Fonte: Gazzetta.it
MAROCCO – NAMIBIA 5-1
Passeggia alla prima uscita, il Marocco. Mette sotto 5-1 la Namibia, cenerentola del girone e forse del torneo, senza sudare granché, anche perché dopo la prima verticalizzazione è già avanti uno a zero. Le marcature si susseguono, c’è il tempo anche di far gioire qualche decina di tifosi giunti in Ghana dalla Namibia per il gol del 2-1, ma la partita rimane sotto controllo anche se qualche smagliatura il 4-2-3-1costruito da Henri Michel ce l’ha. E proprio il tecnico francese la intravede, consumando le poche parole che regala ai suoi solo incitando alla ricostituzione della linea di centrocampo dopo ogni attacco. Trio delle meraviglie (Sektioui–Hadji -Alloudi) dietro Chamakh che funziona, ma a illuminarlo è il nome meno noto: Alloudi. Namibia che fa il suo, non si difende con ordine e attacca con volontà, ma la generosità porta in dono il primo gol del torneo, che sarà un’esperienza breve ma intensa per un calcio che sta tentando di costruirsi.
Il migliore - Soufiane Alloudi, 24 anni, segna tre gol che chiudono subito la partita, prima di venire azzoppato da un paio di interventi duri e pilota molti osservatori sulle sue tracce: gioca negli Emirati agli ordini dell’ex c.t. del Camerun, Schaefer.
La curiosità - Bella prova in mezzo al campo di Kabous, l’altro giocatore che proviene dal campionato del Golfo. Recupera palloni, regala equilibrio al centrocampo, non tira indietro al gamba quando c’è da “far legna”. Anche sotto i pozzi di petrolio ci sono calciatori all’altezza.
COSTA D’AVORIO – NIGERIA 1-0
La Costa d’Avorio si aggiudica meritatamente il primo scontro tra titani di questa Coppa d’Africa. Il c.t. degli Elefanti, Gili, vuole un 3-4-3 che offre la possibilità di pressare a Zokora e Yaya Touré e di spingere ai due terzini Eboué e Boka, senza lasciare la difesa condotta da Kolo Touré in parità numerica con gli avversari. Risultati egregi, almeno finché gli ivoriani tengono alto il ritmo della gara. La Nigeria è attendista oltre misura e quando aspetta raramente è pericolosa, eccezion fatta per i missili da fuori area di Taiwo, che preoccupano non poco l’incerto Copa. Martins a sinistra, Yakubu al centro e Utaka a destra, con dietro Kanu, servono a poco se sono continuamente costretti a rientrare o a giocare spalle alla porta. Mikel può far poco. L’equilibrio è poi rotto nel secondo tempo da una giocata di Salomon Kalou, più incisivo del leader carismatico del team e suo compagno nel Chelsea, Didier Drogba, ancora un po’ indietro di condizione dopo l’infortunio.
Il migliore - Zokora si ritrova magicamente nella sua Costa d’Avorio dopo le magre londinesi di questi mesi. Gioca con personalità, pressa, propone, incita, dà suggerimenti: il Tottenham è proprio lontano.
La curiosità - Salomon Kalou questa partita non doveva nemmeno giocarla se le autorità olandesi un paio d’anni fa gli avessero sottoscritto il passaporto olandese come voleva Marco Van Basten, c.t. degli Orange, e grande estimatore del giocatore portato al Feyenoord dal fratello Bonaventure. Non superò l’esame di lingua e "restò" ivoriano. In patria molti non lo volevano più tra gli Elefanti: il talento ha poi messo d’accordo tutti.
MALI-BENIN 1-0
Esordio vincente per il Mali, ma quanta fatica! Nonostante la presenza di Kanouté, la formula offensiva del Mali non funziona. Keita e Diarra in mezzo al campo non riescono a velocizzare l’azione, hanno l’appoggio sull’esterno esclusivamente del sorprendente Amadou Sidibe ( ragazzo dell’86 molto interessante, gioca ancora in Mali) e il gioco stagna al centro. Si arriva anche ai sedici metri, ma si conclude spesso da fuori area, unica soluzione credibile al momento. Urge fantasia. Il Benin si difende facendo densità dietro, non riesce ad innescare Omotoyossi in contropiede, ma fisicamente tiene botta e nei minuti finali dice la sua e rischia di pareggiare.
Il migliore - Frederic Kanoute ha il merito di cercare il tiro da fuori non trattenuto dal portiere avversario che dà il la al rigore, nonché della trasformazione dello stesso. Non è al meglio ma cerca almeno di razionalizzare le giocate, senza grandi risultati soprattutto per la scarsa assistenza altrui.
La curiosità - Alain Gaspoz, svizzero con sangue del Benin nelle vene, ha registrato la sua migliore stagione nel 1997 sotto Albertino Bigon al Sion. Ne è passato di tempo. Aveva già detto addio al calcio ma è stato richiamato perché la sua esperienza faceva comodo: peccato sia stato proprio lui, e pure con ingenuità non degna della sua carta d’identità (che scrive 1970), ad atterrare Dramane Traoré nell’azione del rigore. Meglio, molto meglio Damien Chrysostome che, anche se con un po’ di ruvidezza, ha tenuto a bada i mostri sacri del Mali: i tifosi e gli amici di Casale, dove gioca, nella nostra serie D, saranno contenti.
Carlo Pizzigoni
Dal sito della Gazzetta
3 commenti:
ciao Carlo, mi aggiungo al club di "quelli dei complimenti", sia per la presentazione che per le cronache, godibilissime e leggere ma anche scritte con competenza rara... al prossimo viaggio oltre Gottardo, ciao ciao
Ho visto Mali-Benin, a mio parere Omotoyossi è stato penalizzato dal 4-4-1-1 schierato inizilamente dal tecnico degli Scoiattoli. O. Tchomogo come mezzapunta era un pò avulso dal contesto di gioco, e il buon Razak spesso doveva arretrare per conquistarsi qualche pallone giocabile. Meglio quando sono entrati Maiga e Sessegnon (che bel giocatore quest'ultimo), anche se gli attacchi sono sempre stati un pò arruffati e confusi.
Un Benin comunque uscito a testa alta. Nel Mali bene la difesa, mentre Keita e Diarra mi hanno dato l'impressione di giocare con il freno a mano un pò tirato.
Ho visto per la prima volta una partita intera di Omotoyossi: fisicamente è devastante, difende la palla, mi pare più un istintivo del gioco, è attirato dalla porta. In una squadra che riesca ad avere linee di gioco più razionali potrebbe essere interessante (i gol, a leggere i tabellini, li fa).
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