14 giugno 2006

[dialoghimondiali] Francia Svizzera 0-0

Con Behrami purtroppo out (l'unico che potrebbe dare quelle sferzate sulla fascia per accendere il gioco) Kuhn sceglie, con Barnetta a destra, il più esperto e affidabile Wicky, rispetto al pallino Gygax e affianca Streller a Frei. Bene come al solito Magnin e Degen ma si poteva sperare in qualcosa di più contro una Francia che sceglie due attaccanti piazzati sugli esterni (Wiltord e Ribery, mai visto così male come ieri)e Henry al centro con conseguente panca di Trezeguet. Il dilemma è sempre d'attualità ma se i terzini riescono a spingere e a rientrare mi giocherei Zidane dietro a due punte, gettando all'aria tanti equilibri per avere qualità e carisma e sperando nelle letture difensive di Makelele e dei centrali. La stampa incalza Domenech che è già spalle al muro, ma il girone dei francesi dovrebbe consentire recuperi in tempi brevi.
CARLO


Aleggia sulla Francia un’aria logora, pesante. Il Wiltord di ieri ha fatto rimpiangere la mancata convocazione di Giuly, che nel 4-2-3-1 dei galletti ci sarebbe stato a meraviglia. Ribery davvero sotto tono, ma anche Henry con il Blues appare un giocatore dimezzato rispetto all’Arsenal, e così il migliore è risultato essere il solito Makelele, oltre ovviamente a Barthez. Pienamente d’accordo con il giudizio sulla Svizzera, a cui è mancata solamente un pizzico di fantasia. Ottima la difesa, di grande sostanza il centrocampo, l’attacco meglio dall’ingresso di Gygax, anche perché Frei appare ancora lontano da una condizione di forma ottimale. Pensare che gli svizzeri possano vincere il girone non è fantasia…
ALEC CORDOLCINI


Passando a parlare della Svizzera: ma quale capolavoro? Lui stesso, e intendo Köbi Kuhn, oggi in conferenza stampa è parso piuttosto deluso, esprimendo cioé sentimenti lontanissimi da quelli evidenziati in occasione dei due precedenti pareggi contro gli stessi francesi. Domenech ha mostrato di non avere alcuna idea - o di avere idee confuse - in merito al potenziale di una squadra da tempo imborghesitasi a dismisura. E allora la Svizzera doveva approfittarne. Entrata in campo timida e contratta, la nazionale rossocrociata ha faticato a guadagnare metri e a spingersi oltre il sole che la tormentava nella sua metà campo. Faceva caldissimo a Stoccarda, e doversi difendere da quella luce che batteva con punte vicine alla quarantina di gradi non era certo facile. La sensazione è stata quella comunque che la Svizzera sentisse un po' di pressione, una tensione dovuta alla giovane età di molti suoi giocatori ma anche al fatto di essersi trasformata, di colpo, soprattutto in patria, in una delle due favorite del girone. Da tempo, forse da decenni, forse da sempre, la Svizzera non partiva verso una manifestazione così importante spinta da così tante aspettative. A volte si parla, spesso a sproposito, di "febbre" del tifo, ecco, in Svizzera in questa occasione si è creata una vera e propria febbre, una mania. Lo dimostra il fatto che al Gottlieb Daimler Stadium ci fossero nettamente più tifosi elvetici che non francesi. Il colpo d'occhio faceva venire i brividi, anche per via di quella luce così bassa e tagliata, bruciante. Io ho seguito l'intero primo tempo con i crampi allo stomaco - difficile dimenticarsi nel cassetto la passione, e poi perché doverla per forza dimenticare? - poi mi sono passati con l'entrata in campo di Gygax al posto di Streller. Questa mossa ha vivacizzato la Svizzera, anche perché si sono smosse le acque appiattite da uno schema che non lasciava nulla alla fantasia. Tra l'altro proprio l'inventiva è la caratteristica di cui più si sente la mancanza in casa rossocrociata. Si sperava in un recupero miracoloso di Hakan Yakin, prima scartato da Kuhn, poi ripescato per via dell'infortunio di Vonlanthen, ma il fantasista dello Young Boys ormai pare davvero essere giunto al conteggio delle ultimissime pallottole. Un veterano, un po' come il deludente Zizou visto ieri. Non avendo uomini in grado di creare dal centro del campo, anche perché a Vogel e Cabanas ormai non si chiede che interdire e raddoppiare, si sperava in una botta di fantasia dalle fasce, con Barnetta e Behrami. Barnetta ha giocato ma sneza riuscire a dare costanza alla sua esplosività, mentre per quanto concerne Behrami, forse siamo destinati a vederlo giocare soltanto a sprazzi in questi Mondiali. Ha un principio di pubalgia che lo infastidisce parecchio e in questi giorni è parso piuttosto abbattuto. Valon al di là delle apparenze è un ragazzo molto riflessivo e sensibile, era partito per i Mondiali convinto di spaccare le montagne ma questo fastidio proprio non se lo aspettava. Oggi l'ho visto allenarsi con il resto della squadra, era dinamico come sempre, ma poi se n'è andato alla fine zoppicante. Vedremo! In tutti i casi è indispensabile. Dicevo di Gygax: spesso criticato, ieri ha vivacizzato la manovra offensiva elvetica, sino a quel momento eccessivamente farraginosa. In tutti i casi, Gygax o non Gygax, quello di ieri aveva tutta l'aria di un "biscottone" anticipato, nulla di concordato o di voluto, ci mancherebbe, ma sicuramente quel pareggio era il risultato che poteva accontentare entrambe le nazionali. Il fatto infine che pretendiamo sempre di più da questa Svizzera, è indicativo della nuova posizione che la nazionale rossocrociata si è guadagnata in quest'ultimo biennio, grazie soprattutto all'esplosione di talenti importanti, come Senderos (a parte un liscio, ieri perfetto), Djourou, Barnetta, Behrami e altri ancora che premono per trovare spazio.
PAOLO GALLI


Già da un po' la Francia non mi trasmette sensazioni positive. Sulla carta è una delle più attrezzate, ma l'insieme mi sembra alquanto appesantito. Manovra appesantita, prevedibilissima. Il discorso più scottante è quello su come le individualità si inseriscono in questo contesto: Henry, notizia non nuova, si trova peggio che con l'Arsenal e con Trezeguet si trova male; Ribery, che può essere l'unica sorpresa è partito malaccio; Makelele è sempre perfetto, Vieira si deve riprendere, ma in generale sembrano coprire meno campo rispetto a qualche tempo fa; i terzini in fase offensiva non mi convincono per nulla; infine, affidare quasi tutto ancora una volta a Zidane non può essere più la via giusta. Son d'accordo, Carlo: 4-3-1-2.
La Svizzera è una delle più organizzate del Mondiale: tatticamente perfetta ( emblematico Vogel), ma gli manca lo spunto negli ultimi 30 metri. Mettiamola così, difficilmente potrà vincere una partita immeritatamente.
VALENTINO

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