06 luglio 2012

Copa Libertadores: Corinthians campione!

Al termine di un percorso netto, senza sconfitte (otto vittorie e sei pareggi), il Corinthians, una delle squadre più amate del Brasile, vince la sua prima Copa Libertadores. Dopo l’1-1 della Bombonera, nella notte il Timão compie l’ultimo atto di questo cammino, vincendo 2-0 in casa, al Pacaembu, contro il Boca Juniors. Grazie a una doppietta di Emerson Sheik, attaccante passato per il Qatar, dove ha preso la cittadinanza e debuttato con la Nazionale, il Milan non si vedrà costretto a modificare la scritta sulla maglia: con la sconfitta, il Boca non sorpassa i rossoneri nel non sempre chiaro conteggio del numero di trofei vinti.

Il Corinthians vince la sua prima Libertadores mostrando un calcio assai poco brasiliano, quasi europeo, fatto di grande organizzazione tattica, solidità difensiva, copertura degli spazi rigorosa e grande sacrificio fisico, anche da parte di attaccanti e mezzepunte. La squadra di Tite, nella partita decisiva, non palesa però quella determinazione che l’aveva caratterizzata in tutta la Libertadores. Il Timão indugia, non riesce a prendere ritmo dalla sua pressione, che per una volta non è ordinata: la difesa concede troppe ricezioni in mezzo agli avversari e riparte in maniera estemporanea, con spaziature non idonee. Il primo tempo è un festival della paura, e i puristi dell’estetica non esultano di certo, poiché anche il Boca non riesce a supportare il faro della squadra, la sola credibile opzione offensiva: il vecchio ma sempre delizioso Riquelme, che non gioca sicuramente la sua miglior partita di sempre. Mouche rimane senza rifornimenti (ha una sola occasione chiara in tutta la gara) e un altro uomo chiave della squadra di Falcioni, Somoza, in mezzo al campo, è spento. L’unica emozione della prima frazione è rappresentata dalle lacrime del portiere Orion, costretto ad abbandonare il campo alla mezz’ora per un problema fisico. Il nervosismo è il solo protagonista: fa davvero specie vedere la linea difensiva del Corinthians, guidata dal neo-romanista Leandro Castan (grande gara, ieri), solitamente perfetta, continuamente costretta a correzioni, a chiusure frettolose senza coperture adeguate e a lanci sparacchiati in avanti. Non vengono innescate le ormai celebre ripartenze, e il solo Alex, che non ha mai corso così tanto in carriera, ci prova da fuori area con conclusioni velleitarie.

Migliora giusto un poco il Corinthians nel secondo tempo, soprattutto arrivano i gol: il primo, al 54’, giunge per merito di un grande assist di tacco di Danilo. Il Corinthians sembra scuotersi, soprattutto ritrova energie e volontà. e Emerson Sheik, insieme al compagno di reparto Jorge Henrique aumenta, se possibile, il contributo in fase di non possesso, poi torna a essere decisivo davanti. Un errore dell’eterno Schiavi in disimpegno, al minuto 72, scatena il “qatariota” che si invola per trenta metri e deposita alle spalle di Sosa, chiudendo la pratica. Negli ultimi anni il Corinthians ha investito tutto per arrivare a questo notte: è passato però troppo spesso per i grandi nomi, con i Gavioes da Fiel, la sua celeberrima torcida, che ha spasimato per i Tevez e i Ronaldo; ma, paradosso, il giorno della storia è arrivato con nessun fuoriclasse in campo, solo un gruppo umile e pieno di volontà, come ha sottolineato a fine gara, tra le lacrime, Jorge Henrique. Oltre al grande spirito di sacrificio di tutti, l’arma in più del Corinthians in tutta la campagna di Libertadores è stata certamente la linea mediana, formata da Ralf e Paulinho, oggetto del desiderio dell’Inter, ma che qui a San Paolo tutti vogliono confermare, per costruire un Timão da sogno e raggiungere il grande obiettivo del Mondiale per Club. Probabilmente arriverà qualche grande nome (si sogna il ritorno di Tevez), ma al Corinthians non servono più figurine senza valore, ora che grazie al lavoro di Tite, un’anima vincente ce l’ha già. E stanotte tutto il Sudamerica l’ha definitivamente capito.

CARLO PIZZIGONI
Fonte: Gazzetta 


Gol: Emerson, 54' e 72'
CORINTHIANS: Cássio; Alessandro, Leandro Castán, Chicão e Fábio Santos; Ralf, Paulinho e Danilo; Jorge Henrique, Alex (Douglas) e Emerson (Liédson). Tecnico: Tite
BOCA JUNIORS: Orión (Sebastián Sosa); Sosa, Caruzzo, Schiavi e Clemente Rodríguez; Ledesma (Cvitanich), Somoza, Erviti e Riquelme; Pablo Mouche (Viatri) e Santiago Silva. Tecnico: Julio César Falcioni

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Avevam parlato qualche settimana fa di Dedè come sostituto di Thiago al Milan. Ora pare i rossoneri abbiano virato su Rolando del Porto.
Io sul brasiliano vista la completezza delle sue caratteristiche ed il livello del giocatore, l'avrei visto bene a Milano... sinceramente Rolando molto meno.
Mi pare molto più "stopper", che "libero" e va a mal integrarsi con gli altri centrali del Milan. E stiam parlando di un ottimo centrale.. nulla più.
Cosa ne pensi?

Grazie
Ciao
Dario

Carlo Pizzigoni ha detto...

Mah, ROlando è sicuramente un buonissimo giocatore, il prezzo è però alto. Più che focalizzarsi sul singolo giocatore, credo si debba fare un'analisi d'insieme: come vuole reimpostare la squadra Allegri? Cambiano i flussi di gioco, non può più esserci il gioco diretto verso Ibra e in mezzo, almeno ora, non c'è la sufficiente capacità di costruire gioco. Ricordo i lancioni di Acerbi, quando giocava nella Beretti del Pavia, ma ora non c'è più un riferimento chiaro davanti... Vedremo DAio, non solo come sostituiranno i aprtenti, ma che investimenti saranno fatti in mezzo

Anonimo ha detto...

Vero che non ci sarà più Ibra, con conseguenti cambiamenti nella costruzione del gioco.
Anche le alternative possibili Tevez (ma la vedo difficile), Dzeko o Damiao vanno serviti in maniera differente.
A cc al massimo arriva (sembra) un mediano, ma con caratteristiche che surrogheranno quelle di Van Bommel, quindi non il massimo in fase di costruzione. Per quello che Thiago, ed ora il suo sostituto, si occupava anche nel primo passaggio di apertura (che non fosse necessariamente un lancio di 50 metri).
Spero di vedere Acerbi più in panchina che in campo...sarebbe un brutto segnale sulla competitivà della squadra altrimenti.


Ciao
Dario