31 ottobre 2007

[analisi] Portsmouth "africano"

Possiede un’anima africana il Portsmouth. Sono tanti infatti i giocatori provenienti dal Sud Sahara scovati e voluti da Harry Redknapp per impreziosire la sua squadra. Giocatori tutti di ottimo valore, sottostimati, anche per l’origine. In primis, John Utaka: si fa fatica a rintracciare il motivo per cui questo attaccante esterno sia giunto così tardi a palcoscenici importanti come quelli della Premier. Corsa e qualità, ha sempre visto la porta Utaka, fin dai tempi dei non nobilissimi campi dell’Ismaily, squadra comunque con un certo seguito in Egitto e con tifosi ancora molto legati al nigeriano, a giudicare dalla calorosa accoglienza che gli hanno riservato nell’ultima Coppa d’Africa, l’anno scorso (siamo stati testimoni, a fine allenamento un gruppuscolo andava regolarmente dritto da lui, sempre disponibile). Passaggio ancora più misterioso in Qatar, quindi approdo in Francia con Lens e Rennes, e qui un minimo di visibilità grazie a una tripletta al Lione, non esattamente un’abitudine nell’Esagono. A Rennes, Redknapp ha messo sotto contratto pure Arnold Mvuemba, che è di nascita e passaporto francese ma ha origini congolesi. Centrocampista dal talento cristallino, ha pagato l’eccessiva indolenza con il tecnico e manager Pierre Dréossi in Bretagna, ma se si trovano i giusti pungoli Mvuemba, classe 1985, è capace di far girare la testa a tanti. Con Sulley Muntari bisogna invece scoprire dove nasconde i freni. Sinistro e talento hors categorie a centrocampo è un principe anche per corsa e visione di gioco, peccato l’eccessiva irruenza che proprio non è ancora riuscito a contenere, a 23 anni però in pochi si possono permettere le sue giocate: l’ennesima grande pescata dell’Udinese di Pozzo, che lo scovò in Ghana anticipando come d’abitudine i grossi club, United in testa. I lanci dell’ex promessa del Friuli trovano spesso Benjani Mwaruwari, veloce attaccante nato in Zimbabwe da genitori originari del Malawi. Lo nota giovanissimo Jomo Somo, leggenda calcistica di Soweto, capitale della rivoluzione anti-apartheid e città natale di Nelson Mandela e del vescovo Desmond Tutu, e lo porta nella sua squadra, i Cosmos. Il Grasshopper, all’epoca ancora ambizioso, lo invita in Svizzera e in una amichevole lo nota Guy Roux, che ad Auxerre conta molto più dell’Abbazia di San Germano (eretta attorno all’800: un gioiello), e lo inserisce nella sua équipe che in qualche modo ricorda questo Portsmouth per l’elevata presenza di africani, vera manna per il gioco in campo aperto del santone alsaziano. Benjani ne approfitta per mettersi in mostra, poi l’Inghilterra, in cui ritrova i guizzi della prima parte del soggiorno borgognone. A Fratton Park ha ricominciato a brillare anche Nwankwo Kanu, ex Ajax, Inter e Arsenal e vincitore, da capitano, dell’oro olimpico con la Nigeria ad Atlanta ’96, che rimane il primo importante trofeo intercontinentale di una nazionale africana. Il bis lo fece il Camerun quattro anni dopo, e in campo c’era un altro pompey di oggi, Lauren, pescato nel lontano 1995 dal Siviglia in Africa, lui che è originario della Guinea Equatoriale, da dove i genitori sono scappati per sfuggire alle persecuzioni (con Spagna consenziente) di Francisco Nguema, dittatore mai abbastanza vilipeso come la sua storia criminale meriterebbe. Completano la colonia africana del Portsmouth due senegalesi:uno di passaporto, Papa Bouba Diop, l’altro di origine(è nato in Francia), Djimi Traoré, quest’ultimo tra i protagonisti col suo Liverpool della Prima Notte di Istanbul e, a suo dire, unico testimone dei bagordi milanisti tra primo e secondo tempo.

CARLO PIZZIGONI

fonte: Mister Football - inserto del Guerin Sportivo

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