Ci siamo quasi.
Manca poco e inizierà l'Europeo Under 17 in Bulgaria. Sarà la prima manifestazione che seguiremo noi di MondoFutbol. Sì, perché con un gruppo di amici, sinceri democratici e soprattutto grandi appassionati di calcio internazionale, stiamo costruendo un sito che si occuperà totalmente della nostra passione.
Siam quasi pronti. Le difficoltà tecniche avremmo dovuto metterle in preventivo, ma l'eccesso di passione ci ha fatto concentrare più sul futbol che su tutto il resto. Cosa sarà Mondo Futbol (naturalmente la grafia è quella spagnola, il castigliano, in tutte le sue declinazioni, è la lingua del calcio)? sarà contenuti scritti e multimediali, ma è inutile raccontarlo già ora, presto sarete sul sito e lo scoprirete da soli. Eccovi, qui, su questo vecchio sito che sarà per ora il nostro punte sul futuro, un esempio di come trattiamo il futbol, di seguito la prima parte della presentazione dell'Europeo under 17 che grazie al grande lavoro di Nello Luciano abbiamo preparato.
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EUROPEO UNDER 17
Inizia da
Burgas la quattordicesima edizione dell’Europeo U17.
Un pugno di
case affacciate sul Mar Nero, srotolate con leggerezza
dall’entroterra verso la costa, nel grembo di un porto che negli
anni ha saputo accogliere turisti, navi mercantili e giovani promesse
del calcio come Savio Nsereko e Alberto Quadri, approdati nella
squadra locale alla ricerca dell’ennesimo riscatto.
Sulla stessa
erba calpestata dai due bresciani, uno di nascita e l’altro
d’adozione, Spagna e Austria daranno il via ad manifestazione sulla
quale sono riposte alte aspettative.
I motivi di tale attesa sono
presto detti.
Una fase finale allargata per la prima volta a
sedici squadre, una formula che ha riservato un posto a tutte le
migliori nazionali di categoria, eccezion fatta per il Portogallo,
eliminato nell’Elite round dalla Croazia, una delle favorite della
vigilia, e un nuovo sistema di accesso ai mondiali, con un turno
play-off riservato alle perdenti dei quarti che regalerà due
preziosi pass da spendere il prossimo ottobre in Cile.
GIRONE A
AUSTRIA
Mina
vagante del girone, l’Austria di Manfred Zsak mira a replicare il
cammino europeo dei conterranei dell’U19, accomodatasi al tavolo
delle grandi del continente (sconfitta in semifinale dalla Germania
che poi vinse il titolo iridato, nda) meno di un anno fa.
L’organizzazione e la continuità è la medesima , anche se
l’accento sull’aspetto fisico è più marcato rispetto al gruppo
cooptato da Heraf per Ungheria 2014.
E non potrebbe essere
altrimenti se il piccolo Das
Team si ritrova in casa un
ariete come Arnel Jakupovic,
radici bosniache e un mancino di rara potenza. L’attaccante
dell’Austria Vienna dispone comunque di una discreta mobilità,
utile nella fasi di ripiegamento, ed è piuttosto disinvolto con la
palla fra i piedi al cospetto dei suoi centimetri.
Forza e ritmo
sono pure le carte migliori di Kevin
Danso, padre ghanese (così
come per Oppong, ala mancina ancora da sgrezzare) e una formazione
calcistica che abbina la scuola inglese a quella tedesca. Al momento
vive in Baviera e per i bianco-verdi dell’Augsburg rompe trame di
gioco e si propone in avanti come ogni box-to-box che si rispetti.
Quotazioni in ascesa e probabile star della manifestazione a
braccetto con capitan Sandi
Lovric, su cui hanno messo gli
occhi numeri club internazionali, inclusi Juventus e Inter.
Centrocampista moderno, di quelli che ricamano e creano senza
lasciare nulla di intentato. Ha già debuttato in prima squadra e a
breve, seppur in squadre e campionati differenti, potrebbe seguirlo
Anes Omerovic,
che con il compagno di nazionale condivide le origini balcaniche
(slovene Lovric, bosniache il mediano dell’Aston Villa), una
spiccata personalità e un intrigante mix di tecnica e attitudini
difensive. Insomma, una coppia che da un lato protegge la
retroguardia, in cui spicca il terzino sinistro Florian
Prirsch, uno che, oltre ad
essere utilizzabile come centrale, ha chiuso le porte della
convocazione all’erede di Alaba al Bayern Monaco (il classe ’98
Marco Friedl), e dall’altro assiste il tridente affilato dalle
accelerazioni di Oliver Filip,
altro figlio di mamma Jugoslavia.
Non potranno dire la loro,
esclusi dalla lista dei diciotto arruolabili, Daniel Hautzinger, un
passato negli Allievi dell’Udinese, e Michael Augustin, difensore
del Burgeland che aveva preso parte a tutte le gare di
qualificazione, meno l’ultimo turno della Fase Elite in quanto
squalificato.
BULGARIA
Formazione
tutta scoprire quella dei padroni di casa, un po’ per i risultati
positivi raccolti nei test di avvicinamento alla rassegna
(affermazione convincente contro Turchia e Svizzera, assenti in
questa edizione ma avversarie di accertata tradizione), un po’ per
i dubbi che stanno tormentando il coach Alexander Dimitrov, indotto a
testare varie soluzioni tattiche e a diramare due pre-liste di
convocati a distanza di pochi giorni. Partire dal campionato locale
di riferimento sembra essere al momento l’unico punto fermo. In
altre parole spazio al blocco del DIT Sofia, al primo titolo U17
della sua brevissima storia, e a chi, nonostante le difficoltà
incontrate, ha assimilato insegnamenti attraverso la UEFA Youth
League e il Ludogorets, allo stato attuale il meglio che il calcio
bulgaro sia in grado di mostrare al mondo. Facendo qualche nome non
si può evitare di citare Georgi
Rusev, il cui obiettivo
dichiarato è quello di bucare la porta avversaria così come
l’omonimo attore faceva con gli schermi televisivi a cavallo fra
gli anni ’70 e ’80. Se il caratterista di Kostenets è rimasto
fisso nella mente dei cinefili come maestro dei ruoli cosiddetti di
secondo piano, il giovane fantasista del DIT conta di interpretare un
ruolo da protagonista assoluto.
Dimitrov, non per niente, sta
costruendo le basi dell’undici titolare partendo dall’egregio
repertorio tecnico del ragazzo. Dribbling, tagli in velocità e
innato fiuto per il gol sul piatto del compagno di club Assen
Chandurov, numero 9 sulle
spalle come si suole agli attaccanti innamorati dell’area, e
Tonislav Yordanov,
vice-capocannoniere fra i coetanei ad una tacca di distanza da
Valentin Yoskov,
sulle cui condizioni aleggia una nube di mistero. E non è il solo.
Purtroppo per i tifosi de I Leoni non sono al meglio e restano in
forse pure i centrocampisti Fabien
Georgiev e Georgi
Yanev, tesserati
rispettivamente con lo Slavia e il Levski, due delle quattro squadre
della capitale che disputano l’A-PLF. Una situazione che, abbinata
al credo calcistico del ct, porterà ad affrontare le tre gare del
girone a viso aperto, puntando su molto, se non tutto,
sull’aggressività e sull’autostima dei ragazzi a disposizione.
Qualcosa di molto simile al 4-2-4 proposto da Antonio Conte ai tempi
di Bari, con baricentro basso e rapide ripartenze palla a terra.
I
presupposti per fare bene ci sono ma, come anticipato, le residue
speranze di passaggio del turno sono legate a doppio filo al genio di
Rusev e alla posizione che egli occuperà sul terreno di gioco:
dirottato in fascia sulla falsariga di quanto visto in campionato o
sulla trequarti?
In attesa di una risposta dal campo, altro
osservato speciale è senz’altro Petko
Hristov, centrale difensivo
del 1999 con ottimi fondamentali e recentemente in prova al
Wolverhampton Wanderers. Bocciato, invece, Rosen Krastev, punta
dell’Albinoleffe e l’esperimento che vedeva Pavel
Golovodov, centrocampista
veloce ed esplosivo, nel ruolo di terzino sinistro. Non è detto che
l’opzione verrà accantonata in maniera definitiva ma la chiamata
ricevuta da Mateo Stamatov
dell’Espanyol farebbe pensare al contrario.
CROAZIA
Dai
Balcani al nord del Bosforo con al collo l’etichetta di
schiacciasassi.
Del resto i numeri parlano chiaro.
Cinque
vittorie ed un pareggio, diciotto reti realizzate e solo due,
ininfluenti, subite, stracciando i curricula di Israele, unica
nazionale a non subire la furia degli attacchi croati, Serbia e
Portogallo.
Mai come in quest’edizione le Vatreni si sono
presentati ai blocchi di partenza con queste credenziali e chance di
salire sul podio, obiettivo centrato solo nel 2001 quando il torneo
era ancora riservato agli Under 16.
Il materiale umano per
proseguire sulla strada imboccata con le qualificazioni è affidabile
e di prim’ordine.
Una diga centrale composta da Vinko Soldo,
sinistro puro e sviluppato senso della leadership, dietro e in
mediana da Neven Đurasek, reinventato centrocampista difensivo da
Dario Baši e costretto a fare i lavori forzati per l’assenza
dell’ultima ora di Borno Borovec, rimpiazzato Saša Uroševi,
promettente ’99.
Mente e corsa per sostenere un modulo, il
4-2-3-1, interpretato, secondo i dettami del giovanissimo tecnico
croato, in maniera elastica sul modello, leggermente riveduto, della
Dinamo Zagabria, con il quale gran parte dei convocati sono stati
svezzati.
Un fattore che conferisce ulteriore omogeneità,
compattezza, e, perché no, convinzioni nei propri mezzi (nel 2013
molti dei presenti in Bulgaria vinsero coi Giovanissimi modri
la prestigiosa Nike Cup, nda).
L’imperativo massimo resta
comunque quello di tenere la palla a pelo d’erba e trasferirla
velocemente sugli esterni, fra gli ingranaggi dell’oliata catena
Borna Sosa - Josip Brekalo, o in direzione del trequartista e
capitano Nikola Moro, il perno intorno al quale ruotano le certezze
della squadra a scacchi. Brekalo soprattutto, ha attirato le
attenzioni di tanti osservatori stranieri: veloce e resistente ( fino
a pochi anni fa, alternava il calcio all'atletica leggera), segna e
vede gioco, autorevole fonte offensiva della squadra.
È grazie
alle sue intuizioni, affinate nel corso del campionato cadetto, che
Davor Lovren, fratello del difensore del Liverpool Dejan, Karlo Maji,
centravanti di movimento finito ben presto sui taccuini degli scout
del Manchester City, e il già citato Josip Brekalo, possono dormire
sonni tranquilli e nel contempo sognare e far sognare.
SPAGNA
Strano
a credersi, considerata la storia e il palmares delle nazionali
giovanili spagnole, ma le piccole Furie Rosse torna a giocare
l’ultima fase di un Europeo U17 dopo un lustro in aspettativa.
Motivo per il quale mister Santi Denia ha preferito concentrarsi
anche sull’aspetto psicologico dei selezionati, lavorando con
umiltà, a fari spenti. Una metodologia modesta e razionale incarnata
alla perfezione da Daniel Olmo ( figlio di Miquel, ex allenatore del
Sabadell), che in estate ha salutato i compagni de La Masia a
Barcellona per trasferirsi alla Dinamo Zagabria, raccogliendo il
testimone di quel fenomeno in miniatura chiamato Alen Halilovic. Non
una rinuncia (sul ragazzo, si dice, c’erano anche gli occhi del
Chelsea) ma un piano ponderato, scevro da contraccolpi rispetto ad
eventuali aspettative disilluse, fatto di step graduali: ha già
esordito coi grandi, nel campionato croato. Rapido, può giocare da
prima punta, con l'opzione preferita nel gioco in profondità, o da
esterno d'attacco, come è molto più probabile venga impiegato.
Dall'esterno crea situazione di vantaggio: è una delle opzioni più
credibili della squadra spagnola. Valida opzione è pure Carles Pérez
Sayol, favoloso giocatore di uno contro uno che deve crescere nel
gioco coi compagni ma che vede, eccome, la porta, vecchio compagno
nella Juvenil B blaugrana (dove ha uno score davvero considerevole),
come una delle ali del tridente che agirà alle spalle di José Luis
Zalazar, per tutti Kuki, attaccante figlio d’arte (suo padre vestì
la camiseta de la Celeste uruguaiana a metà degli anni ’80, oltre
che di Albacete e Cadice, dove è diventato un idolo ) che tanto
piace al di là della Manica. Con cinque gol, Kuki è stato il
giocatore decisivo ai fini della qualificazione. Presto arriverà il
debutto ufficiale nel Malaga, dove ha già assaggiato il campo, in
amichevole.
L'uomo
chiave per l'equilibrio della squadra è il capitano, Carlos Aleña,
capitano del Barça, oltre che di questa nazionale. Può giocare in
mezzo alla Busquets (bravo nelle letture senza palla, capacità di
giocare lungo e con buoni ritmi di regia) , ma anche accompagnare
l'azione in zone più avanzate del campo con il suo educatissimo
sinistro.
Al
talaverano Rubén Fernández Serrano e a Francisco Villalba,
funambolico rifinitore del Valencia, i restanti posti disponibili.
Fuori a sorpresa il sempre presente Daniel Villanueva, ala tornante
di casa Villareal e miglior assist-man della Fase Elite.
Pertanto
il compito di tenere alto il numero di serpentine, alimentando la
fase attiva della squadra, spetterà anche al terzino sinistro
Cucurella: un clone di Marcelo e non solo per la testa cosparsa di
riccioli e per l’agilità di gamba ma anche per una concentrazione
difensiva sempre a livelli di guardia, cosa che non si può dire
certo di Jose Luis García Vayá detto Pepelu, volante ordinato e dal
cervello fino e tiro potente, José Alejandro “Alex” Martín,
marcatore in grado anche di impostare il gioco e rendersi pericoloso
sui calci da fermo.
La Spagna nelle giovanile ha spesso messo da
parte il tiki-taka e il suo futuro sta iniziando a costruirselo anche
con un atteggiamento più pragmatico e consapevole delle tipicità
dei singoli elementi a disposizione.
GIRONE
B
BELGIO
La
rinascita del calcio belga, frutto di una programmazione decennale, è
tanto innegabile quanto scarsamente supportata dai risultati, un
divario ancora più visibile se si tratta di selezioni giovani. Nella
fattispecie i Diavoli Rossi non centravano una qualificazione ad un
Europeo U17 dal 2006 (l’anno dopo entrarono di diritto alla fase
finale in quanto membri organizzatori), la seconda in ordine
cronologia per questa specifica fascia di età.
Una sorta di
incompiutezza ma anche di attesa che sembra accompagnare anche i
prescelti di Bob Browaeys.
Qualche difetto emerso nelle gare
preliminari (mancanza di “peso” nella zona nevralgica del campo,
svagatezza difensiva, manovra tendenzialmente lenta) è stato limato
con l’inserimento di un paio di novità emerse durante la stagione
nelle Jugend e la pirotecnica doppia amichevole con la Spagna (5-4 e
1-6 lo score) disputata nel settembre appena trascorso: Rubin
Seigers, difensore del Genk che ha dato sicurezza al pacchetto
arretrato, Orel Mangala, mezz’ala nata in Congo generosa e forte
nel dominio del pallone, e l’ambidestro Alper Ademoglu, discendenze
turche (ad Istanbul è nato e cresciuto e con le Ay-Yıldızlılar
ha giocato fino all’U15) e raffinate doti da playmaker nelle vene.
Chi ha mantenuto un rendimento costante lungo tutto l’arco
delle qualificazione è stato Christophe Janssens, osservato pure al
Torneo di Viareggio di tre mesi or sono: interessante struttura
fisica e tempi di inserimento sui piazzati, fondamentale nel quale è
pure uno specialista. Con Ademoglu, un’arma da aggiungere
all’arsenale immagazzinato da Ismail Azzaoui, stellina del
Tottenham, Dennis Van Vaerenbergh, re dei gol di rapina, e Lennerd
Daneels, agile esterno offensivo del PSV Eindhoven, medesimo ruolo e
club di Matthias Verreth, schierabile pure come centrocampista di
raccordo. Azzaoui, soprattutto, dovrebbe essere il ragazzo che
disequilibra offensivamente, con la sua velocità e una davvero
ottima tecnica di base. Cresciuto, come molti altri compagni di
questa nazionale, nell'Anderlecht, società abbandonata dopo la
succulenta offerta del Tottenham, dove ha subito impressionato,
partendo da sinistra e entrando spesso dentro il campo, per le sue
giocate ( il destro è il suo piede forte).
GERMANIA
Il
desiderio proibito e nemmeno tanto nascosto della Germania di
Christian Wück è quello di raggiungere gli amici del biennio
seguente (l’U19, ad ottobre, difenderà il titolo campione d’Europa
conquistato un calendario fa) e i big capitanati da Lahm nell’Olimpo
dei vincenti, centrando una storica tripletta.
Chimera o
possibilità concreta? La soluzione del rebus sembra propendere verso
la seconda risposta, perché la Die
Mannschaft,
saltate direttamente alla Fase Elite in virtù della prima posizione
nel ranking UEFA, ha sofferto solo i pari età italiani ma giocando
in inferiorità numerica per un’ora e ha liquidato, nel rinomato
Torneo di Algarve, le compagini di Portogallo, Inghilterra e Olanda,
lasciando immacolata la porta di Constantin Frommann, estremo
difensore del Friburgo, tutto possanza e riflessi.
Esplosiva la
corsa di Mats Köhlert, che ricorda l’interista Podolski nei
movimenti e nella posizione occupata in Nazionale, e la carica di
Felix Passlack, centrocampista poliedrico in forza al Borussia
Dortmund allo stesso modo di Janni-Luca Serra, quest’ultimo in
lizza con Johannes Eggestein per una maglia da titolare al centro
dell’attacco. Passlack è il miglior talento delle giovanili del
Dortmund, che sta cercando di proteggerlo ( blindato fino al 2018) e
sostenerlo ( gli hanno già fatto assaggiare la prima squadra, nello
stage invernale).
Passaporto turco e colpi risolutivi nelle tasche
di Görkem Sağlam ( esattamente come i compagni del Bochum, Erdinc
Karakas e Gökhan Gül),
che si alterna a Niklas Schmidt nella costruzione dell’azione con
continui cambi di posizione e fitte reti di passaggi, il cui fine
ultimo è sempre la ricerca della profondità. Davanti, finalizza il
bomber del Werder Brema, Johannes Eggestein
REPUBBLICA
CECA
Pur
collocata al settimo posto per coefficiente fra le sedici sorelle
rimaste in lizza, la Repubblica Ceca non gode dei favori della
stampa. Le prestazioni fornite nel recente passato da Alex Král,
punta di diamante della nidiata ceca, e compagni non sono state
sufficienti, perlomeno sotto l’aspetto della spettacolarità, per
tessere lodi e nutrire chissà quali sogni di gloria. Recitare il
ruolo di terzo incomodo però non costa nulla e Václav Černý,
timoniere della truppa, fa bene a crederci. Non avere i pronostici
dalla propria parte, fra l’altro, ha fatto sì che i rapporti di
campo fra gli adolescenti cechi si cementassero a tal punto da
formare un blocco, magari poco appariscente, ma arduo da scalfire, in
cui tutti si danno una mano, senza mollare di un solo metro la presa
sul rivale di turno. Le individualità aggiungono quel tocco di
imponderabile che non guasta. Vada per Král, regista dello Slavia
Praga dotato di caparbietà e passo, ma anche Ondřej Žežulka, ora
mediano ora difensore, il centrocampista quindicenne Michal Sadílek,
ritenuto in patria molto più di una promessa, e la mezzapunta Ondřej
Lingr avranno il tempo per dire la loro.
Per buona pace di addetti
ai lavori, semplici appassionati e scommettitori.
SLOVENIA
Il
pesce, si dice, puzza sempre dalla testa ma se esistesse un’accezione
impropria e positiva del famoso proverbio il capo della Slovenia
sarebbe un tripudio di odori piacevoli per qualsiasi naso. Perché
lì, all’estremità dell’undici base che si cela la forza del
team allenato da Igor Benedejcic e conduce ad una sola identità,
quella di Jan Mlakar, laureatosi leader della classifica marcatori
delle qualificazione a Euro U17 2015 con 8 reti in sei partite.
Maurizio Niccolini e Stefano Cappelletti, responsabili dell’Area
Reclutamento della Fiorentina, sono stati lesti nel prelevarlo dal
Domžale nella finestra di mercato invernale, eludendo aste e
concorrenza.
Un finalizzatore nato che si prodiga nel lavoro di
cooperazione legato allo sviluppo della manovra, offrendo una sponda
ai compagni o dettando il passaggio nello spazio, gesti naturali per
uno a cui Madre Natura ha donato prontezza di testa e di
gambe.
Proveranno ad assisterlo nel migliore dei modi Sandi
Ogrinec, colui che detta i tempi del pressing, Oskar Cvjetičanin,
stopper del Southampton arcigno e avversario ostico nei duelli aerei,
e i laterali Timi Elšnik e Jacok Novak, chiamati a sacrificarsi in
copertura e a sfruttare le proprie qualità (resistenza, tecnica,
tiro dalla distanza) e quelle di Dejan Petrovič e Vitja Valenčič
(visione di gioco, precisione balistica).
NELLO LUCIANO (con CARLO PIZZIGONI)