BRASILE - COSTA D'AVORIO 3-1 (Luis Fabiano 25', 2-0 Luis Fabiano 6'st, 3-0 Elano 16'st, 3-1 Drogba 34' st)
+ Ennesima prova di solidità del Brasile di Dunga. La Seleçao mantiene un controllo emotivo prima che tecnico sulla partita, non va mai in difficoltà e ha la pazienza e la virtù di trovare con semplicità i gol. Non sempre riesce a essere compatto, specie quando è ancora col risultato in bilico si spezza più volte in due tronconi ma è una situazione altamente accettabile se i sei giocatori difendenti sono della qualità dei brasiliani (è poi chiaro che per attaccare una difesa chiusa si deve correre il rischio della transizione non sempre in superiorità numerica). Non ha la qualità della Spagna ma ad ora ha mostrato maggiore solidità rispetto alle concorrenti per il titolo finale.
+ Dopo la discreta prova dell'esordio il Grande Comitato che gestisce la Costa d'Avorio (non penserete sia Eriksson a "fare la formazione"?) ripropone ancora Aruna Dindane dall'inizio e curiosamente Gervinho in panchina. Non è comunque solo una questione di uomini, gli ivoriani attuano sì una buona prova difensiva ma, una volta sotto, non ripartono con la necessaria convinzione pur avendone tutti i mezzi. Drogba è ampiamente limitato dal tutore al braccio ed è commovente anche solo la sua presenza, e anche il suo gol, che si spera possa servire almeno per la differenza, sempre che l'ultima gara tra Brasile e Portogallo sia vera.
ITALIA - NUOVA ZELANDA 1-1 (0-1 Smeltz 7', 1-1 Iaquinta 29')
Che anche solo col carisma non si possa vincere questa partita è abbastanza desolante. La Nuova Zelanda è una formazione meno che mediocre, che non ha un piano difensivo degno di questo nome ( se non quello di chiudersi in area ma mi pare non possa essere contemplato in un piano strategico), commette una serie di errori, individuali e collettivi, non accettabili a questi livelli, eppure riesce a subire una sola rete contro i Campioni del Mondo, per giunta su rigore generoso. L'Italia di Lippi muta più volte sistema ma rimane con una intensità bassa, specie nelle situazioni di pressing: una squadra come la Nuova Zelanda deve sentirsi sempre sotto pressione, e invece riesce a resistere pur con dei mezzi insufficienti. Hai problemi di fluidità di gioco, ok: ma con gli All Whites non può e non deve esere un problema la posizione di Marchisio o la struttura delle linee di gioco, sebbene abbiano una loro importanza. In un tipo di partita del genere è fondamentale tenere continuamente sotto pressione l'avversario scarso, arrivo a dire anche al di là dell'organizzazione specifica del pressing e degli equilibri in campo: meglio, vista la mala parata, inserire anche 5 punte e continuamente martellare palla dentro invece che tenere inutili giocatori dietro la linea della palla, contro una squadra incapace anche solo di pensare contropiede. Sono partite da vincere con l'energia e la voglia, cercando di fare pesare l'enorme differenza di esperienza e carisma. L'Italia è addirittura quasi timida ottenendo uno dei peggiori risultati della sua storia ai Mondiali: il primo lavoro di Lippi deve essere quello sulla testa dei giocatori.
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