30 giugno 2006

[dialoghimondiali] Brasile Ghana 3-0

Partita che rappresenta perfettamente pregi e difetti delle due squadre. Brasile ancora una volta brutto, messo sotto dall' avversario, salvato dalle individualità e dalla scarsa concretezza dell' avversario. L'abbiamo detto: con la formazione scelta da Parreira è un Brasile veramente poco coeso, disconnesso, incapace di fare possesso palla ( e questa è quasi una vergogna nazionale ) e di rubare il pallone. I due terzini poi hanno finito le scorte, anche se oggi Cafu ha spinto di più. Ronaldinho continua a deludere: per me gioca davvero troppo lontano dalla zona calda, agendo più spesso all' altezza del cerchio di centrocampo che da sulla trequarti in uno contro uno. Per Kakà è un altro discorso, si trova a suo agio, esaltandosi sulle lunghe distanze. Insisto nel ritenere che Ronaldo e Adriano non possono giocare assieme: il secondo oggi, gol in fuorigioco a parte, ha fatto davvero pena. I migliori, assieme a Ronaldo per il gol, sono stati Juan e Lucio, che se non fossero difensori brasiliani verrebbero considerati di più, soprattutto il primo. Sempre bellissimo, anche se si trattava di minuti finali di scarso peso, ammirare la raffinatezza di Ricardinho.
Il Ghana dà i soliti dispiaceri: eccellente manovra, ma conclusioni inguardabili ( peccato perchè Asamoah è interessante ). Oggi poi ha semplicemente regalato la partita al Brasile con l'atteggiamento della sua linea difensiva: una difesa altissima che ha sbagliato più o meno tutti i fuorigiooco che poteva. Per giocare in questo modo devi essere una grandissima squadra che domina il campo e sa di potersi assumere certi rischi: anzitutto la cosa migliore sarebbe rubare la palla subito col primo pressing. Contro il Brasile Dujkovic era al corrente del rischio che correva: una volta eluso il pressing, i brasiliani potevano alzare la testa e prendere comodamente la mira, agevolati da una difesa ghanese che non si regolava di conseguenza.
VALENTINO TOLA

Onore al Ghana. E' noto che il Brasile faccia giocare, però devi avere qualche idea in testa per farlo. E i ragazzi di Dujkovic ce l'hanno, eccome: combinazioni sempre tra più uomini, disciplina tattica nei tagli, la solita grande fisicità e il plus di dinamismo. Bene, peccato le conclusioni, difetto storico di tanti - non tutti - i giocatori delle squadre africane che pagano spesso l'essere cresciuto giocando al Maracana, il calcio di strada con le porticine. Brasile stavolta dignitoso ma soprattutto fortunato in alcune occasioni (miracolo coi piedi di Dida e gol in fuorigioco di Adriano), con Parreira che cerca in corsa un elementare equilibrio togliendo l'attaccante dell'Inter e inserendo Juninho. Malino ancora Adriano e Ronaldinho e stavolta anche Kakà con il solito Ronaldo che cammina per il campo con le mani sui fianchi e segna un gol, il più importante, con la stessa classe dei bei tempi di Barcellona. Bene Juan e Gilberto Silva che, come ha dimostrato il programma "Fantastico" (una specie di "Domenica In" brasiliana) leggendo i labiali del tecnico nella partita contro il Giappone, Parreira vorrebbe molto di più in campo a spese di Emerson ma, colpevoli imprecisati "poteri", non gli è possibile cavalcare questa opzione.
CARLO PIZZIGONI

[dialoghimondiali] Ucraina Svizzera

Sono passate alcune ore dalla sconfitta ai rigori contro l’Ucraina ma quel senso di incompiutezza proprio non se ne vuole andare. Questi Mondiali sembravano indirizzati verso una totale “indimenticabilità” dell’evento. La Svizzera pareva proprio destinata a dover rinnovare la sua storia calcistica, sinora riempita da modesti piazzamenti e da tanta altalenanza di risultati. E poi si avvicinava, già da tutti pregustata, la sfida all’Italia di Lippi, la squadra forse più nervosa e arrogante vista in Germania. Sfida da dimenticare, Mondiali terminati.
A proposito di arroganza azzurra, nel dopopartita siamo transitati dalla zona delle interviste, dove sfilano tutti i giocatori mentre si dirigono ai loro pullman, e abbiamo avuto modo di fare la conoscenza di alcuni colleghi d’oltre confine. Uno tra essi, vedendo noi “svizzerotti” piuttosto delusi dalla prestazione dei ragazzi di Kuhn, esordisce con "Forza ragazzi, siete andati già oltre le vostre possibilità". Sorvolando sulla sua totale mancanza di tatto, tale “buttata” mi ha portato comunque a qualche riflessione. La domanda quindi è la seguente: davvero la Svizzera è andata oltre le sue possibilità? Ha ragione lui? Dovremmo essere contenti così? Kuhn dovrebbe essere contento così? Un altro collega di Mr. Simpatia ha poi aggiunto: "E questo chi è? Margairaz (pronunciato Magarà, come un fantasista di Sao Paulo, ndr)?" Hanno gente che non conosce nessuno. Si poteva andare avanti allora con “gente che non conosce nessuno”?
Rispondiamo convinti. Sì, questa squadra doveva andare avanti. E... no, questa squadra non è andata oltre le sue possibilità, ma al di sotto delle stesse. Questa nazionale era forte e compatta, ricca di tutte quelle qualità che dovrebbero permettere ad una squadra di giocare le partite, di comandarle e di vincerle. Al di là dei nomi, sconosciuti soltanto a chi cura il proprio orticello, ai “tamarri” del pallone e della professione. Kuhn ha avuto tanti meriti nella costruzione di un gruppo così forte, ma poi sul più bello ha fatto riaffiorare quella sua timidezza che altre volte ci capitò di evidenziare e, con rispetto, criticare.
A Kuhn i meriti vanno riconosciuti nella gestione della squadra più che nella cura degli umori dei singoli. Il selezionatore zurighese ha sempre lasciato in primo piano il concetto di “gruppo”, ma con tutta questa apertura al gruppo ha spento forse troppo spesso la luce sulle individualità. Si è concentrato nel mantenimento delle gerarchie interne trascurando l’entusiasmo e l’energia di nuovi volti. Behrami ha confessato:"Se Kuhn ha convocato ventitre giocatori, avrebbe dovuto dimostrare di fidarsi di tutti e ventitre, altrimenti sarebbe stato meglio chiamarne quattordici o quindici soltanto". Parole perfette.
Per Kuhn esistono gerarchie ferree, e al massimo queste gerarchie possono portarlo a scegliere tra elementi che lui ritiene sullo stesso gradino della scala (vedi l’eterno: Gygax o Streller), ma mai tra questi ed elementi rampanti. Se lo stesso Behrami ha avuto tanta sfortuna, incappando in quella fastidiosissima infiammazione, c’erano comunque ragazzi che non vedevano l’ora di provarci, di entrare in gioco. Margairaz e Dzemaili per esempio – tra i due-tre migliori giocatori dello scorso campionato elvetico – avrebbero potuto davvero dare nuova energia alla manovra offensiva, del tutto bloccata dalla mancanza di intraprendenza dei centrocampisti (Barnetta escluso naturalmente) e dalla scarsa vena degli attaccanti. Stesso discorso vale per i vari Dzemaili e Lustrinelli, forze fresche. Sentire Vogel che dice "Contro l’Ucraina c’è mancata freschezza" non fa nient’altro che affondare il colpo dove già faceva tanto male. Com’è possibile mancare di freschezza con una rosa di ventitre nazionali a disposizione? Mistero. Peccato, perché in altre fasi di questa avventura, e pensiamo soprattutto alle qualificazioni, Kuhn aveva avuto maggiore coraggio. Allora la nazionale lascia il Mondiale senza aver subito gol ma anche con uno dei giochi più compassati dell’intera manifestazione. Per il futuro, Kuhn prenda esempio anche da Klinsmann, e lasci più corda ai suoi levrieri: hanno voglia di correre.

PAOLO GALLI fonte: Giornale del Popolo

26 giugno 2006

[dialoghimondiali] Portogallo Olanda 1-0

Risultato giusto, inutile cercare scuse aggrappandosi al pessimo Ivanov. Ha vinto il Portogallo, una squadra, contro l'Olanda, un'insieme di giocatori, molti dei quali senza dubbio bravi, ma anche tremendamente individualisti. E ad alti livelli questo continua a fare la differenza. L'Olanda le sue occasioni le ha avute, e anche tante (la traversa di Cocu è un gol mangiato, non sfortuna), come tanta è stata la confusione dei suoi attacchi nella mezz'ora finale, dove non si è quasi mai visto un cross dal fondo. E poi manovra lenta, prevedibile, con poco movimento senza palla, quando i giocatori portoghesi con quattro-cinque passaggi arrivavano in porta. Robben ha deluso alla grande, Van Persie ha fatto qualcosa di più, il migliore in avanti sarebbe stato Kuijt se non avesse sprecato quell'occasione tutto solo davanti a Ricardo, perchè comunque l'attaccante del Feyenoord è uno dei pochi a donare sostanza ad una squadra che gioca troppo di fioretto. In Olanda, e non solo, è gia à pronto il processo ad un Van Basten annicchilito sul piano tattico da Scolari: il mancato utilizzo di Van Nistelrooy la principale accusa. Non concordo, perchè l'attaccante del Manchester United aveva mal figurato nelle tre precedenti partite, e se uno deve giocare solo per il cognome che porta... Se dovessi muovere qualche critica al tecnico direi invece che Vennegoor of Hesselink andava inserito prima per cercare di sfruttare qualche suo assita di testa a centro-area, che a centrocampo serviva un combattente alla Landzaat, e che Heitinga (premio fair-play del Mondiale, ovviamente in senso ironico...) poteva benissimo restarsene a scaldare la panchina. Poi, si sa, gli assenti hanno sempre ragione...
ALEC CORDOLCINI

Partita ad altissima tensione, condotta in maniera invereconda dall'ennesimo arbitraggio scadente. L'atteggiamento criminale contro Cristiano Ronaldo, prima un'entrata del solito sospetto Van Bommel, poi la benedizione di Boulahrouz ha fortemente condizionato le ripartenze degli uomini di Scolari (anche ieri sempre attento): avere un uomo che ti può recuperare campo, subisce falli quindi punizioni pericolose e impaurisce nel duello diretto, è un vero lusso che gli olandesi hanno azzerato da subito. Maniche trova un gol da favola mentre il compagno Costinha conclude miseramente la sua pessima stagione facendosi espellere in maniera imbecille fermando, da ammonito, volontariamente con una mano la ripartenza olandese proprio sul finale di un tempo nel quale l'Olanda si rendeva pericolosa solo per la presenza di Ricardo, un vero incubo, nei calci da fermo. Gli olandesi girano la palla in difesa in attesa del movimento dell'esterno di centrocampo ma il problema principale è che l'obiettivo della manovra è esclusivamente quello di costruire un 1 contro 1 di Robben o di Van Persie. Il giovane dell'Arsenal trova qualche spunto, Robben no, sovrastato da un Miguel che ha anche spinto parecchio alla sua maniera. Scolari sceglie di togliere Pauleta per inserire il centrocampista centrale che non può non essere Petit, da tempo la vera anima del Benfica. Van Basten, invece di allargare il campo, trovare le sovrapposizioni con un a squadra che ha due soli incontristi, mette Van der Vart...Senza parole. La partita diventa una battaglia con calcioni e simulazioni un po' ovunque, Van Nistelrooy scalda la panchina e Vennegoor entra solo a fine match riuscendo a vincere tutti i duelli di testa: metterlo prima? Scolari sceglie Tiago per sostituire un ottimo Figo tutta-esperienza, e l'ex Chelsea offre minutaggio di qualità. Resta in corsa il Portogallo e la sua profondissima panchina può trovare onestissime contromisure all'assenza di fuoriclasse come Deco (Tiago) e Cristiano Ronaldo (Simao o Boa Morte): per me rimango favoriti contro l'Inghilterra.
CARLO PIZZIGONI

[dialoghimondiali] Inghilterra Ecuador 1-0

In tv ho sentito dire da Massimo Mauro che l' Ecuador è stato una delusione perchè Suarez alla vigilia aveva promesso micidiali cambi di ritmo e invece non ci sono stati. Ma siamo matti ? Sorprende sentire un "esperto" dire queste cose: l'Ecuador ha fatto, e bene, l'Ecuador: ha solo quei ritmi e soprattutto non ha in squadra palloni d'oro, palloni d'oro mancati, nuovi fenomeni e migliori del mondo nel loro ruolo. Ha costruito una ragnatela impeccabile, ha costretto l'Inghilterra a giocare sui suoi ritmi preferiti, ha giocato la palla quando poteva ed ha anche fatto correre qualche brivido a Robinson, come nella traversa di Tenorio. Ottimo Reasco, attenti i centrali, sottotono Valencia e Mendez, sempre interessanti i movimenti di Carlos Tenorio, gravissima la sua uscita per infortunio in favore dell' immobile Kaviedes. Però, dopo il gol di Becks, chi conosce un minimo questa squadra, lo capiva che l'Ecuador non ce l'avrebbe fatta a forzare gli eventi.
L'Inghilterra ha giocato come gli omini del biliardino: probabilmente hanno preso troppo sul serio lo schemino disegnato sulla lavagnetta. Tutti fermi nelle vostre posizioni, mi raccomando ! Ritmo bassissimo, sembrava la brutta copia della Selezione Pensionati del Portogallo, con in più una serie di lanci totalmente fuori luogo. E non è la prima volta che si vede giocare così una squadra con simili prerogative fisiche, vedi ad esempio le partite contro Galles e Irlanda del Nord nel girone di qualificazione. Nessuna sovrapposizione, ancora una volta deludenti Gerrard e Lampard ( e questa non riesco proprio a spiegarmela ). Carrick l'avevo caldeggiato, perchè ha qualità e gioca in un ruolo che permette di giocare più sciolto ai due draghi del centrocampo. Perfino un Totem come John Terry ha imbarazzato. Rooney è stato l'unico all' altezza ( che numero su Hurtado ! ), peccato per lui che l' abbiano costretto a una serie di corse sfiancanti e senza senso.
Ed Eriksson, quant'è taccagno ! Dopo le dimostrazioni di difensivismo masochistico dei tornei precedenti, un cambio Joe Cole( comunque pessimo)-Carragher che non posso che definire una provocazione. Comunque, attenzione: l'Inghilterra resta pericolosissima perchè sempre più conferma la sensazione che magari sia una squadra che stenta a creare, ma è forse la squadra più difficile da battere. Davvero difficile da superare.
VALENTINO TOLA

D'accordo così, l'Eriksson della Roma non tornerà mai più. Ormai ribatezzatosi al calcio ultrasparagnino, lo svedese porta l'Inghilterra ai quarti e ci regala uno spettacolo inverecondo. Temo ci sia la mano di Mac Laren in questo atteggimento, segno che il futuro non sarà poi così allegro, almeno per chi si limita a osservare. Prima della partita però la disposizione tattica non mi dispiaceva proprio, con Carrick a favorire gli inserimenti di Gerrard e Lampard. Ma l'interpretazione è stata davvero pessima e qui credo che le responsabilità ricadano anche sui giocatori, specie i fenomeni appena citati: Lampard, soprattutto, è un fantasma. La squadra è compassata, nessuno si propone, c'è solo l'imperativo di non rischiare: un po' poco. L'Ecuador, che ha a disposizione una rosa certamente meno luccicante ha fatto il suo, peccato la giornata no di Valencia, non meritava di chiudere così. Quell'errore di Terry e quella traversa potevano svoltare la partita, e forse il mondiale dei sudamericani è finito lì.
CARLO PIZZIGONI

25 giugno 2006

[dialoghimondiali] Argentina Messico 2-1 dts

Umiliato e vincente. José Pekerman ha subito davvero una lezione contro la miglior squadra per organizzazione che ho visto finora: una partita davvero ottima, a dimostrazione che al deficit di talento si può opporre grande organizzazione e giocarsela meritando pure di vincere: se il pessimo Busacca cacciava, com'era giusto, Heinze, a Buenos Aires scorte di pomodori. Scaloni surroga Burdisso e tutte queste cose impossibili per Javier Zanetti io proprio non le ho colte ma il Problema a centrocampo raggiungeva livelli parossistici: piatti, con Mascherano fisso davanti alla difesa, mai ad accorciare, con Ayala che rincula e tutti, tutti, tutti duelli 2 (messicani) contro 1 (argentino) : Cambiasso, Sorin, Maxi, addirittura Saviola costretti rincorrere senza logica il primo che gli scappava: una cosa penosa e inaccettabile a questi livelli, con la statua Riquelme che guardava. Intendiamoci, Hombre Peker, o ci si organizza e allora possono giocare pure Romancito e una pattuglia di attaccanti oppure non si può consegnare le chiavi al fenomeno del Villareal e aspettare che capiti qualcosa: questo non è allenare! fantastico La Volpe, che ringraziamo personalmente per averci regalato uno spettacolo davvero superbo: questo gioco, crudele e bastardo l'ha penalizzato sul tabellone ma non cancella la memoria degli appassionati, continui così. A metacampo sempre utilizzo del campo per tutta la larghezza, inserimenti continui e ordinati (bravi tutti, da lacrime il giovane Guardado), bene supoortati dal movimento delle punte. Dietro, fenomenale Osorio (faxare alla sede del Cruz Azul un qualsiasi pre-contratto, questo è uno da portare a casa subito), che nel finale deve riciclarsi esterno e ha la forza di portare a scuola Sorin. Inserire Aimar e Tevez con il solo intento di vincere da soli il match fa davvero pena, caro José: ma allora visto che di talento ce n'è in abbondanza mettiamolo dentro dall'inizio e proviamo il 3313, con sei difensori (o giù di lì) e 4 fenomeni a caso, come nel premondiale con la Croazia: conduci il gioco, scegli il ritmo e hai una frequenza di 1 contro 1 in stile Brasile. Schifo?
CARLO PIZZIGONI

Sconcertante Argentina: molle, sfilacciata, mai verticale. Male tutti, ma Riquelme, che adoro, ha mostrato i suoi lati peggiori: gioco orizzontali, incapacità di liberarsi in dribbling dalla marcatura. Solo in occasione di un assist per Saviola ( pessimo stasera ) si è visto il miglior Roman. Scaloni, un disastro. Finisce che il vero fenomeno è il "comodin" Maxi Rodriguez, provvidenziale. Poi viene il discorso Pekerman: grande C.T., ma stasera ha rischiato di rovinare tutto: giusto confermare la formazione del girone ( a parte Scaloni ), ma una volta che vedi che le cose non vanno, metti prima Tevez. Messi all' 83' è un'assurdità bella e buona. Il centrocampo è stato schiacciato, come contro la Costa d'Avorio, Cambiasso assente ( anche se si è preso un bel rischio Pekerman sostituendolo con Aimar ), mentre Mascherano è riuscito un po' a rifarsi verso la fine rubando qualche pallone dei suoi.
Il Messico è stato il vero Messico, non quello deludente del girone: grande La Volpe, centrocampo a 5 di grande corsa ( Mendez e Garcia a destra e Morales e l' ottimo Guardado a sinistra che si scambiavano benissimo sugli esterni ), ma anche geometrico , purtroppo dissanguato dall' uscita di Pardo. Spazi chiusi per la manovra argentina, difesa sicura con un Osorio impressionante. Borgetti ha fatto un notevole lavoro spalle alla porta, Fonseca poco incisivo mentre Zinha sembrava essere il giocatore in più ma non è riuscito a illuminare da par suo, pur avendo ampi spazi a disposizione per il centrocampo ultra-offensivo degli argentini. Messico penalizzato anche dal pessimo arbitraggio di Busacca, anche se al 90' è stata danneggiata pure l'Argentina dal guardalinee.
VALENTINO TOLA

[dialoghi mondiali] Germania Svezia 2-0

La Germania mostra mecccanismi sempre più oliati e un gioco di grande livello: molto offensivo, aggressivo ( tantissimi tiri in porta ). Grande intesa là davanti, con il solito Klose e Podolski in crescita. Cominciano a stufarci Lahm e Schweinsteiger, sveglio come sempre Frings. Ballack non eccezionale e testardo nel cercare il gol da fuori. Anche in difesa sembrano aver registrato le cose: più accorti e meno spregiudicati nei fuorigioco. Dato a Klinsmann quel che è di Klinsmann, è stato tremendamente imbarazzante veder "pascolare" i difensori svedesi sui due gol. Solito gioco confuso e nervoso degli uomini di Lagerback, che ammassa giocatori in attacco senza mai cercare il fondo. Se pure Larsson tradisce, oltre a uno Zlatan poco incisivo, il risultato viene da solo. Oltre ogni umana decenza l'arbitraggio di Simon.
VALENTINO TOLA

Davvero bello lo spirito della nazionale tedesca. Continuo a vedere un po' troppa anarchia che potrebbe essere deleteria in una giornata dove c'è meno gamba o testa. Lo staff di Klinsmann comunque da rivalutare dopo gli spernacchi delle amichevoli premondiali.

CARLO PIZZIGONI

23 giugno 2006

[dialoghimondiali] Australia Croazia 2-2

Ho sempre ritenuto che piagnistei e lamentele varie nei confronti dei torti arbitrali subiti (veri o presunti), siano figli di una mentalità da perdenti, di chi deve aggrapparsi a qualcosa pur di non ammettere le propri colpe. Se sei più forte dell'avversario, lo sei anche degli errori a tuo sfavore: contro la Croazia l'Austalia di Hiddink ne è stata un perfetto esempio. Un arbitraggio di bassissimo profilo (non che Poll volesse volutamente favorire i croati, semplicemente era in pessima forma) e un portiere da oratorio (il milanista Kalac) non sono riusciti ad impedire ai Socceroos l'appuntamento con la storica qualificazione agli ottavi. Un traguardo strameritato: ben messi in campo (anche se quello Sterjovski titolare non è sembrata una mossa azzeccatissima), superiori sia sul piano atletico che su quello del gioco, e in più con Hiddink che ha indovinato tutti i cambi. Bresciano e Aloisi sono infatti riusciti a fare la differenza, così come Emerton, un'assenza che peserà contro l'Italia, Culina, intelligenza tattica da vendere, Kewell, finalmente decisivo, e Viduka, indispensabile come boa di riferimento. Come all'esordio contro il Giappone, anche con la Croazia l'Australia funziona meglio in fase propositiva che non in quella di contenimento, dove emergono i limiti di una difesa lenta. Gli Aussies restano comunque una tra le migliori squadre, a livello di gioco, viste finora al Mondiale.
Due parole sui croati: Pletikosa, Srna e Niko Kovac da salvare, il resto da bocciare in blocco, con nota di particolare demerito per il tecnico Kranjcar, catenacciaro oltre il livello della decenza (e poi Klasnic in panchina per far spazio a Prso e Olic, avessi detto due fenomeni...). Se passava il turno l'Italia era già nei quarti, così invece dovrà almeno sudare un pò...
ALEC CORDOLCINI

Un'altra cartolina per chi dice che le nazionali non posso avere sistemi di giochi lineari, concepiti con l'idea di proporre calcio. Hiddink ancora una volta ha lasciato il segno e la qualificazione è strameritata, a maggior ragione se va a danno di una Croazia davvero povera di idee: perché si può anche arroccarsi in difesa ma si deve avere un minimo di strategia, e nell'ultimo incontro non si è proprio vista. Insomma, le squadre anche durante la partita devono sapere cosa fare: è l'unico mezzo dei "poveri", cioè delle squadre che non hanno pattuglie di fuoriclasse che decino da soli i match. Sui livelli di Giappone e Croazia come organico, l'Australia ha stravinto entrambi gli incontri sul piano tattico, proponendo sempre gioco: agli ottavi si iscrive chi più ha meritato, per una volta.
CARLO PIZZIGONI

Grande Australia, una delle squadre che ha giocato meglio in assoluto. Ritmo forsennato, atletismo straripante( assieme al Ghana, la squadra che mi ha entusiasmato di più sotto quest' aspetto ), buoni giocatori ( se poi Kewell pare essersi ripreso davvero... ). Son d'accordo: non aveva una rosa superiore alle altre, ma ha avuto sempre le idee più chiare di tutti. Quel signore in panchina poi, il migliore del mondo, sa sempre tirare fuori il meglio da ogni contesto: nel 2002 aveva fatto della Corea una squadra velocissima e che giocava a memoria, esaltandone quelle poche qualità che aveva, ora quest' Australia, pur non dimenticando la tattica, si esalta nel contatto fisico e si impone brutalmente sull' avversario. Abbiamo attaccanti di stazza e centrocampisti abilissimi ad inserirsi ? Sfruttiamoli con un gioco generoso, e pazienza se resta qualche spazio dietro e i difensori non sono velocissimi nei recuperi. Hiddink non vende mai fumo a nessuno, è uno scienziato del calcio che però non pretende di possederla, la scienza. Vedendo che cambia formazione ad ogni partita, chissà cosa starà preparando per gli eroi azzurri senza macchia e senza paura...
VALENTINO TOLA

22 giugno 2006

[dialoghimondiali] Olanda Argentina 0-0

Ai punti avrebbe vinto l'Argentina. Gli uomini di Pekerman hanno avuto una grande occasione per tempo: il palo di Boulharouz nel primo, la parata di Van der Sar sul destro di Tevez nella ripresa, più qualche conclusione imprecisa (Maxi, Riquelme e ancora Tevez nel finale). L'Olanda invece non ha quasi mai impensierito Abbondanzieri. Credo che in un'Argentina con tutte le carte in regola per arrivare fino in fondo in pochi abbiano messo in risalto l'importanza di un giocatore-chiave quale Ayala, imbattibile sui palloni alti, ferreo nella marcatura e dotato del carisma e dell'esperienza necessaria per guidare tutto il pacchetto arretrato dell'Albiceleste. Pochissime squadre viste a questo Mondiale possono vantare un giocatore così affidabile al centro della difesa. Certamente poi ci vogliono i Messi, i Riquelme, i Tevez, i Crespo, ma quando ti senti le spalle coperte (senza considerare poi che in mediana c'è un grande Cambiasso) diventa tutto più semplice.
L'Olanda ha fatto la sua partita, inizio e finale discreto, il resto di puro contenimento. Ha deluso il tridente (Babel incluso, impari che nel calcio il pallone si può passare anche senza prima aver tentato un paio di dribbling...), con Kuijt il meno peggio perchè almeno disposto a lottare e a sacrificarsi in copertura, mentre la ritrovata verve di Sneijder ha garantito ossigeno ad un centrocampo che ha faticato parecchio, con un Van der Vaart tornato ai livelli delle ultime stagioni all'Ajax: fumoso e inconcludente, ma sopratutto poco adatto per un centrocampo a tre che deve reggere attaccanti poco propensi ai rientri. Mi sento in dovere di insistere: nel 4-3-3 oranje Landzaat non può rimanere in panchina. Ha retto bene la difesa, il reparto che finora ha rappresentato la nota più lieta del mondiale olandese (effetti di un calcio sempre più globalizzato?): Boulharouz è un ottima alternativa per il duo Mathijsen-Ooijer, De Cler non ha fatto rimpiangere Van Bronckhorst, mentre Jaliens è apparso ancora acerbo, ma non è peggio di Heitinga. Chi vede il bicchiere mezzo pieno dirà che l'Olanda ha superato indenne il test contro una delle super-favorite, chi lo vede mezzo vuoto ribatterà che fare un tiro in porta c'è bisogno dell'errore del Burdisso di turno...
ALEC CORDOLCINI


Partita non stupenda ieri, ma di un certo spessore, che può servire per farci un' idea delle grandi sfide che verranno.
Inizialmente tiene meglio il campo l'Olanda, poi convince di più l' Argentina, che ci fa vedere le combinazioni da prestigiatori fra Riquelme, Messi e Tevez e un Maxi come al solito preziosissimo. Però la mancanza di una punta pura là davanti ( visto che Messi parte largo da destra, Tevez da sinistra e in mezzo c'è Roman, che non è neppure lontanamente neanche una seconda punta )impedisce di concretizzare. Son quasi certo che con un Crespo o un Cruz dall'inizio l'Argentina sarebbe passata nel primo tempo. Il secondo tempo scade un po', si alternano momenti di controllo dell' una e dell' altra squadra, poi, dopo qualche cambio, si comincia forse a pensare un po' agli ottavi. Comunque, al di là della partita di ieri, penso proprio che l' Argentina sia chiaramente di un livello superiore.
Ieri Pekerman ha fatto riposare qualcuno e si è avuta la conferma che Sorin non ha un sostituto con le sue caratteristiche ( assieme a Mascherano è l' unico insostituibile ), che d'altronde sono particolarissime, che Messi è in crescita anche se non ha ancora i 90 minuti nelle gambe e che uno come Ayala plasma un reparto a sua somiglianza. Anche se non ha dominato, l' Argentina ha dato ancora una volta la sensazione di tenere il campo con sicurezza.
L' Olanda continua a non esaltarmi: messa bene in campo, a tratti sequestra il pallone all' Argentina, ma sembra un po' troppo prevedibile, se non si accendono Van Persie e soprattutto Robben, ieri assente. Somiglia un po' all' Ajax di questi ultimi anni, quello che gioca sempre nello stesso modo ( infatti Babel dov' è che ha giocato ieri ? ). Il centrocampo non mi convince ancora: Van der Vaart male, Sneijder ordinario, ma più in generale mi sembra che manchi un punto di riferimento in mezzo al campo, che dia ordine. Cocu non lo è, Landzaat risponde perfettamente all' identikit. Pessimo Van Nistelrooy, limitato da Cufrè Van Persie, la difesa, contro la quale tutti son pronti coi fucili spianati, ancora una volta mi ha soddisfatto: ordinati, senza ricercatezze inutili, ottima partita di De Cler. Ora viene il Portogallo, partita quantomai incerta.
VALENTINO TOLA

20 giugno 2006

[dialoghimondiali] Germania Ecuador 3-0

Ha trovato solo squadre facili, ma la Germania mi sembra in crescita costante. Ancora voglio vedere la coppia di centrali in difesa, impegnata da attaccanti forti, ma è un dato importante che la coesione fra i reparti, in miglioramento, e il pressing aggressivo, tengano spesso lontani gli avversari dalla zona di Lehmann. La squadra gioca a memoria e i movimenti e le sovrapposizioni son sempre meglio coordinate, questo grazie al lavoro tattico di un allenatore molto attento al gioco d'attacco come Joachim Low e all' opportunità di riunirsi spesso in stages in questi anni di avvicinamento al mondiale. Dell' intesa fra Lahm e Schweinsteiger è ormai superfluo parlare, cresce anche Ballack, autore di un assist meraviglioso per Klose, anche se non lo ritengo affidabilissimo sul piano della continuità e della personalità. Klose è la sicurezza là davanti, anche perchè Podolslki non mi convince ancora appieno. Si vede che ha talento, ma fatica a mettersi in moto ( un po' come capita ad Adriano ). Nettamente inferiore alle altre grandi e attesa a prove più impegnative, questa Germania è comunque una delle nazionali che finora mi ha convinto di più per il gioco.
L' Ecuador, già in partenza inferiore, è sembrato pure allegrotto. Errori difensivi marchiani, serietà di Guagua e Espinoza inversamente proporzionale a quella mostrata nelle partite precedenti da Hurtado ed Espinoza stesso. Poi, andati in svantaggio subito, sappiamo che per l'Ecuador è molto difficile rimontare, con un gioco in cui è raro vedere cambi di ritmo. Son più bravi ad amministrarlo il gioco, senza l' assillo del gol a tutti i costi. Senza Castillo il centrocampo ha funzionato peggio. Si tiene a galla come al solito Mendez, mentre l' attacco delle riserve Borja-Kaviedes è stato pessimo, perchè non ha mai fatto il movimento della coppia dei titolari, non è stato utile in nessun modo alla squadra, con quel quid in più di impresentabilità fornito dall' ex-perugino. Avrei voluto vedere di più in questo girone un giocatore interessante come Cristian Lara.
VALENTINO TOLA

19 giugno 2006

[dialoghimondiali] Spagna Tunisia 3-1

Confesso che quando ho visto che era pronto ad entrare Raul ho pensato: buonanotte, qui la Spagna non ne esce più. E perfino uno come Cesc non mi incoraggiava più di tanto, perchè l'avevo visto ancora poco inserito nelle amichevoli precedenti e perchè pensavo più ad una soluzione tipo Reyes. Invece, Raul, anche se fuori dal gioco come al solito, ha messo la zampina( un gol neanche così facile )e ha fatto 1-1, mentre Cesc è stato protagonista assoluto assieme a Torres, dando quegli inserimenti e quella qualità nell' ultimo passaggio che erano mancate nell'assedio del primo tempo. Partita malissimo nei primi 25 minuti, la Spagna soffre enormemente il pressing tunisino a centrocampo, fa un po' confusione nei movimenti d'attacco e i terzini avanzano poco e male ( questi ultimi due sono gli aspetti che sostanzialmente rendono fluido il gioco: se mancano, non ci sono sbocchi ). Poi cominciano a sparire i lanci a casaccio, la palla comincia a circolare meglio, ma non si crea granchè, perchè manca precisione nel rifinire l' azione. Nel secondo tempo, dopo alcuni attacchi iniziali, la Tunisia sembra potercela fare, ma Boumnijel apre il vaso di Pandora. La Spagna non ha mostrato, ovviamente, il gioco scintillante visto contro l' Ucraina, ma è riuscita a venirne fuori con grande carattere e mantenendo sempre fiducia nel proprio stile di gioco, oltre che con soluzioni dalla panchina eccellenti ( e non si sono ancora visti Reyes e Iniesta ), che non tutti hanno. La difesa oggi ha funzionato male, ha sbagliato parecchi fuorigioco e perfino Puyol ha giocato male. Charly avrebbe forse bisogno di riposo con i sauditi, visto che quest' anno ha giocato anche la Copa Catalunya. Torres se avesse anche un po' di mira sarebbe il migliore, ma anche così è un pericolo costante. Non mi è dispiaciuto Xabi Alonso, mentre Xavi, il giocatore chiave, è mancato un po'. Comunque bicchiere decisamente mezzo pieno, soprattutto per la qualità di gioco e la mentalità.
La Tunisia per me ha fatto una grande partita e ha perso per colpa di Boumnijel. Ha giocato, benissimo, nell' unico modo possibile: centrocampo foltissimo, pressing continuo, difesa arroccata, Jaziri sul filo del fuorigioco e Trabelsi pronto alla sorpresa dalle retrovie quando la difesa iberica saliva fin quasi a centrocampo. Jaidi è stato semplicemnte monumentale, Jaziri fastidiosissimo e mi è piaciuto anche Mnari. Lo sapevamo che non era certo quella vista contro l' Arabia Saudita la vera Tunisia.
VALENTINO TOLA

[dialoghimondiali] Brasile Australia 2-0

Anche se ci son stati quasi impercettebili miglioramenti rispetto alla Croazia, che pena questo Brasile. Che poi loro, quelli del "jogo bonito" si mettano magari a dire, come ha fatto Kakà dopo la partita d' esordio, che conta solo il risultato, mi fa anche ridere. Schieramento ancora una volta sconclusionato, ricordano sempre di più il Real Madrid. Ritmo lentissimo, non si accelera più neanche nella trequarti, attaccanti che con la loro immobilità annullano ogni possibile sbocco per il gioco, "laterais" vecchi che non spingono più, squadra divisa in due tronconi che impedisce di recuperare subito palla e incoraggia ogni attacco avversario, pregiudicando anche il tradizionale possesso palla. E siamo qui ad esaltarci per la straordinaria partita IN COPERTURA di Zé Roberto. Kakà l' unico solista in gran forma, sono assolutamente deluso da questo Ronaldinho che gioca in maniera così banale, passando la palla a due metri senza mai azzardare i suoi dribbling. Si sarà assuefatto fino a questo punto alla posizione che gli ha ritagliato Rijkaard nel Barça? Dai... Comunque, sistemate un po' di cose il Brasile dovrebbe tornare temibilissimo: Robinho per Ronaldo oppure, meglio ancora, Juninho, quindi un centrocampista in più e anche Cicinho per Cafù. Mai darli per morti !
L'Australia ha fatto la sua partita: meritava un gol sicuramente. Hiddink ha infoltito la zona centrale perchè sapeva che i verdeoro sarebbero caduti nell' imbuto. Meno qualità rispetto alla Croazia, però continuità, forza e inserimenti, anche se Cahill oggi è mancato. Bresciano e Emerton i migliori.
VALENTINO TOLA

Parreira ripropone Adriano-Ronaldo, con l'interista che prova a partire da lontano, stavolta. Certamente contro la squadra sbagliata visto che centralmente è una tonnara. D'altronde che Hiddink potesse mettersi in saccocia Parreira sul piano tattico era un'eventualità nemmeno da quotare. I ritmi bassi del Brasile sono atavici, latitano invece gli uno contro uno vincenti e si va incontro a due opzioni da considerare: cercare di rendere più dinamica la linea mediana e allora prima di Juninho o Gilberto forse è il caso giochi Mineiro (eventualità remota, vista la zucca di Parreira) oppure inserire più uomini che, soprattutto da situazioni statica, sappiano dare palloni in profondità, oltre a Ronaldinho (e quindi dentro Juninho). Kakà è fisicamente di un altro pianeta e lo sta dimostrando ampiamente ma, ed è il difetto che poco garba ai puristi giù in Brasile, è meno adatto a elargire assist, meno "habilidoso" ai 16 metri. Questo Brasile "burocratico" non esalta in patria ma mi aspettavo critiche più feroci che, evidentemente, il carisma di Parreira e i sei punti in classifica stanno fino ad ora soffocando.
CARLO

[dialoghimondiali] Italia Usa 1-1

Avevo già avvistato - verbo, vi assicuro, usato non a caso - l'Italia a Ginevra, dove aveva faticato contro una Svizzera certamente non al suo meglio. L'ho ritrovata, o meglio, riavvistata a Kaiserslautern, nel Fritz Walter Stadion, contro gli Stati Uniti di Bruce Arena, un personaggio che sembra uscito dai cartoni animati, incazzato e arrogantello come da copione. A proposito di arrogantelli, alcuni li abbiamo visti anche coperti da una magliettina azzurra, brutta a mio avviso come solo la Puma in questi Mondiali avrebbe potuto farla, trasparente appena lasci traspirare una goccia di sudore. La trasparenza ha svelato poi, dopo l’illusoria vittoria sul Ghana, anche il carattere di quest'Italia, con poca voglia di soffrire e con la testa altrove, anche senza tirare in ballo per l'ennesima volta i casini-juve. Pochi i pregi apparsi contro gli americani, pochi e da ricercare unicamente in difesa, con quel Cannavaro che visto dal vivo è più simile a robocop che ad un umano qualsiasi e con Nesta e Zambrotta rinfrancati rispetto ai loro standard recenti. In quanto a Zaccardo, beh, che non fosse un terzino tra i più sicuri del calcio moderno lo si sapeva, lo sapevano tutti tranne Lippi forse, che pur di non chiamare Panucci, pur di non sacrificare Zambrotta, pur di non schierare Oddo, ha scelto proprio lui. Altro dato di fatto noto è la superficialità di De Rossi, buon centrocampista (non un fenomeno come qualcuno vuol far credere) con il vizio però di un'aggressività del tutto immotivata. Il discorso da fare con uno così, l'unico da fare a mio avviso, non può essere che qualcosa di molto simile ad un ultimatum: o la smetti o sei fuori dal giro! Senza fronzoli; invece Lippi a fine gara “rispondendo” alla pertinente domanda sull'impertinenza di quel gesto si è rifugiato nella diplomazia più fastidiosa. Perché non si può più dire “basta!”? Perché si fa di tutto per spingere sul fondo la cultura sportiva? Tornando al calcio giocato, o quasi, va rivista anche la prontezza di Lippi sui cambi, oltre che sulle scelte iniziali. Sabato non si è davvero capito nulla delle sue intenzioni a partita in corso. La sostituzione di Totti, piuttosto che di un attaccante – Toni lo si era visto già dai primi minuti che non era in grande spolvero quando Pope l’ha anticipato di testa girandogli addirittura attorno come neanche tra i “pulcini” –, mi ha sorpreso. Non che Totti meritasse di restare in campo, ma allora perché schierarlo titolare e in un ruolo che tutti sanno non ricopre più da anni? Discorso simile per l’inserimento di Del Piero, tozzo e brutto dal vivo che se pensiamo a com’era qualche anno fa viene da piangere (da quant’è che lui o Totti non saltano un uomo con un vero e proprio dribbling, con un doppio passo alla Robinho? ricordo male o lo sapevano fare con qualche chilo di muscoli in meno addosso?). Di Iaquinta preferirei non parlare. Anzi, dai, facciamo questo sforzo! Lippi lo preferisce a Inzaghi. Lippi lo preferisce a Inzaghi perché lavora di più per la squadra, perché si sa allargare: ma allora non era meglio portarsi un Marchionni o un Semioli, o puntare sull’ex pupillo Camoranesi? Non che siamo tifosi scatenati dell’argentino, ma avrebbe comunque più senso che non Iaquinta in quel caso. E non dimentichiamoci, questo assolutamente no, di Inzaghi in panchina. Inzaghi è il classico centravanti da Mondiale, come lo è Klose, come lo saprebbe essere un normale Ronaldo, come lo sarebbe un Rooney in forma: brutti e cattivi insomma. Tutti continuano a sognare il fantasma di Schillaci, c’è chi ce l’ha e non lo sfrutta. Basti pensare alle sciagurate scelte di Domenech, con la sostituzione simbolo di Zidane con Trezeguet, tenuto in panchina per 180 minuti e usato nei tempi di recupero tanto per consentire al mister di umiliare Zizou. Gli States hanno giocato un’onesta partita, con il loro gioco scolastico e senza sbocchi offensivi, ma davanti hanno trovato un’Italia apatica e noiosa, con un Lippi mai così poco ispirato.
PAOLO GALLI da Kaiserslautern

[dialoghimondiali] Ghana Rep.Ceca 2-0

Un dominio assoluto. Il Ghana pressa e riparte, come sa e deve fare, e mette in mostra una fisicità che non può essere nemmeno lontanamente avvicinata, con il plus di tecnica superiore in alcuni elementi. Grande prova da capitano di Appiah, grandissimo Muntari, con il suo solito sinistro da favola, tatticamente attento Essien (che qualche nesci voleva paragonare a centrocampisti di medio livello del nostro disastrato campionato), in grande crescita Asamoah, come da tempo sostengono a Udine (una piazza che riconosce, aspetta, costruisce e migliora i giocatori), perfetti Shilla e Mensah, liberato dal fardello Kuffour. Grande, grandissimo match con ritmi altissimi a cui i cechi si sono troppo frettolosamente adeguati, uscendone distrutti e solo un fenomenale Cech li ha salvati da una figura miserrima. Bruckner non ci ha capito molto e senza Koller non riesce a modificare assetto. Quindi o si sveglia, e gli uomini per giocare controllando il ritmo li ha, o andrà incontro a una disfatta epocale.
CARLO

17 giugno 2006

[dialoghimondiali] Olanda Costa d'Avorio 2-1

Che peccato ! La Costa d'Avorio ha giocato una partita generosissima, su ritmi altissimi, anche se con meno qualità rispetto all'Argentina. Meritava il pareggio, ma disattenzioni difensive e imprecisioni nella zona calda sono state troppo pesanti. La difesa è fatta di buoni giocatori, anche grandi nel caso di Touré, presi individualmente, ma a mio avviso hanno funzionato male come reparto( clamoroso il fuorigioco sbagliato sul secondo gol, anche se è stato Bakari Koné a farlo saltare ). Ebouè male e Boka in tremenda difficoltà contro Van Persie. In attacco, poi dove in generale hanno cercato troppo la profondità e poco l'allargamento sulle fasce, Drogba mi ha deluso tantissimo: ha combattuto come un leone ma doveva far assolutamente valere la sua esperienza e la sua cattiveria in zona gol; invece ha rovinato il contropiede del 2-2. Gran gol di Baky Koné, per il resto un po' arruffone. A centrocampo STRAORDINARIO Zokora, un po'calato Yaya Touré. Romaric sembrava promettere ma non ha inciso più che tanto.
L'Olanda non mi è piaciuta per niente: il 4-3-3 di Van Basten più che il Barcelona mi ha ricordato il Chelsea: non è un'offesa, ma non è certo Calcio Totale. Centrocampo friabilissimo, male il mio pupillo Sneijder, Van Bommel come al solito decadente. Pressochè nullo il filtro della mediana, mediocre impostazione del gioco. Sofferenza in difesa, dove però se la son cavata tutto sommato bene, attacco affidato soprattutto ai meravigliosi talenti di Robben e Van Persie ( oggi meglio il secondo ).
VALENTINO TOLA

Una meteora che lancia bagliori tanto brevi quanto intensi prima di venire inghiottita nell'oscurità di un atteggiamento (calcistico) che fa a pugni con il proprio dna. L'Olanda di Van Basten continua a viaggiare a corrente alternata, ma contro la Costa d'Avorio Van Basten ci ha messo del suo per aumentare le sofferenze della squadra. A parte la mezz'ora iniziale il centrocampo fatica a fare filtro, con Sneijder abulico e Van Bommel in versione fabbro ferraio (meritava a più riprese il rosso), quindi poco comprensibile togliere il centrocampista dell'Ajax per inserire Van der Vaart, poco portato al duro lavoro di ruba-palloni e infatti ben presto inghiottito nella terra di nessuno. Andava messo il sottovalutato Landzaat, che poi è entrato ma al posto di Van Nistelrooy, l'unico che riusciva a tener palla e a far rifiatare la squadra. Togliendo la prima punta l'Olanda si è schiacciata ancora di più, non riuscendo nemmeno a ripartire in contropiede. Ma è andata bene, anche grazie a una Costa d'Avorio generosa ma confusionaria e da una difesa che, sebbene a volte in difficoltà quando gli ivoriani tentavano lo sfondamento per vie centrali (vedi il gol, la traversa di Zokora o le due occasioni dal limite sciupate da Aruna Konè), ha retto discretamente. Bene Ooijer e Mathijsen, Van Bronckhorst si sa che a livello difensivo non è una cima (e infatti ha provocato due mezzi-rigori, ma anche sventato un pericolosissimo uno contro due sul finire del primo tempo), involuto Heitinga, ma lo è stato tutta la stagione quindi perchè insistere?
Con tutte le differenze del caso Van Basten è un pò come Pekerman: ha un progetto, ha una serie di giocatori fidati, lascia spazio al talento (ieri meglio Van Persie di Robben), giusto quindi che in patria riceva sostegno anche quando lo spettacolo offerto non è di primissimo livello. Però certi errori vanno corretti, e in fretta anche.

ALEC CORDOLCINI

Davvero una maledizione. Non si può uscire dopo aver surclassato sul piano del gioco sia Argentina che Olanda. A dir la verità mettere sotto l'Olanda non è stata questa gran fatica (nel secondo tempo del primo incontro c'era già riuscita la Serbia). Van Basten toglie Sneijder per Van der Vaart poi si castra surrogando Van Nistelrooy, per questi livelli, mosse inaccettabili anche perché non hanno un senso logico. L'ex Milan viene salvato dal talento dei suoi (super Van Persie) e da un arbitraggio indecente (Ruiz ha già regalato perle in Libertadores) con due rigori negati e una permissività in fatto di cartellini quasi sospetta: la mancata espulsione di Van Bommel è da denuncia. Gli ivoriani hanno ancora masticato un calcio discreto, inferiore per qualità alla partita con l'Argentina, ma con giocate che hanno coinvolto più uomini. Zokora immenso, giustifica ancora una volta l'epiteto di "Maestro" che gli coniò Guillou all'Académie: che le squadre italiane si sveglino anche se mi sembra che sia già nel mirino dei club inglesi. Quando lo incontrai, circa un anno fa, mi disse che la Juve l'aveva fatto seguire ma che poi non si era più fatto sentire nessuno. Malino Yayà Touré ma in un centrocampo a tre, anche se con posizioni non fisse come avviene nelle squadre moderne, non è la prima volta che gli vedo far fatica nelle fasi di non possesso (potrebbe essere stato frenato anche dai troppi attaccanti: strano per lui non essersi mai inserito). Arouna Konè è l'ombra del giocatore visto in coppa d'Africa (io avrei tolto lui, non Baky) e il sacrificio di Aruna Dindane mi sembra eccessivo, come reclamano tutti i giornali di Abidjan di oggi, indignati verso Henri Michel, additato come unico colpevole della mancata qualificazione (qualcuno gli dà addirittura del "sabotatore"). Poca malizia dietro con due gol evitabilissimi, incredibile davvero che un attaccante tenga in gioco l'avversario su un fuorigioco. Peccato, peccato: gli editorialisti d'accatto, che le partite manco le vedono, sono già coi fucili spianati...
CARLO

16 giugno 2006

[dialoghimondiali] Argentina Serbia 6-0

Avevo pensato dopo la brutta partita con la Costa d'Avorio che lo spettacolo sarebbe comunque venuto presto, ma questi hanno davvero esagerato. Quella di oggi è la vera Argentina, quella del memorabile 3-1 al Brasile del Monumental, anche se ovviamente verranno avversari più duri. Tutti a magnificare il Brasile dopo la Confederations Cup, ma io ho sempre pensato che seppure con meno talento in assoluto ( ma di pochissimo, perchè Riquelme-Messi-Tevez-Crespo non son poi così peggio di Ronaldinho-Kakà-Adriano-Ronaldo, anzi quasi quasi...)l'Argentina sia più giovane, più fresca e molto molto più squadra. Poi uno con la facilità di gioco di Messi non esiste in nessun pianeta, e non lo dico certo per la partita di oggi, che per lui era un allenamento... Palleggio strepitoso da una parte all'altra del campo e a parte la base difensiva formata dai 3 più Mascherano, tutti partecipano si scambiano posizioni e dialogano con assoluta eleganza. Infine, comunque andrà, io sarò sempre con Pekerman, un maestro: non ero d'accordo su Zanetti( anche se piuttosto che fargli fare la riserva era meglio non portarlo ), ma tutte le altre scelte denotano una chiarezza d'idee e un coraggio mirabili: da sottolineare come abbia chiamato per questo mondiale 8 dico 8 fra trequartisti e punte ! E poi questa squadra l' ha costruita lui negli anni con le nazionali giovanili: Riquelme, Saviola etc., e anche Maxi, un giocatore che ammetto di non aver mai amato particolarmente, ma del quale è palese l'utilità per la squadra.
VALENTINO TOLA

La grande sorpresa è la Serbia, protagonista di una prestazione davvero indecente. Pekerman ha certamente riconosciuto una squadra che gli poteva dare meno grattacapi rispetto alla Costa d'Avorio e ha tolto Cambiasso per un giocatore a tutto campo come Lucho Gonzalez, poi la fortuna ha voluto che il Cuchu schierato a destra (sic) abbia preso le consegne dell'ex Huracan e, differentemente dalla prima partita, ha provato l'inserimento trovando uno stupendo gol. Maxi sempre prezioso ( come Lucho sa svolgere tutti i compiti e la porta la vede), bene Sorin, ma secondo me premiati ed esaltati oltre i loro pur grandi meriti. D'accordo che Petkovic voleva aspettare e il primo, inquietante gol (con i difensori immobili), lo ha messo in ginocchio ma la domanda è: cosa voleva fare con due prime punti poco incisive lontano dalla porta, almeno inserisci un contropiedista o uno Ljuboja che sa almeno manovrare! Probabile che la formazione sia stata concepita col bilancino dopo le polemiche per la convocazione-non convocazione del figlio e che diversi pezzi grossi dello spogliatoio dovevano in qualche modo giocare. Ma al Mondiale qualcosa si doveva preparare. Sorprendersi per le giocate di Messi e Tevez, come ho sentito da certi commentatori, è al limite del ridicolo.
CARLO

15 giugno 2006

[dialoghimondiali] Ecuador Costarica 3-0

Contentissimo per questo Ecuador. Già ho un debole per le squadre che attuano questo "futbol de toque"( anche se, quando è troppo lento, diventa stucchevole ), ma gli uomini di Suarez sono finora la rivelazione assoluta di questo mondiale. Stupenda la loro partita di oggi. Non sono fenomeni, ma sono compattissimi e palleggiano con un'eleganza, una precisione e una sicurezza ammirabili. Il centrocampo è la chiave: aiutato anche dai due attaccanti, ruba molti palloni, con Castillo perfetto, alla Makelele, e Edwin Tenorio che è bravo anche ad aprire il campo col suo destro. La difesa con loro respira molto, e così il "monumento" Hurtado può sfoggiare il suo piazzamento e Giovanny Hernandez la sua fisicità. Poi ci sono i movimenti dei finti esterni, come visto anche con la Polonia, sempre supportati dai terzini ( De la Cruz ottimo mondiale ): Mendez, completo e perfetto negli insermenti, oltrechè dotato di un destro notevole, mentre Valencia è più estroso e dribblatore ( il Villarreal ha la vista lunga ). C.Tenorio e Tin Delgado sempre al servizio della squadra. Resta impressa un' azione alla fine del primo tempo sciupata da Delgado: circa un minuto di scambi e triangolazioni precisissime negli spazi stretti.
Costa Rica saluta il Mondiale: non analfabeta dal punto di visto tecnico, ma eccessivamente mansueta e priva di accelerazioni.
VALENTINO

14 giugno 2006

[dialoghimondiali] Spagna Ucraina 4-0

D'accordo che è solo la prima partita ( forse è pure meglio partire male in un mondiale), d'accordo che l'avversario si è rivelato inconsistente, ma non posso che essere impressionato dall'esordio della "mia" Spagna. Spettacolare, perfetta, non ha sbagliato una virgola. Magnifica circolazione del pallone, grande aggressività a centrocampo, difesa alta aggressiva che ha azzeccato praticamente tutti i fuorigioco ( nel quarto stupendo gol c'è tutto Puyol, giocatore di reattività rara ). Poi movimenti continui dei tre attaccanti che non hanno dato nessun punto riferimento, hanno incrociato, giocato al primo tocco a grandi velocità. In più, il punto critico della vigilia, il gioco sulla fasce( si temeva una squadra imbottigliata al centro tipo Real Madrid )non è mancato, perchè oltre allo svariare delle punte, le avanzate dei terzini son state puntuali e costanti, soprattutto un grande Sergio Ramos, che invece che un centrale adattato è sembrato quasi un'ala. Tutti hanno giocato sopra la media, ma se bisogna scegliere i migliori vada per Xavi e Torres.
Per l'Ucraina si può leggere il mio commento sulla Polonia: a volte queste squadre somigliano fra loro in maniera inquietante. Nota solo per Shevchenko, che sembra proprio doversi tirare su.
VALENTINO

Cioè volete raccontarmi che questi sono gli eredi della Dinamo Kiev? Una partita ripugnante e nel primo tempo l'esclusivo lancio lungo senza logica e senza strategia. La Spagna ha davvero straripato, e ha centrocampo ha qualità elevatissima, in campo (dominantE Xavi, finalmente ripresosi) e in panca (Fabregas e Iniesta). Il tridente mobile davanti, con posizionI non esclusive non è una novità, ma per parecchie squadre è ancora, incredibilmente, tabù. Puyol è una sicurezza da tempo. Se mentalmente reggono (i dubbi ci sono) sono da corsa.
CARLO

[dialoghimondiali] Francia Svizzera 0-0

Con Behrami purtroppo out (l'unico che potrebbe dare quelle sferzate sulla fascia per accendere il gioco) Kuhn sceglie, con Barnetta a destra, il più esperto e affidabile Wicky, rispetto al pallino Gygax e affianca Streller a Frei. Bene come al solito Magnin e Degen ma si poteva sperare in qualcosa di più contro una Francia che sceglie due attaccanti piazzati sugli esterni (Wiltord e Ribery, mai visto così male come ieri)e Henry al centro con conseguente panca di Trezeguet. Il dilemma è sempre d'attualità ma se i terzini riescono a spingere e a rientrare mi giocherei Zidane dietro a due punte, gettando all'aria tanti equilibri per avere qualità e carisma e sperando nelle letture difensive di Makelele e dei centrali. La stampa incalza Domenech che è già spalle al muro, ma il girone dei francesi dovrebbe consentire recuperi in tempi brevi.
CARLO


Aleggia sulla Francia un’aria logora, pesante. Il Wiltord di ieri ha fatto rimpiangere la mancata convocazione di Giuly, che nel 4-2-3-1 dei galletti ci sarebbe stato a meraviglia. Ribery davvero sotto tono, ma anche Henry con il Blues appare un giocatore dimezzato rispetto all’Arsenal, e così il migliore è risultato essere il solito Makelele, oltre ovviamente a Barthez. Pienamente d’accordo con il giudizio sulla Svizzera, a cui è mancata solamente un pizzico di fantasia. Ottima la difesa, di grande sostanza il centrocampo, l’attacco meglio dall’ingresso di Gygax, anche perché Frei appare ancora lontano da una condizione di forma ottimale. Pensare che gli svizzeri possano vincere il girone non è fantasia…
ALEC CORDOLCINI


Passando a parlare della Svizzera: ma quale capolavoro? Lui stesso, e intendo Köbi Kuhn, oggi in conferenza stampa è parso piuttosto deluso, esprimendo cioé sentimenti lontanissimi da quelli evidenziati in occasione dei due precedenti pareggi contro gli stessi francesi. Domenech ha mostrato di non avere alcuna idea - o di avere idee confuse - in merito al potenziale di una squadra da tempo imborghesitasi a dismisura. E allora la Svizzera doveva approfittarne. Entrata in campo timida e contratta, la nazionale rossocrociata ha faticato a guadagnare metri e a spingersi oltre il sole che la tormentava nella sua metà campo. Faceva caldissimo a Stoccarda, e doversi difendere da quella luce che batteva con punte vicine alla quarantina di gradi non era certo facile. La sensazione è stata quella comunque che la Svizzera sentisse un po' di pressione, una tensione dovuta alla giovane età di molti suoi giocatori ma anche al fatto di essersi trasformata, di colpo, soprattutto in patria, in una delle due favorite del girone. Da tempo, forse da decenni, forse da sempre, la Svizzera non partiva verso una manifestazione così importante spinta da così tante aspettative. A volte si parla, spesso a sproposito, di "febbre" del tifo, ecco, in Svizzera in questa occasione si è creata una vera e propria febbre, una mania. Lo dimostra il fatto che al Gottlieb Daimler Stadium ci fossero nettamente più tifosi elvetici che non francesi. Il colpo d'occhio faceva venire i brividi, anche per via di quella luce così bassa e tagliata, bruciante. Io ho seguito l'intero primo tempo con i crampi allo stomaco - difficile dimenticarsi nel cassetto la passione, e poi perché doverla per forza dimenticare? - poi mi sono passati con l'entrata in campo di Gygax al posto di Streller. Questa mossa ha vivacizzato la Svizzera, anche perché si sono smosse le acque appiattite da uno schema che non lasciava nulla alla fantasia. Tra l'altro proprio l'inventiva è la caratteristica di cui più si sente la mancanza in casa rossocrociata. Si sperava in un recupero miracoloso di Hakan Yakin, prima scartato da Kuhn, poi ripescato per via dell'infortunio di Vonlanthen, ma il fantasista dello Young Boys ormai pare davvero essere giunto al conteggio delle ultimissime pallottole. Un veterano, un po' come il deludente Zizou visto ieri. Non avendo uomini in grado di creare dal centro del campo, anche perché a Vogel e Cabanas ormai non si chiede che interdire e raddoppiare, si sperava in una botta di fantasia dalle fasce, con Barnetta e Behrami. Barnetta ha giocato ma sneza riuscire a dare costanza alla sua esplosività, mentre per quanto concerne Behrami, forse siamo destinati a vederlo giocare soltanto a sprazzi in questi Mondiali. Ha un principio di pubalgia che lo infastidisce parecchio e in questi giorni è parso piuttosto abbattuto. Valon al di là delle apparenze è un ragazzo molto riflessivo e sensibile, era partito per i Mondiali convinto di spaccare le montagne ma questo fastidio proprio non se lo aspettava. Oggi l'ho visto allenarsi con il resto della squadra, era dinamico come sempre, ma poi se n'è andato alla fine zoppicante. Vedremo! In tutti i casi è indispensabile. Dicevo di Gygax: spesso criticato, ieri ha vivacizzato la manovra offensiva elvetica, sino a quel momento eccessivamente farraginosa. In tutti i casi, Gygax o non Gygax, quello di ieri aveva tutta l'aria di un "biscottone" anticipato, nulla di concordato o di voluto, ci mancherebbe, ma sicuramente quel pareggio era il risultato che poteva accontentare entrambe le nazionali. Il fatto infine che pretendiamo sempre di più da questa Svizzera, è indicativo della nuova posizione che la nazionale rossocrociata si è guadagnata in quest'ultimo biennio, grazie soprattutto all'esplosione di talenti importanti, come Senderos (a parte un liscio, ieri perfetto), Djourou, Barnetta, Behrami e altri ancora che premono per trovare spazio.
PAOLO GALLI


Già da un po' la Francia non mi trasmette sensazioni positive. Sulla carta è una delle più attrezzate, ma l'insieme mi sembra alquanto appesantito. Manovra appesantita, prevedibilissima. Il discorso più scottante è quello su come le individualità si inseriscono in questo contesto: Henry, notizia non nuova, si trova peggio che con l'Arsenal e con Trezeguet si trova male; Ribery, che può essere l'unica sorpresa è partito malaccio; Makelele è sempre perfetto, Vieira si deve riprendere, ma in generale sembrano coprire meno campo rispetto a qualche tempo fa; i terzini in fase offensiva non mi convincono per nulla; infine, affidare quasi tutto ancora una volta a Zidane non può essere più la via giusta. Son d'accordo, Carlo: 4-3-1-2.
La Svizzera è una delle più organizzate del Mondiale: tatticamente perfetta ( emblematico Vogel), ma gli manca lo spunto negli ultimi 30 metri. Mettiamola così, difficilmente potrà vincere una partita immeritatamente.
VALENTINO

[dialoghimondiali] Italia Ghana 2-0

Troppo inconsistente questo Ghana. A centrocampo non è stato inferiore all'Italia, ma l'Italia è micidiale in attacco e sicura in difesa. Purtroppo siamo alle solite: i due là davanti hanno fatto movimento ma non si son resi pericolosi neanche alla lontana. Grande Essien, però ho la sensazione che spesso tiri in porta tanto per tirare. Io troverei il modo di far giocare Appiah più accentrato, sarebbe più pericoloso. Primo tempo buona Italia, poi ha fatto pesare la sua concretezza, anche se pure contro un Ghana spuntato, nel secondo tempo stava incappando nel vizio ricorrente di rinculare sempre più, non fare possesso-palla e incoraggiare il Ghana, rischiando il golletto in mischia. Per fortuna Kuffour ha tolto le castagne dal fuoco.
VALENTINO

La prima parte della partita dell'Italia mi è parsa buona, specie nelle situazioni che iniziavano con spalle alla porta delle punte. Bravissimo Perrotta, ma i suoi tempi dell'inserimento li avevamo notati anche prima di Spalletti. Mi è piaciuto Pirlo in fase di non possesso con alcuni blitz di pressing giocando sulle linee di passaggio della lenta manovra ghanese. A centrocampo lampi di Essien e Appiah, e predominio territoriale per circa metà partita ma non è così che può fare male il Ghana (che in altre occasioni ci ha persuaso giocando quasi esclusivamente sulle ripartenze), anche se l'arretramento continuo della squadra di Lippi ha prodotto situazioni ad alto rischio in area e forse un rigore per gli africani ci stava. Per giocare difesa (direi sicura) e contropiede va benissimo Iaquinta che ricordo squassante, proprio in queste situazioni, all'Alvalade nei preliminari di Champions' League che autorizzavano euforia per una stagione poi finita maluccio tra infortuni e pasticci societari in cui è stato coinvolto.
CARLO

13 giugno 2006

[dialoghimondiali] Argentina Costa d'Avorio 2-1

La vittoria dell'Argentina è stata difficile e importante, anche perché ottenuta con la Costa d'Avorio, che ha proposto, finora, il miglior calcio di squadra.
Vanderlei Luxemburgo "O Globo" 13.6.2006


Elefanti solo imprecisi sotto porta. Qualitativamente superiori a metà campo hanno avuto troppo poco dalla fascia destra con Eboué, insolitamente timido. Yayà Tourè ha scherzato Cambiasso e Mascherano, davvero bloccatissimi. Finalmente bene anche Zokora dopo un mese di partite sotto tono. La catena di sinistra Boka - Akalé per potenza e tecnica può mettere in difficoltà chiunque e forse si poteva insistere di più da quelle parti. Kalou discreto ma come al solito con limitatissime dosi di testosterone: per me molto meglio Aruna che dovrebbe sempre partire dal lato e arrivare sul fondo: non avesse avuto continui problemi muscolari e disgrazie familiari assortite durante quest'anno sarebbe partito titolare dal primo match. Se si vuole proseguire col 4411 non ci sono alternative a Keita sula destra, fisicamente immenso ma troppo confusionario e responsabile di un errore sotto porta che avrebbe cambiato la partita. Ammiro la coppia Gili-Michel per aver rischiato molto con Arouna Kone e Baky, ma al posto del primo avrei provato Romaric. Argentina che non mi ha persuaso per niente. Troppo attendista, dietro un grande Ayala ha giostrato alla perfezione chiudendo in maniera sublime uno stop e tiro di Drogba. Riquelme ha ricamato calcio ma ha avuto pochi palloni e soprattutto pochi uomini a cui distribuirli una sua illuminazione ha permesso il due a zero. Misteriosa l'esclusione di Tevez e centrocampo poco propositivo con Maxi impegnato in continui lavori di copertura e Lucho Gonzalez in panca.
CARLO


Raramente in questi ultimi anni ho visto così costretta a soffrire e a difendersi. Nel primo tempo gli Elefanti hanno giocato nettamente meglio: Maestro e Yaya Touré, superbo, sono stati impressionanti, hanno marciato su ritmi davvero insostenibili per l'Argentina. Mascherano e Cambiasso hanno perso la battaglia e l' Argentina non ha avuto il suo consueto possesso palla. Però mentre la Costa d'Avorio, anche per un po'di sfortuna, non concretizza, l'Argentina capitalizza al massimo e mostra tutta l'arte dei suoi attaccanti: nel primo gol da opportunista di Crespo, e soprattutto nel secondo magnifico gol, un capolavoro di visione di gioco e scaltrezza di Riquelme e Saviola, che in un sola immagine mostra il meglio del repertorio dei due. La Costa d'Avorio cala per forza di cose nel secondo tempo e tutto sembra doversi stabilizzare ma i cambi di Michel pagano e Drogba riapre la partita, ma l'Argentina resiste. Giudizio più che positivo per la Costa d'Avorio: grande velocità e alta qualità. I migliori, come detto Zokora e Yaya Tourè, oltre a Drogba. Positivo l'innesto di Bakari Koné, luci e ombre per Dindane: una scossa la dà, ma certi suoi egoismi sono da schiaffi. bene Kolo ha spinto poco Eboué. Qualcuno parlerà d'ingenuità sul secondo gol preso, ma in realtà se ne può parlare solo in parte, perchè Saviola è stato micidiale. L'Argentina, l'abbiamo detto, si è adattata a una partita difensiva: oltre a Saviolita, il migliore, ottimi Burdisso e soprattutto Ayala, a dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, che Pekerman è adulto e responsabile, a differenza di quello che pensano alcuni in Argentina e in Italia. Lo spettacolo verrà, ne sono sicuro.
VALENTINO

[dialoghimondiali] Ecuador Polonia 2-0

Ho fatto gran tifo per l'Ecuador: non riesco a capire perchè
tutti i soloni davano strafavorita la Polonia: modestissima. L' Ecuador non
è una squdra di fenomeni, però almeno sono un bel blocco, hanno una buona
qualità tecnica media e trattano il pallone con rispetto. Non sanno alzare i
ritmi, ma ieri hanno avuto la partita in discesa dopo l'1-0, e si son potuti
così dedicare all' unico gioco che conoscono, stile 3000 metri di Quito. Mi
è piaciuta la difesa, tranne il portiere, i terzini hanno accompagnato
benissimo il gioco( Reasco poi mi piace molto, ance se più a destra) e i
finti esterni hanno incrociato bene ( più Mendez che Valencia), come nel
secondo gol. La Polonia gioca un'altro sport: Smolarek poi è interessante ma
un po' troppo fumoso.
VALENTINO

Ero dalla parte della Polonia e sono rimasto anch'io sconcertato dalla pochezza. La velocità delle qualificazioni è un lontanissimo ricordo. Smolarek, così, serve a poco. O si cambia o si va a casa.
CARLO

[dialoghimondiali] Germania Costarica

lo spirito offensivo di questa Germania è
apprezzabile. Poi il binario di sinistra funziona che è un piacere. Lahm è
uno che mi esalta da tempo, adoro questi giocatori sfrontati, soprattutto
quando fanno i terzini ! Costa Rica ci metteva un' ora a far transitare il
pallone dalla sua area fino alla metà campo, e nel mentre se la faceva
rubare. Inoltre è l' unica squadretta che sostanzialmente si disinteressa
della difesa: hai mai visto pressing a metà campo o marcature rigide in
difesa. Mi aveva lasciato questa sensazione anche nel 2002, dove però
giocava meglio in attacco ( memorabile il 5-2 col Brasile ).
VALENTINO

D'accordo sullo spirito ma mi pare ci sia troppa anarchia, che può anche essere vincente con un altro atipico come Ballack, ma a me convince poco. La linea di difesa e quella di centrocampo sono troppo allegre e mai coordinate: prendessero un gol e andassero magari sotto, come reagirebbero? Il Costarica non mi è dispiaciuto, invece. Tenuto conto che qualitativamente è una delle rose più povere del lotto, ha provato a controllare il ritmo e quando c'era l'occsione a fare male.
CARLO

06 giugno 2006

[salastampa] ¿España?

Interessante articolo di Segurola sulla Spagna, dal País di ieri.


Poco antes del Mundial de Estados Unidos, Menotti se refirió a un problema básico de la selección española. "Es un equipo que tiene que decidir si es toro o torero", dijo. La imagen resultaba perfecta. No se podía explicar con menos palabras un asunto que desde entonces ha requerido largos debates. ¿Qué estilo tiene la selección? ¿A qué juega? ¿Cómo debe jugar? ¿Por qué no hay manera de solucionar una dificultad que trastorna a entrenadores, jugadores, periodistas y aficionados? Se han sucedido opiniones de toda clase. Algunos, como Cruyff, atendieron al lado sociopolítico. "España es un país de países, y cada país tiene una manera de entender el fútbol", comentó en un magnífico diálogo con Jorge Valdano. También hace mucho tiempo de aquello, pero la idea de ninguna manera es descabellada.

España ha sido tribal para muchas cosas. Para el fútbol, más que ninguna. La Liga es un mosaico de estilos, y eso multiplica su atractivo frente a otros campeonatos más monótonos. Es una Liga, además, donde las estrellas extranjeras marcan la diferencia más que en ninguna otra. Y es una competición que no ampara a los mejores futbolistas jóvenes. España ha producido excelentes selecciones juveniles, con éxitos constantes en los últimos 15 años. El equipo olímpico ganó en Barcelona 92 y fue segundo en los Juegos de Sydney. Se han conquistado Campeonatos Mundiales sub 20. Se ha vencido en los Europeos sub 21. Han proliferado selecciones ganadoras de cadetes y juveniles. Todo eso no ha servido para que España haya saltado al primer plano donde cuenta: en los Mundiales. Los equipos españoles prefieren a los jóvenes argentinos o brasileños que a sus propias canteras. "Los chicos suramericanos llegan a la Liga con 100 partidos profesionales a sus espaldas", apunta Valdano. Es cierto. Y por el camino, se ponen todos los obstáculos para que la selección tenga el aire indefinido que no poseen brasileños, italianos, alemanes, ingleses o argentinos. Son países con una vieja cultura futbolística que se traduce en una manera de hacer las cosas. Pueden variar las tácticas, pero esencialmente son reconocibles porque remiten a sus selecciones de toda la vida. España es un país tan apasionado por el fútbol como aquellos, pero le ha faltado cultura propia. Quizá la raíz cultural se encontraba en la fiesta de los toros. Quizá la larga dictadura de Franco añadió un elemento más a la mordaza: en un país donde no se podía debatir sobre nada, el fútbol tampoco se escapaba a esa prohibición implícita. Si ha habido alguna clase de estilo, de rasgo propio, ha sido en los clubes. Eso significa un mosaico muy difícil de armonizar.

Son muchas las trabas que ha encontrado la selección para adquirir un perfil propio y un cierto consenso a su alrededor. Ahora estamos en la misma situación. El partido frente a Egipto lo reflejó perfectamente. Fueron dos tiempos, dos equipos, dos maneras de entender el juego. Una fue cautelosa, con Senna y Albelda en el medio campo, con Cesc sorprendido en medio de un equipo al que no entiende. Cesc es un futbolista de asociaciones que necesita gente que se le asocie. ¿Quiénes? ¿Senna, Albelda? ¿Torres y Villa, que le quedan a kilómetros de distancia y que están para otra cosa, para el remate y el gol? El segundo tiempo fue otro equipo diferente, más creativo, más atractivo, más ofensivo, con más riesgos defensivos y con la gente que remite al Barça. Allí estaban Cesc, Xavi, Xabi Alonso y Reyes, que cada vez apunta más a segundo delantero y no a extremo. De alguna manera, la selección reflejaba dos mundos opuestos que también se observan en la Liga: el Valencia y el Barça, la tendencia a la cautela y al espíritu dominador. El diagnóstico de Menotti quedó muy claro.

Luis Aragonés tendrá que decidir. Encontrará partidarios y detractores en cualquier caso, pero es necesario que no haya dudas. Por lo general, no son los equipos aventureros los que ganan los Mundiales. Hay demasiadas pruebas de ello. El problema es que la selección no cuenta con la clase de futbolistas que le permite un juego cauteloso. No hay grandes defensas, ni jugadores de gran presencia física, ni genios de la táctica. Nadie se imagina a España conquistando el Mundial con el equipo del primer tiempo. Seguramente tampoco con el de la segunda parte. Y como la mezcla parece imposible, las sensaciones son preocupantes. Quizá haya que hacerse otra pregunta. Si el título se antoja casi imposible ¿cómo debe caer la selección? Tiene dos opciones: la cautelosa o la aventurera. Al seleccionador le toca decidir.

03 giugno 2006

[reading] Stig Dagerman

Questa settimana al bar si legge Stig Dagerman.


[...]In equilibrio su un'asse sottile. Vedo la mia vita minacciata da due forze: da un lato dalle bocche avide dell'eccesso, dall'altro dall'amarezza avara che si nutre di se stessa. Ma io mi rifiuto di scegliere tra l'orgia e l'ascesi, anche se il prezzo dev'essere un tormento continuo. A me non basta sapere che ogni cosa può essere scusata in nome della legge del servo arbitrio. Ciò che cerco non è una scusa per la mia vita, ma il contrario di una scusa: l'espiazione[...]

(da "Il nostro bisogno di consolazione", ed.it. Iperborea)