25 novembre 2008

Giorgio Manganelli

Carissima Angiola,
(...) eccoci ora davanti a qualcosa di nuovo ed ignoto; qualcosa di più difficile di qualsiasi altra esperienza, una terribile e abbagliante prova, un fuoco che oscilla tra il calore e l'ustione, una assenza che fa sì che tutti i nostri sguardi siano in essa confitti, una scomparsa che è intensa come una apparizione, un silenzio che ci dice tutte le parole che nella vita sono state alluse; la scomparsa di Renzo, del tuo, del mio caro dolcissimo Renzo, ha scatenato in noi tutti:; in tutti coloro che lo hanno avuto vicino, una coscienza d'amore che ci ha svelato a noi stessi ; non sapevo, molti non sapevano di essere così vicini alla sorgente originaria dell'amore, di quell'amore che tutti gli altri imitano e ripetono. Così, quel posto che doveva restare vuoto, quell'assenza umana è stata colamta da un impetuoso, doloroso e dolcissimo atto d'amore: una restituzione quale mai ho vista giacché quell'amore che abbiamo consegnato a colui che ne era il signore era quello che egli aveva saputo creare e far crescere in tanti che senza saperlo pagavano il oro dovuto tributo a questo re in incognito senza sudditi che non lo fossero (...)
Quale terribile ricchezza ci ha non lasciato ma consegnato; e l'ha fatto silenziosamente e insieme pacatamente; ma ora noi siamo angosciati perché sappiamo quanto sia difficile questo dono, quale angoscioso privilegio; ma pur sempre in primo luogo privilegio. La sua scomparsa ha moltiplicato la coscienza dell'amore che egli aveva generato e che gli veniva portato; ma ora questo amore, come è consentito e comandato a ciascuno di noi, deve essere vissuto, usato, amato cresciuto, come se la lingua in cui ci era consentito di esprimerlo fosse ora dichiarata inidonea, ed un'altra ci venisse subitamente proposta, che dobbiamo imparare, e che impareremo, giacché il contrario è l'afasia e la perdita dell'amore. Bisogna educare il nostro orecchio di terra a cogliere i messaggi infiniti e indiretti che a noi giungono per un lungo e istanteneo itinerario; bisogna resistere alla tentazione del dolore.

Giorgio Manganelli, Circolazione a più cuori. Lettere familiari, Aragno, 2008

2 commenti:

Anonimo ha detto...

... sai ... sono un po' disorientato. Questa pubblicazione su Manganelli mi interessa molto ma non vedo il nesso con la passione per il calcio... E' comunque in stile Manganelli mescolare piu' storie con caotica maestria. Ciao.

Carlo Pizzigoni ha detto...

Per me questa data è una giornata particolare, è ho voluto inserire questo scritto di Manganelli.

L'idea iniziale era quella di inserire nel blog anche brani di letteratura che mi avevano particolarmente colpito ( sotto l'etichetta "reading" ne trovi altri). L'ho un po' tralasciata ma mi impegno a riprenderla. In aggiunta, ho inserito anche alcuni post che riprendono musica che mi piace. Tutto qui.