03 ottobre 2014

Federico Bonazzoli, i gol e la passione per il gioco di un interista



“Federico, Federico... hai sette anni, non puoi giocare con loro, sono più grandi: la tua squadra è questa!” Sono le prime parole da interista che si sente dire Federico Bonazzoli, golden boy del settore giovanile nerazzurro. Da pochi minuti è entrato nell'universo interista, ma è arrivato da Montichiari con un suo caro amico, che però è di un anno più vecchio. “Sono anch'io del '96!” 

E invece Federico Bonazzoli è nato a Manerbio il 21 maggio del 1997, ma è precoce, come in quel primo giorno nerazzurro. A 16 anni e 197 giorni esordisce in prima squadra, in Coppa Italia, tre giorni prima di soffiare su 17 candeline mette piede in campo in serie A, contro il Chievo. Oggi gioca in Primavera, e nella sua ultima uscita ha infilato quattro gol al Perugia. Giocare e segnare, le sue principali passioni. Federico non vuole perdere tempo e tante volte scendeva dal pulmino, che lo raccoglieva a Brescia, già cambiato, in uniforme calcistica, per raggiungere immediatamente il terreno di gioco. “ Vedere quel pallone che rotola, rincorrerlo, è il suo più grande divertimento – racconta Giuliano Rusca, responsabile dell'Attività di Base nerazzurra e uno dei primi tecnici del “Bona” - ha una una passione enorme. Noi, che ci occupiamo di questa fascia di età, abbiamo doveri educativi verso i ragazzi che alleniamo, dobbiamo proporre cose che divertano e stimolino, beh, quelle cose lui le ha già dentro: è un piacere per gli occhi vederlo giocare: ha la testa giusta per fare il calciatore.” 



“ Eppure nei primi tre mesi è stata dura” ricorda Bruno Casiraghi, il suo scopritore, oggi responsabile della Scuola Calcio Inter a Sarnico, finissimo talent scout “grazie alla compattezza del gruppo di lavoro che abbiamo qui, con il coordinamento di Roberto Samaden, una persona che ha aiutato molto la crescita di Federico”, precisa con modestia. “Federico qualche “caregnata” all'inizio l'ha fatta -continua Casiraghi-, perché non è facile per nessuno il continuo distacco dal paese, ricordo le parole preoccupate della mamma, ma l'amore per il gioco ha cancellato tutto. Io ancora oggi gli do del “crapù” del testone, siam tutti e due bresciani, Chicco l'ho visto crescere, diventare giocatore, e che giocatore, con quella voglia e quel fiuto del gol... a me sembra davvero forte, e dico a tutti gli interisti di supportare lui e tutti i nostri ragazzi del settore giovanile, sono il Cuore dell'Inter.” Si incrina la voce e si inumidiscono gli occhi di Casiraghi, che insieme a Rusca, è stato il primo a ricevere la telefonata di ringraziamento di Federico, dopo l'esordio coi grandi. Era entusiasta, anche perché Bonazzoli è nato interista. E calciatore. “ Lo vedi spesso guardare anche gli allenamenti degli altri, non è proprio una cosa comune” dice Salvatore Cerrone, quest'anno tecnico della Berretti nerazzurra e allenatore di Bonazzoli in tre diverse stagioni, a cominciare da quella dei Giovanissimi Nazionali, dove il Bona segna una tripletta in finale contro il Napoli e vince il suo primo scudetto. “E' cresciuto tantissimo nelle situazioni di gioco collettive, ogni giorno impara, proprio perché gli piace giocare a calcio.” E in area di rigore non sbaglia: “sa sempre dov'è la porta – dice il suo attuale tecnico in Primavera, Stefano Vecchi-, calcia convinto di segnare, con precisione e forza, e queste qualità da bomber non si insegnano.” A San Siro, sua prossima casa, sicuramente non sbaglierà spogliatoio

CARLO PIZZIGONI
Fonte: Gazzetta dello Sport - Milano e Lombardia