30 giugno 2010

Spunti Mondiali: Day 18 & 19

BRASILE - CILE 3-0 (Juan 34', Luis Fabiano 38', Robinho 14'st)

Fallita la missione impossibile. Il Cile di Bielsa, dopo un ottimo girone di Qulificazione, si spegna un po' al Mondiale. Soprattutto alcuni uomini chiave sono giunti in Sudafrica con qualche acciacco o problema di troppo. Humberto Suazo è un giocatore chiave e insostituibile, a questo Mondiale non è mai stato lui per l'infortunio occorso prima della rassegna. E senza di lui non è il vero Cile. Male anche Mati Fernandez, relegato in panca nell'ottavo di finale. Con Medel e Ponce fuori, la gara col Brasile era segnata. Bielsa l'ha voluta giocare da Bielsa e la transizione dei verde-oro l'ha ucciso: concedere queste parità numeriche, una volta superata la prima linea di pressione, diventa letale. Epperò c'è da dire, che, al contrario, solo un recupero alto poteva mettere in difficoltà i brasiliani, con le armi a disposizione dei cileni. Difesa perfetta, specie nei due centrali, Lucio e Juan, e equilibrio sempre mantenuto (benissimo Ramires anche da volante) con Luis Fabiano, Kakà e Robinho a giocare negli spazi, e i terzini che spingono con juicio. Nessuna chances per il Cile, che arriva dove due anni fa manco avrebbe immaginato.

SPAGNA - PORTOGALLO 1-0
(Villa 63')

Il Nuovo Portogallo di Queiroz non ce l'ha fatta. A poco serve ricordare le difficoltà iniziali della Spagna, almeno nel primo tempo senza profondità e conclusioni pericolose. Dico Nuovo perché come in queste due ultime partite i lusitani non hanno mai giocato nelle Qualificazioni. Adoro Queiroz però credo si debba dire che questa strategia, se davvero ci si credeva, doveva essere adottata prima (in Portogallo è un tiro al bersaglio sull'allenatore nato in Mozambico). Una strategia, come idea di base, mutuata proprio dall'ultimo Manchester United che il CT del Portogallo ha allenato (anche se figurava Fegurson sulla distinta). Molto è mancato in termini di qualità di squadra però, soprattutto nelle ripartenze. L'alibi dell'assenza di Nani pesa, ma anche l'equivoco che Cristiano debba necessariamente essere l'eroe della patria è sbagliata. Ronaldo è formidabile ma, come tutti, da Messi o Robben in giù, deve essere messo in condizioni di dimostrare il suo valore, come ha fatto allo United e al Madrid. Ad ogni modo, dopo una buona difesa degli spazi, dopo il gol (in fuorigioco) di Villa toccava al Portogallo gestire la palla e lì è probabilmente mancata pure un po' di personalità nei giocatori di secondo piano, a cominciare da Danny, un fantasma rispetto a un anno fa. La Spagna, anche se non è la migliore Spagna di sempre, anzi dimostra in nuce i problemi degli ultimi anni (Europei esclusi), ha quella qualità necessaria (favoloso Villa, importante, anche se troppo celebrata la prestazione di Llorente), ai sedici metri per trovare il gol e la forza fisica per tenere anche la fase di non possesso.

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