13 ottobre 2011

Veron o Della fenomenologia del calciatore argentino


Fonte: Max on line


Manca poco e anche Juan Sebastian Veron dirà addio al calcio. Quando? A fine ottobre e poi stop. Il campione ha dichiarato che a 36 anni si fa fatica a dirigere gli infortuni, specie quando presentano il conto ogni santa mattina. La lunga parentesi sul suolo italiano (con Samp, Parma, Lazio e Inter: ci ha fatto ammirare un giocatore stratosferico, di rara intelligenza calcistica e dotato di una capacità di calcio superlativa.

Figlio di un calciatore, Juan Ramon, la Bruja, la Strega (da qui il soprannome di Juan Sebastian, la Brujita), Veron ha incarnato un modello che ancora oggi rappresenta uno stilema del calcio argentino. Juan nasce e cresce nell'Estudiantes di La Plata. La Plata è vicina a Buenos Aires ma possiede una coscienza del tutto differente: sede universitaria, è una città che raccoglie tanti giovani venuti a studiare da tutto il Paese con un'anima divisa in due. E' forse un segnale il fatto che per un certo periodo, sotto il dominio di Peron, aveva con altro nome, quello di Evita (“Ciudad Eva Peron”), probabilmente l'universo più lontano da una città studentesca, quello della donna più famosa d'Argentina, idolatrata dai descamisados e odiata da intellettuali e medio-alta borghesia.

Più prosaicamente l'Estudiantes rappresenta invece l'anima nera della città studentesca e degli studenti. I Pincharratas (nomignolo del club, generato pare proprio da studenti che eseguivano esperimenti sui topi) hanno avuto la propria età dell'oro sul finire degli anni Sessanta, quando vinsero, oltre che in Patria, anche per tre volte consecutive la Libertadores. Come? con un calcio fatto di entrate dure, di intimidazione, di quella “garra” celebratissima anche oggi. L'Estudiantes attraverso, tanti giocatori cresciuti nelle sue fila (uno per tutti, Carlos Bilardo, ex CT della Nazionale Albiceleste), cambia il calcio argentino, che vira verso una declinazione precisa, che anche oggi, pur sotto differenti forme, prosegue.

Veron è un giocatore di classe enorme e ha costruito un miracolo riuscendo a vincere, proprio con l'Estudiantes, dove è tornato al termine della sua avventura europea, un'altra Copa Libertdores, nel 2009. Oggi il Pincha non è solo gomitate e simulazioni, ma è diventato gruppo di potere molto (troppo?) rispettato. Il CT della Nazionale, Alejandro Sabella (per altro incantevole numero 10), proviene da lì e le convocazioni ruotano attorno a giocatori che hanno vestito la maglia biancorossa. Probabile che Veron, con la sua “posse” chiacchieratissima (dentro e fuori i locali più rinomati d'Argentina), rientri nel progetto della Seleccion, magari proprio al fianco di Sabella. Anche per celebrare quello che l'Estudiantes è stato e continua a essere, piaccia o no, una delle anime indelebili del calcio argentino.

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