Stadio Comunale di Bellinzona bello pieno per uno degli ottavi di finale della Coppa di Svizzera (manifestazione molto sentita nel paese rossocrociato, sia dalla gente che dai club, i quali a differenza di quanto accade ad altre latitudini non la considerano una pura e semplice seccatura) sulla carta più incerti. Doveva essere la partita del grande ritorno, quello del funambolico Saidu Alade Adeshina, 21 gol in 30 partite nella stagione e mezza spesa in maglia granata, ma Alberto Bigon gli ha concesso solo una manciata di minuti nel finale. Questione di feeling, non ancora pienamente sbocciato tra il giocatore e il tecnico italiano (che in un’intervista sul Corriere del Ticino non ha mancato di palesare una certa insoddisfazione sull’intensità mostrata in allenamento dall’attaccante nigeriano), ma anche parzialmente di modulo, perché nel 4-3-2-1 del Sion nel ruolo di unica punta funziona meglio il nazionale costaricano Alvaro Saborio, meno guizzante e veloce di Adeshina ma più adatto a giocare di sponda e con un “peso” maggiore a centro area, come dimostrato anche dalla girata, su cross di Obradovic, che ha portato in vantaggio il club del Canton Vallese. Bigon ha scelto un approccio di contenimento, con la chiara intenzione di far sfogare il Bellinzona nel primo tempo (dominato dai granata, con Vailati provvidenziale in un paio di occasioni) per poi colpirlo nella ripresa quando la condizione fisica cala e le idee si annebbiano; impostazione più che condivisibile, specialmente quando in squadra si hanno due trequartisti quali Alvaro Josè Dominguez e Goran Obradovic (la personificazione del luogo comune sui giocatori slavi, ovvero genio e discontinuità), inventori di gioco capaci di piazzare la zampata vincente in qualsiasi momento. Ci stava riuscendo meglio Obradovic, in giornata positiva, ma a scombinare i piani del Sion ci ha pensato un Bellinzona tra i più belli visti in stagione, a dispetto della tenuta rosa shocking quantomeno curiosa. Schierati con un 3-4-3 atipico senza una prima punta di ruolo (Pouga era squalificato, Grabbi è entrato solamente nel recupero), gli uomini di Vladimir Petkovic hanno dato vita ad una prestazione tonica, determinata e vitale. Sugli scudi il serbo Ifet Taljevic, sulla carta attaccante centrale del tridente (completato dal classe 86 Senad Lulic e dal classe 88 scuola Fiorentina Alessandro Gherardi, entrambi dinamici e con buona personalità, tecnica discreta, nessun timore a provare la giocata), in realtà un numero 10 completo che ha svariato lungo tutto il fronte offensivo senza sosta per novanta minuti creando e finalizzando (sua la rete del pareggio); il centrale di centrocampo Manuel Garrido Rivera, spiccato senso geometrico e grande lucidità nell’impostare l’azione (peccato per l’autonomia limitata, durante gli ultimi minuti era chiaramente sulle ginocchia); il portiere Lorenzo Bucchi, fondamentale nella ripresa con un intervento alla disperata su Virgile Reset (prospetto interessante, lui e il terzino figlio d’arte Bastien Geiger sono stati un moto perpetuo sulla fascia destra) presentatosi solo davanti alla porta dopo un dribbling stretto in area di rigore. Era il momento di maggior pressione del Sion, con il Bellinzona che aveva arretrato il proprio baricentro perché la fatica cominciava a farsi sentire; il riflesso di Bucchi ha assunto lo stesso valore di un gol, che invece è arrivato nel primo minuto di recupero grazie ad Angelo Raso, dribbling a rientrare dalla sinistra e palla sotto la traversa per scacciare lo spettro dei supplementari da affrontare ormai senza benzina. E la festa ha potuto avere inizio.
Bellinzona (3-4-3): Bucchi 7; Belotti 6, Mangiarratti 6,
2 commenti:
Alec, sai per caso se Fabio Paim è ancora al Roeselare in Belgio?
E' un giovane talento portoghese classe 88, di cui si racconta un gran bene... Di proprietà dello Sporting Lisbona... doveva fare i Mondiali u20: niente... l'han convocato per l'u19 ed ha fatto solo pochi minuti... pensavo debuttasse in prima squadra ed invece l'hanno spedito in Belgio ed ho controllato sembra non giochi nemmeno là... boh
Michael
Si, Fabio Paim gioca (si fa per dire, visto che nell'attuale stagione non è sceso in campo nemmeno un minuto) ancora nel Roeselare, al quale è legato con un contratto fino a luglio 2008.
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