12 marzo 2012

Il bravo Stefano Pioli, il nuovo Bologna e la fortuna di incontrare un Presidente Tafazzi





Maurizio Zamparini ha l’abitudine di pentirsi. Uomo senza filtri, pensa solo dopo aver agito, e rientra spesso alla perfezione nella sagoma di Tafazzi. Pure peggio, il Presidente del Palermo confessa che non si limita più a fracassarsi i gioielli di casa come il celebre personaggio di MaidireGol, oggi si “mangerebbe un testicolo”. Per la rabbia, il rimorso di aver licenziato dopo nemmeno due mesi e prima dell’inizio del campionato, Stefano Pioli, oggi alla guida del Bologna, davanti in classifica ai rosanero e soprattutto celebrato come uno dei migliori tecnici della nostra Serie A.

L’incredibile estate di Pioli, che ieri ha sdraiato la Lazio all’Olimpico, era cominciata con il corteggiamento da parte della Roma. Il “Progggetto” della nuova Roma americana poteva cominciare con lui: il DS Sabatini lo aveva incontrato almeno un paio di volte e, certamente, fosse dipeso solo da lui, oggi l’allenatore parmense sarebbe a Trigoria. L’Uomo per far ripartire i giallorossi viene invece individuato da Franco Baldini, deus ex machina della “Magica”, in Luis Enrique, anche per dare un segnale di forte rottura rispetto a tutto l’ambiente interno e esterno.

Sabatini però una telefonata al suo ex datore di lavoro, Maurizio Zamparini, la fa: “Pioli è uno buono”, e Zampa allunga immediatamente un biennale al tecnico reduce da una bella stagione al Chievo. Punta Raisi però ha appena visto i decolli di Javier Pastore e Salvatore Sirigu, direzione Parigi-Charles de Gaulle, hanno salutato anche altri elementi importanti come Mattia Cassani e Cesare Bovo: i rosanero devono ricostruire.

La pazienza non è tra le prime virtù dello Zampa, che dopo un paio di amichevoli e l’esordio sfortunato in Europa League, decide che Pioli non è l’allenatore per lui: passerà Mangia e ora c’è, ma non si sa per quanto, Lino Mutti. Dalla centrifuga estiva salta fuori qualcosa di interessante in autunno, per il nostro: il Bologna, la squadra dove Pioli aveva cominciato ad allenare, coi giovani, anni fa, lo vuole per sostituire l’esonerato Bisoli. Destino. E immediato successo. L’ex giocatore di Juve e Fiorentina, costruisce la squadra attorno a Perez e Mudingayi, rudi professori di metacampo, cervelli fini che lasciano la vetrina al talento da fuoriclasse di Gaston Ramirez e permettono le giocate a Diamanti e al capitano Di Vaio.

Pioli domina a San Siro contro l’Inter, vince all’Olimpico, è vicino alla salvezza e può osare anche qualcosa di più. Soprattutto, più di tutto, ha ridato dignità calcistica ai rossoblù, oggi il Bologna è tornato finalmente a proporre calcio dall’estetica apprezzabile e dalla grande sostanza: merito di un’estate di rifiuti e di un uomo troppo incline al pentimento.

CARLO PIZZIGONI

Fonte: Max

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