“Federico, Federico... hai sette
anni, non puoi giocare con loro, sono più grandi: la tua squadra è
questa!” Sono le prime parole da interista che si sente dire
Federico Bonazzoli, golden boy del settore giovanile nerazzurro. Da
pochi minuti è entrato nell'universo interista, ma è arrivato da
Montichiari con un suo caro amico, che però è di un anno più
vecchio. “Sono anch'io del '96!”
E invece Federico Bonazzoli è
nato a Manerbio il 21 maggio del 1997, ma è precoce, come in quel
primo giorno nerazzurro. A 16 anni e 197 giorni esordisce in prima
squadra, in Coppa Italia, tre giorni prima di soffiare su 17
candeline mette piede in campo in serie A, contro il Chievo. Oggi
gioca in Primavera, e nella sua ultima uscita ha infilato quattro gol
al Perugia. Giocare e segnare, le sue principali passioni. Federico
non vuole perdere tempo e tante volte scendeva dal pulmino, che lo
raccoglieva a Brescia, già cambiato, in uniforme calcistica, per
raggiungere immediatamente il terreno di gioco. “ Vedere quel
pallone che rotola, rincorrerlo, è il suo più grande divertimento –
racconta Giuliano Rusca, responsabile dell'Attività di Base
nerazzurra e uno dei primi tecnici del “Bona” - ha una una
passione enorme. Noi, che ci occupiamo di questa fascia di età,
abbiamo doveri educativi verso i ragazzi che alleniamo, dobbiamo
proporre cose che divertano e stimolino, beh, quelle cose lui le ha
già dentro: è un piacere per gli occhi vederlo giocare: ha la testa
giusta per fare il calciatore.”
“ Eppure nei primi tre mesi è
stata dura” ricorda Bruno Casiraghi, il suo scopritore, oggi
responsabile della Scuola Calcio Inter a Sarnico, finissimo talent
scout “grazie alla compattezza del gruppo di lavoro che abbiamo
qui, con il coordinamento di Roberto Samaden, una persona che ha
aiutato molto la crescita di Federico”, precisa con modestia.
“Federico qualche “caregnata” all'inizio l'ha fatta -continua
Casiraghi-, perché non è facile per nessuno il continuo distacco
dal paese, ricordo le parole preoccupate della mamma, ma l'amore per
il gioco ha cancellato tutto. Io ancora oggi gli do del “crapù”
del testone, siam tutti e due bresciani, Chicco l'ho visto crescere,
diventare giocatore, e che giocatore, con quella voglia e quel fiuto
del gol... a me sembra davvero forte, e dico a tutti gli interisti di
supportare lui e tutti i nostri ragazzi del settore giovanile, sono
il Cuore dell'Inter.” Si incrina la voce e si inumidiscono gli
occhi di Casiraghi, che insieme a Rusca, è stato il primo a ricevere
la telefonata di ringraziamento di Federico, dopo l'esordio coi
grandi. Era entusiasta, anche perché Bonazzoli è nato interista. E
calciatore. “ Lo vedi spesso guardare anche gli allenamenti degli
altri, non è proprio una cosa comune” dice Salvatore Cerrone,
quest'anno tecnico della Berretti nerazzurra e allenatore di
Bonazzoli in tre diverse stagioni, a cominciare da quella dei
Giovanissimi Nazionali, dove il Bona segna una tripletta in finale
contro il Napoli e vince il suo primo scudetto. “E' cresciuto
tantissimo nelle situazioni di gioco collettive, ogni giorno impara,
proprio perché gli piace giocare a calcio.” E in area di rigore
non sbaglia: “sa sempre dov'è la porta – dice il suo attuale
tecnico in Primavera, Stefano Vecchi-, calcia convinto di segnare,
con precisione e forza, e queste qualità da bomber non si
insegnano.” A San Siro, sua prossima casa, sicuramente non
sbaglierà spogliatoio
CARLO PIZZIGONI
Fonte: Gazzetta dello Sport - Milano e Lombardia
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