19 gennaio 2012

Guinea Equatoriale - L'esordio in Coppa d'Africa val bene un posto in FIFA






Teodoro Obiang (nella foto) comanda la Guinea Equatoriale dal 1979: a partire da quell’anno il suo patrimonio personale è cresciuto fino a circa 600 milioni di dollari, dice Forbes. Ma i soldi, quella montagna di soldi, non sono tutto e Obiang ha deciso che era giusto aprirsi al mondo e far conoscere il suo (in tutti i sensi) Paese con la co-organizzazione della Coppa d’Africa, dove però vorrebbe ben figurare anche in campo. Così, su suggerimento di un paio di consiglieri, ha scelto sul finire del 2010 il francese Henri Michel, un tecnico di nome, il primo con un curriculum vero che si sia mai seduto sulla panchina dello Nzalang Nacional, il nomingolo della selezione ecuatoguineana. Con Michel, già CT della Francia e della Costa d’Avorio, sono però iniziati una serie di problemi. Il CT ha giorno dopo giorno perso l’appoggio dei migliori giocatori della nazionale, poi è venuta meno la fiducia del responsabile dello sport del Paese, Ruslan Obiang, il figlio del Presidente: il francese ha presentato ad ottobre le dimissioni nelle mani del suo sponsor, Obiang senior, che l’ha poi convinto a ritornare. La mossa che, nelle idee del tecnico, era destinata a riproporlo in posizione di forza, lo ha invece completamente delegittimato, anche perché i calciatori di punta hanno legato la propria presenza alla dipartita del CT. Michel, messo all’angolo, è stato costretto all’addio nel dicembre scorso. “Henri Michel in Guinea ha solo passato il tempo, non allenato”, ha sentenziato, in una intervista di pochi giorni fa a Cadena Ser, Javier Balboa, scuola Real Madrid, passaggio al Benfica, oggi al Beira Mar, il calciatore di maggior classe della Nazionale, rientrato nello Nzalang dopo l’addio del vecchio CT. Balboa, insieme al capitano Bodipo (Deportivo La Coruña), a Juvenal (Sabadell) e a Randy (Las Palmas), tutti nati in Spagna, il Paese colonizzatore, è l’idolo di tanti giovani ecuatoguineani. La popolazione è entusiasta dell’evento ma una larga fetta ha già testimoniato, attraverso internet, la propria delusione circa il diffuso processo di naturalizzazione di giocatori stranieri: oltre agli “spagnoli”, alla prossima CAN indosseranno una maglio ecuatoguineana anche nigeriani, ivoriani, brasiliani, colombiani, liberiani e camerunesi (Ekanga del TP Mazembe fu convinto da Henri Michel in persona). A guidarli, Gílson Paulo, tecnico brasiliano senza nessuna esperienza che ha preso l’aspettativa di due mesi dal Vasco da Gama, dove lavora con i bambini sotto gli 11 anni.
Ma la programmazione? E la bella figura in campo? L’obiettivo principale forse era un altro: l’attuale presidente della Federazione ecuatoguineana, Bonifacio Obiang (un nome che ricorre...), sarà nominato dalla FIFA membro permanente del Comitato che si occupa del Calcio a 5. Mai un ecuatoguineano aveva assunto un ruolo in FIFA: Blatter riconosce gli amici. Per migliorare in campo c’è sempre tempo, no?

CARLO PIZZIGONI


Fonte: ExtraTime - La Gazzetta dello Sport del 17 gennaio 2012

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