25 agosto 2009

[Champions Preliminari] Sporting Clube de Portugal


Le amnesie in fase di non posseso del "rombo" portoghese (specie di Vukčević)



“Ganhar com o coração”, sono le parole di un commosso Paulo Bento, tecnico dello Sporting da cinque stagioni, al termine del terzo turno preliminare di Champions, che ha promosso i biancoverdi all'ultimo scontro, quello con la Fiorentina. Coraçao, cuore: nell'assedio finale per cercare la rimonta sul Twente i Leoni di Lisbona trovano il gol, nell'ultimo minuto di recupero, grazie a un colpo di testa del portiere, Rui Patricio... Cuore? Pure qualcos'altro visto che in campo lo Sporting ha dato il peggio di sé, e c'è stato bisogno di qualche ingenuità olandese e di un intervento dell'altissimo per avere ragione di una squadra oggettivamente inferiore. Il peggior Sporting degli ultimi anni: disordinato, impreciso, impaurito. E all'andata non era andata tanto meglio se si considera che il Twente era rimasto in dieci per circa un'ora, senza che la squadra di Paulo Bento costruisse un numero degno di occasioni da rete. Eppoi si è palesato, nuovamente, un fantasma che all'Alvalade, fieri del loro palleggio e della loro tecnica individuale, continuano perennemente a sottostimare: lo Sporting è una squadra fisicamente sovrastabile: deve scegliere ipotesi di gioco differenti, nuove.
Il dibattito interno sul sistema di gioca da adottare (442 in linea o a rombo, con la scelta poi caduta su quest'ultimo “modulo”) si è incagliato attorno a un deludente precampionato.
Attenzione però che una novità importante, nello Sporting, c'è: è l'unico investimento di peso (3,6 milioni di euro) concretizzato dalla società in questo mercato: l'acquisto di Matias Fernandez. E' una scommessa, non dalla quota bassissima ma che potrebbe pagare davvero tanto qualora venisse vinta. Giocatore dai colpi straordinari ma dalla latitante continuità, Mati è arrivato due anni fa al Villareal colmo di propositi e aspettative, eclissatesi di lì a poco nonostante l'iniziale fiducia di Manuel Pellegrini. E in Portogallo la musica è cambiata poco, almeno finora. Continua a essere un corpo estraneo alla squadra anche quando produce buone giocate individuali. Intendiamoci bene: il suo talento lo discutono in pochi e di norma viene esaltato nella sorprendente nazionale cilena di Marcelo Bielsa, ai vertici del Gruppo Sudamericano delle Qualificazioni ai Mondiali di Sudafrica 2010. Però Mati rimane giocatore particolarissimo e non esattamente etichettabile come classico 10: anzi, la possibile tentazione del suo nuovo mister sarebbe forse quella di schierarlo da interno “sui generis”.

Giubilato, forse con troppa fretta, “Pipi” Romagnoli, Paulo Bento ha scelto di puntare tanto su un giovane come Mati-gol, mezzapunta desiderosa di rilanciarsi. Rimane sicuramente l'”incastro” chiave della stagione dei Leoni di Alvalade: è a centrocampo che lo Sporting può fare il salto di qualità. Fuori per infortunio Izmailov (brutto colpo), gli arruolabili Joao Moutinho, Vukčević, Rochembach (se recupera la forma), un ritrovato Miguel Veloso e Pereirinha offrono un supporto di elevata qualità che deve però essere innescato da una scintilla, che solo un giocatore della qualità di Mati Fernandez può trovare. Anche per riaccendere un insolitamente spento Liedson, cannoniere dei biancoverdi negli ultimi anni e svagato in questo inizio di temporada, e per dare vigore alle nuove (Felipe Caicedo in prestito dal Manchester City) e alle eterne (Helder Postiga) promesse. La linea difensiva, finora, ha retto bene, specie per lo splendido esordio, al fianco di Anderson Polga, di Daniel Carriço, giovane centrale dal luminoso futuro, forgiato nell'insuperabile settore giovanile sportinguista, quello che ha già regalato i Figo e i Cristiano Ronaldo all'Olimpo di questo gioco. Oggi, lo Sporting è lontano dall'élite europea ma potrebbe bastare poco per ritrovare competitività: il solo Cuore, con la Fiorentina, non basterà certo...

CARLO PIZZIGONI

Fonte: Guerin Sportivo

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