17 gennaio 2006

[figura] Hugo Rodallega

Insieme a Lionel Messi è stata la stella dell'ultimo campionato sudamericano under 20. Miglior marcatore e miglior giocatore per la vincitrice Colombia fu Hugo Rodallega, Hugol, per il quale giunsero una incredibile serie di offerte da tutto il mondo, Italia compresa. Solo che la sparata sentita dai dirigenti dell'Udinese fu davvero troppo grossa, così i friulani si accontentarono di portare a casa Zapata (ha già esordito in bianconero) e Aguilar (è appena tornato dal prestito di Ascoli). Rodallega rimase in Colombia. Quest'anno ha firmato per il Monterrey: giocherà in Messico al fianco della "Gata" Fernandez, ex River Plate. Appena terminato il "Juventud de America" scrissi sul Guerin Sportivo due pezzi: uno sull'impressionante Messi e l'altro sul torneo di cui Rodallega fu il dominatore. Presento di seguito quest'ultimo.


E’ facile cascarci. Molto facile. Sei circondato dai se, che alcune volte si cancellano per sempre, altre volte restano e il futuro lascia il posto all’imperfetto. Parliamo ancora di prospetti, di potenziali grandi giocatori.
Il campionato sudamericano under 20, vinto dalla formazione di casa della Colombia, rientra nella casistica più di ogni altra manifestazione: solo paillettes o anche sostanza? Accettiamo la sfida, anche con gli osservatori italiani presenti, e riempiamo il taccuino delle profezie e degli abbagli.
Due nomi su tutti. Hugo Rodallega, attaccante colombiano, e Lionel Messi, mezzapunta argentina, sono stati i protagonisti della kermesse. Il primo, da totale carneade, ha trascinato alla vittoria la sua nazionale infilando 11 palloni (record di sempre in questa competizione), il secondo, reduce da una storia complicata che analizziamo a fianco, ha fatto brillare l’Argentina, arrivando però con la lingua fuori nei momenti decisivi del torneo e macchiando in parte lo stratosferico inizio. L’immagine che passerà di questo “Juventud de America” sarà la rovesciata effettuata da Hugo Rodallega nella partita col Perù: cross dalla trequarti, schiena alla porta, tre passi indietro per aggiustare la misura e bicicletta clamorosa: roba da almanacco per un giocatore che fin lì l’aveva vista poco. Hugol è un po’ così, le sue treccine nere sembrano dileguarsi e invece sono sempre lì: ambidestrismo ottimo, calcio pulito, bene sulle punizioni anche dalla lunga, freddo nei penalty. Ecco, sulle pause in campo c’è ancora, e molto, da lavorare, ma vale la pena. Pensare che Hugo, attaccante del semisconosciuto Deportes Quindio, non doveva nemmeno esserci e solo l’indisciplina di Dayro Moreno dell’Once Caldas ha liberato un posto. Buon per tutti, soprattutto per Eduardo Lara, il CT cafetero: Rodagol, cresciuto nel Boca Juniors di Cali, ora ha un telefonino pieno di messaggi di invito, il primo è dell’América di Cali, anche se non sarà necessariamente la Colombia la sua prossima tappa. L’attendismo, in campo, di Lara, alla fine ha pagato grazie anche a due suoi pretoriani: uno, il centrocampista Toja (grande torneo il suo), voluto anche se ai margini della sua squadra, il Santa Fé. L’altro, il capitano Abel Aguilar non ci ha totalmente persuaso, così come nessun difensore puro del torneo ci ha lasciato a bocca spalancata: forse solo Ezequiel Garay, argentino del Newell’s già ribattezzato il nuovo Samuel; benino il cileno Gonzalo Jara ma difficile da giudicare nel claustrofobico 3322 della sua nazionale che arrivando quarta ha staccato il biglietto per i mondiali di categoria che si svolgeranno a giugno in Olanda. Tradizionale spinta da terzino (destro) del Brasile, Rafinha (Coritiba) è stato uno dei pochi a salvarsi del suo Paese anche se senza fatica è arrivata la seconda piazza nel girone finale. Altri nomi? L’Argentina (3a alla fine) è partita a razzo per poi sciogliersi ma aveva giocatori già rodati: Lavezzi, Zabaleta, Barrientos anche se al netto di Messi il migliore è stato in mezzo al campo, “el Chaco” Torres (Racing). Un po’ deludente ma dal talento certo e dall’avvenire luminoso il brasiliano Fernandinho (Atletico PR) anche se l’offerta dell’Ajax pare sia andata all’altro “meia” amarelo, Renato, uno dei pochi sorrisi del Galo. Altro bel talentuoso da tenere d’occhio, il cileno Matias Fernandez del Colo Colo. Prima delle escluse, l’Uruguay trascinato dal “Cebolla” Rodriguez, cornuto e mazziato dato che il suo Penarol è stato fatto subito fuori in Libertadores dalla Liga di Quito. Ultimo rilievo per i portieri, tutti di buon livello: l’argentino Ustari, il colombiano Libis Arenas, l’uruguayo Muslera e il brasiliano Renan.
CARLO PIZZIGONI

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