IL GIOCO
E' una macchina oliatissima l'Uruguay di Tabarez. Rientrando Cavani ritorna ai tre attaccanti, soluzione abbandonata con l'infortunio del napoletano proprio in Copa America, ma i concetti di gioco rimangono gli stessi. La creazione di spazi avviene con una difesa attenta e reattiva, la ripartenza è fulminea: i primi 15 minuti sono un dominio totale e il team Charrua trova subito il gol del vantaggio con Suarez, in mischia. Dietro il Maestro mantiene tre giocatori bloccati (Caceres, Lugano e Godin), con un terzino che si abbassa, o a destra Maxi, o, a sinistra, Alvaro Pereira. In mezzo Diego Perez e Alvaro Rios sono professori nell'interpretazione della fase di recupero palla. La prima fase di non possesso è giocata anche dagli attaccanti, segnatamente da quello che si ritova sul lato forte va a premere e aiuta la fase difensiva.
Non male anche la Bolivia, ma non ha grandi capacità-qualità di fare gioco da dietro. Le rare volte che supera con efficacia la prima fase di pressione combina anche qualcosa di buono: Robles tra le linee non viene preso da Godin, pesca il taglio dell'interessante Cardozo, che anticipa l'uscita di Muslera e zittisce il Centenario. Il 4231 del buon Quinteros sembra reggere.Ma sulle palle da fermo la Bolivia subisce troppo, e Diego Lugano, su pennellata di Forlan trova ancora la palla e l'angolo, rimettendo davanti i suoi. I boliviani perdono un po' di convinzione e l'Uruguay dilaga, vincnedo alla fine con pieno merito. (Continua su Tropico del Calcio)

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