Passata la prova del nove. Pur senza il fenomeno Alaba ( fermo ai box per un brutto infortunio), la nuova Austria di Koller ha battuto ieri la Russia di Capello. Una squadra di ottima prospettiva. Qui un mio pezzo comparso settimane fa su Gazzetta Gold.
Domenica sera, uno dei tempi del
calcio, il Prater di Vienna, poi ribattezzato “Ernst Happel
Stadion”, in onore di una delle più grandi teste di football di
sempre, ha ripreso a ruggire. E il boato di felicità interrompe la
corsa del numero otto in maglia rossa. David Alaba stava procedendo
palla al piede verso la porta del Montenegro, che aveva portato tutta
la squadra in area di rigore avversaria, in vista dell'ultima
occasione del match, un calcio d'angolo poi rivelatosi poco
fruttuoso. L'arbitro aveva fischiato tre volte, certificando la
vittoria dell'Austria, che coi tre punti messi via ora in classifica
guarda dall'alto la Russia di Capello e la Svezia di Ibrahimovic.
Alaba quasi non si accorge del segnale
del direttore di gara e prosegue la sua corsa: è giusto al centro
del campo quando si accorge che è tutto finito. Allora, si leva la
maglia e festeggia coi compagni. E' lui il leader della Nuova Austira
del Fussball, anche se la carta d'identità lo indica come il più
giovane fra i titolari di una squadra piena di gente poco sopra i
vent'anni che si è unita all'ultima miglior generazione del calcio
austriaco, quella del 1987, che a livello di Under 20 raggiunse una
semifinale al Mondiale.
Rubin Okotie faceva parte di quel
gruppo e domenica ha deciso con un gol la partita contro il
Montenegro sfruttando l'assist di Marko Arnautovic, intravisto
nell'Inter del Triplete: tanto talento ma pure testa disabitata per
gestire una carriera da calciatore ad alto livello.
Ruben Okotie è nato in Pakistan da
mamma austriaca e papà nigeriano, ed è stato sostituito nel finale
di gara da un ragazzo del '96, Valentino Lazaro, un talento che un
paio di anni fa si era accordato per venire ad allenarsi al Centro
Sportivo Facchetti, dove cresce il settore giovanile dell'Inter, e
invece alla fine i genitori hanno declinato l'invito nerazzurro. I
genitori sono un angolano e una greca.
Che non sia più l'Austria dei nostri
padri ce lo garantisce proprio David Alaba. Papà George è un
rapper-DJ nigeriano, mamma Gina una infermiera filippina, si sono
conosciuti a Vienna, dove Olatokunbo è nato. Olatokunbo, certo, “La
ricchezza che giunge da oltre mare”, seconda la lingua degli
Yoruba, il gruppo etnico di cui è originario il padre, e che per lui
ha scelto quel nome, anche se ci ha appiccicato anche un più
semplice David.
David fai fatica a non notarlo, ma non
ci riferiamo solo a ieri sera. Alaba è stato un pezzo chiave del
Bayern del Triplete Campionato-Coppa-Champions di Jupp Heynckes e uno
dei principali motivi per cui Pep Guardiola sta trasformando il
Bayern nella squadra più d'avanguardia del calcio mondiale.
Tatticamente, Alaba è probabilmente il giocatore più completo al
Mondo. Se la gioca con il suo compagno nel Bayern Thomas Mueller, uno
che offensivamente può adattarsi ovunque. Non è un caso che
entrambi siano entrati in pianta stabile, nella prima squadra dei
bavaresi sotto Louis van Gaal.
Tirato i primi calci in una squadretta
della capitale austriaca, papà George lo porta subito nel settore
giovanile dell'Austria Vienna, dove gioca a tutto campo: il Bayern si
accorge del suo talento. “Puoi giocare terzino sinistro”, dice il
santone olandese. Non ci crede nessuno, forse nemmeno David, e invece
nella notte del 25 maggio 2013, quando il Bayern vince la sua quinta
Coppa dei Campioni, nel ruolo di terzino sinistro dei bavaresi, c'è
lui. Partendo da sinistra, diventa sempre pezzo chiave della fase di
costruzione, sempre più avveniristica, del Bayern di Pep Guardiola.
A vent'anni gioca un calcio irreale a
un livello altissimo: presto anche il pensiero comune gli leverà
l'etichetta di ottimo giocatore, per affibbiargliene una più
impegnativa. Da quanto tempo non accadeva con un giocatore nato nei
pressi della Cripta dei Cappuccini?
“La ricchezza che giunge da oltre
mare”, l'Austria, per sua fortuna, gli ha aperto le porte.
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