PIU'
1- Il Napoli difende molto basso, crea densità ai sedici metri ed è molto aggressivo in quell'area. La difesa è ben protetta, Iezzo si fa sempre trovare pronto.
2- Walter Gargano è davvero un bel giocatore. Aggredisce, tampona e non ha difficoltà a impostare anche nel traffico. Non riesce trovare la via della porta, ma calcia talmente bene, destro e sinistro, che i gol arriveranno a completare il repertorio. Lavezzi continua a proporsi ma non sempre è bene innescato.
3- Il Milan interpreta bene il secondo tempo con l'uomo in più. Buone le letture dei due difensori centrali (Favalli e Bonera), discreto l'appoggio dei terzini. Davanti Kakà e Ronaldinho, non sempre brillantissimi, giocano a ridosso dell'unica punta, nel secondo Dinho va esterno a sinistra.
4- Marco Borriello non ripete per intero le buone prestazioni delle partite precedenti (qualche anticipo di troppo subito) ma offre sempre quel contributo di fisicità di cui difficilmente, almeno ora, il Milan può fare a meno.
MENO
1- Il Napoli non riparte mai in velocità, non accende in maniera consona l'arma letale Lavezzi. Difende basso e la transizione è lentissima, pressa solo sotto i venti metri.
2- Reja prova a strappare un punto ma anche il DG Pierpaolo Marino, coi soliti toni moderati, avanza perplessità sull'atteggiamento. Il Napoli poteva fare molto meglio, è mancato qualcosa a livello mentale. La gestione in 10 contro 11 ha convinto ancora meno. Espulso Maggio, Reja va a 4 dietro con Aronica terzino sinistro al posto di uno spento Hamsik (anche limitato da un problema fisico): e ci sta perché Santacroce a destra non sa spingere ma annulla Ronaldinho e chiude a chiave quella zona di campo, da dove non arrivano pericoli. Una volta infortunato il neo-azzurro però Reja sceglie di inserire Pazienza e spostare Mannini terzino destro: cambia la partita in termini di pericolosità: i pericoli arrivano tutti da lì. Compresa la punizione da cui scaturisce l'autorete di Denis.
3- Il Milan sceglie di ripartire molto lentamente, nel primo tempo fatica a trovare appoggi credibili, si limita a tiri da fuori. Kakà non spinge la transizione come al solito e il Milan si affida ai soli uno contro uno, ma funziona poco.
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