30 giugno 2009

[Mercato '09] Patric e Shaffer al Benfica

Patric Cabral Lalau (Criciuma, 1989) dal Sao Caetano al Benfica. Scadenza contratto: 2014

José Alberto Shaffer (Cordoba,1985) dal Racing al Benfica. Scadenza contratto: 2013


Non c'è solo il pensionabile Javier Saviola nel mercato del Benfica, che ha perso Katsouranis, tornato in patria, al Panathinaikos, oltre all'ovvio addio di David Suazo. Il manager Rui Costa ha scelto ancora di investire su giovani prospetti, sperando che lasci lavorare Jorge Jesus. Patric, terzino destro, ha giocato un ottimo Sudamericano under 20, dominato dai verder-oro, José Shaffer, terzino sinistro, arriva dal Racing( e da simpatizzante dell'Academia dico: bene così, anche se, crescesse un minimo il suo QI calcistico - e non...-), rilanciato dal "salvatore" Caruso Lombardi.

[Euro under 21] Germania - Inghilterra 4-0. Tedeschi campioni

La Germania vince l'ennesimo trofeo giovanile e diventa ormai una potenza anche a questo livello. Nella finale dell'under 21 contro gli inglesi riescono a gestire la partita come vogliono: lasciano la gestione della palla ai difensori dell'Inghilterra, attendono sulla trequarti, pressano, ripartono in maniera ordinata (importante il contributo dei terzini, Beck e Boenisch), e arrivano alla porta, senza sostanzialmente rischiare mai, se non per qualche invenzione di Milner. Assenze da entrambe le parti: Agbonlahor out, Joe Hart squalificato per un'ammonizione durante i rigori finali(!), per gli inglesi e l'ottimo Ashkan Dejagah (uno che in campo ci sa stare davvero) per i tedeschi.
Hrubesch non sarà un genio della tattica ma sicuramente è riuscito a dare un'identità precisa alla sua squadra, e questo è il primo dei pregi per un tecnico. Hummels davanti alla difesa ieri ha fatto un grande match e il rientro di Khedira ha notevolmente aumentato la personalità dei tedeschi, che con l'Italia avevano sofferto non poco. Trova poi il gol del vantaggio con una fantastica lettura di Ozil, che pesca al millimentro il taglio di Castro, bravo lui pure ad andare nello spazio e a cercare il colpo sotto davanti all'estremo difensore britannico. L'Inghilterra che parte con Walcott unica punta centrale (ma non è mai cercato con palle adeguate) ha poche idee e pure confuse, e gli inglesi hanno solo uno scatto d'orgoglio dopo il 2-0, trovato da Ozil per un paperone del portire Loach. Uno scatto che dura poco e soprattutto è un derivato della "pancia" più che della testa, e attaccando in maniera disordinata ci si espone nel notevole contropiede tedesco, che infatti buca ancora la rete dell'Inghilterra fino a far montare il punteggio a dimensioni eccessive.




Germania: Neuer, Beck, Howedes, Boateng, Boenisch, Hummels (Aogo 83), Johnson (Schwaab 68), Castro, Khedira, Ozil (Schmelzer 89), Wagner.

Goals: Castro 23, Ozil 48, Wagner 79, 84.

Inghilterra: Loach, Cranie (Gardner 80), Richards, Onuoha (Mancienne 46), Gibbs, Cattermole, Muamba (Rodwell 77), Noble, Milner, Walcott, Johnson.

29 giugno 2009

[Brasilerao] Fluminense - Flamengo 0-0

Pareggio giusto ma qualche sbadiglio di troppo nell'ennesima edizione del Fla-Flu, stavolta con il Tricolor che gioca in casa per il calendario.
Comincia bene proprio il Fluminense: il 442 di Carlos Alberto Parreira è equilibrato e nonostante i due mediani di contenimento, Fabinho e Wellington Monteiro, riesce a fare gioco e a far giungere palloni giocabili a Fred e Thiago Neves (all'ultimo match col Flu: il 18 comincia la preparazione con i sauditi dell'Al Hilal, guidati in panchina da Eric Gerets). Dario Conca lascia la linea dei centrocampisti e inizia la giocata dietro le punte o sposntandosi sul lato crand la superiorità col terzino che lo "doppia": tutto funziona ma ai 16 metri il Flu non riesce a essere davvero pericoloso, la difesa a tre del Mengo tiene. Nel secondo tempo il Flamengo cresce in mezzo al campo con Ibson e Everton, riuscendo a creare una valida alternativa alla spinta sugli esterni con Leo Moura e Juan, finora unica credibile fonte di gioco della squadra di Cuca. Adriano (numero 100...) gira al largo, alimenta qualche ripartenza ma finalizza poco e al 93' spreca una favolosa palla gol, fortuna sua che il guardalinee segnala l'offside (mentre la torcida del Flu ridacchia cantando "E' tornato l'Imperatore..."). Qualche buona parata di Ricardo Berna e un po' di imprecisione, specie del generoso Emerson davanti, contribuiscono a chiudere senza gol la partita, nel secondo tempo totalmente abbandonata dal Flu.



Fluminense: Ricardo Berna; Mariano, Edcarlos, Luiz Alberto e João Paulo; Wellington Monteiro (Marquinho), Fabinho, Diguinho e Conca (Alan); Thiago Neves e Fred
Flamengo: Bruno; Willians, Welinton e Fabrício; Léo Moura (Everton Silva), Toró, Ibson, Everton (Petkovic) e Juan; Emerson e Adriano.

DAGLI ALTRI CAMPI:
- L'Inter che torna a vincere trova un protagonisa inatteso, Bolaños, autore di una tripletta con il Coritiba. Eroe nella scorsa Libertadores con la LDU, un fantasma al Santos, in naftalina, fino a ieri, a Porto Alegre, ritrova i colpi di un tempo.

- nell'altro classico della giornata pareggio a Palestra Italia tra Santos e Palmeiras, ancora sotto choc per la questione Luxemburgo (arriverà Muricy, si dice - ma non è certo -, ieri in panchina c'era il traghettatore Jorginho)

27 giugno 2009

[Mercato '09] Matías Fernández allo Sporting

Matías Fernández (1986) dal Villareal allo Sporting di Lisbona.
Costo dell'operazione: 4 milioni (il Villareal mantiene una percentuale del cartellino). Durata contratto: 4 anni

Era finito in mezzo al polvere, questo straodinario talento cileno. Esiliato dal suo connazionale Manuel Pellegrini, Matigol poteva esprimersi solo grazie alla fiducia di Bielsa in nazionale. La responsabilità del mancato exploit di questo centrocampista offensiva però non deve tuttavia essere ricercata esclusivamente nella colpe altrui. Ora ha un'altra chance, fortemente voluto, si dice, da Paulo Bento a Lisbona.

[Euro under 21] Italia KO, tedeschi e inglesi in finale

Un tiro da fuori di Beck, neanche troppo convinto, all'inizio del secondo tempo sorprende un poco attento Consigli e manda la Germania in finale dell'Europeo under 21. L'occasione può essere considerato l'unico vero tiro in porta dei tedeschi, un po' poco se messo in confronto con la marea di chances costruire dall'Italia di Casiraghi, senz'altro una delle più riuscite sul piano tattico. Sì, perché l'Italia è molto efficace nel pressing, anche ultraoffensivo e sa scivolare bene, d'insieme, nella transizione difensiva, non concedendo nulla ai tedeschi. Hrubesch deve sostituire Sami Khedira in mezzo al campo e opta per Gonzalo Castro al centro e Johnson sulla destra, mantenendo Marin a sinistra. Casiraghi, senza Marchisio e De Ceglie, sceglie Morosini e Candreva ai fianchi di Cigarini: è il reparto chiave degli azzurrini che controllano il match. Davanti Acquafresca con Balotelli e Giovinco, che esplodono in qualche spunto ma non hanno quella continuità d'azione per soffocare i tedeschi, che comunque soffrono, specie sui calci d'angoli, dove l'Italia ha una mezza dozzina di occasioni limpidissime, soprattutto nel primo tempo. La Germania non riparte praticamente mai, ma il bunker in qualche modo regge: è in finale, dove troverà l'Inghilterra rimontata da tre a zero dagli svedesi e poi uscita vincitrice ai rigori finali.

26 giugno 2009

[Recopa] Inter - LDU 0-1

Un sempre più irriconoscibile Internacional esce sconfitto dall'andata della Recopa, la supercoppa sudamericana, a Beira Rio per giunta, contro la LDU. La rete decisiva di Claudio Bieler è paradigmatica delle difficoltà della squadra di Tite che soprattutto di testa pare assente, poco attenta e concentrata (è anche l'idea di D'Alessandro, espressa a fine match). L'Inter non vince da sei partite e non segna un gol da quattro: giugno pare un mese maledetto. Vero che mancano Nilmar e Kleber (impegnati in Sudafrica nella Confederations Cup), però è assurdo l'incredibile calo di rendimento del Colorado, rischia Tite.

[Libertadores] Estudiantes - Nacional 1-0

Settima partita in casa per il Pincha in Libertadores e settima vittoria. La semifinale giocata a La Plata concede un minimo vantaggio alla squadra di Alejandro Sabella (debutto di Schiavi in mezzo alla difesa) nonostante diverse occasioni che potevano allargare il divario da un timido Nacional. L'Estudiantes accusa però l'infortunio del suo leader tecnico e spirituale, Juan Sebastian Veron, che salta tutto il secondo tempo (e rischia di rimanere a casa per il match di ritorno). Appuntamento a Montevideo per mercoledì prossimo.





25 giugno 2009

[Libertadores] Cruzeiro - Gremio 3-1

Incredibile, emozionante semifinale tra le due brasiliane ancora vive.

Adilson Batista ha una squadra da inventare per gli infortuni di Léo Fortunato e Gerson Magrão. Inserisce Thiago Heleno nella linea a tre di difesa e inventa Marquinhos Paraná a sinistra: l'equilibrio, specie quello nelle fasi di non possesso, non si inventa e infatti il Gremio nel primo tempo può segnare diverse reti. Tuttavia la Raposa rimane con lo spirito giusto, positivo e dopo alcune occasioni sprecate, trova la rete che sblocca la partita, non solo nel punteggio, a sua favore. Il secondo tempo è meglio condotto dagli uomini di Adilson Batista, una punizione favolosa di Souza riapre almeno in parte i giochi e il ritorno a Porto Alegre dovrebbe scatenare un'altra grande partita.




A margine del match la polemica di Elicarlos che ha accusato l'attaccante argentino Maxi Lopez di insulti razzisti durante la partita. Maxi non ha rilasciato dichiarazioni, il Gremio lo ha difeso a spada tratta contro accusando il centrocampista del Cruzeiro.




[Mercato '09] Leandro Almeida alla Dinamo Kiev

Leandro Almeida (1987), difensore centrale, dall'Atlético Mineiro alla Dinamo Kiev.
Costo dell'operazione: 2 milioni per il 50% del cartellino


Il sito ufficiale del "Galo" ha ufficializzato il passaggio del giocatore agli ucraini di Kiev, dove già gioca l'ottimo Guilherme, ex Cruzeiro e orgoglio del Maranhao.
Leandro Almeida è il migliore centrale della sua generazione, ha un grandissimo potenziale. Cresciuto nell'Atletico Mineiro, il difensore ha esordito in prima squadra nel 2007.

24 giugno 2009

[Mercato '09] Nuovi (e vecchi) Mister

A volte ritornano. Dopo l'inevitabile esonero di Ischia il Boca Juniors torna nelle mani del "Coco" Basile. Carlitos Bianchi, direttore tecnico del club, non se l'è sentita di tornare in panchina, oggi discuterà con la Commissione direttiva del Boca e domani ci sarà la firma del Coco: 650.000 dollari l'anno con premi vari legati a obiettivi. Ora Bianchi potrà concentrarsi sugli acquisti e qualcuno deve arrivare.

E' annuncio di qualche giorno fa, ma ritengo giusto sottolineare la firma di Jorge Jesus (da noi stralodato per l'ottimo calcio offerto l'anno scorso a Braga - probabilmente il migliore d'Europa) per il Benfica. Giusta la scelta di Rui Costa, ora però si tratta di dare al tecnico i giusti rinforzi e mantenere equilibrio, situazione non proprio all'ordine del giorno nel club più famoso del Portogallo.

Al San Paolo, dopo l'eliminazione in Libertadores, lascia Muricy, uno dei migliori tecnici brasiliani, a star bassi. Troverà squadra presto. Ricardo Gomes, ex Bordeaux e Monaco, lo sostituisce: scelta coraggiosa della società Paulista.

A Marsiglia, nonostante la dipartita di Pape Diouf, Didier Deschamps dovrebbe rimanere (anche perché non credo abbia altre offerte...). A sostiuire Diouf, ormai in contrasto evidente con il principale azionista Pierre Henri-Dreyfus sarà Jean-Claude Dassier, ex giornalista e già direttore delle news di TF1.

Nelo Vingada è durato pochi giorni su una della panchine più celebri d'Africa, quella degli egiziani dell'Al Ahly. Il portoghese era stato chiamato per sostituire il connazionale Manuel José, vincitore di ben quattro Champions' con la squadra del Cairo, accasatosi in Angola a fare il CT, in attesa di qualche grosso club. Vingada ha però dovuto lasciare per sopraggiunti motivi familiari, rientrando in Patria (ha poi firmato per il Vitoria Guimaraes). La direzione dell'Al Ahly ha così nominato il vice di Manuel José, l'indigeno Hossam El-Badry.

[Euro under 21] Italia avanti con la Svezia

Giusto un piccolo brivido, al gol bielorusso, in mezzo a tanto azzurro. E infatti, pur privi di Balotelli (che rientrerà nel prossimo match, contro i tedeschi), la Nazionale di Casiraghi approda alle semifinali grazie a due gol di Robert Acquafresca (uno su rigore, appena dopo il vantaggio della Bielorussia).
Nell'altro match, larga vittoria svedese sulla Serbia, che esce così dal torneo anche se tra infortuni e assenze qualche alibi ce l'hanno. Ennesimo gol e buona prova di Gojko Kačar, uno dei migliori giocatori visti a questo Europeo.

23 giugno 2009

[Euro Under 21] Passano Inghilterra e Germania

Nessuna sorpresa nell'ultima giornata del girone B, il pareggio di Germania e Inghilterra (con Pearce che prova tutte le riserve) ha reso inutile la vittoria spagnola sulla Finlandia (Gol di Torrejon e di Pedro León) . Passano quindi alle semifinali le prime due.

Il gol dell'1-0 di Gonzalo Castro:

Link: Germany 1-0 England



Poi fisserà il definitivo 1-1 Jack Rodwell, protagonista di un'ottima partita.

E questo è il resto.

[Mercato '09] Orlando Engelaar al PSV

Orlando Engelaar dallo Schalke 04 al PSV
Contratto: 4 anni

Torna in Olanda Engeelar, centrocampista lodatissimo all'ultimo Europeo. Aveva abbandonato il Twente seguendo il viaggio in Germania, non fortunatissimo,del tecnico Fred Rutten. Il suo ritorno a casa, direzione Eindhoven, è ancora in compagnia del mister, che al PSV aveva già lavorato coi giovani.

22 giugno 2009

[Mercato '09] Danijel Pranjic al Bayern Monaco

Affare del giorno: Pranjic (1981) al Bayern.
Costo: 9 milioni di euro. Scadenza contratto: 2012

"Era uno dei primi nomi della lista di Louis Van Gaal", così chiarisce Kalle Rummenigge circa l'acquisto dell'esterno Pranijc, da quattro anni all'Heerenveen e ottimo protagonista all'ultimo Europeo con la Croazia.

19 giugno 2009

[Libertadores] San Paolo fuori. Avanzano Cruzeiro e Pincha

Crolla in casa il San Paolo, e abbandona la Coppa a favore del Cruzeiro che ora troverà il gremio in semifinale e, anche senza Ramires (che ha già firmato per il Benfica) diventa il massimo pretendente per la vittoria finale.
Le assenze pesano, da una parte e dall'altra dato che tra Confederations Cup e infortuni hanno marcato visita tanti possibili protagonisti: Miranda (con Ramires in Sudafrica) più Rogerio Ceni, Fabrício e Thiago Ribeiro. La partita è subito bloccata e col San Paolo - sconfitto 2-1 al Mineirão - ancora alla ricerca di un'identità precisa (il deludentissimo Hernanes di questa stagione parte dalla panchina), e quindi povero in fase propositiva. Il vero fattore X della partita è però l'espulsione di Eduardo Costa per somma di ammonizioni: il Cruzeiro trova il gol e il San Paolo reagisce solo coi nervi: non basta. Nell'altra semifinale, facile l'Estudiantes sul Defensor Sporting.




SAN PAOLO: Denis; Renato Silva, André Dias e Richarlyson; Zé Luis (André Lima), Eduardo Costa, Jean, Marlos e Junior Cesar (Hernanes); Washington (Dagoberto) e Borges
Técnico: Muricy Ramalho
CRUZEIRO: Fábio; Jonathan (Thiago Heleno), Léo Fortunato, Leonardo Silva e Gerson Magrão; Henrique, Elicarlos (Bernardo), Marquinhos Paraná e Wagner (Jancarlos); Wellington Paulista e Kléber. Técnico: Adilson Batista

ESTUDIANTES: Mariano Andújar, Germán Ré, Christian Cellay (Federico Fernández, 46), Leandro Desábato, Juan Manuel Díaz; Enzo Pérez, Rodrigo Braña, Juan Sebastián Verón, Leandro Benítez (Marcos Rojo, 90), Juan Manuel Salgueiro (Gastón Fernández, 55), Mauro Boselli.
DEFENSOR SPORTING: Martín Silva, Pablo Pintos, Walter Ibáñez, Mario Risso (Alejandro Traversa, 60), Leandro Cabrera, Julio Marchant (Mauro Vila, 68), Miguel Amado, Carlos Díaz, Nasa, Rodrigo Mora (Diego De Souza, 46), Diego Vera.

[Euro Under 21] Spagna - Inghilterra 0-2

Ennesima delusione spagnola. Insomma, da quando la nazionale maggiore si è messa a vincere sono precipitate le quotazioni delle selezioni giovanili. E dopo la brutta figura dell'under 17, ecco la quasi certa eliminazione dell'under 21, sempre agli Europei. Genesi simile, anche tra i meno di 21 anni, la Spagna appariva tra le favorite al titolo e invece dopo due partite non è ancora riuscita a segnare un gol, e ieri ne ha presi due da una buona Inghilterra che sanno di condanna.
Lopez Caro prova a cambiare il sistema di gioco ma i risultati sono addirittura peggiori rispetto al match coi tedeschi. Adrian Lopez ad affiancare Bojan, Jurado ad inventare e un centrocampo di contenimento in cui Suarez è inserito tra Javi Martinez e Raul Garcia. Dietro, Javi Garcia centrale per sostituire Chico: un disastro assoluto (paradigmatico l'errore sul rigore, ppi parato da un grande Asenjo). Ma non è l'unico colpevole, visto che la squadra rimane spesso senza iniziativa, procede per inierzia e propone poche cose che rientrano nella categoria "gioco di squadra". Giocatori irriconoscibili rispetto alle loro potenziali qualità, in primis un assolutamente perso Bojan davanti, totalmente fuori da questo Europeo che poteva e doveva essere il suo.
L'Inghilterra di Pearce è una squadra solida e, complice pure il velleitarismo degli iberici, dietro non sbaglia nulla. Favoloso match di Muamba davanti alla difesa, benissimo i due centrali di difesa Richards e Onuoha. Buona transizione offensiva e accompagnamento sulle fasce, l'ingresso di Walcott sulla sinistra regala poi i tre punti meritati agli inglesi, già qualificati per le semifinali.



Spagna: Asenjo; Azpilicueta, Javi García, Torrejón, Monreal; Javi Martínez (Xisco, 69), Mario Suárez (Pedro León, 80), Raúl García, Jurado; Bojan (Capel, 57), Adrián López.

Inghilterra: Hart; Cranie, Richards, Onuoha, Gibbs; Milner, Cattermole, Muamba, Noble (Gardner, 84), Johnson (Walcott, 62); Agbonlahor (Campbell, 39).

18 giugno 2009

[Preview] Egitto

Fu vera gloria? Tutto d'un colpo l'Egitto è venuto fuori: possibile che col Brasile la squadra del traballantissimo Hassan Shehata (che aveva già presentato le dimissioni alla federazione ben prima della Confederations Cup) ha finalmente trovato quegli equilibri che ricerca da mesi?

L'Egitto ha iniziato il gironcino finale di qualificazione ai Mondiali in maniera imbarazzante: un pari al Cairo con lo Zambia e una sconfitta netta in Algeria. Una doccia freddissima per i tifosi dei Faraoni che, prova le ultime due coppe d'Africa vinte, avevano l'abitudine ad osservare la solidità di squadra come marchio di fabbrica. E invece nulla. Tante occasioni concesse agli avversari, squadra spesso squilibrata, bruttissima transizione difensiva. In assoluto stupisce l'assenza di continua pressione in mezzo al campo, un must dei precedenti Egitti di Shehata, finito sulla panchina dei Faraoni quasi per caso ma poi arrichitala con i due fregi delle Coppe d'Africa vinte.


Pur avendo sfiorato, e forse meritato, la vittoria col Brasile, questi difetti si sono però rivisti: la fortuna di aver giocato a un ritmo bassissimo ha agevolato invece la possibilità di mostrare una qualità tecnica individuale e di squadra mai elevata come in questa generazione. Stiamo assistendo a una trasformazione verso una squadra diversa, che tiene molto più palla, che la gioca più orizzantalmente, che propone più uomini in fase offensiva? Difficile che questa possa essere il futuro della squadra allenata da un sergente di ferro come Shehata. Probabile però un mix, un'evoluzione. Che però non si può essere trovato tutto d'un colpo.

Difesa: El Hadary, odiato in patria per la sua fuga in Svizzera, ha forse fatto il suo tempo, ma alle spalle non ha nessun reale rivale, almeno alla sua altezza. La linea a tre è retta bene da Said (visto giovanissimo pure in Italia), che ha buone letture, e ha un uomo di forza ed esperienza come Gomaa, oltre alla novità "Uka" Said . I due esterni, Fahty e Moawad, giocatori di grandissima corsa, sono uomini importantissimi nell'economia della squadra, anche in fase offensiva.

Centrocampo: In mezzo al campo una figura chiave, per personalità e capacità tattica, come Ahmed Hassan non può avere però un ricambio vero, e infatti nonostante l'evidente calo di rendimento rimane nel gruppo e gioca spesso. Insostituibile anche Hosny Abd Rabou (grande giocatore, passato anche nell'Europa minore - Francia- ma mai realmente adattatosi e che ora butta il tempo nel campionato degli Emirati: il cartellino è però dell'Ismaily, la squadra che ha sorprendentemente conteso quest'anno il titolo all'invincibile Al Ahly), le palle passano tutte da lui e il QI calcistico dell'individuo è davvero sopramedia. Shwaky, del Boro, dà parecchia sostanza.

Attacco: Aboutrika è il giocatore egiziano degli ultimi quindici anni: classe inarrivabile, bella corsa, tecnica, uno snobismo che lo estranea anche per più minuti dal match e una generale sensazione di distacco. In assenza di Amr Zaki (scoperto proprio da Shehata nella Coppa d'Africa del 2006), grande chance per Zidan, che ha buonissima tecnica e che è alla ricerca di una maggiore semplicità nella giocata.

[Libertadores] Nacional e Gremio in semifinale

Dieci anni fa il Palmeiras di Felipe Scolari vinceva la Copa Libertadores (rievoca uno dei protagonisti, l'ex atalantino Evair), ieri, nei quarti di finale contro il Nacional di Montevideo, abbandonava la più importante competizione continentale, dopo una partita sfortunata soprattutto. Errori tanti, ma quando si hanno una serie incredibili di occasioni da gol come quelle che il Verdao si è procurato allo stadio Centenario della capitale uruguaya, cominci a pensare che intervengano anche fattori extrasportivi: nella vita come sul prato verde, la fortuna aiuta, e ieri certo non si è schierata col Palmeiras, anche se attribuire tutte le colpe alla dea bendata è sbagliato prima che inutile. Dopo questa eliminazione qualche pezzo pregiato potrebbe abbandonare Palestra Italia (sinistri sospetti su Keirrison, ma anche altri nomi circolano).




Nell'altro quarto di finale, pur se con qualche spavento di troppo, il Gremio difende il pareggio con gol dell'andata, conserva lo 0-0 all'Olimpico e fa fuori i venezuelani Caracas, che escono comunque a testa alta.



NACIONAL: Rodrigo Muñoz; Matías Rodríguez, Mauricio Victorino, Sebastián Coates, Adrián Romero, Federico Domínguez, Diego Arismendi, Oscar Morales, Nicolás Lodeiro (91, Mauricio Pereyra), Gustavo Biscayzacú (57, Santiago García), Alexander Medina (87, Ángel Morales). Técnico: Gerardo Pelusso.
PALMEIRAS: Marcos; Wendel (69, Souza), Danilo, Marcao (64, Obina), Mauricio Ramos, Pablo Armero, Pierre, Cleiton Xavier, Diego Souza, Williams (54, José Ortigoza), Kerrison. Técnico: Vanderlei Luxemburgo.


GREMIO: Marcelo Grohe; Ruy, Leo, Réver, Fabio Santos; Adilson, Tulio, Tcheco, Souza; Alex Mineiro (57, Germán Herrera), Maxi López. Técnico: Paulo Autuori.
CARACAS FC: Renny Vega; Giovanny Romero, Deivis Barone, José Manuel Rey, Gabriel Cichero; Luis Vera, Darío Figueroa (67, Alejandro Guerra), Franklin Lucena, Jesús Gómez (76, Rodrigo Prieto); Rafael Castellín, Emilio Rentería (55, Zamir Valoyes). Técnico: Noel Sanvicente.

17 giugno 2009

[Euro under 21] Italia - Serbia 0-0

Pareggio alla fine giusto quello tra le due forze del Gruppo 1. Entrambe hanno mostrato, oltre a un ritmo oltremodo lento, una certa sensazione di incompletezza: i due CT devono lavorare ancora un po' per trovare la quadratura, Casiraghi con la rosa a disposizione può ampiamente riuscirci, Krčmarević deve lavorare più di fantasia con Djordjevic out e senza un vero attaccante (e dopo la partita di ieri è ufficiale pure che l'ottimo Matic si è infortunato e dovrà abbandonare la competizione). Ieri il tecnico serbo ha proposto in una posizione ibrida Kačar, giocatore davvero sopramedia, universale, che ancora rimane, non so perché, sottocoperta nella ridda di voci degli interessamenti delle big d'Europa. Boh, ieri comunque il più pericoloso è stato proprio il giocatore dell'Herta, sfoderando una rovesciata arresasi solo al palo. In generale i serbi, specie nel prim tempo trovano a fatica Sulejmani e Tošić, e soprattutto col tempo sbagliato e senza accompagnamento. Molto meglio, in principio, la compattezza dell'Italia, ma anche qui si notano situazioni non proprio fluide, non migliora la situazione quando nel secondo tempo si sceglie di arretrare Giovinco dietro le punte e poi di inserire Abate che servito da fermo non può produrre più di tanto. Bene Smiljanić in mezzo, in fase di non possesso è davvero un buon giocatore: sa dove mettersi e quando pressare.




ITALIA: Consigli - Motta (78. Pisano), Andreolli, Bocchetti, Criscito - Marchisio, Cigarini, De Ceglie - Giovinco, Acquafresca, Balotelli (67. Abate).

SERBIA: Brkić - Tomović, Pejčinović, Vuković, Petković - Fejsa, Smiljanić - Kačar - Tošić, Matić (85. Tomić), Sulejmani.


Nell'altro match della giornata, super giornata per Marcus Berg (tripletta per lui) e vittoria larga dei padroni di casa della Svezia sulla Bielorussia, portatasi inizialmente in vantaggio.

16 giugno 2009

[Euro under 21] Le avversarie dell'Italia

SERBIA
Sconfitti, male, dall'Olanda nell'ultima finale del campionato Europeo, la Serbia rimane squadra di altissimo livello e molto ostica da incontrare. Terminato il ciclo che ha consegnato al calcio che conta Branislav Ivanović, Bosko Jankovic e Sasha Kolarov, si ricomincia da un ragazzo che quella finale con i campioni olandesi, trascinati dal miglior Drenthe di sempre, l'ha giocata, anche se solo per gli ultimi 25 minuti: Zoran Tošić. Esploso nel Partizan di Belgrado, Tošić ha firmato quest'anno per il Manchester United, racimolando qualche minuto in prima squadra. In mezzo al campo la squadra di Slobodan Krčmarević ha il suo punto di forza e le alternative non mancano, anche se la nazionale maggiore di Antic dovrebbe sottrargli alcuni elementi. Gojko Kačar dell'Herta è un altro reduce del 2007, ma ora ha un ruolo chiave nel sistema difensivo serbo pur non disdegnando la fase offensiva, qualora occorresse (ben 6 gol nelle qualificazioni), così come “Lola” Smiljanić, che però ha visto poco il campo nell'incredibile rivoluzione-salvezza di Pochettino all'Espanyol. Oltre il buon numero 1 Željko Brkić, linea a 4 traballante che dovrebbe essere condotta da Nemanja Pejčinović. Davanti, tutto il peso sul centravanti del Nantes, Filip Djordevic, cresciuto nella Stella Rossa. Molto importanti le presenze di due top player come Sulejmani (Ajax) e Obradovic (Partizan).



SVEZIA
La grande opportunità di giocare davanti al proprio pubblico aumenterà certo convinzione e autostima ai ragazzi di Tommy Söderberg, che dirige i giovani svedesi sempre col supporto di Jörgen Lennartsson. Poca fantasia, una certa linearità di manovra ma pure buona qualità, specie davanti con Marcus Berg del Groningen, che ha già assaggiato il sapore della nazionale maggiore, esattamente come Rasmus Elm, centrocampista del Kalmar (ultimo campione svedese), che coi grandi di Svezia ha pure trovato una rete quest'anno. Occhio in attacco pure a Ola Toivonen, che ha tanta voglia di rivincita dopo la stagione disastrosa del suo club, il PSV Eindhoven. Toivonen è stato miglior marcatore nelle amichevoli di preparazione, partite che hanno regalato fiducia ai nordici, visti i due pareggi con le super-potenze di categoria, Italia e Spagna, e la vittoria con l'Olanda, campione uscente ma non qualificatasi per la fase finale. La squadra leader del campionato, l'IFK Goteborg, con la sua recente politica improntata sul “largo ai giovani” fornisce elementi chiave all'under 21 locale, da segnalare il difensore Mattias Bjärsmyr, il centrocampista Gustav Svensson e l'attaccante Pontus Wernbloom. Interessante anche il terzino destro del Rosenborg Mikael Lustig. Mancherà lo juventino Albin Ekdal, che ha anche un problema all'inguine.

BIELORUSSIA
E' considerata la cenerentola delle otto partecipanti, ma la poca tradizione calcistica di questo Paese stavolta inganna. I giovani bielorussi hanno condotto un girone di qualificazione molto buono, finendo appaiati alla Serbia in classifica e perdendo il primo posto solo per la differenza reti. Un girone in cui hanno subito solo cinque gol, di cui quattro nelle partite coi rivali serbi. Poi, nello spareggio dei play-off hanno rimontato al “Gradski” di Borisov la rete di svantaggio sofferta con la Turchia e hanno eliminato la squadra della Mezzaluna, decisamente più quotata. Il 4411 organizzato dal CT Yuri Kurnenin prevede Dmitri Komarovski, goleador delle qualificazioni, dietro Leonid Kovel, attaccante del Saturn di Mosca, talento cresciuto nella Dinamo Minsk e che si è un po' fermato. Molto interessante Sergey Kryvets, centrocampista di quel Bate Borisov che ha incrociato i destini della Juventus nei gironi Champions League: proprio nel match a Borisov Kryvets si è preso il lusso di mettere alle spalle di Manninger il gol del momentaneo vantaggio. Kryvets, seguito da diversi club europei, è il “fosforo” della squadra della Bielorussia, che si qualifica per la seconda volta al torneo finale: l'unica altra volta in cui fu presente (2004) c'era Aliaksandr Hleb, oggi al Barça, in cabina di regia.

CARLO PIZZIGONI
Fonte: Guerin Sportivo n.28/09

[Euro under 21] Germania - Spagna 0-0

Il primo scontro tra le big di questo campionato Europeo finisce senza reti, ma lo Zero nel tabellino dei tedeschi è più che altro un accidente, frutto di una serie di errori sotto porta e di una buona prova del portiere spagnolo Asenjo. La Germania di Hrubesch fa una miglior figura, difende in maniera ordinata, ha una buona transizione difensiva e sa ripartire grazie alle accelerazioni di Özil e ai buoni movimenti di Dejagah. Ottimo il lavoro in mezzo al campo di Aogo e molto attenta la linea dietro, la Germania ha invece poco da Gonzalo Castro e Marin, assente il primo, fumoso il secondo: una chance a Ebert fin dall'inizio io la concederei. La Spagna è lenta e brutta, sostanzialmente non costruisce nulla anche se nella seconda parte del primo tempo pare almeno controllare il ritmo della partita. Poi, è notte fonda ed è già tanto aver portato via un punto. Bojan anche quando gira al largo non è mai incisivo, la pletora di mezzepunte produce pochissimo e Raúl García e Javi Martínez ci mettono del loro per rallentare il traffico. Continuo a pensare che Lopez Caro otterrebbe di più giocando la transizione, invece con questa opzione del possesso palla, con un attaccante non prestante come la promessa del Barça, devi trovare la giornata giusta di uno dei tuoi talenti, che , ripeto, non mi sembrano assecondati in questa situazione dove devono quasi sempre partire da fermi.




SPAGNA: Asenjo; Monreal, Torrejón, Chico, Sergio Sánchez;Raúl García, Javi Martínez ; Jurado, Granero (Pedro León, min. 87), Sisi (Capel, min. 70); Bojan (Xisco, min. 82).

GERMANIA: Neuer; Beck, Höwedes, Boateng, Boenisch (Schmelzer, min. 38); Castro (Ebert, min. 85), Khedira, Aogo, Marin (Ben-Hatira, min. 70); Özil, Dejagah.

Nell'altro match della giornata, Inghilterra - Finlandia, vittoria britannica (2-1) grazie al gol partita di Micah Richards.

Torneo di Tolone: vince il Cile

Dopo il grande lavoro e i buonissimi risultati della selezione maggiore guidata da Marcelo Bielsa, anche i giovanissimi cileni si tolgono le prime soddisfazioni. Assolutamente non accostati alla batteria di favorite il Cile allenato da Ivo Basay ha sorpreso tutti e ha addirittura vinto il torneo battendo in finale la Francia. Torneo dove si sono confermati, chi più chi meno, i nomi già noti fra i ragazzi di belle speranze. Nella Francia finalista bene Sakho (PSG), N'Gog (Liverpool) e Obertan (Bordeaux). Discreto il torneo tra i favoriti argentini, fermati poi in semifinale, di Ever Banega e di Diego Buonanotte. Fermati in semifinale, proprio dai cileni, gli olandesi ( da segnalare Sarpong (Ajax) Erik Pieters (PSV) e Diego Biseswar (Feyenoord).



Tra i ragazzi cileni, a parte i già conosciuti Cristopher Toselli (mini-portiere dal super carisma, più volte protagonista nel torneo) e Cristobal Jorquera (gran classe e autore dell'assist decisivo della finale), il Cile ha mostrato un livello medio, di testa e tecnica, davvero notevole. Tanti i buoni giocatori come Eduardo Vargas, Eugenio Mena e Gerson Martinez, bomber che viene dalla panchina autore della rete che è valsa la vittoria contro i francesi. Bravi anche Carlos Labrín, Juan Abarca, Marcos Medel e Paulo Magalhaes.

15 giugno 2009

Inizia il Campionato Europeo Under 21

Inizia oggi la fase finale dell'Europeo Under 21, in Svezia.
Di seguito la presentazione, scritta per il Guerin Sportivo, del Gruppo B, che fa il suo esordio oggi. L'Italia è impegnata domani contro i forti serbi, videcampioni nella scorsa edizioni (ne parleremo domani).



Unitamente all'Italia, secondo la maggior parte dei bookmakers, è la Spagna la squadra favorita per la vittoria finale. Nessuna sorpresa dunque per un “equipo” che può evidenziare il talento di un Bojan Krkic, in grande ripresa dopo un inizio di stagione in cui ha fatto per lo più la comparsa al Barcellona. Tuttavia la squadra condotta da Lopez Caro, una parentesi al Real Madrid e stagioni non troppo esaltanti al Levante e al Celta, potrebbe essere vittima della cultura calcistica del Paese, che vuole ritmo basso e illimitato possesso di palla. Forse è più nelle corde di una squadra, che può vantare anche Raul Garcia (Atletico Madrid) e Javi Martinez (Athletic Bilbao) in mezzo, oltre a Esteban Granero (Getafe) e Jurado (Maiorca), un sistema di gioco con più ripartenze e giocate in campo aperto. Qualche problemino forse dietro, vista anche la obbligata rinuncia del neo vincitore della Champions Gerard Piqué, impegnato con la nazionale maggiore in Sudafrica, dove Chico (Almeria) e Torrejon (Espanyol), seppur buoni e di prospettiva non offrono tutte le garanzie del caso, più solido Torres, scommessa di Capello ai tempi del Madrid. Il problema di natura “etica” si assomma a quello della spietata concorrenza: da subito gli spagnoli troveranno rivali agguerriti, dato che il girone B prevede anche Inghilterra e Germania, oltre alla Finlandia (agnello sacrificale del gruppo: in più non avranno il giovane Eremenko in Svezia). Soprattutto gli inglesi sono assetati di successo, il CT Stuart Pierce ripropone una coppia di livello superiore con Gabriel Agbonlahor del Villa e Theo Walcott, stella dell'Arsenal. La forza della squadra sembra però risiedere nella parte difensiva, dato che nel girone di qualificazione si è concessa un solo gol subito. Elevato il talento anche nella Germania dell'indimenticabile Horst Hrubesch, che ha fatto fuori la Francia nei playoffs e può contare su Mesut Özil (Werder), Marko Marin (Borussia M.) e Gonzalo Castro (Leverkusen).

CARLO PIZZIGONI
Fonte: Guerin Sportivo

11 giugno 2009

Scivola ancora Maradona

Ancora una sconfitta per l'Argentina di Maradona, e ora l'Albiceleste è quarta nel girone di qualificazione sudamericana a Sudafrica 2010, con soli due punti di vantaggio sull'Ecuador e quattro sull'Uruguay, che ha gettato al vento una clamorosa occasione in Venezuela, dove è stato rimontato e ha chiuso con un pareggio.

Dell'Argentina ancora si stenta a vedere un progetto definito. Maradona ha anche buone intenzioni ma tutti questi cambiamenti di sistema mi pare aiutino poco. Ieri, messa da parte la difesa a 3 proposta con la Colombia, ha optato per una linea di 4 con Otamendi al fianco di De Michelis (praticamente insostituibile), spostando Heinze a sinistra e regalando al "Gringo" la fascia di capitano. Stante l'assenza, ovvio, di Mascherano in mezzo al campo (squalifica). Ha giocato Battaglia al fianco di Gago. A casa sono rimasti Cambiasso e Walter Samuel: posso capire che per il Die i due interisti non siano parte del progetto, fatico però a comprenderne i motivi. Davanti il 442 di Maradona ha proposta un nervoso Messi e Tevez, l'Apache ha sbagliato il rigore sullo 0-0, cosa che evidentemente avrebbe instradato il match in altra direzione. Primo cambio del CT del reparto degli avanti, Bergessio per Tevez, Milito retrocesso e solo 9 minuti per lui, nel disperato finale.




2 - Ecuador: Elizaga; Reasco, Espinoza, Hurtado, Ayovi; Noboa (Palacios, min.46), Méndez, Castillo, Valencia; Caicedo (Guerron, min.80) e Tenorio (Montero, min.14)

0 - Argentina : Andújar; Zanetti, Demichelis, Otamendi, Heinze (Diego Milito, min.83); Maxi RodríguezGago (Verón, min.75), Battaglia, Jonas Gutiérrez; Messi e Tévez (Bergessio, min.67)

Dagli Altri Campi:

Brasile - Paraguay 2-1

Cile - Bolivia 4-0. Grande, grande Bielsa

Colombia - Perù 1-0

CONCACAF:

Messico - Trinidad 2-1 Aguirre si salva...

Honduras - Salvador 1-0

08 giugno 2009

[Euro under 17] Analisi

Per dimostrare la grande vitalità del movimento giovanile della Germania e celebrarne la raggiunta consacrazione bastava osservare i Mondiali under 17 del 2007 e l'Europeo under 19 dell'anno scorso. Il recente Europeo under 17, che si aggiunge alla bacheca della Deutscher Fußball-Bund dopo la vittoria sul campo di casa (Magdeburgo), in finale sull'Olanda, ci offre l'opportunità di osservare in controluce questo boom del calcio tedesco e di decriptarne gli elementi chiave.

Paradigma dell'assunto appena suggerito, proprio questo Europeo under 17. La Germania che ha portato a casa il torneo ha messo in mostra ottime doti fisiche, buonissime opzione tattiche, potendo contare su una tecnica di base diffusa di livello superiore. Segnatamente, le letture strategiche di Marco Pezzaiuoli son risultate vincenti perché lineari quindi fondative, identitarie nelle dinamiche di un gruppo dotato di grande forza fisica. Come contraltare evidente sottolineare l'Europeo della Spagna, la squadra più dotata tecnicamente e col maggior numero di talento “puro” ma senza una linea comune d'intenti è riuscita nel miracolo al contrario di farsi eliminare dalle prime quattro, riuscendo però ad ottenere il minimo obiettivo della qualificazione per il prossimo Mondiale di categoria, organizzato per la fine di ottobre in Nigeria. Diventa altresì chiaro che la componente fisica risulta sempre più determinante, ovvio però che non deve brillare di luce propria, ma occorre che accompagni tecnica e “testa”. Non a caso sono andati bene in questo Europeo anche gli azzurrini di Pasquale Salerno, che nella semifinale meritavano addirittura di spedire a casa i padroni di casa, lì però è mancata la convinzione in alcuni giocatori chiave e alla prima difficoltà (l'1-0 di Yabo) gli azzurrini si sono sciolti soccombendo per la seconda volta (rete di Basala). Proprio i gol dei due ragazzi tedeschissimi ma di origine africana offrono una bella storia e una ulteriore chiave di lettura per una squadra multicolore e multietnica: giocatori figli di stranieri che in Germania sono andati a lavorare in tutti questi anni. Niente germanizzazione forzata ma Nazionale figlia di un Paese che sta cambiando, senza che movimenti o proposte xenofobe possano fortunatamente fermare il corso della storia.

La vittoria nella finale è arrivata solo al supplementare, per giunta in rimonta dopo l'iniziale gol di Castaignos, ma il match decisivo ha seguito un percorso netto con tre vittorie nel girone eliminatorio e la vittoria in semifinale con l'Italia. Proprio la semifinale, sofferta, con gli azzurrini ha visto il CT Pezzaiuoli rinunciare a un briciolo di equilibrio, chiedendo maggiore sacrificio alla linea mediana condotta da capitan Reinhold Yabo per il supporto di un attacco costruito su due punte di ruolo come Lennart Thy, co-capocannoniere del torneo e sicuro bomber del futuro della Germania, e il generoso Kevin Scheidhauer, sommate a due “numeri 10” quali il tecnicissimo Mario Götze e la grande speranza Christopher Buchtmann, che sta crescendo in quel di Liverpool. Il 4222 offensivo ma ordinato dei tedeschi godeva della spinta anche dei terzini, specie a destra, con quella forza della natura di Bienvenue Basala-Mazana che appoggiava l'azione in stile Maicon. Insomma, un 11 zeppo di talento a cui si deve aggiungere una “riserva” decisiva nelle due partite più importanti: Florian Trinks ha dato il l'avvio all'azione decisiva, con una bella percussione sulla destra, nella partita contro l'Italia e ha segnato il gol che ha scritto il definitivo 2-1 nella partita conclusiva con l'Olanda. Proprio gli Oranje e la squadra azzurra condotta a centrocampo dall'ottimo Marco Fossati possono dividersi gli elogi, insieme ai tedeschi. L'Italia, storicamente mai protagonista in questo torneo, ha vissuto un brutto scivolone con la Svizzera ma ha messo in mostra giovani interessanti e un'idea di gioco propositiva e matura: pressing, dominio degli spazi, equilibrio, ha peccato un po' davanti, forse. L'Olanda ha organizzato una formazione attenta dove eccellono Luc Castaignos davanti ( azzeccato il paragone che lo accosta a Roy Makaay) e l'esterno destro offensivo Shabir Isoufi, entrambi del Feyenoord, squadra che supportato il cammino olandese con ben sette elementi (bene anche il centrale difensivo Stefan de Vrij). A illuminare tutto, il talento sconfinato di Oguzhan Özyakup. Buonissimo anche il torneo degli svizzeri, che hanno raggiunto la semifinale prima di arrendersi agli inglesi: molto solidi dietro, duri in mezzo e con due giocatori offensivi come Nassim Ben Khalifa e Haris Seferovic, scuola Grasshopper, in cui si intravedono buone potenzialità. La delusione più cocente è arrivata dalla Spagna, anche se una Francia fuori dalla prime sei, quindi non qualificata al prossimo mondiale (unitamente all'Inghilterra), grida un po' vendetta anche considerando la qualità bassina di questa nidiata. Vediamo di intenderci: è probabile che a distanza anche solo di cinque anni troveremo incredibile come questa Spagna, con tutto questo ben di dio, abbia potuto registrare un simile flop. Quindi è evidente che saranno proprio gli iberici a regalare la maggior parte dei giocatori di alto livello al calcio europeo del futuro. Ma proprio questo concetto deve valere come aggravante per il lavoro dello staff Gines Melendez, che non ha costruito nulla più di tre pareggi senza reti in questa spedizione. Un po' poco se si elencano i giocatori di qualità. Pescando nel mazzo, il centrale Marc Muniesa, Koke e Alex in mezzo, Borja, Pablo Sarabia e Isco davanti, non si accontenteranno di questa mediocrità ai prossimi Mondiali.

CARLO PIZZIGONI

Fonte: Guerin Sportivo n.22/2009

TOP 11

4312

Benjamin Siegrist (Svizzera)

Bienvenue Basala-Mazana (Germania)
Simone Benedetti (Alessio Campioli) (Italia)
Marc Muniesa (Spagna)
Atila Turan (Francia)

Shabir Isoufi (Olanda) (Christopher Buchtmann- Germania)
Reinhold Yabo (Germania)
Marco Fossati (Italia)

Oguzhan Özyakup (Olanda)

Luc Castaignos (Olanda)
Lennart Thy (Germania)

MVP


Tante le stelline che hanno brillato a questo Europeo, difficile però non rimanere abbagliati dal super talento di Oguzhan Özyakup: il numero 10, of course, dell'Olanda, in una posizione a metà tra il centrocampo e l'attacco, ha regalato assist, segnato (un gol all'Inghilterra) e in generale promosso la manovra della sua squadra con tocchi perfetti e di una eleganza che produce innamoramento istantaneo a tutti i veri appassionati. Non si fa troppa fatica credere come questo sentimento possa essere stato condiviso da Arsène Wenger in persona nel momento in cui (Aprile 2008) il suo Arsenal se l'è portato a casa, prelevandolo dal settore giovanile dell'AZ, in quel di Alkmaar. Il suo nome (che in Inghilterra hanno subito rielaborato in “Ozzie”), però evidenzia l'origine turca. Özyakup è infatti nato nel settembre del '92 nell'estremo oriente della penisola ottomana, a Trabzon (Trebisonda), lasciata in gioventù per i canali di Zaandam. Quell'estrema familiarità col pallone, quei movimenti armonici, il carisma in campo richiamano alla mente il forse irripetibile Zinedine Zidane. Forse.

CARLO PIZZIGONI

Fonte: Guerin Sportivo n.22/2009

07 giugno 2009

Concacaf: Messico ancora KO

Nelle qualificazioni della zona Centro-America ennesima sconfitta, stavolta in Salvador, per il Messico che in panchina aveva Javier Aguirre in sostituzione di Eriksson. Bene Costarica e USA. La mia analisi su Gazzetta.it



El Salvador: Miguel Montes - Manuel Salazar, Alexander Escobar, Marvin González, Alfredo Pacheco (Rudis Corrales, 74)- Julio Martínez, Ramón Sánchez, William Osael Romero, Eliseo Quintanilla (Mardoqueo Henríquez, 90)- Cristian Castillo, Rodolfo Zelaya (Salvador Coreas, 90+3). DT: Carlos de los Cobos.

Messico: Oscar Pérez- Javier Rodríguez, Oscar Adrián Rojas, Aarón Galindo, Ricardo Osorio- Gerardo Torrado, Pavel Pardo (Cuauhtémoc Blanco, 46), Fernando Arce (Israel Castro, 46), Andrés Guardado (Alberto Medina, 77)- Nery Castillo, Guillermo Franco. DT: Javier Aguirre.

Uruguay - Brasile 0-4



Grande vittoria del Brasile a Montevideo. Mio resoconto sulla partita su Gazzetta.it


BRASILE: Júlio César; Daniel Alves, Lúcio, Juan e Kleber; Gilberto Silva, Felipe Melo, Elano (Ramires) e Kaká (Júlio Baptista); Robinho (Josué) e Luís Fabiano
Técnico: Dunga

URUGUAY: Viera; Maximiliano Pereira, Godín, Valdez e Cáceres; Eguren, Diego Pérez (Abreu), Jorge Martínez e Álvaro Pereira (Fernandez); Forlán e Luis Suárez (Cavani)
Técnico: Oscar Tabárez.

05 giugno 2009

Javier Pastore




Se la vita è un mistero, il calcio ci mette quel briciolo di follia in più e rende tutto più complicato.

Per esempio, testimoniare la vita di Javier Pastore, nuovo talento del calcio argentino, sembra come recitare una sceneggiatura con un numero eccessivo di “buchi” disseminati qua e là. Vediamo.

Correvano i primi mesi del 2007 a La Quemita, quartier generale dell'Huracan. Il presidente della squadra di Buenos Aires, Carlos Babington, osservava quasi distrattamente un match tra i puerperi dell suo Globo e il Talleres di Cordoba. Una, due, tre giocate: scusa, chiede in giro, ma li avete visti anche voi i numeri di quel numero 10 vestito in bianco-blu? Il pibe in questione risponde al nome di Javier Pastore. Chi ne detiene la procura si chiama Marcelo Simonian, dice niente? Simonian, menemista convinto nel periodo del sacco dell'Argentina da parte del presidente coi basettoni e i soldi nei caveau svizzeri, introdotto nel calcio da Guillermo Cóppola, l'arcinoto ex manager di Maradona, ha fondato l'agenzia sportiva “Dodici” più di dieci anni fa e da agente FIFA controlla un gran numero di giocatori argentini. Uno lo, diciamo così, conosciamo bene, è quel Leandro Grimi transitato non si capisce bene perché da Milanello con una fama immeritata e quasi immediatamente messo alla porta. Un'operazione poco comprensibile ma sicuramente non gratuita, dove il Simonian si è messo in tasca un bel gruzzolo di dollari. Ma torniamo a La Quemita. Il presidente dell'Huracan chiama Simonian e sonda la possibilità di portare a Parque Patricios il giovane talento. “No hay problema”. Anche perché, e qui i misteri continui, piacerebbe sapere perché il giovane Pastore continua a proporre evoluzione nelle selezioni giovanili quando la prima squadra del Talleres, disastrata come da tradizione, non azzecca una stagione: senz'altro, il team di Cordoba avrebbe bisogno di qualche contributo sostanzioso dei ragazzini, in Argentina, stante la situazione economica, forzatamente contigui alla formazione principale. Peggio: in realtà questo ragazzo nato a La Para, provincia di Cordoba, nel 1989, tifosissimo fin dall'infanzia della “T”, realizza il sogno di giocare per la sua squadra del cuore sul finire del 2006. L'ex attaccante della nazionale argentina Ricardo Gareca gli concede il debutto contro il Defensa y Justicia di Florencio Varela, Grande Buenos Aires, e lo lascia in campo in altre quattro partite. Poi, la dirigenza di Barrio Jardín, probabilmente per non concedergli il contratto da professionista, ma le interpretazioni sono diverse e sempre più fantasiose, lo confina ancora nelle giovanili. Perché? Mah...sta di fatto che Simonian, il suo agente, lo porta all'Huracan. Entrambi ci credono. Meno, molto meno i due tecnici che in quei tempi si susseguono sulla panchina del Globo, Osvaldo Ardiles e Claudio Úbeda. Nessuno riconosce il talento di Javier Pastore, troppo lungo (187 cm), troppo smilzo, e soprattutto senza tutta la grinta necessaria che occorre nel campionato argentino. Poi, a Parque Patricios arriva Ángel Cappa. In passato assistente di Jorge Valdano e Luis Menotti, il tecnico è reduce addirittura da una parentesi sulla panchina della squadra più ricca del Sudafrica, i Mamelodi Sundowns. Cappa punta forte su quel numero 10 che in tanti avevano messo all'angolo senza un fondato motivo, e Pastore fa volare l'Huracan, che torna a battersi per il titolo, una vita dopo l'unico titolo messo in bacheca nel 1973 da Luis Menotti. Buona tecnica, pulizia nella giocata, ottimo tempismo nell'inserimento, Pastore è un centrocampista offensivo che vede molto bene anche la porta. E al di qua dell'Atlantico se ne accorgono subito. Dopo le prime partite sono i club di piccolo-medio livello a farci un pensierino (il primo è stato il Rayo Vallacano, poi un gruppo di agenti voleva portarlo in Scozia), piano piano si alza il livello si alza fino a raccogliere l'interesse dell'Arsenal e, buon ultimo, il Manchester United che mette sul banco ben 10 milioni di euro. Sul banco di chi? Altro mistero. Eh sì, perché i diritti “federativi” appartengono ancora al Talleres di Cordoba, che all'Huracan ha solo prestato il giocatore. Mentre i diritti economici sono goduti dal suo agente e dalla Dodici, che l'ha protetto finora. Al di là delle scritture e dei contratti è comunque evidente che a tirare i fili sia proprio il potentissimo Simonian, che sta cercando la destinazione adeguata per il suo protetto. Vero che il suo Clausura è fenomenale ma un ragazzo di vent'anni come potrà adattarsi al calcio e all'ambiente europeo? Meglio andarci coi piedi di piombo, anche perché c'è il rischio che una certa indolenza in alcuni momenti della partita di Pastore possa etichettare negativamente il suo pupillo, bruciandolo definitivamente per i grandi palcoscenici. La preoccupazione di Pastore, per ora, è altrove. C'è da vincere il titolo con l'Huracan a fianco di compagni loro pure appetitissimi in Europa, a cominciare dal coetaneo, baby-bomber (170 cm scarsi) Matías De Federico, e dal concittadino cordobes Mario Bolatti, in prestito dal Porto (altro club interessatosi, tempo fa, a Pastore). In più piacerebbe al ragazzo cresciuto nelle giovanili del Talleres, che la sua squadra, della quale ha confessato di essere rimasto tifosissimo, tanto da dimenarsi come e più di un hincha a ogni partita che la interessa, potesse servirsi del denaro comparso nella casse a seguito della sua cessione per rinforzare la rosa e tornare a disputare la massima serie (attualmente è in “B”). Visto come è stato trattato a Barrio Jardin, non male pure questo di mistero. Ma al cuore, pare non si comandi. A questo pasticciaccio tecnico, sportivo, morale, affettivo pare si siano interessati anche in Italia. sicuri della cosa più chiara dell'enigma: sulla classe del giocatore c'è poco da aggiungere. Bisogna vedere se basta:la carta d'identità fa pendere la bilancia sul sì.

CARLO PIZZIGONI

Fonte: Guerin Sportivo

04 giugno 2009

Ticos (casi) Mundial

Grande vittoria del Costarica, nella notte, contro gli Stati Uniti. Oggi sono i Ticos a comandare, con 9 punti contro i 7 degli USA, l'Hexagonal che manda le prime tre qualificate direttamente al mondiale sudafricano. Non una grande figura degli USA, che schieravano la squadra migliore, quella che andrà giù in Sudafrica per la Confederations Cup (esordio proprio con l'Italia).

03 giugno 2009

Inizia il Torneo di Tolone

Inizia oggi il torneo di Tolone, che vede disputare la sua 37a edizione. Manifestazione giovanile di grande tradizione, il torneo in tutti questi anni ha visto protagonisti fior di giocatori, a partire da Zinedine Zidane, ma anche Alan Shearer (capocannoniere 1991), Thierry Henry (migliore giocatore e capocannoniere nel 1997), Juan Román Riquelme (miglior giocatore nel 1998), Cristiano Ronaldo. L'anno scorso si disputava un anomalo under 23 in previsione dell'Olimpiade, e lo vinse l'Italia di Casiraghi. Quest'anno rimane un bel banco di prova per il prossimo Mondiale under 20. Partecipano: Francia, Argentina, Cile, Olanda, Portogallo, Emirati Arabi, Egitto e Qatar.
QUI, il sito del torneo.