di Fodé Mansare largo a sinistra viene comoda per le ripartenze dei guineani e soprattutto il Marocco denuncia poca fisicità in mezzo al campo, e il muro del Syli National non va più giù. Sektioui sbaglia partita, Hadji e Chamakh non riescono a incidere: d’un tratto ci si accorge dell’assenza di un bomber vero, che Michel non trova nemmeno coi cambi. Feindouno si fa cacciare per un fallo di reazione e lascia il fortino guineano agli assedi marocchini per venticinque minuti: c’è solo il tempo per accorciare le distanze con il difensore Ouaddou, ma la vittoria rimane della Guinea.
IL MIGLIORE - Il carisma di Feindouno è indubbio, le sue giocate decidono il match, dato che dopo il primo gol piazza il rigore del terzo gol. Peccato per l’espulsione, meritata e poco intelligente: non da lui.
LA CURIOSITÀ - Mansare ha distrutto fisicamente la retroguardia marocchina, e finalmente dà segni di vita Bangoura, giocatore della Dinamo Kiev dal talento cristallino, ma dalla poca applicazione: scompare un po’ troppo frequentemente dalla partita, stavolta invece firma il secondo, decisivo gol della sua nazionale. Entrambi sono cresciuti da giovanissimi nel settore giovanile del piccolo Gazelec di Ajaccio, oggi sparito dalle mappe del calcio francese d’élite.
Carlo Pizzigoni
Dal sito della Gazzetta
Nessun commento:
Posta un commento