Lo Sporting getta una grossa opportunità per chiudere subito i conti contro il Twente di Mc Laren e approdare al quarto turno dei preliminari di Champions. Partito bene, con il solito gioco corto e palla a terra trova il rigore e l'espulsione del portiere olandese al 24': l'errore di Joao Moutinho dal dischetto esalta il portiere bulgaro (figlio d'arte) Mikhailov e accelera la frenesia di tutti gli uomini in biancoverde. Il controllo della partita è pressoché totale, buono il pressing ultraoffensivo con la riconquista alta ma manca sempre l'ultimo passaggio. Il Twente del secondo tempo è esclusivo contenimento, molto attento in mezzo all'area (non perdono un duello aereo) e nei raddoppi sugli esterni. Lo Sporting di Paulo Bento comincia col solito rombo in mezzo al campo con Rochemback in panca e Moutinho, Vuckcevic e Miguel Veloso (sorprendente partita, tornato su ottimi livelli finalmente!) a supporto di Mati Fernandez e della coppia Liedson - Helder Postiga (ne azzeccano pochissime): la squadra è alta( benissimo i due centrali difensivi Polga e il giovanissimo Carriço), pressa ordinata ma non trova mai la decisione e la cura nell'ultimo passaggio. Col passare dei minuti la fatica e la frenesia prende decisamente il comando della teste dei Leoni che si intestardiscono in tiri da fuori sballati e con poco senso. Nelle rare occasioni in cui arrivano conclusioni "intelligenti" c'è sempre Mikhailov a evitare la modifica del punteggio. Nel recupero N'Kufo si divora il gol della beffa assoluta, ma i fischi arrivano lo stesso, e copiosi e meritati, dall'Alvalade.
Carlo Pizzigoni
Da un giornale olandese:
Mikhailov sorregge il Twente.
C’è una luce nell’oscurità di una serata drammatica a Lisbona, dove i Tukkers sono riusciti a strappare con i denti un pareggio dopo aver disputato buona parte dell’incontro in dieci uomini. La luce si chiama Nikolaj Mikhailov, giovane portiere di riserva che ha tenuto a galla il Twente mantenendo intatta la possibilità di qualificazione al turno successivo.
Mikhailov non è propriamente uno degli elementi di spicco del Twente. Da buona parte dei compagni di squadra e dei tifosi è considerato un portiere che ama concedersi alla platea, senza però possedere la necessaria continuità per poter ambire ad una maglia da titolare.
Più spettacolo che continuità insomma, una peculiarità che Mikhailov sembra aver ereditato dal padre e dallo zio, entrambi portieri professionisti in Bulgaria. Papà Mikhailov ha raccolto 105 presenze nella nazionale maggiore, ed era amico nonché compagno di squadra di Tristo Stoichov, con il quale ha condiviso anche l’avventura al Mondiale del 1994 conclusasi con un quarto posto finale. Zio Mikhailov invece ha vestito la maglia del Levski Sofia circa 400 volte.
Nessuno finora aveva predetto al 19enne Mikhailov, arrivato al Twente nella stagione 2007-2008 in prestito dal Liverpool, un futuro da star, anche alla luce delle poche chance che l’estremo difensore era riuscito a ritagliarsi in prima squadra nel corso degli ultimi due anni (solo 6 presenze nello scorso campionato, alle spalle del 38enne Sander Bosckher).
Dopo Lisbona il suo destino potrebbe essere cambiato. Mikhailov ha dovuto sostituire dopo una mezzora scarsa proprio il collega-rivale, espulso per un fallo da ultimo uomo su Helder Postina, lanciato in area da una carambola nata da un lancio di Kenneth Perez finito contro il corpo di un avversario. Nessun dubbio per l’arbitro tedesco; cartellino rosso per Boschker e calcio di rigore per lo Sporting Lisbona. Tocca a Mikhailov. Si sfila i pantaloni della tuta, si mette i guantoni e si getta nel catino bollente, di adrenalina e tensione, del Josè Alvalade. Di fronte a lui c’è il capitano dello Sporting João Moutinho. Rincorsa, tiro, parata. Un intervento con la freddezza del consumato veterano che fa esplodere la panchina del Twente, tanto che il tecnico Steve McClaren viene richiamato all’ordine dal quarto uomo Uefa.
Il primo tempo disputato dal Twente è stato tutto di buon livello. Con sorpresa dei supporter portoghesi i Tukkers sono partiti in quarta. Dopo soli 25 secondi dal fischio d’inizio il neoacquisto costaricano Bryan Ruiz si è trovato sui piedi la palla del vantaggio dopo uno spunto in area di rigore dello slovacco Miroslav Stoch (altro nuovo arrivo, in prestito dal Chelsea). Poi è toccato al portiere Rui Patricio sventare un calcio di punizione di Kenneth Perez, prima che Ruiz e Stoch sciupassero nuovamente un paio di buone opportunità. L’espulsione di Bosckher ha cambiato la serata, che da quel momento è diventata sangue, sudore e lacrime. La diga dei Tukkers però ha retto. McClaren può essere soddisfatto della sua squadra. E soprattutto di Mikhailov, che ieri ha davvero preso tutto.
Marcel van der Kraan, Algemeen Dagblad
Traduzione di Alec Cordolcini
Sporting: Rui Patrício, Pedro Silva (77’ Rochemback), Carriço, Polga, Caneira (57’ Pereirinha), Vukcevic (69’ Yannick), Veloso, Moutinho, Mati, Postiga, Liedson.
FC Twente: Boschker, Stam, Wisgerhof, Douglas, Rajkovic, Brama, Jansen, Perez (26’ Mihaylov), Ruiz (61’ Rukavytsya), Nkufo, Stoch (75‘ Tiotè).
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