03 aprile 2007

[analisi] Eredivisie 06/07 - volata finale

Pronostici di fine stagione

Difficile ipotizzare se nel mondo calcistico esista un luogo più comune di quello che vede il campionato olandese quale regno del tutto già scritto con mesi di anticipo, anche se nelle ultime stagioni, dati alla mano, il tasso di incertezza che ha accompagnato la Eredivisie non è sembrato poi di gran lunga inferiore rispetto a quello di una Ligue 1, di una Premier League o di una Serie A. Questione di disponibilità economiche; tanto per capirci, la differenza di budget che quindici anni fa separava Ajax e Psv Eindhoven da Willem II o Utrecht, e che polarizzava così marcatamente i rapporti di forza in campionato, può essere raddoppiata, al massimo triplicata, mentre quella tra Inter e Ascoli o tra Manchester United e Watford è quantomeno decuplicata, con tutto ciò che consegue sul piano della competitività interna dei tornei. Nel medio periodo il luogo comune citato poco sopra è pertanto destinato a perdere di significato, vuoi anche grazie all’ingresso nel mondo del calcio olandese di nuovi e facoltosi imprenditori (vedi Dick Scheringa dell’Az) non penalizzati da una modalità di spartizione della torta (comunque misera, 37 milioni di euro di diritti televisivi per 18 squadre) eccessivamente squilibrata nei confronti delle big. La Eredivisie in corso è un buon esempio del mutamento di certi valori; quattro squadre teoricamente ancora in lotta per il titolo a quattro giornate dalla fine. Roba da leccarsi i baffi per chi da anni è stato abituato a lunghi monologhi piuttosto che a esibizioni corali. Analizziamo in breve condizioni e chance di vittoria delle quattro protagoniste.

Psv Eindhoven (68 punti). In crisi nera, ma anche penalizzati da una sfortuna non indifferente, gli uomini di Koeman stanno pagando a caro le prezzo le fatiche (e le imprese) di Champions con la perdita di alcuni pezzi fondamentali nello scacchiere della squadra, ovvero Alex e Arouna Koné. Grave l’assenza del primo, tamponata parzialmente dalle buone prestazioni del messicano Salcido e dalle parate del sempre più bravo Gomes (provo a spararla, ma nell’attuale top five mondiale dei portieri il brasiliano ci sta eccome…), gravissima quella dell’ivoriano, visto che il contemporaneo infortunio di Tardelli e le sempre precarie condizioni di Kluivert costringono Farfàn a sobbarcarsi il peso dell’intero attacco. Il centrocampo a cinque funziona quando devi contenere l’Arsenal, non quando devi aggredire il Nac Breda. Adesso ci sono Nec Nijmegen e Twente in casa, Utrecht e Vitesse, per un calendario non privo di insidie. Tutto dipende però dal doppio scontro di Champions con il Liverpool; i Reds potrebbero prosciugare le ultime energie rimaste a Mendez, Cocu e compagni. [Percentuale di vittoria: 45%]

Ajax (65 punti) Un mese e mezzo fa appariva spacciato, e già si imbastivano processi; del resto, i punti di svantaggio dal Psv erano una decina, in casa si pareggiava con l’Excelsior e si perdeva con l’Heerenveen, la squadra era la solita accolita di belli senz’anima. Poi il principale indiziato dell’insuccesso dei lancieri, Klaas-Jan Huntelaar, si è risvegliato di botto e a suon di doppiette e triplette ha riaperto scenari che nemmeno il tifoso più ottimista avrebbe potuto immaginare. L’araba fenice Huntelaar è stata seguita a ruota dai compagni, che hanno fatto a fette Psv Eindhoven (5-1) e Twente (4-1) a domicilio, e adesso che la vetta è a soli tre punti non possono far altro che crederci. Del resto le partite rimanenti sono roba da fregarsi le mani: Rkc Waalwijk e Willem II in trasferta, Nac Breda e Sparta Rotterdam in casa. Unica domanda: ma non potevano svegliarsi prima? [Percentuale di vittoria: 35%]

Az Alkmaar (63 punti). Per come giocano lo scudetto lo meriterebbero almeno da un paio di stagioni, ma siccome nel calcio bisogna mostrare anche un pizzico di cinismo e di pragmatismo, non puoi pensare di pareggiare in casa con il derelitto Ado Den Haag e in trasferta ad Almelo contro l’Heracles e pensare di farla franca. Perché l’unico limite degli uomini di Van Gaal è proprio questo: tengono duro e rendono al meglio quando la situazione appare compromessa (vedi in Uefa contro il Newcastle, dominatore in Inghilterra, annichilito al DSB Stadion), girano a vuoto quando la strada è diritta e senza intoppi. Adesso ci sono Nac Breda e Excelsior in trasferta, Vitesse e Heerenveen in casa; sulla carta dai dieci ai dodici punti, poi bisogna fare gli scongiuri perché Psv e Ajax si fermino quel tanto che basta, o che almeno qualche dio del calcio decida di fare un po’ di giustizia e regalare a una delle poche squadre che, sempre e comunque, scende in campo per giocare a Calcio (con la c maiuscola), almeno un trofeo da mettere in bacheca. Una Coppa Uefa magari, o anche una Coppa d’Olanda, dalle parti di Alkmaar ci si accontenta con poco. [Percentuale di vittoria: 15%]

Twente (61 punti). I Tukkers il loro scudetto lo hanno già vinto, combattendo un intero campionato ad armi pari con le big d’Olanda e arrivando in dirittura d’arrivo nemmeno troppo in debito d’ossigeno. Già, perché per N’Kufo, Bakircioglu (bravissimo, meriterebbe una chance in un campionato di primo livello, magari in una squadra pochi fronzoli-tanta sostanza come Lazio, Bolton o Stoccarda) e compagnia bella adesso ci saranno, salvo improvvisi e improbabili terremoti ai piani alti, i play-off Champions League, e con le carte giuste possono persino far saltare il banco, come quasi riuscì a fare il Groningen la scorsa stagione. Miracoli del calcio di provincia. [Percentuale di vittoria: 5%]

ALEC CORDOLCINI

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Approfitto di questo post di Alec per tornare a commentare sul Bar dopo un bel po' tempo.

L'Eredivisie quest'anno è davvero interessante, forse anche per un leggero livellamento verso il basso dei club di prima fascia. Il PSV sta pagando una rosa non amplissima e qualche infortunio di troppo: resta il favorito per la vittoria finale, anche se il cappotto subito dal Liverpool potrebbe avere risvolti psicologici piuttosto negativi.

Concordo con Alec nell'elogio dell'AZ, così come in quelli di Gomes e Bakircioglu.

Il portiere del PSV è di gran lunga il miglior numero uno brasiliano al momento, neanche da paragonare al Dida degli ultimi tempi o all'improponibile Helton del Porto. Julio Cesar e Doni neanche li prendo in considerazione.

Il turco-svedese già nell'Allsvenskan aveva fatto intravedere le sue qualità: poi s'era un po' perso, non è più giovanissimo (classe '80), ma merita una chance, anche a livello di nazionale.

A tal proposito, un giocatore da tenere d'occhio è Afonso Alves dell'Heerenveen: in Svezia era un crack, e in Olanda ha confermato le sue qualità. Conta relativamente, ma al momento è secondo nella classifica della Scarpa d'Oro (a mezzo punto da Kanoute): io un pensierino (calcisticamente parlando) ce lo farei.

p.s.

Approfitto un secondo per farmi un po' di pubblicità: ho spostato il mio blog su un'altra piattaforma, se volete farci un giro ogni tanto il nuovo indirizzo è http://eurocalcio.blog.lastampa.it/eurocalcio/

Anonimo ha detto...

Su Doni ero molto scettico anch'io, ma mi sto ricredendo, lo vedo spesso lucido e concentrato. Julio Cesar invece è uno dei tanti, non giocasse nell'Inter se lo filerebbero in pochi.

Afonso Alves è molto interessante, il mistero riguarda la sua lunga permanenza nell'Allsvenskan (chi è la favorita quest'anno, Giuliano? dopo il successo dell'Elfsborg azzardare pronostici è sempre più difficile...); possibile che nessun talent scout l'abbia scovato prima?
Sempre in tema di svedesi in Eredivisie, sta crescendo bene un'altro attaccante dell'Heerenveen, Lasse Nilsson. Deve solo affinare un pò il feeling con il gol...

Contro il Liverpool il Psv ha disputato una partita francamente imbarazzante; va bene il divario tecnico con gli avversari (ma c'era anche contro l'Arsenal), va bene l'assenza di Alex (due reti su tre dei Reds di testa, difficile con il brasiliano in campo), il sospetto però è che la squadra sia davvero in riserva. E a livello tattico Koeman, ma questo lo si sapeva già, non è certo Hiddink.

Carlo Pizzigoni ha detto...

Mi intrometto per la difesa dei portieri brasiliani.
Io la penso diversamente. Gomes è sempre stato un buon portiere, non lo vedo con continuità e mi fido dei vostri giudizi.
Strabuzzo però su quell'"improponibile" per Helton. Già al Vasco fece stagioni memorabili, finito nel Portogallo minore lo avevo un po' perso di vista, l'ho ritrovato in una grande d'Europa e si sta comportando alla grande da un paio di stagioni, tanto che Adriaanse lo aveva imposto titolare al posto di Vitor Baia. Certo, la papera col Chelsea è stata grave ma il giudizio non va limitato a quell'episodio.
Julio Cesar mi è sempre piaciuto, ai tempi del Fla era considerato un semidio anche per la personlità. Del lotto quello che non mi ha mai persuaso del tutto è Doni

Anonimo ha detto...

Helton lo conosco pochissimo, perciò non mi esprimo, e comunque una paperona può capitare a tutti (vedi il pur ottimo Wiese del Werder contro la Juve in Champions l'anno scorso).
Doni l'ho visto all'opera contro Lione e Manchester Utd, e mi è sembrato affidabile, mentre tra Julio Cesar e Gomes quale numero uno della Selecao non avrei alcun dubbio...spesso quando il tabellino segna zero sotto la voce "gol subiti" per il Psv c'è lo zampino del buon Heurelho

Anonimo ha detto...

Immaginavo che Carlo non avrebbe gradito il mio j'accuse ai portieri verdeoro! ;-)

Devo riconoscere che la scuola brasiliana in fatto di portieri è molto migliorata: non può essere un caso che le tre "grandi" d'Italia abbiano deciso contemporaneamente di affidare la propria porta a numeri uno di Rio e dintorni.

Julio Cesar e Doni infatti non sono male, semplicemente non li vedo così decisivi come Buffon, Cech, Boruc, Casillas o altri, tutto qua. Essendo il Brasile una delle nazionali più forti del mondo credo che anche il portiere debba essere all'altezza. Al momento Gomes mi sembra una spanna sopra gli altri, anche se impegnato in un torneo "minore" (Alec mi perdonerà :-))

Su Helton ammetto che il mio giudizio si limita alle sensazioni: non ho visto giocare spesso il Porto in queste due stagioni, ma quando m'è capitato lui non m'ha impressionato, anzi. Buoni riflessi, discreto tempismo nelle uscite, ma un generale senso d'insicurezza, alla Lama per intenderci. Prontissimo a ricredermi comunque!

Venendo all'Allsvenskan, è effettivamente quasi impossibile azzardare un pronostico: il mercato non ha spostato granché gli equilibri e un generale livellamento (verso il basso) dei valori tecnici lascia spazio a qualsiasi tipo di sorpresa. Nei prossimi giorni metterò giù un post di presentazione del campionato.

Per capire l'imponderabilità dell'Allsvenskan basta dare un'occhiata ai risultati delle prime due partite della stagione, disputate ieri: il mio Goteborg è stato bloccato dal neopromosso Trelleborg (1-1), mentre l'altra neopromossa, il Brommapojkarna, ha superato 1-0 il Djurgarden. Una lotteria, insomma!

Carlo Pizzigoni ha detto...

Difendo ad oltranza solo gli ex del Vasco! :-))