02 gennaio 2006

[reading] Charles Baudelaire

Albatros

Spesso per divertirsi, uomini d'equipaggio
catturano degli àlbatri, vasti uccelli dei mari,
che seguono, compagni indolenti di viaggio,
il solco della nave, sopra gli abissi amari.

Li hanno appena posati,
sopra i legni dei ponti. Ed ecco quei sovrani dell'azzurro, impacciati,
le bianche grandi ali,
ora penosamente come fossero remi, strascinare, affannati

L'alato viaggiatore, com'è maldestro e fiacco
lui, prima così bello, com'è ridicolo, ora.
c'è uno che gli afferra con una pipa il becco
c'è un altro che mima lo storpio che non vola.

Al Principe dei Nembi, il Poeta somiglia,
abita la tempesta e dell'arciere ride
esule sulla terra in mezzo a ostili grida
con l'ali da gigante nel cammino s'impiglia

(Traduzione, splendida, di Antonio Prete. C. Baudelaire, "I fiori del male", Universale Feltrinelli)

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