GHANA - GERMANIA 0-1 (Ozil 15'st)
Alla fine passano entrambe ma la partita del dentro o fuori, specie per i tedeschi, che avevano iniziato il match con il peso della sola vittoria come risultato utile, ha molto condizionato le due squadre. Nella prima fase molto meglio il Ghana, con l'ormai consolidato 4411 (bello vedere il giovanissimo Jonathan Mensah, un 90, titolare al fianco dell'omonimo più noto, al centro della difesa)e i soliti problemi ai sedici metri. Manca un attaccante-finalizzatore e pure se Asamoah Gyan si sbatte e aiuta certo la manovra. il dato che vede le Black Stars in rete esclusivamente su calcio di rigore è eloquente. L'altro campione del mondo under 20, "Dede" Ayew, figlio del grande Abedì Pelé ogni giorno cresce e appare a tutti come ci si stia trovando di fronte a un predestinato: non ha la tecnica del padre ma la volontà e la personalità per emergere anche ad alto livello. La Germania, favolosa alla prima uscita, gioca invece molto titubante. Assente per squalifica Klose, Loew sceglie Cacau, mettendogli Muller più vicino. La squadra è come al solito molto bene messa in campo, Ozil accende e spegne, ha però paura, tanta, troppa paura e questo è un pessimo segnale per il futuro. Forse però, avere di fronte una big come l'Inghilterra, potrebbe azzerare le responsabilità e far giocare più linberi di testa la Germania. La qualità c'è.
ITALIA - SLOVACCHIA 2-3 (0-1 Vittek 25′, 0-2 Vittek 28′ st, 1-2 Di Natale 35′ st , 1-3 Kopunek 43′ st, 2-3 Quagliarella 46′ st)
Due anni di lavoro per arrivare fin qui, eliminati da Nuova Zelanda e Slovacchia, il peggio del peggio di questi Mondiali. Il tutto con un ambiente da "Grazie Marcello" e un presidente di Federazione che non ha esitato un attimo a cacciare, due anni fa, Donadoni, colpevole di aver perso contro la squadra più forte del Mondo, ai rigori, nell'ultimo Europeo. Richiamare Lippi è stata una follia bella e buona: oggi è chiaro a tutti. E non è solo una questione di uomini, per battere la Slovacchia basta anche la terza fila della Serie A: è mancata la voglia, l'intensità: non ha funzionato la testa, in primis. Lippi non è riuscito a entrare sotto pelle ai giocatori, veniva da anni di inattività e ormai predicava invece di discutere e analizzare. I prodromi erano evidenti da tempo (magari non si preventivava una disfatta di tali proporzioni) ma la Federazione e la Stampa hanno preferito rimanere sotto ricatto di un tecnico che aveva vinto il Mondiale, l'aria del "occhio a cosa dite, che noi siamo i campioni" ha finito per penalizzare proprio gli azzurri. Passa la Slovacchia, una squadra meno che mediocre ( e Miroslav Stoch è stato in panchina fino ad adesso? Mah...) che ha approfittato della pochezza dell'Italia e del girone: troveranno l'Olanda.
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