26 marzo 2007

[recap] Colombia - Svizzera 3-1




Eravamo rimasti alla sconcertante galoppata di giovedì notte, al successo quindi sulla Giamaica. Coordinate di partenza del tutto differenti per la seconda amichevole della nazionale elvetica in terra statunitense. Non più una semplice partitella – ma perché poi non l'hanno giocata addirittura con le casacchine d’allenamento? – ma una vera e propria gara di preparazione. Un avversario vero, la Colombia. Un pubblico vero finalmente. Insomma, una cornice decisamente più motivante.
Sorprendente per contro l’undici iniziale scelto da Kuhn, con i soliti elementi fuori posizione (Cabanas e Inler su tutti) e con alcune scommesse davvero improbabili sotto il profilo tattico. Irripetibile la presenza contemporanea in campo di Cabanas, Yakin e Vonlanthen. Da questo trio, spesso sotto ritmo e con caratteristiche poco eterogenee, forse il selezionatore nazionale si aspettava maggiore circolazione di palla, contro una squadra che si credeva soprattutto tecnica. La Colombia comunque, come varie nazionali sudamericane, punta sì sulla tecnica ma anche sull’atletismo soprattutto dei suoi uomini di difesa: Cordoba ne è l’esempio lampante. Cabanas addirittura è stato schierato da vertice centrale basso del centrocampo, con Yakin davanti a lui e con Vonlanthen a fluttuare alle spalle di Frei. Contrastati e ben imbrigliati, i tre non sono mai riusciti a dettare i ritmi, a tenere in mano il pallino del gioco. Inler è un centrale: perché non provare lui “alla” Vogel?
Con tre uomini sprecati, più un quarto spinto a rimanere troppo largo contro le sue reali caratteristiche, allora anche per gli altri è stato difficile entrare in partita. La Colombia ha saputo approfittarne. Taglio dalla sinistra e palla a Perea, che comodamente ha potuto appoggiare in rete sfruttando l’uscita titubante (ma và?) di Zuberbühler. Il portiere dello Xamax, deludente persino nel campionato di serie B svizzero (!), ha dimostrato una volta ancora di non essere affidabile. E allora anche in questo caso il dilemma resta senza risposta: ma non sarebbe meglio, non avendo a disposizione fenomeni, puntare unicamente su un portiere e provare a dare a costui – secondo noi dovrebbe essere Benaglio – totale fiducia?
In tutti i casi poi la Svizzera è riuscita a pareggiare in modo rocambolesco. Assegnato un rigore alla selezione di Kuhn, della battuta si è incaricato Frei. In un primo tempo il neo-capitano si è visto parare il suo tiro, ma il guardalinee ha intravisto un’infrazione dei colombiani durante la battuta, e allora lo stesso Frei ha avuto una nuova possibilità di trovare il pareggio. E l’ha sfruttata calciando di prepotenza.
Nella ripresa, diversi i cambi, con Spycher, Streller e Lichtsteiner al posto di Inler, Vonlanthen e Behrami (prima Kuhn dice che lo vede a centrocampo e poi la partita dopo lo schiera terzino). Nulla è cambiato veramente però. Le immagini da “salvare”, in questo senso, riguardano la dilettantesca immobilità della difesa elvetica sul secondo e sul terzo gol della Colombia; reti subite a causa della leggerezza degli elementi del reparto difensivo, che proprio non può fare a meno di Müller. Leader più silenzioso di altri forse, ma anche esempio più limpido e positivo... di questi stessi altri.

Svizzera verso gli Europei: Zero risposte alle troppe domande

Perché? Innanzitutto perché porsi queste cinque domande basilari? Semplicissimo, perché i dubbi che sollevano le scelte di Köbi Kuhn e le prestazioni dei suoi giocatori sono molti, moltissimi. Perché siamo preoccupati di questa continua involuzione della squadra che più amiamo. Perché non riusciamo proprio a capire quale sia la reale collocazione di questa nazionale: grande come prima dei Mondiali – e in parte anche durante – o piccola come quella vista nelle recenti uscite? L’abbiamo sopravvalutata forse? Oppure la stiamo sottovalutando ora, amplificando oltre il degno alcuni suoi problemi?
Chi? I protagonisti sono più o meno sempre gli stessi. In questo campo c’è però da chiedersi se Kuhn abbia “azzeccato” ad accordare fiducia a taluni a discapito di tal altri. Da questa ridicola tournée, cominciata con il siluramento di Vogel, abbiamo potuto capire chi sono i veri insostituibili del CT zurighese. Pensiamo allora ai titolari di entrambe le gare: Frei, nuovo capitano, Magnin, nuovo vice-capitano, Senderos e Barnetta. Diverso il caso di Inler, comunque positivissimo. Quei quattro uomini sono davvero insostituibili, sì, ma secondo noi Müller lo è ancora di più, e lo dovrebbe essere anche Behrami, unico elemento attualmente capace di cambiare marcia. Eppure Kuhn preferisce affidarsi ad altri, i suoi leader li ha scelti per il rumore che fanno – e per l’eco che alcuni “giornaloni” regalano loro – e non certo per la ponderatezza o... la vera esemplarità.
Dove? Scontati gli interrogativi legati alla scelta della location di questa tournée. Miami! Ho un amico che è appena partito per Miami. Vi chiederete: e a noi cosa ce ne frega? Intendo dire che questo amico ci è andato a festeggiare lo spring break, la famosa festa americana di inizio primavera, non certo per giocare a calcio. Miami e il pallone: mai si erano incontrati prima, o quasi. E poi dalla Svizzera c’è un bel viaggione di mezzo, ci sono i fusi orari, e laggiù non riusciamo proprio a capire cosa si potesse trovare che in Europa non abbiamo. Assurdo. Nota al presidente della federazione Zloczower? Un altro 3 secco secco. Bocciato? Macché, è appena stato rieletto!
Come? Com’è possibile gestire in questo modo una nazionale? La confusione dei giocatori è la confusione di Kuhn, rivelatasi allarmante ieri sia nelle scelte di inizio gara che a partita in corso. Non ci sono idee chiare, servono dei correttivi, bisogna avere il coraggio di cambiare. Ma non soltanto abbandonando in malo modo Vogel, che ha pagato gli errori di altri, non soltanto i suoi.
Quando? Quando arriveranno segnali dall’alto? Quando si muoveranno i vertici federali? Quando ci faranno davvero sentire la loro influenza? Quando decideranno di aiutare, o meglio, di sostituire il confusissimo Kuhn? Gross e Hitzfeld aspettano. E noi, per altri motivi, con loro.



reti: 5’ Edixon Perea 0-1; 39’ Frei (rigore) 1-1; 57’ Viafara 1-2; 85’ Chitiva 1-3.

Svizzera: Zuberbühler; Behrami (46’ Lichtsteiner), Djourou, Senderos, Magnin (73’ Regazzoni); Barnetta, Cabanas, Yakin (79’ D. Degen), Inler (46’ Spycher); Frei (66’ Müller), Vonlanthen (46’ Streller).

Colombia: Calero; Cordoba, Amaranto Perea, Mosquera, Arizala; Dominguez (86’ Torres), Vargas (79’ Banguero), Viafara, Ferreira (71’ Castrillon); Edixon Perea (69’ Chitiva), Rey (54’ Rodallega).

Orange Bowl di Miami, 25 marzo 2007

PAOLO GALLI
Fonte: Il Giornale del Popolo, Lugano

6 commenti:

Antonio Giusto ha detto...

Era un'amichevole, è comprensibile che la Svizzera abbia giocato in maniera non irresistibile, ma questa squadra, se vuole, può arrivare in semifinale a Euro 2008.

Anonimo ha detto...

Non è questione di amichevoli, qualcosa pare essersi rotto e la Svizzera gioca malissimo da mesi (Mondiali compresi: zero gol subiti, sì, ma nelle partite più brutte c'era sempre il suo zampino). C'è il potenziale di tanti giovani talenti - Barnetta, Behrami, Senderos per citare soltanto i più noti - ma mancano idee chiare al vertice. La federazione è assente, l'allenatore confuso. Pensa che, per farti un esempio, non vengono chiamati N'Kufo (da anni ai vertici della classifica cannonieri del campionato olandese) e Celestini (uomo più presente della stagione nel Getafe di Schuster). Urgono provvedimenti e soprattutto un cambio di rotta che riporti un'identità a questa altrimenti talentuosa nazionale.

Carlo Pizzigoni ha detto...

Mi innamorai di questa Svizzera nell'ultima parte delle qualificazioni ai Mondiali tedeschi. Una bella squadra con grande prospettiva. Mi sembra mancava allora e manchi purtroppo oggi un bell'attaccante. Ecco, Chapuisat renderebbe altri giocatori (alla Streller) molto più utili e funzionali al progetto. Velo pietoso su Zubi, i sarei quasi per: chiunque si presenta gioca in porta. L'occasione persa contro l'Ucraina ai Mondiali(che gli svizzeri rimpiangeranno per molto tempo, temo) avrebbe forse dovuto segnare il foglio di via per Kuhn.

Anonimo ha detto...

Sono pienamente d'accordo con te Carlo; Kuhn, aldilà degli indubbi meriti per aver portato la Svizzera a Germania 2006, ha sciupato orribilmente una grandissima (e difficilmente ripetibile) chance contro la modesta Ucraina, e meritava di essere avvicendato.
Riguardo a N'Kufo, anch'io mi sono sempre chiesto perchè viene costantemente ignorato. Va bene che non è più di primo pelo, ma possiede un fiuto per il gol che uno Streller o un Vonlanthen se lo sognano...

Antonio Giusto ha detto...

Ah, Vonlanthen...

Sembrava uno dei giovani attaccanti più promettenti in Europa e invece si è perso per strada.

Anonimo ha detto...

Vonlanthen sta disputando un discreto campionato dal Trap a Salisburgo, con 24 presenze (16 da titolare), 5 gol e 9 assist, potrebbe anche essere ritrovato ma è davvero parecchio leggero

in quanto a Streller, il fiuto del gol non gli manca, o meglio, non gli mancava, ma purtroppo anche lui non ha risposto al meglio alle attese, complice un brutto infortunio quando era in rampa di lancio... in sostanza ora è un brocco ma la sfiga è che la mette anche piuttosto spesso e allora Kuhn non lo mette mai del tutto in discussione

la partita con l'Ucraina (Carlo lo sa) mi ha dato un'incredibile delusione, ricordo ancora la faccia di un tifoso-infiltrato-giornalista-coreano che rideva vedendomi mentre mi strappavo i capelli in tribuna stampa... è stata forse la partita più brutta dell'intero mondiale... purtroppo i capelli me li strappavo io e non il presidente della federazione, che da quel gesto avrebbe eventualmente potuto pensare anche alla sostituzione di Kuhn