04 febbraio 2008

Coppa d'Africa - Day 13

Fonte: Gazzetta.it

GHANA - NIGERIA 2-1


E’ meritatamente il Ghana la prima semifinalista della coppa d’Africa. Scesa in campo con diversi uomini non al top della forma per problemi fisici, andata in svantaggio nel primo tempo e alla fine in dieci nell’ultima mezz’ora per l’espulsione del capitano John Mensah (a seguito di un fallo terminale su un giocatore che aveva una chiara occasione da gol): non si sono fermati davanti a nulla le Black Stars, continuando a giocare, al massimo della vigoria, il loro calcio, che ha pochi sbocchi offensivi e che cercava gli uno contro uno di Muntari e Quincy sulle fasce per sfondare. La Nigeria capitola nonostante le chiare situazioni di vantaggio che il campo mostrava: vantaggio sul tabellone per un rigore sacrosanto che, paradigmaticamente, esprimeva la filigrana della partita: l’impossibilità dei difensori centrali Addo e Mensah di "tenere" Yakubu, fisicamente e tecnicamente superiore. Vogts, che aveva scelto un 4-3-3 prudente con Uche e Odemwingie attaccanti esterni ma molto pronti a rinculare e a dare una mano al centrocampo, Mikel a lanciare gli avanti e Olofinjana e Etuhu con esclusivi compiti di copertura, sceglieva l’esclusiva arma del contropiede, limitato dai recuperi non troppo frequenti e soprattutto troppo "bassi" della sua linea mediana. Verrà processato dalla stampa e dalla federazione nigeriana, però, soprattutto per la sua apatia durante la fase della superiorità numerica: mezz’ora in cui lui non cambia nulla nonostante l’uomo in più, accondiscendendo addirittura ai ritmi del Ghana e non approfittando della sua lunghissima panchina, specie di quella deputata alla parte offensiva. Si è offerto agli episodi, e ha dovuto soccombere a un’invenzione di Muntari che si inseriva e liberava davanti alla porta il centravanti Junior Agogo: 2-1 a pochi minuti dal termine e esplosione finale del Ohene Djan di Accra.
IL MIGLIORE - Lo andava ripetendo da tempo José Mourinho, lo ha ribadito stasera: Michael Essien è proprio un grandissimo. Segna sul finire del primo tempo un gol di testa decisivo che tiene vivo il Ghana. Recupera e riparte, poi, dopo l’espulsione del compagno di Mensah, rileva dall’ex Cremonese fascia e ruolo: si sistema in mezzo alla difesa e non sbaglia un intervento. Senza parole.
LA CURIOSITA’ - Michael Essien non gioca centrale difensivo per merito di Mourinho, come spesso si ascolta: egli nasce difensore, al Bastia, che lo aveva prelevato in Ghana dopo un ottimo Mondiale under 17. Essien faceva la spola tra terzino e centrale, a seconda delle opportunità, e quasi per caso viene spostato a centrocampo. Dove entusiasma subito tanto da attirare le attenzioni di diversi osservatori: i più lesti sono gli uomini di Jean Michel Aulas, presidente del Lione, che si accordano immediatamente con la squadra corsa per un cifra vicino ai 12 milioni di euro. In riva al Rodano si merita il soprannome di Le Bison ed è lì che lo pesca Mourinho che lo vuole nel suo Chelsea, a qualsiasi cifra: 38 milioni di euro è la spesa del cartellino che fa ululare di sorpresa i poco attenti ai progressi di questo splendido giocatore. Oggi più che mai decisivo.
Carlo Pizzigoni


COSTA D'AVORIO - GUINEA 5-0

Fonte: Gazzetta.it

L’atteggiamento della Costa d’Avorio è sempre quello un po’ strafottente, da primi della classe, quali in realtà sono. Giocano in scioltezza, con quel pizzico di superficialità che lascia aperta la partita per più di un’ora. Poi, passa Drogba a sigillare, e a chiudere il match, anche se poi arriva anche la doppietta di Kalou (prima entra in porta col pallone dopo aver fatto fuori il portiere, poi approfitta di un assist di Yaya Toure) e il timbro finale di Baky. La Guinea, senza la sua anima, Pascal Feindouno, in tribuna per squalifica, fa quello che può: copre, pressa e riparte. L’unica arma credibile rimane Fode Mansare, che sulla sinistra ci mette cuore e potenza e qualche grattacapo lo crea. I guineani provano anche le maniere forti, affondando tackle e allargando gomiti ma non ricavano molto di più ed escono comunque a testa alta da questa manifestazione. Selephanto ancora con Zokora al posto dell’infortunato Kolo Toure e Romaric in mezzo insieme a Yaya: vogliono tenere un ritmo controllato e trovare il buco giusto, che pesca poi quel decatleta prestato al calcio di Keita, sgroppata, finta di cross e sberla sul primo palo. Per l’attaccante del Lione un classico: il portiere avversario Kemoko Camara non se l’aspetta e fa un figura bruttina. La partita si apre in due ma gli ivoriani si accontentano di qualche accelerata: sufficiente per mandare a casa la Guinea e per far paura a tutte quelle rimaste.
IL MIGLIORE - Spaiare il risultato, in partite come questa, dove la superiorità di una squadra è piuttosto netta, è un merito importante. Rimanendo zero a zero, subentra spesso nervosismo: il gol di Keita ha posto in discesa la passeggiata della Costa d’Avorio. Keita ha avuto il merito di metterci più "punch" dei compagni e non è un caso abbia per primo firmato il tabellino. Esterno del 4-4-2, si è continuamente proposto sulla fascia destra e a fine attacco è tornato senza fiatare nella sua posizione dietro la linea della palla. In questa Costa d’Avorio piena di giocatori eleganti, l’irruenza di Keita non va sottovalutata.
LA STORIA - Abdul Kader Keïta ne ha viste tante. Passato poco ivoriano: niente Academie, come la maggior parte dei compagni, né scuole calcio in Francia o settori giovanili di prestigio dell’Esagono. Keita l’arrivo nella Champions col Lione, e prima col Lille, se l’è sudato tutto, e ha fatto la gavetta tra Tunisia, Emirati Arabi e Qatar. Poi, l’intuizione del Lilla che lo porta nel nord francese e ne fa un giocatore vero: un attaccante esterno che distrugge le difese partendo dai lati grazie a una fisicità prorompente. Inquadrato tatticamente (ora non ha difficoltà a giocare da quarto centrocampista nel 4-4-2, come stasera: il fisico gli permette anche questo) diventa devastante nei sedici metri per velocità, progressione ed è molto migliorato in precisione il suo destro.

Carlo Pizzigoni
Dal sito della Gazzetta

2 commenti:

Anonimo ha detto...

.. ciao tempo fà lessi che ti piaceva come giocatore..
volevo chiederti la tua opinione su Felipe Melo?

grazie, Santeria

Carlo Pizzigoni ha detto...

Felipe Melo ha tutto per sfondare, fuori, ormai mi spiace dirlo, della testa.Peccato. Seduce tutti con eleganza, può fare tutti anche perché ha mezzi fisici, ma poi alla fine, dammi retta, rimani fregato. Io ci sono cascato non so quante volte.