27 luglio 2007

[analisi] Mondiali under 20 - Ha vinto l'Argentina

The Chosen one, il Prescelto. Cosi’ Sports Illustrated ribattezzo’ LeBron James, super talento giovanile destinato a dominare la pallacanestro contemporanea. Nell’hockey si e’ parlato di “The Next One”, quando sono venute alla luce le smisurate possibilita’ di Sidney Crosby, gia’ designato erede di Wayne Gretzky che era, appunto, “Tre Great One”. E sempre sotto i cieli del Canada, patria, se ne esiste una, dell’hockey, nell’ultimo mese, per tutto il Campionato Mondiale under 20, ha mostrato tutte le sue capacita’ Sergio Aguero, uno che quando ha debuttato nel massimo campionato argentino era piu’ giovane perfino di Maradona. Scuola Independiente, “el Kun”, suo nomignolo, non ha mai smesso di stupire e l’anno scorso l’Atletico Madrid ha dovuto sborsare quasi 25 milioni di euro per fargli attraversare l’oceano. Il Canada non e’ pero’ piu’ solo la terra di Gretzky e Lemieux, ma ha cominciato a riapprezzare il basket NBA grazie al lavoro di Brian Colangelo ai Raptors e spera in un prossimo futuro di avere altre squadre di calcio nella maggior lega del Nord America, la Major League Soccer (ora in prima pagina piu’ per le bizze di David Beckham, appena giunto ai Los Angeles Galaxy), oltre all’attuale, i Toronto FC. Un segnale importante viene dal pubblico che allo stadio ha applaudito Aguero, compagni e rivali: e’ stato battuto il record di presenze agli impianti che durava dal Mondiale under 20 del Messico datato 1983. Applausi scroscianti per il Kun, miglior marcatore e miglior giocatore della manifestazione: un suo gol ha sistemato le cose in finale, quando la super favorita Argentina era andata sotto 1-0 contro la Repubblica Ceca e si temeva la beffa. Sua la rete del pareggio, su assist illuminante di Ever Banega: poi vittoria grazie al gol di Mauro Zarate all’85’. Le ultime tre righe evidenziano i motivi del ruolo di favorita che tutti gli addetti ai lavori hanno assegnato fin dal primo giorno all’Argentina. Banega ha giocato e vinto da protagonista la Copa Libertadores con il Boca Juniors, Mauro Zarate e’ un attaccante fenomenale e solo il tintinnio delle monete gli hanno fatto optare sconsideratamente per il Qatar, quando molte squadre di rango in Europa erano pronte a sottoporgli un contratto. Esplosione di talenti in Argentina? sicuramente si’. Pero’ c’e’ dell’altro. La squadra che ha vinto il Mondiale under 20 e’ formata da giocatori che, per la quasi totalita’ giocano, pur giovanissimi, da titolari nelle rispettive squadre di club in un torneo difficile come quello argentino. Maxi Moralez ha disputato un buon torneo (terzo capocannoniere e pallone d’argento del torneo dietro al compagno Aguero) e gioca da tempo, con risultati alterni, nell’undici del Racing Avellaneda. La stessa cosa si puo’ dire di Di Maria al Rosario Central (mondiale superbo per questo straordinario e pazzo talento), di Escudero al Velez (ma qui ha giocato poco per infortunio), di Piatti all’Estudiantes del “Cholo” Simeone. L’esigenza di dover esportare in Europa ma anche in Messico i propri migliori giocatori spinge i club argentini a far esordire giovanissimi i prospetti piu’ interessanti: l’esperienza , la malizia, la capacita’ di concentrazione sono doti che spesso sono maggiormente necessari del talento in una manifestazione come un Mondiale dove ogni giorno si giocano partite da “dentro o fuori”. Lo stesso discorso, in linea di principio, puo’ essere fatto per il Brasile che, pero’, nel Mondiale canadese, stranamente aveva pochi “titolari” di squadre indigene e, soprattutto, un solo grande talento: Alexandre Pato, che ha fatto bene ma sicuramente puo’ dare di piu’ anche perche’ e’ pure piu’ giovane dei big visti all’opera quest’anno, dato che e’ nato nel 1989. Un’altra squadra favorita, la Spagna (fatta fuori dai cechi ai rigori nei quarti), ha pochissimi giocatori che stabilmente militano nell’undici titolare di squadre di club, secondo l’assioma (in realta’ tutto da verificare, ma la mentalita’ e’ chiaramente questa) che questi non possono permettersi il lusso di “aspettare” un giovane: non possono permettersi gli errori che per inesperienza il giovane tende maggiormente a commettere. Equivalente discorso per il Messico, squadra che ha messo in difficolta’ proprio l’Argentina nei quarti di finale: delle tre stelle ammirate, Villaluz gioca pochissimo nel Cruz Azul, in patria, Giovani Dos Santos e’ retrocesso in Tercera nel Barcellona B (ed e’ continuamente ignorato da Rijkaard) e Carlos Vela, di proprieta’ dell’Arsenal, e’ stato spedito a “farsi le ossa” al Salamanca, in nella seconda divisione spagnola. Un po’ poco. Troppo poco, per vincere.

CARLO PIZZIGONI
Fonte: Giornale del Popolo - Lugano

Aggiungo qui di seguito il post di Michael Angelici, un altro super appassionato di calcio internazionale:

La formazione ideale di questo torneo u20, l’ho fatta mixando sia le prospettive del giocatore, sia la qualità delle prestazioni (ad esempio Cavani ha un futuro enorme, ma non ha giocato al suo meglio...essendo anche reduce da un infortunio, quindi non l’ho inserito).

-------------------Blanco

-----------------(Messico)

Mano---------Isla-----Mazuch-----Echiejile

(Portogallo)-(Cile)-(Rep. Ceka)-(Nigeria)

---------Pelè-------------Banega

-------(Portogallo)----(Argentina)

Moralez---------Aguero--------Diego Capel

(Argentina)---(Argentina)-----(Spagna)

----------------Adrian Lopez

-----------------(Spagna)

Portieri: Il n1 dei messicani, Blanco si è segnalato per alcuni interventi strepitosi. Fisico potente, compatto, grandi riflessi e rapidità. Ha qualcosa di Carrizo. Ottimo anche Romero dell'Argentina, fisico longilineo, bravo sui palloni aerei, ama giocare molto "alto".

Difesa: Come terzino destro non si è visto moltissimo. Mano del Portogallo è bravissimo in fase difensiva, insuperabile nell'1vs1, veloce, potente e senza fronzoli. Discreti Barragan (potente, offensivo, ma un pò grezzo) e Amaral (io volevo Eduardo...). Al centro ci va di diritto Isla, che ha fatto un torneo fantastico, ma lo si poteva pure schierare a centrocampo. Grandissima personalità, bravissimo nel leggere lo sviluppo dell'azione e nell'anticipo, rapido e con buoni fondamentali. Mazuch, ceko e neoviola si è confermato un centrale di gran prospettiva. Completo e fisicamente notevole. Impossibile non nominare due centrali, di sicuro avvenire e gran talento come David Luiz (nonostante l'espulsione nella seconda partita) e Piquè (discreto torneo). Da segnare anche Fazio (Argentina), Sturgis (Usa), Luizao (Brasile) e Caceres (Uruguay).

A sinistra ottimo il nigeriano Echiejile, decisamente offensivo, fisico potente ed atletico, destro bravo sia nelle conclusioni, che nei cross. Bene anche Antunes (Portogallo), un pò meno Marcelo (ma la qualità è stranota).

Centrocampo: Banega ha giocato alcune partite a livelli fantascientifici. Straordinaria visione di gioco, tecnica sublime, riesce a districarsi in mezzo a nugoli di avversari con un'abilità incredibile, trattando la palla con una qualità che è di pochi. Si applica con efficacia, anche in fase difensiva anche se non è il suo punto forte. Pelè, centrocampista centrale portoghese, riesce ad unire le qualità di un 10 e di un interditore, in maniera impressionante. Benissimo il cileno Vidal -difficile trovare qualcosa che non sia capace di fare...sia a livello tecnico, che tattico- (chiudiamo un occhio sulla semifinale). Olufemi (Nigeria) e Sunny (Spagna), sono due centrocampisti difensivi di gran livello anche se con caratteristiche molto differenti. Fisico monumentale, longilineo potente, gran falcata, bravo sui palloni alti, il primo; rapido, aggressivo, dinamico e tecnicamente affatto trascurabile il secondo. Di prospettiva (anche se non al loro meglio in Canada) Ji Paranà (Brasile) e Roman (Uruguay). Non male neanche Bradley (Usa).

Parlando di centrocampisti con caratteristiche più spiccatamente offensive, impossibile non citare, il pallone d'argento del torneo, l'argentino Moralez. Centrocampista brevilineo, tecnicamente dn gran livello, perennemente in movimento, inesauribile nei suoi spunti offensivi. Capel, pur non essendo un esterno di ruolo, ha giocato su gran livelli. Imprendibile nelle sue accelerazioni palla al piede, con continui cambi di direzione, va via in dribbling che è un piacere. Deve però capire che gioca in una squadra e che il tutto non si riduce solo a dribblare avversari su avversari.

Lampi di classe immensa da Fabio Coentrao, mancino portoghese. Di Maria, ha fatto un gran mondiale. Partiva in prima linea, ma non è un attaccante. Mancino, dall'ottimo destro, tecnicamente eccezionale, notevole gioco di gambe, bravo in percussione. Positivo Vidangossy (Cile), che tratta la palla in maniera sublime (anche se la tocca un pò troppo); inesauribile, velocissimo, ottimi fondamentali, ma molto concreto Lee Chung Yong (Corea); mentre Leo Lima è stato ancora una volta uno dei migliori brasiliani (poca roba da Renato Augusto e Carlos Eduardo). Gama bene solo a tratti.

Peccato per l'infortunio di Escudero.

Attacco: Aguero. Pur non essendo una prima punta e partendo spesso qualche metro dietro, va considerato un delantero. Il suo Mondiale non ha bisogno di commenti. Adrian Lopez, dopo i lampi nella Liga, ha mostrato tutte le sue qualità. Freddo sottorete, rapido, veloce, verticale, sa dare profondità, calcia bene, bravo di testa. Vela, era stato capocannoniere al mondiale u17, di due anni fa, questa volta non ha fatto neanche un gol, ma il talento non è in discussione. Mancino, di gran movimento, rapido, elegante, ottimi fondamentali. Il suo socio nell'attacco messicano, Gio Dos Santos è stato descritto in tutte le salse. Continuano a paragonarlo a Ronaldinho, intanto gioca da 9 (come ruolo). Altro mancino di livello, è Jo Alves centravanti brasiliano, longilineo (gioco aereo decisamente da migliorare, però), buon calcio, rapido nei movimenti. Adu è un Martins calcisticamente più evoluto, mentre l'Udinese con Sanchez -seconda punta, potente, veloce, tecnicamente eccellente, dal gran dribbling e gioco di gambe-, si è portata a casa un gran giocatore (e già con notevole esperienza vista l'età). Okotie (Austria), fisico potente, bravo a difendere palla spalle alla porta, è da sgrezzare, ma ha prospettive decisamente interessanti. Ottimi pure Fenin (Rep. Ceka), Janczyk (Polonia), Bala (Nigeria), Altidore (Usa), Zequinha (Portogallo), Hoffer (Austria).

Inutile parlare di Pato.

MICHAEL ANGELICI


8 commenti:

Antonio Giusto ha detto...

Di Maria al Benfica, cosa pensi che combinerà con le Águias di Lisbona l'ormai ex giocatore del Rosario?

Carlo Pizzigoni ha detto...

Spero faccia bene. La realtà è in crescita e vedo buoni sviluppi per la formazione di Fernando Santos. Io faccio il tifo per lui

valentino tola ha detto...

Per motivi di tempo, mi son concentrato soprattutto sulle gare di Brasile (undici talenti allo stato brado, che occasione persa!), Argentina (irritante per quanto poco si conceda allo spettatore ma anche per la facilità per cui vince) e Spagna (una delle meglio bilanciate fra individualità e collettivo, ma è andata come è andata).
Ho visto abbastanza anche il Messico (se devo essere sincero non mi ha convinto per niente, così così Dos Santos, male Villaluz, Vela al di là di questo mondiale si vede lontano un miglio che sfonderà), il Portogallo (fumo negli occhi, non poco irritante Coentrao) e gli U.S.A (ha ragione Carlo: fra Arena, Bradley e Roengen stanno creando una vera e propria scuola, a parte Adu poca fantasia ma tanta disciplina), avrei voluto vedere sicuramente di più il Cile (incredibile il tasso tecnico) e purtroppo non ho visto nemmeno una volta la Nigeria.
Passo in rassegna il Brasile: Amaral mi è piaciuto da matti, devastante. Eduardo magari è più tecnico, mi stavo chiedendo che fine avesse fatto, dopo lo smembramento ho seguito poco il Corinthians. Il problema di Marcelo è che porta ancora troppo palla invece che sovrapporsi in corsa al momento giusto, poi difensivamente è veramente pessimo.
Tremo all' idea che Luisao sostituisca Cata Diaz al Boca.
La coppia di centrocampo il punto debole, Ji Paranà si vede che qualche qualità ce l' ha, ma ha fatto pochissimo.
Mezzepunte: Leandro Lima tecnicamente dell' altro mondo ma troppe volte fine a se stesso, Renato Augusto con più senso del gioco ma anche più lento non solo nella corsa ma anche ad entrare in partita, Willian ha un grande uno contro uno, Carlos Eduardo probabilmente andava impiegato di più.
Pato lo salto come te, Jo ha un potenziale straordinario, Luiz Adriano incredibilmente sciupone.

Carlo Pizzigoni ha detto...

Non sarei così duro col Messico. A me, in più di un'occasione non è dispiaciuto. Con l'Argetnina, specie nel primo tempo, ci sono state buone combinazioni, hanno partecipato alla mnovra più uomini, segnale importante. Non boccerei nemmeno Villaluz, mi pare interessante in prospettiva. Dal Cile, visto l'enorme talento a disposizione c'è di che essere delusi. Soprattutto i comportamenti non professionali di gente come Vidal e Vidangossy hanno pesato, anche se il livello medio è altissimo, forse il più alto tra le partecipanti. Tra l'altro la conduzioen tecnica, seppure affidata a un tipo considerato venerabile José Sulantay, non mi è piaciuta per niente. I tecnici di Austria e Rep. Ceca gli sono una bella spanna sopra

Anonimo ha detto...

Per me sei troppo negativo con Coentrao... è lampante che è da raddrizare parecchio, ma uno con il suo talento non puo essere irritante. Deve finalizzare le sue giocate...ma alla fine fa parte dello spettacolo anche quello...altrimenti si perde la magia.

Michael.

valentino tola ha detto...

Nella partita con il Messico a un certo punto Coentrao si è messo a fare un palleggio strano che non c' entrava niente in una zona nel quale non serviva assolutamente a nulla: il suo collega messicano senza scomporsi si è fermato a guardarlo e ad aspettare che perdesse puntualmente il pallone...
Beninteso, viva la magia del calcio (per questo ho detestato con tutto il cuore questa Repubblica Ceca Under 20 e per questo ho un debole per Di Maria), è uno dei motivi per cui seguo questo sport, però deve avere uno scopo: Mancini utilizzava il tacco come se fosse la mano, e il bello era che si inventava questi colpi di tacco quando erano la soluzione più utile o addirittura l' unica possibile. Per me più o meno tutti i giocatori professionisti sanno fare una decina di palleggi o un colpo di tacco, ma solo i grandi sanno rendere queste giocate incisive e, per questo, apprezzabili.
Comunque le potenzialità di Coentrao non le nego di certo.

P.S: Carlo, quali son stati gli errori di Sulantay?

Carlo Pizzigoni ha detto...

Il Cile non mi ha mai convinto come gioco di squadra. Non l'hanno mai praticato e può essere una scelta. Con l'Argetina è ero che hanno tenuto anche sotto di un uomo, almeno per un tempo, ma il demereito era argetniano. Poi Vidal è andato fuori di matto, io l'avrei sostituito, anche per rispetto. Invece lui ha levato Cortes, secondo me una delle gemme nascoste di questo mondiale. e la partita l'han persa di mano.
Poi la finalina, che i cileni volevano assolutamente vincere: Sulantay, con un uomo in più semplicemente umiliato tatticamente dal tecnico austriaco. Una povera figura per chi aspirava alla panchina del Cile. Fortuna per loro che è arrivato Bielsa.

valentino tola ha detto...

D' accordo sull' inqualificabile semifinale di Vidal e anche su Cortes, pure a me è piaciuto tantissimo contro l' Argentina (aveva sfiorato pure un gol da metacampo che sarebbe stato la fine del mondo), Bielsa però è un peccato non vederlo sulla panchina di un club, è lì che può lavorare sugli automatisimi come piace a lui. Sono già nove anni che non lavora coi club...