09 novembre 2005

[figura] Osaze Odemwingie

Mi sono segnato il suo nome sul taccuino l'8 febbraio del 2004. Ero a Monastir (Tunisia)a seguire il quarto di finale della Coppa d'Africa. Piccolo stadio e scarsa risonanza sui media locali che invece puntavano l'attenzione su Marocco-Algeria, che si svolgeva lo stesso giorno e che avrebbe poi provocato gravi disastri all'ordine pubblico di Sfax, la città sede dell'incontro vinto dai marocchini. Camerun - Nigeria fu uno spettacolo con al centro del proscenio JJ Okocha, forse al suo meglio di sempre. In attacco era fondamentale il movimento di Osaze. I movimenti senza palla, che non mirano sempre a una ricezione ma che obbligano la difesa a muoversi, sono raramente nel DNA di un attaccante africano, che invece vuole palla sui piedi e non vede l'ora di giocarsi l'uno contro uno. Osaze, che poi sbagliò il rigore decisivo nella semifinale contro la Tunisia, non era così e mi piacque segnalarlo tra i giovani interessanti del torneo (è del 1981) in un articolo che feci per "il Messaggero", anche se non possedeva la classe del marocchino Chamakh. Osaze, papà nigeriano e mamma russa, ha tirato i primi calci nelle giovanili del CSKA. Poi, dopo qualche anno al sole della Nigeria è tornato in Europa, sollecitato da piccole squadre belghe. Spontandosi a sud di qualche chilometro ha trovato il Lille che gli sta offrendo il palcoscenico della Champions'.
Riporto di seguito l'articolo che scrissi subito dopo il citato Camerun - Nigeria.

Monastir, 8.2.2004 NIGERIA CAMERUN.

Nigeria Camerun è la partita di JJ Okocha. Nelle precedenti edizioni della competizioni i leoni indomabili l'hanno sempre mandato a casa. Oggi si prende la sua rivincita con una partita memorabile che sigilla con il gol del pareggio grazie a una punizione dal limite che è una prodezza balistica.

A Monastir, dove si incontrano le due grandi rappresentanti dell'Africa Nera, c'è davvero un bel clima sugli spalti, accompagnamenti musicali assordanti dei camerunensi che, a fine match, chiamano i giocatori nigeriani per tributare loro l'applauso e i complimenti che meritano ( com'è lontano Rades e i fischi ai senegalesi...).

Chukwu ha terminato gli esperimenti della prima fase e la partenza del ribelle, Yakubu, gli permette di razionalizzare un 442 che grazie alla qualità di Utaka sul lato destro diventa davvero pericoloso. Kanu offre la solita partita smorta, molto di più, almeno in termini di movimenti, regala l'atra punta, Odemwingie (nome) Osaze (cognome).

Il faro è pero' Okocha, nel primo tempo non disdegna, partendo da regista della linea dei 4 centrocampisti, il pressing, ma il meglio lo dà negli inserimenti (diverese conclusioni), negli assist e nelle aperture. Stilisticamente è perfetto, e oggi non ha portato con sè, fortunatamente, il suo istitno dribblomane che spesso lo ha limitato.

Uno dei rarissimi errori di posizionamento sul campo del Camerun offre a Utaka la palla della vittoria: Atouba, che parte da esterno offensivo nel rigido 442 di Schaefer per abbassarsi all'entrata in campo di Idrissou, è naturalmente fuori posizione dopo un corner, perde palla, i due centrali non riescono a chiudere sull'apertura verso l'esterno destro nigeriano e la semifinale è andata.

Schaefer ha costruito un 442 classico, con coperture e sincronie da squadra europea, in mezzo, pero', Djemba Djemba e Mbami proteggono bene Song e Mettomo, ma non hanno la velocità mentale di giocata e ruminano gioco, senza accendersi mai: rimane la stella di Eto'o che con giocate individuali e intuizioni geniali regala opportunità ai compagni e a sé, da una di queste, grazie a un rapido contropiede e a un bel lancio del terzino destro Doumbe, riesce a sbloccare il risultato.

Non basta, perché manca velocità di azione e, almeno questa volta, la potenza e l'organizzazione non bastano. Mboma finisce la sua triste partita dopo l'ennesimo colpo di tacco fuori bersaglio, ma pare che nella scelta di far giocare l'ex Parma e Cagliari, Schaefer centri poco, dato che si mormora sia volontà del capo di stato, anche se speriamo non sia vero.

La Nigeria ha sfatato il tabù Camerun e dopo dieci anni ha la concreta possibilità di ritornare alla vittoria ( la precedente volta fu proprio qui in Tunisia): è pronta per la semifinale ma chiede alla sua stella più lucente, Okocha, vicino al pallone d'oro africano, un'altra partita da favola. Per gli amanti del calcio di squadra, raccomandiamo invece la visione dell'altra semifinale, dove si sfideranno le squadre che hanno proposto il miglior calcio della manifestazione: Marocco e Mali.

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