LA PARTITA. Reja non cambia sistema di gioco ma interpreti. Conferma la difesa a tre ma inserisce Rinaudo in mezzo, sposta Paolo Cannavaro a destra e sceglie Aronica come vice Contini (a casa con la febbre). Teme le palle alte e lascia in panchina Santacroce. In mezzo al campo Pazienza è schermo davanti alla difesa mentre Gargano (anche ieri ottimo) è spostato sul centro destra. Hamsik, all'ennesima partita da fantasma, dovrebbe accompagnare la transizione offensiva, ma non si vede mai. Gli esterni, Maggio a destra e Mannini a sinistra, si dannano ma con pochi risultati. Davanti arrivano poche palle, e spesso sporche alla coppia Zalayeta - Lavezzi, col Pocho al solito costretto anche lontano dalla porta. L'Inter, riproposta con Stankovic davanti a tre centrocampisti (ha anche compiti di contenimento su Gargano, dirà poi Mourinho in conferenza stampa), inizia bene anche in fase offensiva, Cruz si muove bene e si fa trovare, Ibrahimovic alterna buone giocate a errori ma rimane "perno" indispensabile per la manovra. La squadra di Mourinho trova due gol, il primo dopo un calcio d'angolo battuto corto e dietro (il Napoli difende a uomo) con Cordoba, il secondo con una ottima e partecipata combinazione Maicon-Cruz(tacco)-Maicon- Muntari(tacco), dopo una buona pressione degli attaccanti con Iezzo costretto al rinvio di piede e sempre il difensore colombiano in anticipo. L'Inter anche con un buon pressing ultra offensivo (bene Zanetti, Cambiasso, Muntari) possiede una notevole transizione difensiva (sicuramente il fondamentale meglio digerito della nuova gestione tecnica): ferma la palla, ha coperture, non va mai in parità numerica attorno alla palla. Anche nel gol del Napoli che riapre il match, quando Lavezzi salta il primo avversario, Samuel (succederà raramente durante la partita), c'è copertura e la squadra è in sovrannumero, solo che uno splendido tacco di Zalayeta taglia fuori la linea e il Pocho davanti alla porta la mette.
Nel secondo tempo, il Napoli che non riesce praticamente mai a ribaltare bene l'azione (eccezioni notevoli il gol e un'azione di Lavezzi) in costruzione di manovra è piuttosto lenta. L'Inter smette il pressing ultra offensivo, fa densità dieci-quindici metri più indietro e fa fatica a trovare gli attaccanti e il passaggio di apertura è sempre ben letto dalla difesa del Napoli (bene Rinaudo). Al Napoli non rimane che l'opzione del tiro da fuori, esperita poco e male. Mourinho prova con il fisico a tenere su, più e meglio, la palla: Adriano per Cruz, ma la partita cambia poco e nel finale si adegua all'inerzia del match con Burdisso al posto di Stankovic e le linee difesa-centrocampo strettissime. Il Napoli ci prova con il terzo attaccante, Denis(difesa a 4 dietro con Mannini che si sposta a destra e Aronica a fare il terzino sinistro), ma Julio Cesar di palle difficili non ne vede.
PIU'
1. L'Inter ha sempre buone spaziature e la transizione difensiva è notevole, merito di tutti, specie dei centrocampisti, bravi a scalare rallentando il pallone.
2. Lavezzi rimane super giocatore da uno contro uno, sbaglia qualcosa ma lotta sempre e davanti alla porta conclude una bella azione che lui stesso ha messo in moto.
MENO
1. Nel secondo tempo non c'è l'accompagnamento dei centrocampisti alla manovra: vero che gli attaccanti non riescono a tenere su la palla e dare il tempo di salita, ma vero anche che non c'è la forza di ripartire palla al piede, di iniziare la manovra, coinvolgendo gli esterni. Qualche errore di troppo di Ibrahimovic.
2. Praticamente assente la transizione offensiva e malissimo Hamsik, con Reja costretto a toglierlo anche in un momento in cui, più che mai, ha bisogno di gente che vede la porta. Ma la giornata dello slovacco è nerissima.
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