14 settembre 2007

[analisi] Benfica

Una mina vagante che rotola per l’Europa. Luís Filipe Vieira, presidente del Benfica, ha licenziato l’allenatore Fernando Santos e il suo progetto di calcio razionale dopo un precampionato poco convincente e una giornata di campionato stentata. Vulcanico, irascibile, scostante Vieira ha creato un guazzabuglio in cui si fatica a intravedere pianificazione, però le Aquile fanno lo stesso paura: i giocatori affidati ora a José Antonio Camacho, gloria merengue, sergente di ferro ben voluto dalla tifoseria e amico personale del presidente, in giornata favorevole possono mettere sotto tanta gente in Europa. A dispetto delle pesanti perdite dell’estate (Simão, Miccoli e Manuel Fernandes) le Aquile hanno investito su giovani magari non conosciutissimi ma di sicuro valore: Angel Fabio Di Maria, ex Rosario Central e tra i migliori nella vittoria argentina del Mondiale under 20, è un piccolo genio, una mezzapunta mobile capace di inventare e concludere , Oscar Cardozo, paraguagio prelevato dal Newell’s, un cannoniere sottovalutato che ha già cominciato a impallinare i portieri lusitani, e Cristian Rodríguez, detto Cebolla, ha fatto piangere diversi avversari nella recente Copa America. Rui Costa, dopo un anno disgraziato, ha iniziato alla grande la nuova stagione e insieme a Petit, dovrà assicurare un contributo di solidità mentale che, viste le mattane del presidente (anche un altro “vecchio” dello spogliatoio, Nuno Gomes, ha chiesto apertamente alla società “tranquillità per lavorare”), sarà indispensabile in tutta la stagione e in Europa soprattutto. Abbandonate quindi le sperimentazioni di Fernando Santos, con Camacho si ritorna a un 442 (o 4411) scarno, con recupero basso della palla, movimenti eminentemente verticali per creare profondità e puntare la porta (così come nella precedente versione del Benfica di Camacho –anni 2002/2004 – dove esplose il Tiago oggi alla Juve), contropiede, se possibile, quindi ritorno immediato nelle zona di competenza appena persa palla: si rinuncia così al pressing alto che voleva “O Engenheiro” e si ritorna alla pressione in forma di blitz in zone predeterminate. Il tecnico murciano punta molto sul suo carisma e sulla compattezza dello spogliatoio, ora disorientato ma non (ancora?) diviso. Sono tutti curiosi di vedere che ruolo avranno Adu (classe 1989), reduce da un grande Mondiale giovanile con gli USA, e Yu Dabao (1988), giovane speranza del calcio cinese.

CARLO PIZZIGONI
Fonte: Guerin Sportivo

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao,potreste poi scrivere un articolo sugli ultimi mondiali under 17? Mi piacerebbe sapere quali sono i giocatori che si sono messi di più in luce.

Carlo Pizzigoni ha detto...

Presto pubblicheròun pio di resoconti sul mondiale under 17, appena conclusosi. Vittoria con merito della Nigeria (4/5 elementi davvero interessanti, a partire dal portiere): concordo con la scelta del miglior giocatore del torneo, il tedesco Kroos

Antonio Giusto ha detto...

Kroos ora come ora è il miglior 17enne al mondo, nettamente al di sopra di Bòjan.

Tra i nigeriani mi ha impressionato Chrisantus sin dalla prima partita con la Francia, anche se le doti del capocannoniere del torneo sono note sin dalla Coppa D'Africa di categoria disputata a marzo e vinta dagli uomini di Tella.
Su Ajiboye ti dò pienamente ragione, anche se le sue uscite (parlo da simpatizzante dei Super Aquilotti) mi hanno fatto spesso spaventare.
Un altro nome da segnarsi sul tacquino è certamente quello di Ibrahim Rabiu, classe 1991 e probabile nuovo Jay Jay Okocha.
Menzioni anche per Osei, Akinsola, capitan Haruna e Alfa, più che altro per il suo temibile (vero Vollath?) sinistro da fuori.

Della Spagna mi è piaciuta molto la coppia d'attacco Bòjan-Iago, e anche Aquino ha fatto la sua discreta figura. Bene anche Osei e Adams, coppia d'attacco del Ghana.
Scriverei molti altri nomi, mi limito ad aggiungere quello del colombiano Zea, davvero bravo contro la Nigeria.

Menzione di disonore per Meza, capitano dell'Argentina e per chi ha dato la fascia ad un ragazzo con quel carattere. Terrificante (in particolare con il Brasile) anche O Mun Song, portiere della Corea del Nord, ma non me la sento di infierire su di lui.