27 marzo 2012

(Almeno) un titulo per l'Inter




Finire la stagione con “Sero Tituli”. Una delle tante locuzioni incisive che José Mourinho ha regalato al giornalismo sportivo italiano, odiatissimo mantra ripetuto per mesi e anni dai tifosi interisti in tutti i bar del Paese, pareva giungere al naturale contrappasso. L'Inter, incagliatasi nell'ultima stagione nel pantano della mediocrità, era diretta verso il girone dei Senzatitoli.

Eppure la società nerazzurra un trofeo, anche importante, lo ha appena alzato: sotto gli occhi di Massimo Moratti l'Inter ha sollevato la coppa della Next Gen Series, il torneo, riservato ai ragazzi under 19, dove sono state impegnate le migliori squadre d'Europa e che nel giro di un paio di stagioni diventerà ufficialmente la Champions giovanile con il beneplacito dell'Uefa, che sta ora solo monitorando la competizione. Nella finale di Londra ha battuto l'Ajax, ai rigori, in una partita di orgoglio e sofferenza, in puro stile Inter, giocando 20 minuti e tutti i supplementari con un uomo in meno. La squadra olandese, probabilmente quella con maggiore talento in tutta la manifestazione, aveva fatto fuori anche il Barcellona nei quarti e umiliato il Liverpool in semifinale (6-0, il finale).

Alla guida della pattuglia vincente nerazzurra, Andrea Stramaccioni, 34 anni e un'esposizione mediatica eccessiva, in queste settimane, a causa della ottima competenza (ha già fatto bene nel settore giovanile della Roma) e per i continui inciampi della prima squadra del concittadino Ranieri. L'anno passato l'Inter vinceva il Torneo di Viareggio con Fulvio Pea, oggi ottimo trainer al Sassuolo, con una squadra mentalmente solida: le fondamenta sono rimaste (uomini chiave come Lorenzo Crisetig e Marek Kysela), l'architettura si è modificata mettendo al centro della manovra un brasiliano del 1993, finalmente pronto al grande salto.

Gli esperimenti tattici di “Strama” non hanno mai prescisso da Daniel Bessa, una delizia palla al piede fin dai tempi dell'Atletico Paranaense, dove il talent scout Pierluigi Casiraghi lo ha scovato. Il carattere c'è sempre stato, nonostante brutti periodi causati da problemi familiari, ma in campo, e non solo, la testardaggine e la grande personalità sono divise da un confine molto labile, e comunque spesso definito solo a posteriori, a seconda della riuscita o meno della giocata. Nella finale di ieri si è continuamente messo le mani al volto, nonostante non sia l'ultima partita dell'anno, ci teneva forse più di tutti, in una partita così importante, a dimostrare quello che è diventato: un giocatore vero, e non solo per l'assist che ha regalato al Samuele Longo in occasione del vantaggio nerazzurro.

L'anno prossimo giocherà tra i grandi, all'Inter o in qualche altro club in prestito, così come altri suoi compagni, a cominciare da Duncan, ragazzo ghanese dal sinistro educatissimo e dalla grande potenza fisica. Con un po' di enfasi, l'Amministratore Delegato dell'Inter Ernesto Paolillo, ha parlato di nascita di una Scuola Inter, tra i giovani, dopo quelle, arci-citate, di Barça e Ajax. Il campo senza barriere di Interello è pronto ad accogliere nuovi gioielli, ma la vera rivoluzione dovrebbe venire dalla Federazione: perché non facciamo giocare queste squadre Primavera, che praticano anche un gioco esteticamente godibile, con i professionisti della Lega Pro? Ad alzare la Coppa dei giovani non sarebbe solo l'Inter ma, finalmente, tutto il movimento calcio del Belpaese. In questo momento, più di una vittoria.

CARLO PIZZIGONI
Fonte: Max

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