12 giugno 2010

Spunti Mondiali: Day 1

SUDAFRICA - MESSICO 1-1 (1-0 Tshabalala, 1-1 Rafa Marquez)


+ Inizia bene il Messico. Interessante la costruzione di Aguirre con la posizione di Rafa Marquez che fluttua centralmente tra i due difensori o si alza fino a centrocampo cercando di infastidire Pienaar. Coordinata con i terzini Aguilar e Salcido e con gli esterni d'attacco Giovani (che regala sprazzi del giocatore che poteva e può diventare) e Vela, la squadra funziona d'insieme e riesce sempre a ripartire. Il primo tempo lo controlla, con Franco che si divora almeno un paio di gol. Nel secondo tempo, con meno movimento e il Sudafrica meglio registrato sui lati il Messico smette di trovare profondità e si perde, trovando il pareggio grazie a un errore altrui.

+ Niente due punte per Parreira. L'uomo chiave rimane Pienaar, che non può giocare in un centrocampo di corsa e fatica, quindi agisce dietro la punta, provando a spostare la difesa avversaria con movimenti e assist. Il Sudafrica regge in qualche modo, anche perché soffre troppo sui lati, con Thwala impresentabile. L'entrata in campo di Masilela registra la situazione a sinistra ma i Bafana Bafana si sbloccano solo col favoloso contropiede che regala il primo gol del Mondiale: grande azione e grande rete di Tshabalala.

FRANCIA - URUGUAY 0-0


+ Delusione annunciata. Due squadre che da tempo non trovano una dimensione, un'unità di intenti, una fisionomia. Tabarez gioca con tre centrali, perde presenza numerica in mezzo e ha troppo poco sui laterali. La squadra non fa giocare, cerca più o meno di pressare ma non trova mai il primo passaggio per far partire l'azione. Da un Maestro sarebbe lecito aspettarsi di più, anche perché il materiale umano è di buonissimo livello, con punte di eccellenza come Diego Forlan, ieri unico giocatore per cui valeva la pena guardare il match: bravo anche spalle alla porta, trova soluzioni offensive, prova a essere pericoloso.

+ Poche parole, e sempre le solite, per Domenech. I Bleus forzano il gioco sugli esterni, dove facilmente gli uruguagi riuscivano ad arrivare, anche con il raddoppio del centrale difensivo più vicino (unica azione credibile del primo tempo, un uno contro tutti di Ribery, che buca anche il raddoppio di Victorino e mette al centro con Govou che spreca). La Francia non cambia mai idea di gioco, eppure il 4231 sarebbe perfetto per occupare lo spazio, pressare e recuperare: una volta riconquista palla hai sempre l'appoggio centrale e lì puoi mettere in difficolta la Celeste, perché il sistema, specie in transizione ti dà svariate opportunità, soprattutto per muovere una difesa statica. Invece, nulla: quando le energie vengono meno non si ha nemmeno la lucidità per attaccare con la superiorità numerica.

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