21 settembre 2007

[analisi] Olandesi in Coppa Uefa

Dopo l’importantissima, ancorché sofferta, vittoria in Champions League del Psv Eindhoven sul CSKA Mosca, in un girone che si prospetta tra i più equilibrati dell’intero torneo (qualcuno crede ancora alla favola dell’Inter grande squadra in Europa?), la settimana europea delle squadre olandesi era tutta focalizzata sulla coppa Uefa. Analizziamo brevemente incontri e prospettive dei cinque club oranje impegnati nella competizione.

Ajax. Solito pallido Ajax europeo, che nella prima ora di gioco raccoglie solo un tiro da 25 metri di Huntelaar finito fuori. Ten Cate tenta la carta del 4-4-2 ma la musica non cambia, perché il centrocampo Gabri-Maduro-Ogararu-Emanuelson garantisce corsa ma è povero di idee, del resto un nuovo Sneijder non lo si trova dall’oggi al domani. Ci pensa quindi Stekelenburg a tenere in piedi la baracca, salvando la squadra in almeno tre occasioni. La combinazione Huntelaar-Rommedahl che manda il danese in rete taglia le gambe a una Dinamo Zagabria intraprendente (bene Modric e Balaban) e per la quale il gol sembrava ormai nell’aria. A quel punto per l’Ajax è sufficiente controllare, magari ringraziando Sokota per aver sciupato con un tiro fiacco la palla del possibile pareggio. Luis Suarez viene mandato in campo solo nei minuti finali; probabilmente Ten Cate avrà voluto risparmiarlo in previsione del big match di domenica contro l’Az. Se così non fosse, saremmo nel masochismo più puro.

Az Alkmaar. Cinismo da grande squadra, direbbero molti. Preferiamo invece chiamare le cose con il loro giusto nome, ovvero fortuna. La vittoria in trasferta (1-0) sul campo del Pacos Ferreira è grasso che cola per la squadra olandese, che dopo un avvio lampo con un paio di buone occasioni nei primi minuti per Dembele è stata schiacciata per tutto l’incontro dagli arrembanti portoghesi, alla loro prima assoluta in una coppa europea. “Abbiamo avuto la sorte dalla nostra parte”, ha commentato onestamente Louis van Gaal a fine partita. Altre parole in effetti sarebbero state fuori luogo dopo i pali colpiti da Edson e Dedè, il salvataggio all’ultimo respiro di Steinsson su Roversio e le diverse occasioni sprecate, anche grazie a un po’ di imperizia sotto porta, dal sorprendentemente aggressivo Pacos. Nell’Az ci si attendeva Graziano Pellè in campo dal primo minuto, invece Van Gaal gli ha preferito Ari, assolutamente spento, facendo entrare l’italiano solamente al minuto numero sessanta. Il cambio giusto è stato però azzeccato quattordici minuti dopo con l’ingresso di Sebastien Pocognoli, match winner allo scadere. Un gol importantissimo per una squadra che stenta ancora terribilmente a imporre il proprio gioco come invece accadeva nelle ultime stagioni. Il rientro di Schaars e Mendes da Silva, più il risveglio di Martens, diranno se questo è solo un malessere passeggero.

Groningen. E’ durata poco più di mezzora la supremazia del Groningen sulla Fiorentina, poi i viola hanno preso le misure facendo valere il loro miglior tasso tecnico. Non potendo annoverare tra le proprie file un Montolivo o un Liverani, né tantomeno un Mutu, il Groningen ha puntato sulla corsa e sulla fisicità per sopravanzare gli uomini di Prandelli, ma una volta terminata la benzina ha addirittura rischiato il ko. Bene la difesa con Sankoh e Kruiswijk che hanno annullato il lentissimo Vieri, ottimo l’uruguaiano Bruno Silva, inarrestabile sulla fascia destra, mentre poco da segnalare dal centrocampo in su. In attacco ha deluso Nevland, dal quale ci si aspettava più spessore, mentre il giovane Nijland ha fatto ciò che poteva, supportato a sprazzi dal croato Lovre, autore del gol del momentaneo vantaggio ma anche uno dei primi a calare vertiginosamente alla distanza (clamorosa la chance gettata a fine partita in una situazione di contropiede due contro uno). Dopo le sconfitte con De Graafschap e Utrecht, anche stavolta il Groningen non è riuscito, a differenza degli anni passati, ad applicare la legge dell’Euroborg. Gli uomini di Jans finora rendono meglio in trasferta. Ma le chance di qualificazione, alla luce della qualità dell’avversario, rimangono flebili.

Heerenveen. Afonso Alves, chi è costui? Chi pensava che l’Heerenveen fosse dipendente dal capriccioso brasiliano capocannoniere dell’ultima Eredivisie è stato accontentato. Cinque gol sabato a Rotterdam contro l’Excelsior, altrettanti ieri all’Helsingborg, al termine di una partita scoppiettante giocata a viso aperto da due squadre che cercano di mascherare gli evidenti problemi della propria retroguardia con un atteggiamento tattico spregiudicato. Nei Frisoni si attendono gli assist di Pranjic e invece emerge l’americano Micheal Bradley, classe 87, già protagonista con gli Stati Uniti ai Mondiali under 20. Spetta a lui aprire e chiudere le marcature dell’Heerenveen, salvo poi macchiare parzialmente la propria serata con il fallo su Skulason per il rigore del 5-3 finale firmato da Henrik Larsson, assolutamente immarcabile per la frastornata difesa degli olandesi così come il compagno di reparto Omotoyossi. Dalla parte opposta ci pensa invece Gerald Sibon, doppietta, a tenere alta la bandiera dei vecchietti terribili. Una volta che Beerens (altro classe 87) e Sulejmani (classe 88), più rifinitori che finalizzatori ieri, avranno pienamente recepito gli schemi di mister Verbeek, allora l’Heerenveen potrà tornare davvero competitivo. E cacciare finalmente a calci Afonso Alves, come già desidererebbero fare ora molti giocatori della squadra.

Twente. Avversario tosto il Getafe, rivelazione di provincia dell’ultima Liga così come i Tukkers lo sono stati in Eredivisie. Partita a senso unico, ma c’è voluto un guizzo del nigeriano Uche al novantesimo per piegare la resistenza del club di Enschede, che si è presentato in Spagna senza rinunciare al 4-3-3 (con tutti i big in campo, da N’Kufo a El Ahmadi fino a Denneboom) ma con una chiara predilezione al contenimento. Un atteggiamento prudente che è stato accentuato nella ripresa dall’espulsione di Braafheid. Huysegems, imbeccato dal sempre ottimo N’Kufo, ha sfiorato il colpaccio presentandosi a tu per tu con Abbondanzieri, ma il numero argentino ha ancora una volta mostrato le proprie qualità nell’uno contro uno. Per il resto solo Getafe, con un grande Boschker a salvare di tutto e di più (vedi le velenose punizioni di Belenguer e Albìn). Si prevede un ritorno ad alto tasso emozionale.

ALEC CORDOLCINI

6 commenti:

Carlo Pizzigoni ha detto...

Goran Lovre lo conobbi anni fa, alla mia prima al Vande Stock. Ero soprattutto lì per vedere Aruna e il grande Zetterberg e mi trovai di fronte un giocatore a cui avrei pronosticato onestamente di più. Credo abbia avuto infortuni in serie negli anni di Bruxelles. Però, mi pare rimanga un bel giocatore, completo

Anonimo ha detto...

Completo forse, però un pò insapore. A volte galleggia a cavallo tra centrocampo e attacco senza una meta precisa, in altre occasioni invece sa piazzare qualche zampata decisiva. Un giocatore comunque utile, basta che non si pretenda di costruirgli la squadra attorno.

Carlo Pizzigoni ha detto...

Tatticamente si può migliorare, dipende da chi incontri in panca. Il fisico c'è, bella corsa, la coordinazione mi pareva buona.

Anonimo ha detto...

Alec, mi sai dire perchè Da Costa è considerato così poco da Koeman (una sola presenza in Champions, finora)?
Per me è uno dei centrali difensivi, di maggior prospettiva a livello europeo.

Michael

Anonimo ha detto...

Da Costa, dopo le prime buone uscite con la maglia del Psv la scorsa stagione, sembrava essersi un pò montato la testa, con atteggiamenti tipici di chi si sente ormai arrivato, un pò alla Borriello o alla Legrottaglie prima maniera, quando passò dal Chievo alla Juve ed era ancora considerato un ottimo difensore.
Koeman sta usando con lui la tattica del bastone e della carota, con particolare predilizione però per la prima opzione. Del resto si sa che la flessibilità non è mai stato il punto di forza del buon Ronald (vedi l'esperienza al Benfica, chiedere a Carlo per ulteriori conferme), però a volte con certi galletti dalla cresta alta può funzionare.

Anonimo ha detto...

Brazilian Afonso Alves, aggressor of the Election of Brazil, must be transferred in the winter window to England, its entrepreneur Top Agent Brazilian,Robert Tibúrcio and Top Agent Word Pini Zahavi intermediating the transferencia.