05 luglio 2009

[Clausura '09] Velez campione, ma c'è poco da festeggiare



Peccato. Un vero peccato, finire così

Lascia parecchio amaro in bocca l'ultima partita del Clausura argentino, decisivo per l'assegnazione del titolo. Allo stadio "José Amalfitani", chiudono Velez e Huracan. Gli uomini di Cappa possono tornare al titolo dopo più di trent'anni se escono senza sconfitta dal Fortin. E invece, dopo una grandinata nel primo tempo che interrompe il match, proprio Cappa, assistente storico di tanti big (Menotti e Valdano, più impegnati nella chiacchiera che negli allenamenti, salvo poi prendersi tutti i meriti...), termina con le lacrime agli occhi, sfinito, impegnato a insultare il mondo per un titolo che gli hanno sostanzialmente soffiato a pochi minuti dal termine. Il gol che decide l'incontro è palesemente irregolare con l'ex cagliaritano Larrivey ( ennesima partita piena di errori) che entra in scivolata alla ricerca della palla e abbatte il portiere avversario, l'ottimo Monzon (che aveva neutralizzato un rigore nel primo tempo), facendogli perdere la sfera che arriva a Maxi Moralez che controlla e insacca. Con Monzon a terra.
Qui si scatena una baraonda davvero indegna. Continui capannelli di giocatori impegnati a litigare e a insultarsi, partita sospesa per più di un quarto d'ora, ripresa poi e condotta a termine in maniera meno che urbana (un oggetto lanciato dalla tribuna dei tifosi dell'Huracan colpisce il sopracciglio di Diaz): solita invasione di campo scomposta e polizia che è costretta a utilizzare gli idranti per disperdere i tifosi.
Ma è ancora calcio, questa roba?
Va bene la lotta, la garra, e tutta la mistica argentina e ispanoamericana, però in questo modo il calcio scivola verso qualcosa che non può essere etichettato come sport. In questo modo perde parecchia credibilità soprattutto il futbol argentino, che invece dovrebbe brillare per i talenti e le belle giocate (anche di squadra) che pure quest'anno non sono mancati, anche se forse rispetto a un lustro fa c'è un calo. Non è solo questione di errori arbitrali o della delinquenza che ruota attorno alle tifoserie. Se mancano nei 90 minuti della partita il rispetto delle normali regole che accompagnano i match è meglio chiudere e ristrutturare le arene, per far sfogare le frustrazioni di tanta gente. Se in primis il gioco non rispetta le regole che si è date, il calcio finisce. Urge l'intervento della Federazione, di Grondona, di Maradona, di tutti quelli che hanno a cuore il calcio.
Non meritava questo squallido epilogo nemmeno il Velez, la squadra che senza il talento giovane di Huracan e Lanus, era riuscita non perdere contatto dalla vetta lottando su ogni pallone con determinazione e volontà. E anche nell'ultima sfida il Velez ha giocato la sua partita (grande match di Franco Razzotti), mettendo sotto il Globo, sfiorando più volte la rete che gli avrebbe dato il titolo. Che alla fine è arrivato, in un modo però così "sporco" tanto da insozzare tutti i meriti della squadra di Ricardo Gareca, già allenatore al Talleres di Javier Pastore, oggi un po' troppo fuori dal gioco.

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