30 maggio 2006

[recap] Svizzera - Costa d'Avorio 1-1

Ho avuto la fortuna di assistere a Svizzera - Costa d'Avorio nel bellissimo stadio di Basilea, il Sankt Jakob. Tanto entusiasmo per i rossocrociati: i bravi colleghi del Giornale del Popolo mi suggerivano che da molto tempo non se ne respirava di simile. Negli scorsi match, visti in tv, era evidente che la squadra di Kuhn avesse grossi problemi davanti: Frei rimane indiscutibile per mancanza di alternative: è qui riconosciuto come bomber infallibile, noi abbiamo altre idee. Contro gli ivoriani gli affiancano Streller, elemento molto generoso, sempre utile ma di poca qualità, . La Svizzera adotta un 442 (troppo) lineare con in mezzo Vogel e Cabanas, riciclatosi centrocampista centrale. Il reale punto di forza sono le fasce, specie a sinistra se verrà riproposta la catena Magnin-Barnetta, quest'ultimo, il giocatore di maggior classe dell squadra, ha realizzato il gol del vantaggio ma ha disputato solo un tempo e per giunta sottotono. Magnin è formidabile per continuità di spinta e sicurezza. A destra il CT sta provando diverse soluzioni: l'unico insostituibile ci pare Behrami: schierarlo da terzino come nel primo tempo del match per mantenere in campo il pupillo Gygax secondo noi ha poco senso ( e l'idea del kosovaro non è molto lontano dalla nostra). Riportato al suo ruolo di esterno destro ha prodotto iniziative ed è uscito verso fine partita tra gli applausi. Dietro, fenomenale Senderos, mai sotto fisicamente con Drogba, disastroso Zuberbuhler,canzonato dal pubblico e continuamente insicuro nelle uscite, . In mano ad altri tecnici, forse, si potrebbe sperimentare di più e gli amici svizzeri ci suggeriscono Hakan Yakin (se fisicamente e mentalmente presentabile) e Cabanas dietro un'unica punta con l'esperienza di Wicky e Vogel in mezzo.
Gli Ivoriani schierano una difesa lontana da quella titolare, senza Tizié, Kolo Touré e Eboué. Prezioso il contributo di Zoro a destra, molto meno quello di Copa, un portiere adatto allo straordinario dei flash e molto meno all'ordinario che infonde sicurezza. In mezzo, illumina Yayà Touré con la solita straordinaria partita, un po' in ombra Zokora con passaggi a vuoto non da lui. Gli Elefanti hanno però valide alternative in mezzo: prima Fae (autore di un bellissimo gol e adatto anche a giocare esterno) di Demel. La coppia Michel - Gili sceglie un centrocampo in linea con due levrieri ai lati come Akalé e Keita, che quando spingono devastano, in più a sinistra rimane intoccabile il terzino Boka, sempre più convincente, e arrivare sul fondo non è mai una fatica. Kalou, schierato punta dietro a Drogba, cerca troppo il numero ad effetto per i festosi fratelli ivoriani in tribuna. Le danze le menano gli ivoriani ma il risultato è giusto così: un buon test per buone squadre.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Condivido pienamente il giudizio su Magnin: l'ho trovato sempre sottovalutato. Senderos ha personalità e prestanza, però occhio, perchè in campo aperto può diventare imbarazzante( come nell'ultima Community Shield proprio contro Drogba ), anche se non credo che con la Nazionale correrà questo rischio. Svizzera discreta anche se inerme in attacco, ho sentito parlar bene di Margairaz. La Costa d'Avorio sulla carta è fortissima, ma mi ha a volte dato la sensazione, come molte altre formazioni africane, che il risultato collettivo sia inferiore anche alla somma delle notevoli individualità. Mi ricordo ad esmpio la penultima partita delle qualificazioni, quella che sembrò decisiva, contro il Camerun: Tourè prendeva palla, la sparava lunga e Drogba la inseguiva. Spero, ma non troppo perchè simpatizzo per l'Argentina, che al Mondiale, giochi più come contro la Nigeria in Coppa d'Africa, in maniera più ragionata, perchè se lo può permettere.

Carlo Pizzigoni ha detto...

Ovviamente sottoscrivo tutto (specie la relazione su Senderos). Puoi scrivermi alla mia mail che avrei da chiederti una cosa?