29 settembre 2009

Tre gol del week end

1- Paddy Mc Court (Celtic) in versione Ronaldo contro il Saint Mirren.

2- Ever Banega si ricorda di essere un giocatore, al resto pensa Pablo Hernandez contro il povero Atletico Madrid

3- L'Ajax non perde il treno delle capoliste Twente e PSV. Contro l'Ado den Haag sblocca il risultato, alla grande, Demy De Zeeuw

Citazione per... lo Stoccarda che vince a Francoforte, si è finalmente risvegliato?

27 settembre 2009

Preview Brasile, Costarica, Australia, Rep. Ceca, Ungheria, Honduras, Sudafrica

La giornata di oggi al Mondiale under 20 prevede l'esordio del Brasile, forse il principale favorito del torneo.

BRASILE
Rogerio Lourenço regge una potenza. Nonostante assenze pesantissime, tra gli altri Dentinho, Rafael Carioca, ma anche Pato, volendo, sarebbe in età, il Brasile può contare su una truppa di giovani con molta prospettiva. Ci sono squadre come il Vasco, con Alex Teixeira e Alan Kardec e l'Internacional con Giuliano che invece non si sono opposte alla convocazione, anche perchè tante volte un po' di visibilità in più vuole dire assegni più pesanti... Il Sudamericano sub20 l'hanno dominato, trovando presto un equilibrio di squadre che l'enorme talento a disposizione può alla volte anche ritardare.
Tre nomi.
Paulo Henrique Ganso ('89- Santos). Mezzapunta che ha anche gambe e fiato per recuperare, e testa per agire, può diventare un giocatore totale. Lo sfizio più grande di questa selezione, presto in qualche grande stadio vicino a voi.
Rafael Tolói ('90 – Goias) Titolare indiscusso nella difesa del Goias è un leader in campo anche con l'amarelinha addosso. E' una delle grandi sorprese del 2009 al Brasilerao. Con Sandro assente, dovrebbe toccare a lui la fascia.
Douglas Costa ('90 – Gremio) Come talento è inferiore a pochi, e non ci limitiamo necessariamente a questa competizione. Però è da almeno due anni che si attende una definitiva maturazione, la raggiungesse, è già pronto il Real Madrid, che l'ha mandato a vedere diverse volte.

COSTARICA
Campione di categoria della Concacaf il Costarica ha probabilmente un futuro assicurato, con un buon ricambio generazionale. Il presente è forse più complicato, ma i Ticos sono venuti per stupire. Attenzione a David Guzman in mezzo al campo, tecnico, grintoso, un centrocampista completo che potrebbe anche interessare squadre del Vecchio Continente. Davanti, occhio al bomber Josué Martínez, lui pure del Deportivo Saprissa.

AUSTRALIA
Squadra difficilmente decriptabile: qualificata nel settore asiatico, dove ormai l'Australia calcisticamente è assegnata, ha alternato buone prestazioni a delusioni enormi. L'importante, comunque, per ora è esserci, qui in Egitto, come sottolinea anche il tecnico olandese Jan Versleijen giù in capo al mondo con la personale raccomandazione di Guus Hiddink, già tecnico dei Socceroos. Curiosità attorno a Kofi Danning, mezzapunta nata in Ghana, giunto in Australia a sette anni e che la federazione ha voluto a tutti i costi portare in Egitto, nonostante una serie di intoppi burocratici.

REPUBBLICA CECA
Sconfitta in finale nella scorsa edizione, la Repubblica Ceca conserva un solo elemento di quella magnifica cavalcata, Tomas Pekhart (lungagnone in stile Koller). Manca quel Thomas Necid (ora al CSKA Mosca), protagonista della buona campagna nell'Europeo casalingo dell'anno scorso. Il livello medio è discreto, come in Canada, e c'è molta voglia di riscatto, soprattutto in giocatori come
Mazuch, oggetto misterioso a Firenze e ora in prestito all'Anderlecht. Da seguire Jan Moravek, recentemente acquistato dallo Schalke 04, uomo assist e faro offensivo della squadra.

UNGHERIA
Finalmente torna l'Ungheria. Scomparsa dalle mappe del calcio che conta da tempo, ha ritrovato una generazione di buoni giocatori che potrà ridare un po' di lustro ad un mito ormai impolverato. Buone prospettive e tante speranze per i ragazzi di Sándor Egervári. Ci sono anche il bresciano Varga e il reggino Kovacsik.
Tre nomi.
Vladimir Koman ('89 – Bari). Giocatore di proprietà della Sampdoria, già prestato all'Avellino, Koman è uomo di centrocampo dalla buona creatività e dal sufficiente carisma per essere la guida di un gruppo come questo. Ci si aspetta molto dal suo futuro, questo Mondiale può essere una tappa importante.
Krisztián Németh ('89 – Liverpool-AEK) E' uno dei tre “reds” del team magiaro, insieme al centrocampista Simon e all'ottimo portiere Gulacsi. Németh ha buonissimo senso della porta , nell'MTK aveva la media di quasi un gol a partita. In Inghilterra è stato eletto miglior giocatore della Premier Reserves League. Benitez lo ha prestato in Grecia.
Márkó Futács ('90 – Werder Brema). Quasi due metri di centravanti, utile in tante situazioni di gioco, naturalmente forte di testa. Ha lasciato l'Ungheria per la Francia (Nancy), dove lo ha scovato il Werder, che lo ha già fatto esordire.

HONDURAS
Il clima di euforia che si dovrebbe vivere per il buon momento del futbol catracho è soffocato dalla pericolosa crisi politica e sociale che sta vivendo il Paese centroamericano. il CT Emilio Umanzor, anche se l'approccio non sarà semplice per una squadra che non ha potuto svolgere la preparazione adeguata a questo tipo di evento. Reinieri Mayorquín e Mario Martínez giocano in Norvegia, gli altri tutti in patria: occhio Roger Rojas, già contattato dal Wigan ma non ancora in possesso dell'incartamento adeguata per affacciasi in Premier.

SUDAFRICA
L'under 20 del Paese che organizzerà il prossimo Mondiale ha svolto una preparazione minima per questo torneo, per una serie di complicazioni. Difficile, quindi, fare benissimo con queste premesse. Il CT Serame Letsoaka è però ottimista, proprio per l'assenza di pressione sui suoi. Attenzione ai due “olandesi” della compagnia, Kermit Erasmus (Feyenoord) e Dylon Claasen (Ajax), e a Mandla Masango, bombardiere dei Kaizer Chiefs.

26 settembre 2009

Preview Gruppi C e D

Inizia il torneo due gruppi dal peso specifico differente, il mediocre C e l'equilibrato D.
Gruppo C.
GERMANIA
I tedeschi rappresentano il movimento giovanile del Vecchio Continente che ha avuto un maggiore crescita negli ultimi anni. Merito anche di Horst Hrubesch, che l'ha condotto e che ha guidato la Mannschaft alla meritata vittoria nell'under 19 continentale dell'anno scorso. Pesanti le assenze, a cominciare da quelle di Kroos, di Timo Gebhart e di Thomas Muller del Bayern.
Tre nomi:
Richard Sukuta-Pasu ('89 - Bayer Leverkusen) Nato a Wuppertal, figlio di genitori del Congo (Paese che non ha però mai visitato), il centravanti del Bayer Leverkusen, è stato grande protagonista nel Campionato Europeo Under 19 vinto dai tedeschi, dove ha segnato tre reti, una anche in finale contro l'Italia.
Florian Jungwirth('89 - Monaco 1860). Uomo di Hrubesch in campo, capitano nell'under 19. Centrale difensivo capace di far iniziare l'azione, regala sempre qualcosa ma mentalmente e come spirito è un certezza ogni volta che si scende su un campo di calcio.
Lars e Sven Bender ('89 – Leverkusen e Dortmund) Nell'ambito della polemica montata da Matthias Sammer contro la collocazione in questo periodo del Mondiale under 20, sembrava dovessero sacrificati anche questi due gemelli che invece ci saranno. Simili, ottimo fisico, grande eleganza nella corsa, buon inserimento e qualche gol qua e là.

USA
Secondo nel raggruppamento della Concacaf di categoria, gli statunitensi portano in Egitto una mescola di giocatori provenienti da ogni dove (università, MLS e tornei europei) ma, come qualità individuale, senza raggiungere i picchi di Canada 2007. Attenzione, applicazione, rigore tattico rappresentano la prima qualità degli uomini guidati Thomas Rongen, lo stesso CT di due anni fa.

CAMERUN
Meno accreditata di altre sorelle africane il Camerun è la squadra fisicamente, come da tradizione, più potente. Manca però una qualità individuale diffusa, aggravata dal forfait di Victor Cedric Nkoum del PSG, forse il miglior talento di questa generazione di Leoncini Indomabili. Tricolore in bella vista per due della rosa: il milanese di nascita Etienne Soppo, il cui cartellino appartiene al glorioso Casale, e il più famoso Parfait Essengue, regista della nobile Primavera del Genoa, ora in prestito al Piacenza. Volendo, ci sarebbe anche Eto'o, Etienne, il fratellino di Samuel.

GHANA
C'è vita dopo Essien. Campioni africani e con una pattuglia di prospetti molto interessanti, già visionati, opzionati e firmati da big club europei. Una delle favorite. Ci sarà anche Mohammed Rabiu, giovanissimo talento pescato da Marotta nel Liberty Professionals per la sua Samp.
Tre nomi:
Daniel Opare ('90 -Real Madrid Castilla). Terzino destro, eletto miglior difensore dell'ultimo Mondiale under 17 del talento di Accra si è subito interessato il Real Madrid che l'ha portato in Spagna e lo fa maturare nel club b.
Ransford Osei ('90 – Twente). Elevatissimo potenziale per questo giovanissimo attaccante, bloccato giovanissimo dal Maccabi Haifa e girato quest'anno in prestito in Olanda. Grandi istinti sotto porta. Miglior giocatore e cannoniere (sette gol) al torneo continentale.
Andre Ayew ('89 – Marsiglia). Fin troppo celebrato attaccante, che ha già esordito nella nazionale maggiore. Motivi? E' un buon giocatore, altrimenti Pape Diouf non lo portava al Velodrome, ed è figlio del famoso Abedì Pelé, visto anche alle nostre latitudini

INGHILTERRA
Prima o poi qualcosa di buono a una competizione giovanile lo combineranno anche gli inglesi. Nemmeno stavolta, crediamo: buona squadra ma con senza a possibilità di schierare big come Danny Welbeck, Kieran Gibbs e Danny Rose, temiamo non si vada lontano.
Tre nomi:
Gavin Hoyte('90 - Arsenal) Classico all around dal grande fisico e dalla buona corsa adorato da Wenger, che lo ha già buttato nella mischia. In questa nazionale dovrebbe giocare sulla linea difensiva. E' certo il il riferimento della squadra.
Jason Steele ('90 - Middlesbrough) Portiere che ha attraversato tutte le nazionali giovanili inglesi, sempre da titolare.
Febian Brandy ('89 - Manchester United) Dall'età di otto anni allo United. Piccolo e veloce, è un attaccante pericoloso, specie nei dintorni dell'area. Due anni fa sembrava perso al calcio per una frattura alla gamba. Si è ripreso e ha una forza interiore maggiore.

UZBEKISTAN
La migliore generazione del calcio uzbeko, e ci mancherebbe... Movimento in crescita, non alieni i movimenti di denaro che si stanno impilando attorno al fenomeno calcio (avete letto l'ingaggio di Scolari al Bunyodkor?). I calciatori sono tutti provenienti dal campionato locale (occhio a Sherzodbek Karimov e Fozil Musaev), con l'eccezione di Davron Mirzayev del Rubin Kazan. La soddisfazione di essere qui deve completarsi con qualche punto in classifica.

COREA DEL SUD
Solita corsa e dedizione per i sudcoreani, la nazionale più credibile, da tempo, di tutta l'area asiatica. Qualch enome interessante: Cho Young-Cheol e Koo Ja-Cheol, che gioca in Giappone.

URUGUAY
Zeppa di talento ma mai veramente squadra: al Sudamericano sub 20 stava dietro a pochi quanto a talento, giocando però un pessimo calcio fatto di troppa improvvisazione. Nonostante ciò, grazie all'abbondanza di qualità ne giocatori offensivi può trovare il gol spesso: può vicnere con tutti e avere cali mentali inspiegabili che la fanno smettere di giocare. C'è anche la meteora milanista Tabaré Viudez e il giovanissimo e molto interessante attaccante del Palermo Abel Hernandez.
Tre nomi:
Nicolas Lodeiro ('89 – Nacional) Grande talento del Nacional ha avuto la fortuna di non trovare subito la strada dell'Europa come suoi illustri connazionali, così da poter crescere giocando, anche partite importanti come in Libertadores. Mezzapunta che svaria e trova molto spesso la porta.
Matías Aguirregaray ( '89 - Penarol) Figlio d'arte, grinta rioplatense, buona tecnica e spirito vincente, il “Vasco” nasce laterale destro ma può giocare anche in mezzo al campo per le sue doti di incursore. Lo stanno cercando in tanti, anche qui in Italia.
Jonathan Urretavizcaya ('90 – Benfica). Elevato potenziale per questo ragazzo di ottima tecnica e istinti offensivi ma la cui scelta di viaggiare subito per l'Europa rischia di compromettere o frenare la sua carriera. L'applicazione, specie in fase di non possesso non è il suo forte, ma è questione solo di voglia, il fisico ci sarebbe. Al Benfica, in due anni, ha annusato raramente il campo, nell'under ha spesso fatto bene

25 settembre 2009

Preview Italia - Paraguay - Nigeria - Venezuela - Spagna

Oggi debutto dell'Italia al Mondiale under 20. La nazionale di Rocca gioca col Paraguay. Al via anche il gruppo B, con due favorite per la vittoria finale, Spagna e Nigeria.

ITALIA
Squadra senza le potenziali stelle, i Balotelli, i Macheda, i Santon, i Paloschi, che questo gruppo non l'han mai frequentato: molto più pesante l'assenza di Poli, ragazzo cresciuto nella Samp e protagonista di un buon campionato a Sassuolo l'anno scorso e ora tornato alla base. Rocca punta su una squadra di combattimento.
Tre giocatori:
Silvio Riggio Garibaldi ('89 – Genoa): il giocatore-paradigma della squadra voluta dal CT Rocca: tutto sostanza. Letteralmente esploso all'Europeo under 19 del 2008, buonissimo in fase difensiva sta costruendosi anche come giocatore a tutto campo (suo il gol contro la Germania nella competizione continentale di categoria)
Vincenzo Fiorillo ('90 - Sampdoria): celebratissimo, a ragione, ancor prima dell'esordio in serie A, ha combinato un mezzo disastro l'anno scorso quando nel finale di stagione Mazzari gli ha regalato spazio. Evitate però di bollarlo male, ha le potenzialità per diventare un grandissimo del ruolo.
Claudio Della Penna ('89 – Roma) Che un giocatore del suo talento debba rimanere inespresso è un vero peccato. Ci rifiutiamo di credere che tutto il buono dimostrato nelle giovanili romaniste possa essere svanito d'incanto. Rocca ci crede ancora, noi con lui.

PARAGUAY
Dall'under 17 fino a i “grandi”, la squadra Guarani ormai non buca un appuntamento importante. Più o meno con lo stesso spirito, sempre difficile da incontrare. La partita con l'Italia deciderà molto del futuro.
Tre giocatori:
Hernan Perez ('89 – Villareal). La vera stella paraguagia all'ultimo Sudamericano sub 20, non a caso il Villareal, società sempre attenta a questi ambiti, se l'è subito assicurato. Centrocampista con ottimi istinti anche nei sedici metri (5 gol nella competizione continentale!). Con tacuary e Libertad ha già giocato coi “grandi”, presto protagonista anche in Europa.
Ronald Huth ('89 – Vicenza). Innamoramento finito male di Rafa Benitez al Liverpool (un classico per l'allenatore spagnolo, vedi anche il caso Sissoko), ha abbandonato l'Inghilterra per la Marca Veneta, finendo al Vicenza di Maran. In questo Paraguay, è un giocatore struttura, insieme al portiere Joel Silva.
Luis Páez ('89 – Sporting Lisbona). I biancoverdi di Lisbona hanno parecchio fiuto quando si parla di giovani. Su Paez avevanos commesso forte ma ancora risultati concreti non se ne vedono. Potrebbere esplodere imporvvisamente, ma qui in Egitto parte dietro l'attaccante principale il veloce e scattante Robin Ramírez.

SPAGNA
Sempre convincenti nelle selezioni giovanili, i ragazzi spagnoli hanno smesso di vincere proprio quando i grandi hanno portato a casa l'Europeo: da quel giorno si sono susseguite una serie di delusioni ad ogni competizione dove pure le giovani furie rosse erano partite come favoriti. L'infortunio di Bojan leva al Mondiale una stella riconosciuta, ma le risorse spagnole sono infinite.
Tre giocatori:
Sergio Asenjo ('89 – Atletico Madrid). Grande portiere, il futuro del ruolo in Spagna e il potenziale per diventare un grandissimo. Peccato per lui sia finito in quel carrozzone di matti chiamato Atletico, società senza un'idea di società.
Dani Parejo ('89 – Getafe). Due anni fa avrebbero scommesso tutti su di lui. Oggi, dopo l'infelice passaggio (e scelta) del QPR è tornato in Spagna, al Getafe. Il talento madridista (fosse cresciuto al Barça, forse avrebbe avuto più chances..) non può aver perso totalmente il suo smalto, può dimostrarlo di nuovo in questo Mondiale.
De Marcos ('89 – Athletic Bilbao). Partito alla grandissima, come il club basco, nella Liga, ha l'opportunità di mostrarsi al mondo in questa competizione.

NIGERIA
Come arrivano le giovani Aquile a questo Mondiale? Se la testa e lo spirito son quelli giusti, tecnicamente non stanno dietro a nessuno. Team la cui struttura è in parte formata dalla squadra che vinse due anni fa il Mondiale under 17 mostrando grandissime cose. Gioco ultraoffensivo, grazie alla capacità di corsa di tutti gli uomini della rosa, la novità è che la palla la sanno veramente giocare.
Tre giocatori:
Rabiu Ibrahim ('91 – Sporting Lisbona) Talento favoloso, anche se giovanissimo. Dopo l'under 17 già citato, lo ha messo sotto contratto lo Sporting. Il fisico appare gracilino ma è tutt'altro che facile cavargli la palla da quel sinistro con cui fa quello che vuole.
Lukman Haruna ( '90 - Monaco) Altro reduce dell'under 17, altro talento da far sbavare direttori sportivi dell'élite europea, per ora si accontenta della Francia. Ha già esordito con la nazionale maggiore.
Odion Ighalo ('89 – Granada). Rappresenta, insieme ad Asenjo (Reggina) e Harmony Ikande (Milan), la colonia italiana nella squadra, anche se l'Udinese l'ha prestato al Granada, squadra spagnola di proprietà dei Pozzo. Impressionò in Primavera e ebbe qualche spunto anche con Marino. Buona tecnica e forza fisica impressionante.

VENEZUELA

E arrivò l'anno in cui anche la Vinotinto diventò competitiva... Oltre alla buona nazionale maggiore, pure los ninos non se la cavano male, anzi. La sfortuna di essere capitati in un girone con due favorite potrebbe alla fine anche stimolarli, a partire dal match di oggi contro i nigeriani.
Tre giocatori:
Rafael Romo ('90 – Udinese). Favolose le sue prestazioni all'ultimo Sub 20 sudamericano. L'Udinese è stata prontissima a soffiarlo a Genoa e Manchester City, le altre pretendenti. Portiere molto agile, ottimo nell'uno contro uno, Romo è apprezzatissimo in patria, dove è già stato comparato con una leggenda indigena, Gilberto Angelucci.
José Salomón Rondón ( '89 - Las Palmas). Vinta l'ostruzione del suo club, che non voleva lasciarlo partire, ha prevalso la volontà del giocatore, ambizioso il suo, di mostrarsi a un pubblico selezionato e competente. Buono in area ma anche lontano dalla stessa, ha già esordito con la nazionale maggiore.
José Manuel Velásquez ('89 – Anzoategui) Altro senatore della squadra. Alto e forte fisicamente, è sempre sotto controllo in partita e sa comandare la difesa. Il Villareal aveva provato a prenderlo subito, ammirate le prestazioni al Sudamericano di categoria, ma in Venezuela han tirato troppo la corda e l'affare è saltato.

TAHITI
Sì, esiste Tahiti. Nello spareggio, tra la sorpresa di tutti gli osservatori han fatto fuori la molto quotata Nuova Zelanda. Non andranno lontano ma è una grande possibilità per far crescere il movimento calcistico nel Paese. I nomi? Ce ne segnalano tre: Steevy Chong, Teheipuarii Hauata e Alvin Tehau.

CARLO PIZZIGONI

24 settembre 2009

Inizia il Mondiale under 20. Preview Egitto - Trinidad

Anche se vi avevano raccontato che il Viareggio era la più importante manifestazione calcistica giovanile, la realtà è un'altra. Inizia oggi il Mondiale under 20, che quest'anno si svolgerà in Egitto. Il torneo è una vera manna per appassionati di calcio (meno per tifosi, chiaro, ma non è detto che questo sia un male), dato che raggruppa tantissimi giocatori in fase di costruzione della loro carriera: prospetti che raggiungeranno l'élite e nobili pedatori che si perderanno su strade sbagliate. C'è tutto, tanto calcio e poche chiacchiericcio. Eravamo presenti, in Canada, all'ultima edizione, dove l'Argentina, secondo pronostico, ha vinto abbastanza agevolmente: il capitano, poi capocannoniere della manifestazione, era il Kun Aguero, e in biancoceleste c'erano pure Mauro Zarate, Angel Di Maria, Ever Banega ( a proposito di talento che si getta via), ma anche Fazio, Moralez, Piatti, Yacob... (per altre info su Canada 2007 vedi alcuni miei pezzi dell'epoca) Ecco, l'Argentina caduto in un gorgo poco spiegabile, dopo gli allori del 2007, e quelli di due anni prima (comandava Leo Messi), quest'anno è rimasta fuori dalle quattro sudamericane qualificate...

Competizione per appassionati, si diceva. Però data l'accessibilità non sempre facile, abbiamo pensato di presentare una specie di breve guida a squadre e partite (trasmesse su Sky), almeno per il primo turno. Quando ci trasferiremo sul posto, a partire dagli ottavi, relazioneremo su altro. Intanto, a voi l'onere e l'onore di trasformarvi in provetti direttori sportivi e segnalarci le vostre “scoperte”.

Oggi, match d'apertura Egitto – Trinidad, ore 20.

Egitto.

Tanta voglia di stupire, anche a livello giovanile. Ingaggiato ad hoc il tecnico ceco Miroslav Soukup, che ha riunito i piccoli faraoni diverse volte, superando così il problema principale delle squadre nazionai e giovanili in particolare, trovando anche partite sorprendenti (2-0 alla Spagna, per dirne una).

Tre nomi da seguire:
Mohamed Abou-Gabal (classe: '89 - club: ENPPI): In Patria viene considerato l'unico vero erede di El Hadary, un portiere di grandi potenzialità.
Mohamed Talaat ('89 - Al Ahly): Rapido e tecnico il giovane attaccante della squadra del Cairo è la grande speranza del calcio egiziano tanto che l'Al Ahly ha avuto fretta di riportarlo in Egitto dopo che le primissime uscite a Port Said avevano spinto un club degli Emirati a sequestrarlo.
Mahmoud Touba ('89 – Al Ahly): L'anima della squadra, responsabile dei tempi di gioco e dell'equilibrio in campo del 4312 egiziano.

Trinidad e Tobago.
Probabilmente, oggi, il miglior Paese di calcio del Caribe, grazie ovviamente a Jack Warner, non esattamente l'ultimo della fila quando si riunisce la FIFA. Tuttavia, nel gruppo che comprende anche Italia e Paraguay, non dovrebbe andare molto lontano, anche perché nelle partite di preparazione non sono mancate le brutte figure. Dirige, Zoran Vranes, classico slavo giramondo, difesa, contiopiede e qualche aiuto dall'alto.

Tre nomi da seguire:
Leston Paul ('90 – U. South Florida): Provino al Sunderland che poi, per i soliti problemi di permesso, non si è concretizzato in un ingaggio. E' il più giovane in campo ma la stella, l'organizzatore e il cuore del T&T.
Khaleem Hyland ('89 - Zulte Waregem): Firmato dal Portsmouth e parcheggiato per questa stagione in Belgio. A 20 anni ha quasi trenta cap nella nazionale maggiore, nel Caribe puntano molto su di lui.
Jake Thomson ('88 - Southampton): Ex under 17 inglese, è l'ultimo arrivato tra i Soca Warriors, grazie al sangue paterno. Dovrà essere inserito da Vranes in questo Mondiale.

Carlo Pizzigoni

21 settembre 2009

Il week end dopo Inter - Barça

Link: Barcellona - Atletico Madrid 5 - 2



Il dopo Inter - Barça lascia segni pesanti per entrambe le squadre protagoniste del mercoledì di coppa. L'Inter trova immense difficoltà a Cagliari che ormai anche le pietre hanno sottolineato, però viene fuori una voglia di vincere non da sottovalutare. Per il Barça, almeno alle mie orecchie, giungono solo una serie di elogi per la vittoria con l'Atletico, secondo me del tutto immeritati. Il Barça vince largo ma lascia a una squadra meno che onesta (ormai siamo alla speranza di vedere Quique al Vicente Calderon: meglio una certa rigidità che il lassismo attuale, senza volere troppo colpevolizzare Abel Resino: in fondo è la società che è invisibile...)tantissime opportunità da rete, situazioni di transizione con parità numerica concesse, errori di appoggio a inizio azione e in generale una scarsa propensione al pressing alto, vera arma di questa versione Guardiola del Barça. Male, non a caso proprio il Pep si è lamentato pubblicamente di questa attitudine.
Le fatiche, soprattutto mentali, delle grandi partite di Champions, non c'è proprio dubbio, pesano tantissimo, specie a inizio stagione e in squadre che, chi più chi meno, devono ristrutturare il proprio gioco. Ulteriore nota: abbiamo incensato, con tante motivazioni, il nuovo corso del Messi più "attento": ieri mi è sembrato quello della nazionale di Maradona... Insomma, volgarizzando, e pure molto: da una parte ha deciso Milito, dall'altra Ibra...

17 settembre 2009

[San Siro] Inter - Barça pari. Tentativo di imitazione riuscito a metà

Un punto per parte dopo una partita senza gol ma non povera di spettacolo e di contenuti tecnici.
L'Inter prova nel primo tempo a giocare contro il Barça come il Barça. I risultati sono buoni: pressing ultraoffensivo, tentativo di orientare il gioco sulla fascia sinistra con il risultato di ottenere alcuni rinvii "liberatori" nella prima fase di costruzione dei catalani: un unicum, di questi tempi. Anche se l'estrema qualità che possiede gli permette di cavare sempre fuori occasioni da gol, ma sono estemporanee, non da Barça. Soprattutto, l'atteggiamento degli uomini di Mourinho smontano il piano di Guardiola che non si aspettava un blocco Inter così alto e compatto.

Nel secondo tempo, tuttavia, rinviene la normalità e il Barcellona torna a essere padrone del campo come avviene ormai su tutti i terreni di gioco d'Europa. L'Inter non riesce a salire di squadra, perde soprattutto concentrazione: la fatica mentale del primo tempo si fa sentire, specie se non sei abituato, per cultura e formazione, a giocare in quel modo. Ritorni a essere quello che sei sempre stato nel lustro precedente e col Barça non puoi che utilizzare la solita formula: blocco basso, densità davanti all'area e tentativi di raddoppi quando la palla va sull'esterno. L'Inter esegue bene e il risultato del tabellone non può che essere 0-0.

La sfida di Mourinho, quella di cambiare radicalmente una mentalità consolidata, continua, e siamo curiosi di vedere come prosegue (sono curioso di vedere l'Inter al Camp Nou, per esempio). Il Barcellona rimane ovviamente di un altro livello: ha i migliori giocatori per interpretare questo tipo di calcio, non solo per come fa girare la palla ma soprattutto ( e qui i meriti di Guardiola sono evidenti) per come difende, pressando alto appena perde palla e tenendo la linea alta in difesa, utilizzando spesso lo strumento del fuorigioco.

Eto'o e Ibra? A maglie invertite probabilmente i Blaugrana l'avrebbero spuntata...



INTER-BARCELLONA 0-0

Inter: 12 Julio Cesar; 13 Maicon, 6 Lucio, 25 Samuel, 26 Chivu; 4 Zanetti, 8 Thiago Motta; 10 Sneijder (35' st 39 Santon),11 Muntari (17' st 5 Stankovic); 9 Eto'o, 22 Milito (40' st 45 Balotelli).
A disposizione: 1 Toldo, 2 Cordoba, 14 Vieira, 19 Cambiasso;
Allenatore: José Mourinho.

Barcellona: 1 Valdes; 2 Daniel Alves, 5 Puyol, 3 Piqué, 22 Abidal; 6 Xavi Hernandez, 24 Touré, 15 Keita; 10 Messi, 9 Ibrahimovic, 14 Henry (32' st 8 Iniesta);
A disposizione: 13 Pinto, 4 Marquez, 16 Busquets, 17 Pedro Rodriguez, 19 Maxwell, 35 Jeffren.
Allenatore: Josep Guardiola.

16 settembre 2009

15 settembre 2009

Tre gol del week end

1- Il grande Robbie Fowler si diverte ancora, in Australia, maglia Sidney FC.

2- Lo Standard torna a vincere: merito di una doppietta di Mehdi Carcela. Uno dei gol del giovane belga-marocchino è un capolavoro balistico

3- Il gol della staffa nella larga vittoria a Dortmund del redivivo Bayern di van Gaal lo segna Thomas Muller, sempre più interessante.

Citazione per Adriano, a volta do Imperador. Grande Dri, e solito favoloso sinistro.

14 settembre 2009

[Svizzera] Bellinzona - Basilea 2-3

Sfida salvezza imprevedibile alla vigilia (il Basilea era solo tre punti sopra il Bellinzona nono in classifica), e match pimpante che ha mostrato gli attuali pregi (pochi) e difetti (molti) delle due compagini. Partiamo dai renani, prossimi avversari della Roma in Europa League. La loro arma migliore è il ritmo, da tenere più basso possibile, in modo tale da sfruttare al meglio la fisicità di molti suoi elementi (Huggel, Streller, Atan). Accade così nel primo tempo, che vede il Basilea in vantaggio di due reti con il minimo sforzo; destro al volo dall’interno dell’area, dopo sei minuti di gioco, del liberissimo Huggel, tap-in vincente di Stocker (difesa ticinese ancora allegra) su cross dalla destra di Carlitos. Il Bellinzona spinge poco e male; una pacchia per i renani. La musica cambia nella ripresa, quando mister Schällibaum muta l’assetto tattico dei granata inserendo una punta (Ciarrocchi) a sostegno di Lustrinelli, passando così dal 4231 al 442. Nasce un nuovo Bellinzona, arruffone ma anche generoso, capace di pressare e ripartire. Se attaccato in velocità il Basilea appare molto vulnerabile; lento il reparto arretrato, macchinosa la mediana, costretta ad affidarsi all’estro di Carlitos, unico giocatore della squadra in possesso dello spunto giusto per scombinare un po’ le carte, per far ripartire la manovra. Ma il pur valido esterno destro, difficile da contrastare quando parte in velocità, è spesso costretto a fare tutto da solo lanciandosi in elettrizzanti, ma poco efficaci, coast to coast. Del resto in avanti ci sono un pachidermico Streller e un Frei che finisce la benzina dopo una quarantina di minuti. Il forcing del Bellinzona produce l’1-2 di Ciarrocchi, ed a cinque minuti dalla fine arriva il meritato pareggio di Hima, a cui in precedenza era stato annullato un gol per un dubbio fuorigioco. Nei minuti finali si rivela tutta l’inesperienza e l’ingenuità dei ticinesi, che si gettano in avanti a testa bassa alla ricerca dell’impresa, sprecano due situazioni di tre contro tre prima di subire un contropiede, con difesa altissima, che porta un Mangiarratti proteso in un disperato recupero ad abbattere Streller in area di rigore. Il nazionale svizzero, azzoppato, non rientra in campo, Huggel trasforma un rigore pesantissimo per la classifica (e il morale) della propria squadra. Tra i renani molto bene il classe 91 Shaqiri, un torello schierato esterno sinistro basso che ha corso, randellato e coperto per novanta minuti. Nel Bellinzona continuano a non convincere le scelte di Schällibaum. Schiera giocatori fuori ruolo (La Rocca a centrocampo), insiste con un’unica punta (Lustrinelli, che sgobba e sgomita ma poco può contro i giganti di mister Fink), e il reparto arretrato rimane troppo soggetto ad improvvisi cali di concentrazione. Difficilmente di questo passo il mister mangerà il panettone a Natale. Tra le note positive il centrocampista Yacine Hima, che canta e porta la croce (non è una novità per questo bravo interno di origini algerine nato a Lione), e Andrea Russotto, qualità tecniche nettamente superiori alla media, con l’unico difetto che a volte si compiace un po’ troppo delle proprie qualità. E la ricerca ostinata del numero a volte va a scapito della fluidità di manovra. Però il giocatore c’è e va sfruttato, come trequartista alle spalle delle punte oppure come esterno destro in un rombo. La salvezza dei ticinesi, che già dopo nove giornate appare un discorso privato tra loro e l’Aarau, passa dai suoi piedi.

ALEC CORDOLCINI


MVP. Origini albanesi-kosovare ma cittadinanza svizzera per Xherdan Shaqiri, nazionale elvetico under-18 prodotto dal vivaio del Basilea. Nel giro della prima squadra dal gennaio 2009, ha debuttato alla prima della Axpo Super League 2009/2010, in trasferta a San Gallo. Baricentro basso, esplosivo nel breve, rude nel contrasto ma non cattivo, bravo in fase difensiva nel frenare l’irruenza nell’uno contro uno, dove mostra buona maturità tattica. In campo internazionale ha già raccolto presenze in Europa League. Fink da titolare lo schiera terzino sinistro, mentre quando parte dalla panchina viene proposto in posizione più avanzata, al posto di Carlitos o di Stocker. Miglior giocatore nella Nike Cup under-15 del 2007.

Bellinzona (4-2-3-1): Zotti 6; Thiesson 5, Mangirratti 4.5, Lima Sola 6, Mihoubi 6 (Rivera sv); Hima 7, La Rocca 5 (Kalu 5.5); F. Feltscher 4 (Ciarrocchi 6.5), Russotto 6.5, Gashi 5; Lustrinelli 5.5.

Basilea (4-4-2): Costanzo 6; Inkoom 4.5, Abraham 5.5, Atan 6.5, Shaqiri 7; Carlitos 7, Huggel 7, Gelabert 6, Stocker 6; Frei 5.5 (Chipperfield 6), Streller 6 (Safari sv).

Marcatori: 6’ Huggel (0-1); 32’ Stocker (0-2); 54’ Ciarrocchi (1-2); 85’ Hima (2-2); 90’ rigore Huggel (2-3).

Stadio Comunale di Bellinzona, 13 settembre 2009.

[San Siro] Inter - Parma 2-0

Da San Siro:

Cosa mi è piaciuto dell'Inter? Il gol di Eto'o è una favola: vale tanto esattamente come il suo movimento e i tre recuperi in fase di non possesso. I rischi in zona difensiva sono stati limitatissimi, buona la fase di transizione difensiva. Vieira ha fatto il suo davanti alla difesa, le gambe non gireranno come una volta, il cervello calcistico rimane però di qualità superiore. La fase offensiva col 433, l'ingresso di Balotelli e il ripiegamento sulla linea dei centrocampisti di Sneijder (a sinistra), ha generato più opportunità e situazioni interessanti.

Cosa mi è piaciuto del Parma?Attenti a raddoppiare sugli esterni, la densità difensiva ha più o meno funzionato, concedendo solo situazioni "sporche" all'Inter. Biabiany ha proposto buone accelerazioni e un appoggio continuo alla manovra, sulla sinistra: forte fisicamente, tecnicamente di livello, buona inventiva. Ottima la prova di Mariga in mezzo al campo, corsa, tackle, concentrazione: giocatore interessante.




Cosa non mi è piaciuto dell'Inter? Nel primo tempo, a parte qualche accelerazione, il ritmo è stato troppo basso e soprattutto in mezzo è mancata intensità (la linea difensiva era troppo bassa, pure), meglio nella seconda parte col 433. La transizione offensiva è troppo controllata, e non si sviluppa quasi mai. Tanti gli appoggi errati di Milito, probabilmente non in palla per il cambio di fuso. Male, senza giustificazioni, Thiago Motta, rischia anche il rosso per un fallo stupido e inutile.

Cosa non mi è piaciuto del Parma? Poco l'accompagnamento della squadra alla fase offensiva. Vero che c'erano Zaccardo davanti alla difesa e Lucarelli terzino sinistro ma i centrocampisti potevano e dovevano osare di più: il solo Morrone si è proposto in area. Paloschi è rimasto isolato, ci ha messo impegno ma non ha trovato nemmeno uno spunto per concludere pericolosamente verso Julio Cesar.

10 settembre 2009

[Qualificazioni Mondiali] Concacaf: Crisi Costarica, vincono USA e Messico

Nella partita più importante della terzultima giornata dell'Esagonale finale delle Qualificazioni ai Mondiali dell'area Concacaf (Centro e NordAmerica), il Messico di Javier Aguirre, grazie a una buona prestazione e a un rigore, riesce metter sotto l'Honduras e a scalvalcare in classifica proprio i Catrachos, ora terzi.



Grazie a un gol del neo acquisto del Livorno Ricardo Clark, dopo più di un'ora di gioco, gli USA riescono a sfangarla a Trinidad e restano in testa alla classifica. Le ultime partite, contro Honduras e Costarica, potranno essere affrontate con il vantaggio della classifica. Costarica che perde in Salvador, terza sconfitta consecutiva che rovina i piani di una squadra che pareva essere già qualificata per Sudafrica 2010 e che ora rischia addirittura il quarto posto, incalzato proprio dai salvadoregni.

Classifica (a due partite dal termine): USA 16 punti, Messico 15, Honduras 13, Costarica 12, Salvador 8, Trinidad 5.

Trinidad - USA 0-1

El Salvador - Costarica 1-0

08 settembre 2009

Catania: Pablo Barrientos e Nicolas Spolli

Pablo Barrientos

Sul talento di Pablo Barrientos, mezzapunta appena acquistata dal Catania, dubbi non ce ne sono. Basta sfogliare anche i Guerin d'annata che lo segnalano protagonista: nel Sudamericano under 20 del 2005 era degno scudiero di quel Leo Messi che si stava presentando al Mondo e da giovanissimo (ora ha 24 anni) dispensava classe al lato del Pocho Lavezzi in un San Lorenzo davvero gradevole. Nel 2006 i russi si erano già messi in testa di dominare il calciomercato e, precipitatisi a caccia di campioncini in Sudamerica, avevano incontrato il gradimento anche del “Pitu”, desideroso di provare l'avventura europea. Barrientos è l'ennesima vittima di un calcio non ancora pronto per inglobare talenti in erba: l'avventura all'FC Mosca non decolla praticamente mai, il ragazzo nato in Patagonia è autore anche di buoni match ma non digerisce del tutto il futbol russo. Desiderosi di non perdere tutto il capitale investito l'FC Mosca nel 2008 decide di prestare Barrientos al club d'origine, per dargli una scossa e rianimarlo. L'aria del Boedo, il quartiere dove è nato il tango e dove sorge il San Lorenzo, fa ritrovare gli spunti di un tempo al “Pitu”: Miguel Angel Russo lo mette all'esterno sinistro del suo 442 e il Ciclon torna a giocarsela per il titolo, sfiorandolo: arriva a pari punti con Boca e Tigre nella classifica finale ed esce sconfitto dallo spareggio a tre. Barrientos torna a dribblare come un tempo e ricomincia ad avere intuizioni geniali su un campo verde. Tutto però finisce nella nuova stagione, un maledetto 22 febbraio 2009: Pablo si frantuma il crociato e, a conferma del suo ruolo chiave nel club, il San Lorenzo precipita in Libertadores e in campionato. Senza quel brutto infortunio, a causa del quale Barrientos non ha ancora assaggiato il debutto col Catania, la sua quotazione non sarebbe certo rimasta bloccata attorno ai quattro milioni di euro, la cifra investita dal presidente Pulvirenti per portarlo sotto l'Etna. C'è il dubbio legato al tempo di recupero completo, nemmeno un'incertezza sulla qualità: si raccomanda pazienza, il “Pitu” non deluderà.

CARLO PIZZIGONI


Nicolas Spolli

Nicolas Spolli, difensore centrale appena giunto a Catania, meritava da tempo una chance. Tanti buoni campionati nel Newell's Old Boys, dall'esordio nel 2005 fino a ieri, hanno sollevato più di un interesse in Europa e nel resto del Latino America. Diligente, con buon senso della posizione e tanta cattiveria agonistica, Spolli era sui taccuini di tanti osservatori che ricercavano un difensore solido per la propria squadra. Lo Monaco, che lo seguiva da tempo, ha sottoposto l'offerta giusta alla Lepra, il nomignolo che identifica il Newell's in Argentina. Dura tuttavia per Spolli lasciare quei colori che vive da sempre come una seconda pelle: nato a cinquanta chilometri da Rosario, Nicolas ha sempre adorato il rosso-nero Newell's: entrato nelle giovanili della squadra per cui fa il tifo anche Leo Messi, rosarino purosangue, ha ottenuto il posto da titolare appena Sebastián Dominguez è volato in Brasile per condividere il progetto Corinthians (che prevedeva anche Tevez e Mascherano ed è finito malissimo). Alto (192 cm), meglio sulle palle alte e nelle letture che nel disimpegno, non ha più abbandonato la linea difensiva della Lepra negli ultimi quattro anni, giocando indifferentemente a 4 o a 3 dietro. L'ultimo campionato Clausura, disastrosa per la Lepra, lo ha giocato in una difesa a tre (a destra) voluta dal tecnico Nestor Sensini per mantenere un minimo di equilibrio difensivo: senza soverchi risultati. L'ex Udinese e Parma assicura però che la mentalità e la disponibilità di Spolli possono far comodo al Catania. C'è da fidarsi.

CARLO PIZZIGONI


Fonte: Guerin Sportivo

07 settembre 2009

[Qualificazioni Mondiali] Concacaf: Ok Messico, Usa e Honduras

Il Salvador di De Los Cobos fa soffrire gli USA, che però riescono a rimontare e ottengono i tre punti che gli permettono di tornare in testa all'Esagonale finale. Gli uomini di Bradley approfittano del passo falso del Costarica, sconfitto da un Messico veramente e finalmente convincente. Bene anche l'Honduras, vince con Trinidad e divide il trono di capoclassifica con gli USA. Sono praticamente rimaste quattro squadre per tre posti, divise da un punto, quindi già da mercoledì notte inizia un mini spareggio di tre partite.

USA - El Salvador 2-1

Costarica - Messico 0-3

Honduras - Trinidad 4-1

[Qualificazioni Mondiali] Africa: Ghana qualificato, Costa d'Avorio quasi

Il Ghana è la prima squadra africana a qualificarsi per il Mondiale sudafricano: vincendo 2-0 (gol di Muntari e Essien)contro il Sudan è ormai irraggiungibile, nelle due partite che ancora mancano, per il deludente Mali. Agli ivoriani di Didier Drogba manca solo un punto per la matematica qualificazione dopo il 5-0 di ieri contro il Burkina Faso (sconfitto a Ouagadougou 3-2).



Molto più equilibrati i restanti tre gironi, da cui usciranno le ultime tra qualificate:

Nel Gruppo 2 Oussama Darragi ha segnato al 90' il gol del definitivo 2-2 che può portare la Tunisia a Sudafrica 2010 e lasciare clamorosamente fuori la Nigeria. Alle Aquile di Cartagine manca solo la partita casalinga col Kenya e la trasferta in Mozambico: se non perdono punti ci sono.

Nel Gruppo 3 vincono, a fatica, sia l'Algeria capoclassifica che l'Egitto. Il distacco tra le due squadre rimane di tre punti, anche se, dopo il turno di metà ottobre, le due squadre a novembre si troveranno di fronte al Cairo, e lì si deciderà tutto.

Nel Gruppo 1 si riprende il Camerun del nuovo corso Le Guen: vince in un Gabon follemente scosso dalle appena terminate elezioni che hanno confermato il potere al clan Bongo. Decidono i gol di Achille Emana e di Eto'o. Il 9 settembre si gioca il "ritorno" della partita: se i Leoni Indomabili dovesse bissare il successo guadagnerebbero la prima posizione del gruppo e tutti i favori del pronostico per arrivare ai Mondiali.

PLUS: Alcune immagini dagli incontri africani

03 settembre 2009

Guardiola catechizza i suoi

Sono terminati i tempi regolamentari nella finale di Supercoppa Europea tra Barcellona e Shakhtar. Prima di inziare i supplementari c'è lo spazio per qualche consiglio. Ecco quelli di Pep Guardiola:

02 settembre 2009

Palermo: Nico Bertolo e Javier Pastore

NICOLAS BERTOLO

Quando nel 2006 Alfio Basile accettò l'incarico di selezionatore dell'Argentina lasciando il Boca Juniors, alla Bombonera pensarono che il nuovo allenatore, Ricardo Lavolpe, reduce da un gran Mondiale col Messico, doveva puntare forte sui giovani. Tecnico molto preparato ma fumantino e troppo rivoluzionario per l'ambiente bostero, Lavolpe finì presto i suoi giorni al Boca. Tuttavia, nell'intervallo di tempo in cui guidò la squadra più nota d'Argentina regalò diverse opportunità ai tantissimi talenti che il club “azul y oro” produce senza soluzione di continuità. Uno di questi ragazzi era Nicolás Bertolo, nuovo acquisto del Palermo. Classe 1986, centrocampista moderno, di corsa e di cervello, Bertolo piacque molto e subito per il suo dinamismo. La Controrivoluzione al Boca fece però cadere anche la testa di Nico: per lui si prospettò un prestito al Nacional di Montevideo. Il fatto che in Uruguay si ricordino ancora di lui mostra come il suo carisma e la sua disponibilità al sacrificio, doti apprezzatissime in tutta l'area del Rio de La Plata, sono indiscutibilmente sopramedia. Il Nacional non può confermarlo e Nico torna in patria. Marchiato al Boca, si accasa al Banfield. Nel club del sud bonaerense, che lanciò in passato anche Javier Zanetti, Bertolo scopre anche virtù realizzative che lo mettono in cima a tanti bloc notes di scouts europei. Prima Burruchaga, poi Falcioni, due ottimi allenatori a cui piace sviluppare un calcio propositivo, trovano un'arma importante in Bertolo: copre con giudizio la sua zona e ha grandi doti di inserimento. Falcioni soprattutto, giocando col 4312, impiega Nico nel ruolo in cui può dare di più, parte da centrocampo, a destra, recupera palloni e arriva spesso al tiro. Zenga ha previsto proprio questo sistema di gioco...

CARLO PIZZIGONI


JAVIER PASTORE

Javier Pastore è il talento più intrigante sbarcato in Italia in questo ultimo mercato. In poco meno di un metro e novanta vive tanta sapienza calcistica: la stagione appena terminata, nell'Huracan di Angel Cappa, è qualcosa più di una rivelazione. Eppure questo diamante, classe 1989, è rimasto nascosto fino all'anno scorso. Nel Globo, prima dell'arrivo dell'ex assistente di Cesar Menotti, se lo filavano in pochi e meno ancora al Talleres, società di Cordoba in cui “Huesito” è cresciuto e della quale è tifosissimo fin da piccolo. Eppure la stagione favolosa dell'Huracan, marchiata Pastore-Bolatti - De Federico, ha soprattutto nel giocatore voluto da Zamparini l'elemento più futuribile: a fronte dell'altezza Pastore è giocatore di costruzione, d'ordine e di finalizzazione. Ha grandi doti di lettura, con e senza palla, e non ha difficoltà a partire palla al piede o a farsi trovare smarcato: completa e equilibra naturalmente un trio con un centravanti mobile come Cavani e un brevilineo come Miccoli, abile nello stretto e veloce nella conclusione in porta. Zenga deve tuttavia organizzare il resto della squadra per valorizzare questo terzetto e per ora ha preso spunto proprio da quell'Huracan che vedeva De Federico (appena acquistato dal Corinthians) e Pastore dietro una punta, di norma Federico Nieto, passato dalle nostre parti (Hellas Verona, stagione 2006/07) senza lasciare grandi tracce. Molti hanno accostato il giovane talento argentino a Kakà, vedendolo forse partire palla al piede: ma Pastore non ha quel tipo di accelerazioni in campo aperto e quel talento fisico, piuttosto è un giocatore alla Lucho Gonzalez, anch'esso transitato dall'Huracan prima di affermarsi al River Plate, in Europa e in Nazionale. E' più intelligente che istintivo,sa fare un po' di tutto in campo e sa farlo bene. Manca un po' di esperienza, ma se prosegue sul viatico intrapreso quest'anno e non ha problemi di adattamento, a breve se lo contenderanno le big d'Europa (che si erano già interessate a lui, prima del blitz di Zamparini), a meno che a Palermo non arrivi davvero lo scudetto...

CARLO PIZZIGONI


Fonte: Guerin Sportivo

01 settembre 2009

Tre gol del week end

1- La scuola calcio del Boca Juniors produce effetti anche ad anni e (a migliaia di chilometri) di distanza: Franco Cangele del Kayserispor.

2- Già detto e ribadito, è sottovalutato il nuovo brasiliano del Lione, Bastos. Dimostra anche col Nancy.

3- Bell'inizio di Enzo Maresca nella sua nuova avventura al Pireo: a Larissa fissa il risultato sul 2-0 per il suo Olympiakos.

Citazione per Roger del Vitoria Bahia: i colpi li ha sempre avuti...

PLUS. La Partita: Benfica - Vitoria Setubal 8-1. Prendere o lasciare, è la nuova creatura (superoffensiva) di Jorge Jesus

Campionato Portoghese 2009/10

Nella tarda primavera del 2005 non erano pochi i detrattori di Giovani Trapattoni, dalle rive del Tago alla terra lusitana tutta. Il tecnico di Cusano Milanino però era riuscito a zittire i chiacchieroni e, prima di sbattere la porta, ha riportato il Benfica sul tetto del Paese: è stato l'ultimo “scudetto” delle Aquile. Da allora, nonostante investimenti importanti per il calcio lusitano, i biancorossi non hanno più nemmeno insidiato il Porto, protagonista di una striscia di quattro successi consecutivi. La frenesia di cambiare, di vincere senza costruire un progetto, ha accecato le Aquile di Lisbona in tutto questo tempo. La promozione a Direttore Sportivo di Rui Costa, avvenuta lo scorso anno, non ha modificato le cattive abitudini: era iniziato un progetto con il tecnico spagnolo Quique Flores che però è stato presto accantonato. Si riparte quest'anno con una scommessa in panchina: Jorge Jesus, capace di regalare ai tifosi dello Sporting Braga, nella passata temporada, un calcio di elevata qualità, è stato portato al Da Luz per ripetere la lezione. Il cinquantacinquenne tecnico è alla prima esperienza in un grande club dopo tanta gavetta nel calcio di provincia portoghese: un risultato che si è ampiamente meritato e che lo ha promosso a nuovo allenatore emergente in un Paese dove certo non mancano tecnici interessati e di grande prospettiva. Già nelle prime uscite la mano di Jorge Jesus si è notata: grande intensità, pressing alto, controllo del gioco, esattamente come a Braga, dove nella scorsa stagione fece bene anche in coppa Uefa. Dovesse riuscire a mantenere lo stesso copione anche al Benfica, che individualmente possiede una qualità tecnica superiore, si leverebbe non poche soddisfazioni. Inoltre, ai già svariati talenti in rosa, pronti a sbocciare come Angel Di Maria o già riconosciuti tipo Aimar, Rui Costa ha aggiunto un'altra infornata di nomi interessanti: Ramires, protagonista nella Confederations Cup col Brasile, Javi Garcia, ventiduenne frettolosamente accantonato al Real Madrid, Keirrison, bomber brasiliano acquistato dal Barcellona e parcheggiato qui, e un “Conejo” Saviola desideroso di riscattarsi. Non dimenticando una rosa di assoluta solidità con Luisao, David Luiz (pronto a esplodere), Oscar Cardozo, Maxi Pereira, Cesar Peixoto (che ha seguito il suo “mister” dal Braga) a cui si aggiunge il rientro di un talento come Fabio Coentrao dopo un anno di prestito al Rio Ave. Riuscirà la dirigenza a mantenere equilibrio durante tutta la stagione e a difendere il proprio allenatore nei momenti di difficoltà? Un interrogativo abituale a Lisbona e assolutamente fuori luogo a Porto. Dove però hanno voluto ricostruire senza aspettare eventuali sconfitte: dopo quattro titoli consecutivi e buone prestazioni nella Champions League si è deciso di voltare pagina, cedendo, sempre di fronte a grandi offerte economiche, gli elementi più rappresentativi di queste ultime affermazioni: Lucho Gonzalez (18 milioni dal Marsiglia) e Lisandro Lopez (24 più bonus dal Lione). In più c'è stato il gran colpo di piazzare l'ottimo Aly Cissokho, acquistato pochi mesi prima dal Vitoria Setubal per qualche centinaio di migliaia di euro, a 15 milioni al Lione, dopo il dietrofront del Milan. In entrata il solito mercato oculato, parco (di milioni) e lungimirante: Fernando Belluschi, dall'Olympiakos, e Diego Valeri, dal Lanus, un paio di anni fa sarebbero costati una cifra spaventosa: arrivano oggi, con formule variegate, a Porto per meno di otto milioni, in totale. A loro si aggiungano Radamel Falcao, l'attaccante colombiano del River Plate, Seba Prediguer del Colon, Alvaro Pereira del Cluj e un centrale di grande avvenire come Maicon, sottratto al Nacional (scuola Cruzeiro, però) per poco più di un milione. Con Bruno Alves e Hulk, i due big rimasti, e non dimenticando un giocatore chiave della scorsa stagione come Fernando, a Jesualdo Ferreira, altro maestro della panchina, viene richiesto un assemblaggio veloce dei nuovi che potrebbe invece non essere così rapido. Tutti questi lavori in corso nelle due big portoghesi potrebbero favorire outsider? Impossibile. Invero lo Sporting, l'unica altra candidata al titolo, ha cambiato pochissimo, aggiungendo il solo Matias Fernandez (unico investimento reale del club: 4 milioni), reduce dal disastro di Villareal, in mezzo al campo per accendere quella scintilla decisiva nel palleggio rimestato e poco produttivo visto durante tutta la scorsa stagione. Una scommessa dalla quota alta, specie se da qui alla fine del mercato non arriverà nessun attaccante oltre al giovane Caicedo (in prestito dal Manchester City) per agevolare il lavoro del brasiliano Liedson (diventato cittadino portoghese e in attesa di una chiamata dal CT Quieroz), da diverse stagioni esclusivo goleador dell'Alvalade. In precampionato si è assistito con meraviglia all'esordio del giovane prodotto della celeberrima Academia Sporting, Daniel Carriço, centrale difensivo dal grande futuro, e a una serie di buone prove di Miguel Veloso, talento che pareva essersi già appassito. Joao Moutinho, Vuckcevic e, quando tornerà dall'infortunio, Izmailov, le altre armi a disposizione del tecnico Paulo Bento, per il quinto anno consecutivo alla guida dei Leoni. Tuttavia restano poche le speranze di titolo per lo Sporting, e praticamente nessuna altrove. Guimarães, Braga, Nacional e il Marítimo di Carlos Carvalhal sono le squadre che probabilmente si giocheranno il campionato “degli altri”, con il quarto posto in palio, ma niente più. La grave crisi finanziaria che sta sminuzzando il futebol portoghese coinvolge maggiormente i club di medio-basso livello: la programmazione è stata sostituita dalla sopravvivenza. Tutto ciò erode anche la base di appassionati che seguivano i piccoli club, e propone orizzonti culturali non proprio rosei per tutto il calcio portoghese. Le risorse futebolistiche di questo Paese sono però storicamente illimitate, e questo triste periodo di vacche magre potrebbe ulteriormente sviluppare le motivazioni di presidente, allenatori e giocatori di provincia: tutto a vantaggio di un movimento che nel passato recente ha creato i Cristiano Ronaldo e i José Mourinho sostanzialmente dal nulla. Da Eusebio in avanti, questi circa dieci milioni di abitanti, con il vento dell'Oceano nei capelli, il sapore del baccalà in bocca e un generale disinteresse da parte di tutto il resto d'Europa, hanno sempre prodotto grande calcio: l'humus per ripartire c'è.

CARLO PIZZIGONI
Fonte: Guerin Sportivo n.34/09