21 dicembre 2008

Manchester United - Liga di Quito 1-0: United Campione




FONTE: Gazzetta.it


Nel prossimo febbraio l'Inter di José Mourinho incontrerà i nuovi campioni del Mondo. Nella finale di Yokohama, non senza difficoltà, il Manchester United batte la Liga de Quito 1-0 e diventa la prima squadra inglese a vincere il Mondiale per Club, la nuova competizione voluta dalla Fifa per sostituire la Coppa Intercontinentale.
FONDAMENTALE - Vince lo United di sir Alex Ferguson, all'ennesimo trofeo della sua carriera, grazie a un gol di Wayne Rooney su assist di Cristiano Ronaldo, ma il merito è tutto del centravanti inglese che, al 73', si allarga sulla parte corta dell'area, riceve dal Pallone d'Oro, e fulmina il portiere con un bel diagonale sul palo lungo. I Red Devils giocano praticamente tutto il secondo tempo con un uomo in meno per l'espulsione di Vidic (gomitata a Bieler dopo pochi minuti della ripresa, brutto gesto ma non eccessivamente violento) e il tecnico scozzese dimostra molto senso pratico proprio in questa fase: nonostante abbia sostanzialmente dominato il primo tempo, non si fa ingolosire dall'assenza di attaccanti veri della Liga ma inserisce immediatamente il giovanissimo nordirlandese Evans al fianco di Ferdinand e non ingarbuglia il suo 4-4-2 che diventa così 4-4-1 perché a lasciare il campo è Tevez. Confermate quindi le due linee di 4 con in mezzo Carrick e Anderson (gran partita del brasiliano, classe '88, il Gremio meno di tre anni fa lo vendeva per sei miseri milioncini) a pressare e a costruire gioco.
TATTICA - La partita è la ricerca continua degli spazi di una squadra con l'altra, la Liga, interessata solo a non concederne e attentissima pure a non lasciarsi sorprendersi alle spalle: quindi linea difensiva bassa degli ecuadoriani e densità davanti all'area. Il Manchester comincia forte, aggredisce alto, riuscisse a segnare nel primo tempo indirizzerebbe chiaramente e forse definitivamente il match, spreca qualche occasione, prova qualche tiro da fuori ma non riesce a far cadere il muro davanti al “Pancho” Cevallos, buone parate col solito stile non convenzionale. Cristiano Ronaldo parte a sinistra ma finisce poi a destra, regala parecchi “oooh” alla platea ma nessuna conclusione pericolosa anche se mette Park davanti alla porta a fine prima parte con un bell'assist sprecato malamente dal sudcoreano. Non c'è ovviamente ricerca diretta delle due punte, Rooney e Tevez, che combattono e si muovono proprio nel ventre della difesa ecuadoriana, ma lo United tenta continuamente col possesso palla di trovare gli spazi per le giocate dei suoi uomini migliori, esplorando anche le fasce.
BLOCCATI - La Liga difende compatta ai venticinque metri con l'imperativo di non lasciare gli uno contro uno, isolando il solo Claudio Bieler davanti, che non la vede mai, e prova ad affidare al “Piojo” Manso, favoloso match il suo, ritmi e tempi dell'attacco: la mezzapunta argentina, recuperata dal “Paton” Bauza ai livelli dei suoi esordi nel Newell's, fa il possibile, compie anche giocate importanti, aperture sugli esterni (poco in giornata sia Bolanos che Neicer), qualche conclusione, nella prima occasione del match, dopo tre minuti, offre a Campos una palla da spingere solo in porta, che invece il difensore ecuadoriano non inquadra. Nel secondo tempo c'è qualche iniziativa in più della Liga, maggior controllo della palla e vere conclusioni che sporcano i guanti a Van der Sar, ma gli ecuadoriani non vogliono cambiare ritmi e inerzia della partita, anche con l'uomo in più.
FINALE - Edgardo Bauza evidentemente pensa che l'unica chance di vittoria passi per una partita sottoritmo: aumentare i tempi di gioco può “spezzare” la sua squadra e concedere situazioni favorevoli agli avversari, la cui maggiore qualità farebbe senz'altro male. Gli ultimi attacchi, un po' disordinati, con troppi errori negli appoggi e poca fantasia nelle giocate certificano l'assunto precedente e confermano che arrivare fin qui è stato davvero un miracolo per i Centrales. Minuti finali per il capitano Phil Neville, in rappresentanza della vecchia guardia del club (Giggs e Scholes in panchina) e per un briciolo di sofferenza in più per meglio assaporare la vittoria finale. Davanti a un grande del Manchester United che fu, Bobby Charlton, in tribuna, si celebra ancora una volta la creatura di Ferguson: una dinastia di trionfi in poco più di ventanni di conduzione tecnica del Signore di Glasgow. Una squadra, da oggi, ancora di più, nel mito.

CARLO PIZZIGONI

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