La Costa d'Avorio a quei tempi era la
Svizzera dell'Africa. Sierra Leone e Liberia si dilaniavano in guerre
civili perenni, passavi la frontiera
e tutto era in ordine. Nel 1994 il Presidente della più potente e
amata squadra della Costa d'Avorio, l'ASEC, Roger Ouegnin, si fa
convincere da un francese visionario a costruire una scuola calcio.
Il transalpino si chiama Jean Marc Guillou, ha giocato un Mondiale
coi Galletti, nel 1978: aveva il 10 sulla schiena. E la fantasia non
l'ha mai abbandonato. Nasce l'Académie di Sol Beni, dal nome la zona
di Abidjan dove sorge, in riva al mare. I ragazzi, i primi
academiciens sono
reclutati in tutto il Paese (all'interno della struttura ci sono
anche le scuole, perché un ragazzo non vive solo di calcio): si
chiamano Kolo Touré, Zokora, Aruna Dindane. Prima di affermarsi in
Europa, vinceranno, loro ragazzini appena maggiorenni, la Super Coppa
d'Africa del '99 contro la potente Espérance di Tunisi. Gervinho
nasce lì, è figlio di altre generazioni dell'Académie, come lo
sono quasi tutti i giocatori che hanno attraversato la nazionale
ivoriana in questi anni ( da Yaya Touré in giù), con la sola
eccezione di Didier Drogba, arrivato ragazzino in Francia. In Costa
d'Avorio i ragazzi dell'Académie sono dei veri e propri miti, anche
ora che dopo divergenze, soprattutto economiche Guillou (un tipo
certo non facile da gestire) e Ouegnin hanno litigato, si sono
separati e nel Paese, che vive un periodo politicamente e socialmente
delicato, proliferano scuole calcio che affermano di ispirarsi
all'idea iniziale, anche se non sempre è così. Gervinho è uno dei
prodotti più riusciti dell'Académie, e il suo nome nasce proprio a
Sol Beni. Jean Marc Guillou, che battezza ogni generazione col nome
di un grande del calcio (da Cruyff a Maradona), assegna anche dei
nomignoli, alla brasiliana, ai suoi giocatori: per sottolineare lo
spirito a cui tende il suo progetto: il calcio è tecnica, fantasia.
Gervais Yao Kouassi diventa, e rimane, come fosse cresciuto sule
spiagge di Copacabana, Gervinho. Quando riparte nella Roma di Garcia,
è ancora quel ragazzo che a piedi nudi rifilava finte continue e
andava in rete, nella più grande scuola di calcio dell'Africa.
CARLO PIZZIGONI
Fonte: Gazzetta dello Sport - Edizione Roma
Nessun commento:
Posta un commento