28 giugno 2008

Spagna - Russia

Ecco cosa vuol dire far giocare la Spagna. Insomma, una messaggio bello grosso per chi aveva criticato Donadoni,e che sui giornali di oggi fingono di non vedere. Concedere la zona tra le linee agli spagnoli è stato un suicidio (e c'è stato l'infortunio di Villa, fosse uscito Torres, sarebbe stato un incontro ancora più impari).

D'altronde le letture della linea difensiva russa sono alquanto modeste (il che esalta il lavoro di Hiddink, fin qui, dato il materiale). Guus sceglie giustamente di non attaccare alto col pressing come nei primi venti minuti del match del girone. Fa bene. Il gioco con meno transizioni veloci, però, fa anche perdere il ritmo di gioco ai russi, e nella difesa degli spazi, proprio non ci siamo: gli spagnoli a cui viene spesso negata la profondità trovano praterie e poca attenzione tra le linee ed è ancora peggio, specie con un Fabregas così ispirato (quante facili ricezioni ai 16 metri!)

Mi ha colpito la passività in fasi di pressing di Arshavin e Pavlyuchenko: era fondamentale esercitarla, anche perché la Spagna non ha il doble pivote olandese ed esterni timidi, ma gente che la palla la fa viaggiare (ottima spinta di Sergio Ramos e Capdevilla, in continuo appoggio).
Insomma o li aggredisci o non gli lasci spazio, altrimenti sei morto. Dopo 10 minuti la Spagna aveva impegnato il portiere avversario molte più volte rispetto a tutti i 120 minuti contro gli azzurri...

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