27 giugno 2010

Spunti Mondiali: Day 16

URUGUAY - COREA DEL SUD 2-1
(1-0 Suarez 8′, 1-1 Chung-yong Lee 23′, 2-1 Suarez 35’st)
Come pronostico passa la Celeste, ma quanta fatica! L'Uruguay di Tabarez, risistemato dopo la prima uscita con la difesa a tre, ha trovato un certo equilibrio di gioco. Pur senza entusiasmare, anzi, la squadra sudamericana riece meglio a far risaltare l'enorme qualità individuale che possiede. A cominciare da Forlan, vero regista avanzato dell'Uruguay (peccato abbia acquisito questa personalità e consapevolezza solo ora: avrebbe sfondato anche allo United) e Luis Suarez. Passati in vantaggio gli uruguagi hanno gestito male: nel secondo tempo sono risuciti ad andare sotto acnhe la peggiore SudCorea degli ultimi anni. Davvero una delusione, gli asiatici: dopo l'edizione del 2002 ( con Hiddink in panca) erano attesi a una lenta crescita, e invece non solo non sono cresciuti a livello individuale, non producendo giocatori di alto livello, ma hanno sviluppato pochissimo in termini di concetti di squadra. Ieri sono mancati anche in concentrazione e attenzione, specie in ambito difensivo. Vero che i demeriti altrui hanno concesso agli asiatici di controllare il ritmo partita del secondo tempo, ma la pochezza tecnica individuale non gli ha permesso di ottenere qualcosa di più. A ben vedere, si è ripetuto l'ultimo match del girone: solo, gli incredibili errori dei nigeriani hanno consensito alla Corea di arrivare al risultato, Suarez ha concesso meno, e l'Uruguay avanza.

GHANA - USA 2-1 dts (1-0 K. Prince Boateng 5', 1-1 Donovan Rig. 16′ st, 2-1 Gyan 3′ pts)

Un'africana ai quarti! La speranza di tanti è divenuta realtà, grazie al coraggio soprattutto dei giovani ghanesi. Della formazione titolare moltissimi sono attorno ai 20 anni, se non addirittura sotto come Jonathan Mensah, insieme a Inkoom e Dede Ayew campione del mondo under 20 nel passato autunno. Gli USA hanno provato, dopo l'inizio favorevole ai ghanesi con ottima predisposizione al pressing alto (chiave in alcuni passaggi del match), a controllare il ritmo, riuscendovi a cavallo dei due tempi: la mancanza di esperienza ghanese si è fatta sentire soprattutto lì. Eppure la voglia di vincere di questi ragazzi africani è stata ancora una volta decisiva, se è vero che dopo il pari è stato soprattutto il Ghana a giocarsela per davvero, mentre gli USA provavano solo con palloni alti e lunghi alle spalle dei difensori avversari. Il calcio statunitense è sempre più trascinato, sta lentamente sparendo e il laboratorio di cui si parlava anni fa si è dissolto, poco è servito l'aver organizzato un campionato locale e l'arrivo di qualche giocatore straniero di buon livello. Rimane l'entusiasmo, ma un Paese con così tanti praticanti non può produrre una Nazionale così povera.

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