“Stiamo
crescendo il nuovo Roberto Carlos”, “abbiamo l'attaccante del
futuro”. Per quasi un mese, i titoli sul terzino sinistro Alvaro
Romero e sull'esterno d'attacco Brayan
Velásquez hanno occupato diverse pagine dei quotidiani. Non solo il
giornale sportivo “Diez” ha però celebrato i due migliori
giocatori della Nazionale dell'Honduras under 17, che ha sfiorato la
semifinale nel recente Mondiale, giocato negli Emirati. Anche “La
Prensa” e “Tiempo”, i quotidiani più diffusi, hanno macinato
inchiostro sui due ragazzi prodigio e su tutta la Nazionale, seguita
con affetto dalla gente, esasperata dalla violenza provocata dalle
Maras, le gang giovanili nate in Salvador ma diffusesi e riciclatesi,
nel tempo, nel
Centroamerica e un po' ovunque. L'Honduras che vuole cancellare
l'infamante etichetta che lo segnala solo come Paese con il più alto
indice di omicidi del pianeta (86,5 ogni 100.000 abitanti, secondo i
dati forniti dalla Commissione dei Diritti Umani),
ha molte risorse. Dal futbol nascono quindi esempi positivi, ma anche
azione diretta. Nelle elezioni per la Presidenza
della Repubblica, svoltesi nel week end, ha ottenuto un ottimo
risultato Salvador Nasralla, il più celebre giornalista sportivo del
Paese, telecronista della Bicolor, la nazionale honduregna, e
influentissimo opinionista. Nasralla ha fondato il Partido Anti
Corrupción e attraversato tanti villaggi del Paese centroamericano
per raccontare la sua volontà di cambiamento.
La gente lo ha
ascoltato, e si è lasciata persuadere da un uomo che si è rimesso
in gioco a 60 anni: le iperboli nate per le narrazioni calcistiche,
sono risultate credibili anche in politica, nonostante
l'ostruzionismo del Partido Nacional. La formazione governativa,
infatti, gli ha tolto anche la possibilità di eseguire la
telecronaca dell'ultimo match col Brasile, spostando in extremis
luogo e data della chiusura della campagna elettorale. La nazionale
honduregna, guidata dal C.T. colombiano Suarez, si è qualificata
senza problemi al Mondiale: in questa realtà la Bicolor è il
simbolo positivo per eccellenza, e la politica se la contende. Prima
di Sudafrica 2010, il Paese aveva appena vissuto il colpo di stato
militare, appoggiato dalle oligarchie, che aveva deposto il
presidente Zelaya, eletto democraticamente: l'euforia per la
qualificazione al Mondiale dell'Honduras, 28 anni dopo la prima
partecipazione, pacificò un Paese che rischiava la guerra civile. Nella semifinale del campionato
honduregno si sfidano il Real
España
di
San Pedro Sula (il distretto industriale chiave del Paese, ma anche
una delle città più pericolose del Mondo) e l'Olimpia della
capitale Tegucigalpa: sono le due maggiori tifoserie catrachas, sono
le squadre, rispettivamente, di Romero e di Velásquez, il futuro
dell'Honduras. Nel calcio, ma forse non solo.
CARLO
PIZZIGONI
Fonte: ET - Extra Time - La Gazzetta dello Sport
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