29 maggio 2009

[Libertadores] Gremio bloccato in Venezuela

Non va oltre l'1-1 il Gremio a Caracas, nei quarti di finale di andata di Libertadores. Subito sotto, la squadra che Paulo Autuori sta cercando di rimettere a posto (il 352 verrà abbandonato) riesce a trovare il pari nel quarto d'ora finale, dopo una eccessiva sofferenza.



DAGLI ALTRI CAMPI:

Cruzeiro - San Paolo 2-1. Nell'ultima partita di coppa di Ramires (il suo destino è al Benfica, ottimo colpo per Rui Costa), la Raposa guadagna un ottimo vantaggio mettendo sotto i connazionali del San Paolo.

Palmeiras - Nacional 1-1. I pericolosi uruguagi portano via un pareggio con reti da Palestra Italia.

Defensor Sporting - Estudiantes 0-1. Bella vittoria in trasferta del Pincha contro i giustizieri del Boca Juniors.

28 maggio 2009

Barça Campió



Ha vinto il Barça, viva il Barça, anzi "Visca". I primi dieci minuti della gara hanno lasciato basiti tutti, Guardiola compreso, come ha dichiarato a fine match. La sua squadra che restava bassa, intimidita, senza dare profondità al pressing. Lo United comandava la partita, cominciava a ottenere occasioni da gol. Una situazione di gioco, poi, cambia tutto: al primo pressing convinto il Barça trova l'azione giusta, Iniesta buca la difesa, Eto'o gioca un 1contro1 che Vidic perde miseramente, e trova il gol che cambia tutto, a cominciare dalla testa degli uomini di Ferguson.
Il Barça invece acquista finalmente sicurezza, fa girare il pallone con due maestri in mezzo, lo United buca il pressing, corre a vuoto, vive solo delle accelerazioni di Cristiano Ronaldo. La chiave del match non risiede solo qui, però.
Le letture difensive sono state ieri favolose, anche se mancava il miglior interprete della cosa, Rafa Marquez, che dirige la linea dietro. Ieri spaventoso Piqué (grande intensità "fisica" anche di Puyol a destra, che forse sia stato un vantaggio la squalifica di Dani Alves?), tiene la squadra corta, cosa che favorisce il recupero palla, che nel Barça è alto, immediato, pronto: si deve impedire il passaggio di uscita della squadra avversaria. E ieri il Barça non ha sbagliato nulla. Ha vinto il migliore.

26 maggio 2009

Tre gol del week end

1- Come gioca lo Spartak Mosca, e che gol l'ex Internacional Alex.

2- Gioiello di Eder Luis dell'Atletico Mineiro contro lo Sport.

3- Barrado regala una delle poche gioie di quest'anno al River Plate.

Citazione per lo Standard Liegi, che nello spareggio batte l'Anderlecht e diventa Campione del Belgio

22 maggio 2009

[Libertadores] Eliminato il Boca

Con la sconfitta sofferta alla Bombonera, il Boca Juniors saluta la Libertadores.
Gol vittoria di Diego De Souza.
Ora potrebbe-dovrebbe arrivare la rivoluzione alla Casa Amarilla. Torna Carlos Bianchi?

La mia analisi su Gazzetta.it

21 maggio 2009

[Uefa] Vince lo Shakthar

Lo Shakhtar Donetsk ha vinto la coppa Uefa nella finale di Istanbul, battendo il Werder Brema orfano di Diego. Gli ucraini si sono imposti con merito anche se solo ai supplementari.
Ho scritto un pezzo su Gazzetta.it , in cui racconto la genesi di questa squadra piena di brasiliani (ieri tutti titolari:Fernandinho, Jadson, Ilsinho, Willian e Luiz Adriano)

19 maggio 2009

[Uefa] Preview Finale

Nella cornice dello stadio Şükrü Saracoğlu di Istanbul, si giocherà domani sera una finale inedita di Coppa Uefa, l'ultima che porterà questo nome visto che Michel Platini ha già battezzato “Europa League” la nuova competizione che ospiterà la parte meno nobile dell'élite continentale. Ad alzare la Coppa saranno i tedeschi del Werder Brema, sicari prima del Milan poi dell'Udinese, o gli ucraini dello Shakhtar Donetsk, che in semifinale hanno eliminato i connazionali della Dinamo Kiev: conosciamo meglio queste squadre.

Shakhtar Donetsk. L'idea di un calcio organizzato non si è certo modificata nella testa di un “teorico” come Mircea Lucescu, una vita al Brescia e una fugace apparizione senza fortuna all'Inter: è invece cambiata nell'ultimo anno, e moltissimo, la struttura della sua squadra, che ha finalmente raggiunto la platea che ricercava dopo cinque anni di lavoro. Lasciato partire Brandao, destinazione Marsiglia, il tecnico romeno ha promosso in fase offensiva un quartetto di giovani e talentuosi brasiliani che ha forgiato al suo credo calcistico nelle precedenti stagioni: Ilsinho, Jadson e Fernandinho dietro l'ex compagno di Pato all'Internacional, Luiz Adriano. Se non in rari casi (vedi l'ottavo di finale contro i russi del CSKA, dove ha organizzato il 442) Lucescu ha sempre proposto un 4231 con due terzini propositivi come il capitano Darijo Srna e una linea mediana di contenimento che dovrebbe comprendere Igor Duljaj e Olexiy Gai.
Werder Brema. La squadra più pazza d'Europa, con equilibri instabili e la chance di subire gol o di farne in serie con la medesima facilità. Poca continuità in campionato, quindi, e alti e bassi in Europa dove è uscita dalla Champions (pur dominando a San Siro) per poi riscattarsi in Uefa. Il 4312 sbarazzino di Thomas Schaaf manca però, in questa partita decisiva, dell'uomo chiave, quel Diego, prossimo juventino, squalificato in semifinale, che ha disintegrato con gol e invenzioni le difese di mezzo continente. Forse nessuna squadra di medio-alto livello in Europa dipende più da un singolo giocatore come il Werder, anche per le caratteristiche del giocatore desideroso, per rendere al meglio, di sentire sempre il cuoio tra i piedi. Schaaf dovrebbe scegliere il 442 in questa sfida, alla ricerca di maggiori equilibri e confidando nella solidità di Frings, Baumann e Niemeyer in mezzo e nelle invenzioni del giovane talento Özil. Out per infortunio anche il centrale della nazionale tedesca Mertesacker.

Mircea Lucescu (1945). Apprezzato per uno dei Brescia migliori di sempre (ci giocò gente come Gheorghe Hagi), Lucescu ha credito illimitato in patria dove ha retto, e bene, anche la Nazionale (ora in mano al figlio Razvan), traghettatore per Lippi all'Inter, è ancora molto stimato in società. Nel 2004 subisce il fascino dei soldoni dell'oligarca ucraino Rinat Akhmetov mettendoli però al servizio di un'idea di squadra: acquisti intelligenti e di qualità, lasciando ad altri figurine da botteghino. Dopo i titoli nazionali è finalmente pronto per l'alloro continentale come giusto coronamento del progetto.
Thomas Schaaf (1961). La sua storia, come calciatore e allenatore, è solo bianco-verde. Da giocatore ha iniziato nelle giovanili del Werder, prima di disputare quasi trecento partite in prima squadra. Poi il ritiro e l'incarico di crescere le future generazioni Grün-Weissen, nel 1999 l'occasione della panchina della prima squadra portata anche al titolo (nel 2004, anno d'oro del centravanti over-size Ailton, decisivo anche per la conquista della coppa nazionale) e che non ha ancora lasciato. L'obiettivo è di portare nell'estremo nord della Germania il secondo trofeo europeo, dopo la Coppa Coppe del 1992, firmata dall'attuale DS Klaus Allofs e dal più grande calciatore neozelandese della storia, Wynton Rufer.

[Euro under 17] Germania campione

Al termine di una partita viva e interessante, la Germania si aggiudica meritatamente l'Europeo under 17.



Tempi regolamentari



Supplementari

18 maggio 2009

[Occhio a] Ragnar Sigurdsson

Árbær è un sobborgo nella parte orientale di Reykjavik dove il tempo sembra essersi fermato ad un’epoca in cui la natura non aveva ancora ceduto il passo all’acciaio e al cemento. Il club locale si chiama Fylkir, radici ben piantate nella comunità del quartiere e tanta attenzione ai giovani, per una politica sana che ha portato, all’alba del nuovo millennio, alla vittoria di due Coppe d’Islanda consecutive. All’epoca il 14enne Ragnar Sigurdsson (Sigurðsson nella versione islandese) giocava nel vivaio con i pari grado, guardava e soprattutto imparava. Quattro anni dopo esordiva in prima squadra, poi sono arrivati in rapida sequenza il passaggio nell’Allsvenskan (merito dell’occhio lungo di una vecchia volpe del calcio svedese quale Håkan Mild), l’esordio nella nazionale islandese (agosto 2007, amichevole contro il Canada) e le luci dei riflettori puntate su uno dei maggiori talenti, assieme al palermitano Simon Kjær, espressi dal mondo del pallone nordico, sezione reparto arretrato, negli ultimi anni. Potenza, forza fisica, reattività; nella meglio gioventù dell’IFK Göteborg che nella stagione 2007 ha costituto le fondamenta per il ritorno dei Blåvitt sul trono più alto del campionato svedese dopo undici anni di esilio, Sigurdsson è stato tra gli elementi di maggior spicco. Nel 2008 invece ecco Coppa e Supercoppa di Svezia ad arricchire la bacheca, più un piccolo assaggio d’Europa con i preliminari di Champions tanto per capire che aria tira a certe latitudini. Ottimo affiatamento con il compagno di reparto Mattias Bjärsmyr, ma la coppia è in procinto di sciogliersi per l’imminente passaggio di quest’ultimo nella Eredivisie olandese. Tre milioni di euro e saluta il regno di Carlo Gustavo XVI anche l’islandese, da non confondere con il connazionale, nonché compagno di reparto nell’Islanda, Kristian Örn Sigurdsson, difensore centrale dei norvegesi del Brann e sei anni più anziano di Ragnar. Giocatore poco adatto ai palati fini, ma di grande sostanza.

ALEC CORDOLCINI



Punto di forza: Fisico eccezionale, buon senso della posizione

Punto di debolezza: In affanno contro avversari rapidi

Breve scheda
Ragnar Sigurdsson

Reykjavik, 19/06/1986
Difensore, 187cm x 90kg
Passaporto: islandese
Club attuale: IFK Göteborg
Scadenza contratto: 2011

16 maggio 2009

[Euro under 17] Italia eliminata: finale Germania-Olanda

Peccato per gli azzurrini. Ottima la prova contro la Germania ma alla fine si esce. Nell'altra semifinale, Olanda-Svizzera 2-1.

Mio resoconto sulla partita su Gazzetta.it



Germania: Stegen, Basala-Mazana, Labus, Mustafi, Plattenhardt, Buchtmann, Yabo, Zimmermann, Götze (Janzer 78'), Scheidhauer (Trinks 67'), Thy (Nauber 75').

A disp.:Leno, Kargbo, Opper, Malli. All.:Pezzaiuoli

Italia: Perin(Genoa), Natalino(Inter), Campoli (Lazio), Benedetti(Torino), Sini(Roma) (Camporese 77'(Fiorentina)), De Vitis(Fiorentina), Crisetig(Inter), Fossati(Inter) (Finocchio 73'(Parma)), El Sharaawy(Genoa), Dell'Agnello(Inter), Beretta(Albinoleffe) (Libertazzi 69'(Juve)).

A disp.:Bardi(Livorno), Baraldo(Piacenza), Camilleri(Reggina), Bianchi(Empoli). All.: Salerno

15 maggio 2009

[Libertadores] Palmeiras e Cruzeiro ai quarti

Dopo la vittoria a Santiago del Cile, è una pura formalità per il Cruzeiro il ritorno al Minerao con la U, chiuso con la rete vincente di Kleber (erroraccio di Pinto). Nei quarti la Raposa trova il San Paolo, che ha avuto il bye dalla Conmebol, dopo la rinuncia-esclusione del Guadalajara (stesso viatico per il Nacional di Montevideo che doveva incontrare il San Luis negli ottavi).
Da film l'ottavo di finale tutto brasiliano tra Palmeiras e Sport: la sceneggiatura premia São Marcos, soprannome dello storico portiere del Verdao, che dopo la roulette dei rigori lascia la squadra di Luxemburgo ancora in corsa in Libertadores:



Altri risultati:

Gremio - U. San Martin 2-0. Facile facile la squadra di Porto Alegre, dopo il 3-1 dell'andata.

Caracas FC- Deportivo Cuenca 4-0. Grande serata per i venezuelani che rimontano il 2-1 dell'andata.

Libertad - Estudiantes 0-0. Impossibile la rimonta dei paraguayani dopo il 3-0 di La Plata. Passa il Pincha.

Defensor Sporting - Boca Juniors 2-2. Siamo un giro indietro in questo ottavo di finale. Nell'andata allo stadio Centenario buon pareggio dei Bosteros. Ritorno tra una settimana alla Bombonera.

13 maggio 2009

Adriano pronto a ricominciare

Torna in pista Adriano, ieri le visite mediche al Flamengo. Scritto un piccolo pezzo su Gazzetta.it

Tre gol del week end

1- Un'altra perla di Alanzinho: adesso il Trabzonspor sogna addirittura il titolo

2- Davvero uno spreco vederlo in quel carrozzone senza meta dell'Atletico: che stagione, Diego Forlan

3- Coordinazione e potenza, Demba Ba dell'Hoffenheim, che torna finalmente a vincere

Citazione per la vecchia conoscenza Giorgios Karagounis, un suo gol allo scadere regala i tre punti al Pana nella prima sfida dei play-off per la Champions in Grecia

12 maggio 2009

C'era una volta Diego

Nella primavera del 2004 mi trovavo in Brasile, scrissi una serie di pezzi sul sito di Stefano Olivari, "Indiscreto". Uno di questi riguardava Diego, oggi promesso sposo bianconero. Lo ripropongo esattamente come lo scrissi all'epoca.


Mercoledì 5 maggio 2004

'Diego non viene', dice la ragazza; poi sventola i suoi lunghi capelli neri suscitando qualche tremore nei maschi che ha al fianco. Essi non possono fare a meno di abbassare lo sguardo verso la maglietta rigonfia: 100 % Santos, c'è scritto sopra. La curva Est dello Stadio 'Orlando Scarpelli' di Florianópolis è riempita dalla 'Gioventú Santista', un gruppo di ragazzi che non assomigliano agli ultras, mentre in campo, in attesa del match 'vero' c'è la partitella delle giovanili di Santos e Figueirense, come si faceva una volta anche negli stadi italiani. Ai bordi del rettangolo verde i ragazzi meraviglia del Santos osservano con le spalle rivolte ai propri tifosi; poi, Robinho si volta, piazza un sorriso, sale un urlo dei giovani santisti e tutti si avvicinano alla rete in prossimitá del campo: la giovane stella di Vila Belmiro si atteggia un po', trascina la gamba come se fosse al centro del palcoscenico e inizia a firmare autografi.

'Diego non viene', ripete la ragazza, insensibile al sette bianconero. Poi, invece, la giovane mezzapunta smette di parlare col grande Zito, si volta, ride per una battuta di Elano e si dirige verso il suo pubblico. 'Diego è arrivato', la ragazza non ha piú occhi per nessun altro, e io sono costretto a pensare se e quando questa esclamazione si rinnoverá sui quotidiani europei.
Dovesse bagnarsi con la pioggia di Londra o confondersi nell'anonimato di Manchester o Liverpool, pronosticheremmo la nomina a baronetto. Ma in Italia? Diego non puó correre e muoversi come una seconda punta classica, questo è certo. E, forse, piú di un tecnico italiano reclamerebbe maggiore dinamismo dal ragazzo: nelle situazioni di transizione o mezzo contropiede scordatevi che parta palla al piede e dopo 30-40 metri arrivi a concludere, anzi, si fida poco della sua corsa e dopo alcuni passi appoggia l'esterno al cuoio e alza la testa per leggere l'azione. Negli ultimi venti metri, peró, puó essere letale a tutte le latitudini: è svelto ( tira in un amen, si coordina all'istante), ha una tecnica fenomenale e la giusta capacitá di inventare giocate geniali in maniera continua durante il match. Il che non significa che non partecipi al gioco nel resto del campo: puó illuminare ovunque. In piú, nonostante i gridolini delle fans, che in mancanza della sua presenza si accontentano di baciare la copertina dei giornali non solo sportivi dove il Nostro, capelli lunghi sulla fronte e occhi stretti, simula la faccia da duro (ma il risultato resta a metá tra la pubblicitá L'Oreal dei parrucchieri e un dettaglio leoniano da spaghetti western), Diego , come urlerebbe qualcuno al primo anello di San Siro, non é un 'fighetto'. Anzi, sempre per rimanere al codice sansiresco, 'è uno che mette la gamba': possiede un buon tackle, anche per la compatta formazione fisica, e, piú importante, un'ottima predisposizione ad eseguirlo, come ci conferma Alessandro Penna, uno che il futebol brasiliano lo mastica davvero, come certificano le sue cronache sul Guerin Sportivo.

A questo punto, peró, appare l'asterisco, che semplifichiamo nella locuzione (o file) 'Questione Carnevale'. Sí, perché per il giornalista europeo l'acquisto
di un brasiliano possiede un grado di rischio legato alla volontá di passare il febbraio sopra un carro allegorico e in una scuola di samba, oppure, senza doppiare il viaggio di Cabral, il garotinho viene considerato eccessivamente scrupoloso sulla quantitá di cachaca (o di pinga) nella caipirinha, specie quando le lancette dell'orologio ricominciano a girare dall'inizio. 'Ehi, te lo ricordi Edmundo?' Qui peró interviene l'ingombrante figura del padre a proteggerlo, anche se temiamo che sará molto piú delicato (doloroso e pericoloso insieme) il distacco dal genitore, quando e se avverrá, rispetto a qualunque décolletés siringato di una showgirl in cerca di copertine. A suo favore potrebbe, paradossalmente, giocare l'esperienza dell'eliminazione nel torneo pre-olimpico, quando la preparazione della squadra brasiliana, costituita da molti santisti, era fatta piú con le pistole ad acqua che con il pallone. Diego, dopo la brutta esperienza, si é presentato in televisione quasi a implorare perdono dal suo Paese, e le sue lacrime ci sono sembrate vere. Diego non é una bufala, ma un prospetto di grande giocatore, il problema é che non dipende solo da lui: sono cosí tante le societá che avrebbero cura per il proprio investimento milionario?

Carlo Pizzigoni

11 maggio 2009

[Brasilerao] Favoloso Nilmar

Inizia il campionato brasiliano: l'Internacional supera il Corinthians grazie a un favoloso gol di Nilmar.

Il mio resoconto su Gazzetta.it



Tutti i gol della giornata: QUI

10 maggio 2009

08 maggio 2009

[Libertadores] L'Estudiantes ipoteca la qualificazione

Vittoria chiara e importante per il Pincha nell'andata degli ottavi di finale di Copa Libertadores. Il tre a zero di La Plata, contro i paraguagi del Libertad, pone l'Estudiantes sostanzialmente tra le migliori otto del continente. La squadra Guarani è però furiosa con l'arbitro brasiliano Carlos Simon, da tempo ormai meritevole di una pensione.



Dopo il prevedibile rinvio della gara tra San Paolo e Guadalajara e tra Nacional e San Luis, si è aggiunto pure il posticipo di Defensor Sporting - Boca per l'impossibilità di ottenere per la data prefissata lo stadio Centenario di Montevideo.
Negli altri ottavi, buone prove delle squadre brasiliane:
Universidad de Chile - Cruzeiro 1-2

Univ. San Martin - Gremio 1-3

Palmeiras - Sporte Recife 1-0

Deportivo Cuenca - Caracas 2-1

06 maggio 2009

05 maggio 2009

04 maggio 2009

[salastampa] La llave del clásico se llama Messi

Da "El País" del 4 maggio 2008
di Ramon Besa.

Pep Guardiola no paró el viernes, 1 de mayo, día no lectivo, festividad del trabajo, vigilia del clásico. Partió de casa a las nueve de la mañana y no regresó hasta las nueve de la noche. Escocido todavía por determinados comentarios técnicos sobre el desarrollo del partido del martes contra el Chelsea, y especialmente alrededor del planteamiento de Guus Hiddink, al entrenador del Barcelona le preocupaba especialmente dar con la fórmula para ganar el sábado en el Bernabéu.

A partir de imágenes grabadas por sus colaboradores, Guardiola analizó con sus ayudantes el juego del Madrid hasta dar con una propuesta respetuosa con su atrevido ideario futbolístico y al mismo tiempo desestabilizadora con el equipo de Juande Ramos. La clave estaba en mover a Messi de su demarcación habitual de extremo derecho hasta la línea media como falso 9 o cuarto centrocampista. La Pulga se movió entre líneas para asociarse con Xavi e Iniesta, hasta conseguir situaciones de superioridad de tres contra dos ante Gago y Lass -marcadores individuales de los dos volantes azulgrana- y provocar la salida de los centrales madridistas, más adelantados que nunca, desbordados por la profundidad de Henry y Eto'o, siempre verticales. Querían los técnicos evitar que el rival dispusiera un antiMessi y convencieron al argentino de que jugara igual que como lo había hecho un rato en Sevilla y ante el Valencia en el Camp Nou. Los azulgrana ganaron el partido por dentro con Xavi-Messi e Iniesta y por fuera con Henry y Eto'o, sacrificado en la banda, aparentemente desconectado y, sin embargo, resolutivo en acciones como la del sexto gol.

CONTINUA

[Occhio a] Chinedu "Edu" Obasi

La marcia in più di Chinedu Obasi Ogbuke “Edu” si chiama esperienza internazionale. Si è rivelato nel 2005 al mondiale under-20 olandese, quando è stato protagonista, assieme al compagno John Obi Mikel (oggi al Chelsea), con la maglia di una Nigeria arresasi solo in finale all’Argentina di Leo Messi. Un copione che si è ripetuto anche alle ultime Olimpiadi; medaglia d’argento per le Aquile, ampi consensi per Ogbuke, tra i migliori giocatori della manifestazione. Sbarcato tre anni fa in Europa con i sodali Mikel, Bala e Sarki per vestire la maglia del Lyn di Oslo (esordio in Tippeliga il 10 aprile 2005 in Lyn-Fredrikstad 1-1, prima rete cinque mesi dopo al Brann), nel 2006 Ogbuke ha vinto il Kniksenprisen quale miglior giovane del campionato norvegese, chiudendo con un bottino di 13 presenze e 8 gol. La stagione successiva (il cui calendario, nei paesi scandinavi, segue l’anno solare) si è fermato a quota 5 (in 11 incontri), perché in estate è arrivato il passaggio in Germania all’Hoffenheim dopo due trasferimenti sfumati al Lokomotiv Mosca (l’offerta di 4.8 milioni di dollari fu accettata dal Lyn, ma presidente, allenatore e direttore sportivo del club russo furono licenziati in blocco proprio in quei giorni e il trasferimento fu annullato) e al Portsmouth (in questo caso l’ostacolo fu il permesso di lavoro). Attaccante veloce e potente, esplosivo nel breve, in nazionale Ogbuke viene spesso impiegato in posizione più arretrata, come esterno destro alto di centrocampo. In Zweite Liga contribuisce alla promozione del club di Sinsheim con 12 gol, nella prima parte della Bundesliga compone un tridente da urlo con Vedad Ibisevic e Demba Ba. Poi si infortunano entrambi, lasciando Ogbuke da solo e sgretolando l’Offensivfuβball di casa Hoffenheim

ALEC CORDOLCINI

Obasi nel Lyn


Punto di forza: Grande duttilità tattica che gli permette di svariare lungo tutto il fronte offensivo. Rapido nel breve, veloce in campo aperto.

Punto di debolezza: L’efficacia sottoporta può ancora essere migliorata. Qualità indiscutibili, ma deve essere più “presente” nel match.




Chinedu Obasi Ogbuke

Enugu (Nigeria), 01/06/1986
Attaccante, 188 cm x 78 kg
Passaporto: nigeriano
Club attuale: Hoffenheim
Scadenza contratto: 2012

Video

Piccolo scorcio del tridente delle meraviglie Ogbuke-Ibisevic-Ba

Il gol all’Argentina nella finale del Mondiale under-20 del 2005

[Paulista] Corinthians campione

Nel ritorno della finale del campionato paulista al Santos non riesce la rimonta: finisce 1-1 a Pacaembu, il Timao vince il titolo paulista.

Il mio resoconto su Gazzetta.it